3 Modi per Capire se il Pesciolino è Morto Forse il tuo pesce sta galleggiando sul fianco oppure ti sei accorto che è saltato fuori dall’acquario. Sebbene la tua prima reazione possa essere quella di piangere per la sua morte e pensare di smaltirne il corpo, in realtà il pesce potrebbe essere ancora vivo.
- 1 Cerca di raccoglierlo con un retino da acquario. Verifica se si divincola dalla rete che lo circonda; se sta semplicemente dormendo, potrebbe svegliarsi e cercare di scappare, ma se non reagisce, potrebbe essere morto o molto malato.
- 2 Controlla la respirazione. In quasi tutte le specie devi controllare le branchie; se non si muovono, significa che l’animale non sta respirando. Il pesce Betta e altri labirintici respirano attraverso la bocca; se il tuo esemplare appartiene a queste famiglie, controlla se il suo corpo si muove in su e in giù.
- 3 Guarda gli occhi. Osservali nel loro insieme; se sono infossati, il pesce è morto o sta per morire. Verifica se le pupille sono opache, perché sono un altro segno di decesso nella maggior parte dei pesci d’acquario.
- Se il tuo amico è un pesce palla, un Sander vitreus, un pesce coniglio o un pesce scorpione, è del tutto normale che ogni tanto gli occhi diventino torbidi; tuttavia, contatta il veterinario se questo sintomo persiste per diversi giorni.
- 4 Osserva le scaglie. Questo controllo è opportuno quando il pesce salta fuori dall’acquario; presta attenzione alle screpolature della pelle quando lo prendi in mano e tasta il corpo per capire se è asciutto. Sono tutti segni che si manifestano solo su un pesce morto. Pubblicità
- 1 Trascorri del tempo con il pesce morente. Controlla i sintomi, per esempio se non è in grado di mangiare o affonda subito dopo aver nuotato sulla superficie dell’acqua. Non è certamente un bello spettacolo, ma dovresti trattare il pesce come qualsiasi altro animale da compagnia; mettiti vicino all’acquario e parlagli, se sei abituato a farlo.
- 2 Procedi con l’eutanasia, se sta soffrendo. L’olio di garofano è un sedativo e rappresenta uno dei metodi meno crudeli per porre fine alle sofferenze di un pesce in fin di vita; puoi acquistarlo presso le principali farmacie. Metti l’animale in un contenitore con un solo litro d’acqua e aggiungi 400 mg di olio di garofano; entro 10 minuti il pesce termina l’ossigeno e muore senza dolore.
- 3 Togli qualsiasi esemplare morto dall’acquario, se possibile. Usa un retino per raccogliere tutti i cadaveri; tuttavia, se non riesci a trovare il corpo, non preoccuparti, dato che non danneggia gli altri pesci e si decompone naturalmente.
- I parassiti e le malattie hanno bisogno di esseri vivi; se pensi che il pesciolino sia morto a causa di una malattia, i suoi compagni sono probabilmente già infetti. In questo caso, controlla i sintomi; se non vedi segni di patologie e non si sviluppano disturbi insoliti entro qualche giorno, significa che sono abbastanza forti da riuscire a combattere e superare il problema di salute.
- 4 Non buttare il pesce nello scarico del water. Se un esemplare morto entra in un habitat diverso da quello a cui appartiene, può danneggiare le specie marine autoctone. Gettalo invece nel secchio della spazzatura o sotterralo; se è grande, la cosa migliore da fare è seppellirlo. Controlla comunque le normative locali per assicurarti di poterlo fare. Pubblicità
- 1 Tratta la costipazione con piselli sbucciati. Questo disturbo porta i pesci a galleggiare su un fianco. I piselli sbucciati (di qualsiasi varietà) contengono abbastanza fibre da ripristinare la regolarità intestinale dell’animale. Se il tuo piccolo amico non ha defecato negli ultimi giorni, dagli quotidianamente due o tre piselli freschi o scongelati; puoi schiacciarli per farne una purea oppure lasciare che galleggino fino a raggiungere il fondo dell’acquario.
- Non dargli i piselli in scatola perché contengono sodio e spezie potenzialmente nocivi.
- Ammorbidisci i legumi; puoi farli bollire per un minuto in acqua filtrata, ma aspetta che si raffreddino dopo averli tolti dalla pentola. Non usare il forno a microonde, perché può distruggere le sostanze nutrienti vitali.
- Togli la buccia con le dita; assicurati però di lavarti prima le mani!
- Taglia i piselli in pezzetti. Per prima cosa tagliali a metà, se non si sono rotti naturalmente quando li hai sbucciati, poi dividili ancora in due; se il pesce è piccolo, riducili in pezzetti ancora più esigui.
- 2 Raziona il cibo, se necessario. Se il pesce non è costipato, potrebbe aver mangiato troppo; la sovralimentazione può provocargli gonfiore di stomaco e portarlo a galleggiare su un fianco. Se è riuscito a defecare di recente, non dargli da mangiare per tre o quattro giorni.
- 3 Fai delle ricerche in merito alle sue abitudini del sonno. Un pesce che dorme non si muove. Per esempio, il pesce rosso dorme “sdraiato” sul fondo dell’acquario; a volte i suoi colori sbiadiscono, soprattutto quando spegni le luci della vasca. Fai delle ricerche online e leggi dei libri che spiegano come prendersi cura dei pesci e per conoscere le abitudini del tuo esemplare.
- Cerca queste informazioni sui siti dedicati agli acquari o rivolgiti al veterinario; vai in biblioteca o presso il negozio per animali per trovare testi che trattano questo tema. Se hai la possibilità di accedere a dei database universitari, puoi cercare questi articoli nelle riviste specializzate di veterinaria.
- 4 Purifica l’acqua della vasca. Il cloro, le clorammine e i metalli pesanti presenti nell’acqua del rubinetto possono essere nocivi per i pesci e ucciderli. Aggiungi un prodotto specifico per trattare l’acqua, che puoi acquistare presso i negozi per animali, e attieniti alle indicazioni riportate sulla confezione per quanto riguarda la modalità di applicazione e il dosaggio.
- Controlla la qualità dell’acqua testando i livelli di queste sostanze prima di aggiungere il prodotto per purificarla. Puoi acquistare un kit presso i negozi per animali; segui le istruzioni riportate sulla confezione per evitare risultati falsi positivi o negativi.
- 5 Misura la temperatura all’interno della vasca. Se hai cambiato l’acqua recentemente, qualsiasi improvvisa variazione di temperatura può provocare uno shock al pesce; controllala con un termometro. Se è inferiore a 24-27 °C, aumenta il livello del termostato del riscaldatore; riducilo invece se la temperatura supera questo limite. Non appena l’acqua torna alla temperatura normale, i sintomi dello shock dovrebbero scomparire. Pubblicità
Non togliere il pesce dall’acquario se non sei assolutamente sicuro che sia morto; la maggior parte delle specie non è in grado di sopravvivere per molto tempo fuori dall’acqua.
Pubblicità Co-redatto da: Staff di wikiHow – Redazione Questo articolo è stato scritto in collaborazione con il nostro team di editor e ricercatori esperti che ne hanno approvato accuratezza ed esaustività. Il di wikiHow controlla con cura il lavoro dello staff di redattori per assicurarsi che ogni articolo incontri i nostri standard di qualità.
Come rianimare un pesce morto?
Come Salvare un Pesce Rosso: 15 Passaggi (con Immagini) A volte un pesce rosso può saltare fuori dall’acquario e non ricadere nell’acqua. Questo accade quando l’acqua è troppo calda (superiore a 24 °C) oppure nel caso in cui l’animale soffre di un’infezione parassitaria che lo porta a nuotare troppo in fretta e, di conseguenza, a fare il salto.
- 1 Controlla il pesce alla ricerca di segni vitali. Prima di tentare di rianimarlo, devi essere sicuro che sia ancora vivo e possa essere salvato. I segni che indicano la morte del pesce sono:
- La cute è secca e screpolata;
- Gli occhi sono infossati e non convessi (sporgenti);
- Le pupille sono grigie;
- Mancano parti del corpo, come una pinna o la coda.
- Se il pesce rosso mostra uno qualunque di questi sintomi, dovrai procedere all’eutanasia con un trattamento poco crudele, come l’utilizzo dell’olio di chiodi di garofano. Tuttavia, se l’animale ha la pelle secca, ma il corpo è integro e gli occhi sono sporgenti, ci sono alcune possibilità di rianimarlo.
- 2 Riponi il pesce in un contenitore di acqua fredda che hai prelevato dallo stesso acquario. L’acqua contiene ossigeno e lo aiuterà a riprendersi.
- Alcuni esperti consigliano di rimettere subito l’animale nell’acquario, anche se appare molto disidratato.
- 3 Elimina ogni residuo dal suo corpo. Sostieni il pesce con una mano, all’interno dell’acqua dell’acquario, mentre con l’altra elimini ogni traccia di terriccio. Puoi anche limitarti a muovere il pesce molto lentamente nell’acqua per pulirlo.
- 4 Usa le dita per aprirgli le branchie. Questa operazione richiede mano ferma e pazienza. Devi aprire i lembi cutanei che ricoprono le branchie su entrambi i lati della testa del pesce per controllarne il colore: se sono rossi, significa che ci sono buone probabilità di salvare l’animale.
- Puoi anche massaggiargli l’addome per stimolare il passaggio dell’aria.
Pubblicità
- 1 Sposta l’animale vicino alla pompa dell’aria oppure alla pietra porosa. La maggior parte degli acquari è dotata di una pietra speciale che permette di regolare la temperatura e il livello di ossigeno dell’acqua. Se possiedi questa pietra o la pompa dell’aria, porta il pesce vicino ad essa. In questo modo, gli fornisci una quantità maggiore di ossigeno e si spera che possa riprendersi.
- Se non hai la pietra porosa, continua a massaggiare l’addome del pesciolino all’interno dell’acqua, finché non comincia a dare segni di vita. In alternativa, precipitati a comprare una pietra.
- 2 Usa un tubo dell’aria. Alcuni esperti appassionati di acquari eseguono delle manovre di rianimazione più intense sfruttando dell’acqua declorata, bombole di ossigeno puro e tubi d’aria. In genere, si procede in questo modo quando il pesce è ancora vivo, ma appare letargico e si muove poco. Per eseguire una rianimazione cardiopolmonare seria, vai in ferramenta e acquista:
- Una pietra porosa;
- Un tubo dell’aria;
- Una bombola di ossigeno puro;
- Un grande contenitore di plastica, abbastanza capiente per contenere il pesce;
- Un rotolo di pellicola trasparente;
- Nastro adesivo;
- Inoltre, ti serve acqua pulita e senza cloro.
- 3 Metti l’acqua declorata nel contenitore. Si tratta di acqua che non contiene né cloro né clorammine ed evita la formazione di ammoniaca, che potrebbe nuocere e uccidere il pesce. Versa sufficiente acqua per riempire metà del contenitore.
- Per eliminare il cloro dall’acqua, devi aggiungere a quella di rubinetto un additivo liquido, che puoi acquistare per meno di 10 euro nei negozi di acquari. Segui le istruzioni riportate sulla confezione, per capire il giusto dosaggio in base alla quantità di acqua da trattare.
- 4 Metti il pesce nel contenitore. In seguito, dovrai collegare la pietra porosa alla bombola di ossigeno, in modo da pompare il gas direttamente nell’acqua. Una volta eseguita la connessione, metti la pietra in acqua accertandoti che si appoggi sul fondo.
- 5 Apri la valvola della bombola e lascia che l’ossigeno si disciolga in acqua. Evita di pompare troppo gas nella pietra porosa ossigenando esageratamente l’acqua. Dovresti vedere solo un sottile flusso di bollicine che esce dalla pietra stessa.
- Durante i primi cinque minuti, l’aria dovrebbe fuoriuscire in maniera costante ed energica.
- Trascorsa questa prima fase, gira la valvola della bombola per ridurre l’apporto di ossigeno, pur garantendo un flusso continuo.
- 6 Usa la pellicola trasparente per sigillare il contenitore. Prendi un pezzo ampio di pellicola trasparente e avvolgilo attorno alla ciotola, avendo cura di ripiegarlo sulle pareti esterne, in modo da creare un buon sigillo e tenere il pesce sotto l’acqua ricca di ossigeno.
- Puoi fissare meglio la pellicola con del nastro adesivo.
- 7 Tieni il pesce nel contenitore per almeno due ore. Monitora le sue condizioni di tanto in tanto, per accertarti che riceva continuamente ossigeno dalla pietra porosa.
- Trascorse due ore, il pesce dovrebbe essere in grado di respirare e nuotare normalmente.
Pubblicità
- 1 Fagli un bagno salato. Sebbene si tratti di un pesce di acqua dolce, un trattamento con acqua salata ne migliora la salute generale e lo aiuta a riprendersi dalla momentanea ipossia. Tuttavia, se gli stai già somministrando dei farmaci oppure stai eseguendo altri trattamenti per rianimarlo, dovresti sottoporre il pesce al bagno salato solo prima di dargli altri medicinali o dopo avere terminato le procedure salvavita.
- Puoi usare del sale marino, quello integrale, quello per acquari oppure salgemma puro. Se possibile, usa quello marino senza additivi, perché è ricco di minerali.
- Usa un contenitore pulito e senza contaminanti. Preleva un po’ d’acqua dall’acquario e versala nel contenitore (se è sicura da usare) oppure utilizza dell’acqua pulita e declorata. Verifica che la temperatura sia la stessa di quella dell’acquario o con una variazione massima di tre gradi.
- Aggiungi 5 grammi di sale per ogni 4 litri di acqua. Mescola accuratamente per sciogliere tutto il sale e poi metti il pesce rosso in acqua.
- Tienilo nel bagno salato per uno o tre minuti al massimo e continua a monitorarlo. Se mostra segnali di stress, come movimenti sconnessi o nuota molto rapidamente, riportalo immediatamente nell’acquario principale.
- 2 Prova un bagno all’aglio. Questa pianta ha proprietà disintossicanti naturali che possono aiutare il pesce a purificarsi. Prepara dell’acqua all’aglio sbucciando una testa di medie dimensioni e tritandola. In seguito, trasferisci l’aglio in acqua bollente e lascialo in infusione per 12 ore a temperatura ambiente. Al termine, puoi schiacciare gli spicchi e filtrare il liquido. Puoi conservare l’acqua in frigorifero per un massimo di due settimane.
- Usa l’acqua all’aglio proprio come il bagno salato. Versa circa 5 ml di acqua aromatizzata in 40 litri di acqua dell’acquario; quindi, sottoponi il pesce a un bagno d’aglio purificante per 1-3 minuti.
- Puoi anche fargli bere dell’acqua all’aglio fresca per prevenire le infezioni. Iniettala nella sua bocca con una siringa o un contagocce. La dose è di due gocce al giorno per 7-10 giorni.
- 3 Versa della clorofilla nell’acquario. Questa sostanza viene considerata una medicina per i pesci rossi, perché ne rafforza il sistema immunitario e la salute. Cerca della clorofilla liquida pura nei negozi di animali; in genere, viene venduta in confezioni dotate di contagocce.
- Sottoponi il pesce a un bagno di clorofilla direttamente nell’acquario seguendo le istruzioni che puoi leggere sulla confezione. Puoi anche integrare il suo cibo gelatinoso con clorofilla.
- 4 Usa un prodotto per trattare l’acqua, come, Puoi acquistarlo in molti negozi di animali e anche online. Questo genere di addolcente contiene aloe vera, che aiuta i pesci stressati a riprendersi e a guarire dai danni tissutali. Grazie a questo additivo, contribuisci alla salute del tuo pesce in convalescenza, una volta concluso il trattamento di rianimazione. Pubblicità
- Impedisci al pesce rosso di saltare fuori dall’acqua mettendo un coperchio adeguato sopra l’acquario. Inoltre, lascia un po’ di margine evitando di riempire il laghetto o la vasca fino all’orlo.
- Cambia parzialmente l’acqua e controllala regolarmente, per garantirne la buona qualità.
Pubblicità Questo articolo è stato co-redatto da, La Dottoressa Elliott è una veterinaria con oltre trenta anni di esperienza. Si è laureata all’Università di Glasgow nel 1987 e ha lavorato come specialista in chirurgia veterinaria per sette anni. In seguito, ha lavorato per più di dieci anni come veterinaria in una clinica per animali.
Quando il pesce rimane sul fondo?
Perché il pesce rosso sta a pancia in su o sta fermo sul fondo – Ci possono essere vari motivi, ma quasi sempre è legato ad un problema alla vescica natatoria, l’organo che permette ai pesci di galleggiare. Le cause possono essere diverse, stipsi, organi ingrossati o un’infezione,
Quando muore un pesce in acquario?
I motivi più comuni della morte di un pesciolino – La questione più interessante da valutare quando un pesce muore è il motivo. Spesso si cercano le cure per un pesce che mostra evidenti segni di malessere. Però, se non si riesce a risalire alla causa della malattia o della morte, il problema potrebbe coinvolgere gli altri abitanti dell’acquario.
- Questa regola vale sia per acquari di acqua dolce, che acquari che marini.
- È possibile che la morte o la malattia di un pesce possa verificarsi in seguito all’acquisto di un nuovo esemplare.
- A volte si comprano pesci già malaticci, vissuti in cattive condizioni.
- Con lo stress del cambiamento di acquario le difese immunitarie si abbassano.
Se si introduce un pesce debilitato in un acquario già popolato, si può rischiare grosso. Infatti, il pesce può contagiare gli altri abitanti e infestare l’acquario. Questo accade specialmente se la vasca è sovrappopolata e le specie presenti sono male abbinate.
Per questa ragione sarebbe ragionevole applicare una sorta di quarantena dei pesci appena comprati. Basta una piccola vasca riempita con l’acqua dell’acquario principale. Così si evita che il nuovo pesce arrechi malattie a sé stesso e agli altri pesci. I pesci possono morire anche di vecchiaia, ovviamente.
Ci sono specie che sopravvivono anche per 50 anni. Generalmente però, i pesci appena acquistati sono abbastanza giovani, poiché provengono dagli allevamenti. Se l’acquario presenta improvvisamente una moria di pesci, questo dipenderà o (come detto prima) dall’acquisto di un nuovo pesce, o da condizioni ambientali scorrette.
- Una vasca troppo piccola, con specie incompatibili mostrerà immediatamente segni di mal funzionamento.
- È bene scegliere un numero di pesci adatto alla dimensione della vasca.
- In più i pesci vanno scelti a seconda che vivano sul fondale, a metà vasca o nella zona vicina alla superficie.
- In questo modo non si rischieranno contagi o sovraffollamenti.
Se un pesce muore, bisognerà immediatamente rimuoverlo. Se lasciato può infestare gli altri con parassiti o la malattia che lo ha ucciso. È consigliabile fare un cambio di acqua del 20-30% e pulire la lana del filtro. Controllare in fine se gli altri pesci hanno dei sintomi.
Perché mi sono morti tutti i pesci nell’acquario?
Mi muoiono tutti i pesci in acquario perche?
- DOMANDA: subject: Richiesta assistenza On Line Esperto in Acquariofilia.
- nome: Giampaolo, Acquario Posseduto: Acquario – Dolce Tropicale
- testo: Salve ho bisogno di un informazione, da poco ho allestito il mio acquario, introducendo sia piante che pesci, pensando che tutto sia andato a posto mi sono iniziati a morire a distanza di due giorni un pesce dopo l’altro, quando mi si e verificato questo problema ho provato a sostituire il 50% dell’acqua al mio acquario introducendo i pastiglia di Blu Start della ferplast, adesso ho i nitriti alti e non so come comportarmi, cosa mi consiglia di fare La ringrazio dell’attenzione
- RISPOSTA:
Ciao Giampaolo, hai inserito i pesci troppo presto e il filtro, non ancora maturo a sufficienza, non riesce a smaltire i nitriti derivanti dal cibo e dal metabolismo dei pesci. Sospendi l’alimentazione per qualche giorno per riprenderla poi a giorni alterni fino alla scomparsa dei nitriti.
Durante questo periodo somministra il Sera Nitrivec a ogni 2-3 giorni. Leggi sotto per maggiori approfondimenti: Ciclo dell’azoto In natura i prodotti di rifiuto dei nostri pesci o altre sostanze inquinanti vengono rapidamente diluiti grazie alla presenza di enormi quantità d’acqua. In acquario invece il rapporto tra massa d’acqua e carico organico e estremamente basso.
Tutti gli animali acquatici (non pensiamo soltanto ai pesci) producono però ogni giorno una quantità notevole di sostanze di rifiuto (urina, escrementi solidi) che obbligatoriamente finiscono nell’acqua. Senza certi batteri che rendono innocue queste sostanze, il nostro acquario non potrebbe funzionare, cioè non esisterebbe l’acquariofilia!Si deve distinguere tra batteri aerobi (che per vivere necessitano di ossigeno nell’acqua) e anaerobi (che vivono soltanto in ambienti privi o poveri di ossigeno).Per prima cosa le sostanze solide vengono sottoposte ad una decomposizione delle proteine (la cosiddetta “decomposizione delle albumine”), per poi essere trasformate in amminoacidi e successivamente in ammonio (o ammoniaca).
La maggior parte dell’urina viene invece trasformata direttamente in ammonio (o ammoniaca). In definitiva in questa prima fase con l’aiuto di vari microrganismi tutte le sostanze vengono trasformate in ammonio e/o ammoniaca. La presenza d’ammoniaca, molto tossica al contrario dell’ammonio, dipende dal valore di pH: più il pH e superiore a 7, più ammoniaca viene prodotta al posto dell’ammonio.
I batteri del genere Nitrosomonas con l’aiuto di ossigeno trasformano ammonio/ammoniaca in nitriti. I batteri del genere Nitrobacter con l’aiuto di ossigeno trasformano i nitriti in nitrati. La quantità di ossigeno “consumata” dai batteri durante il loro lavoro e notevolissima! In acquari di nuova installazione quasi sempre e presente una quantità sufficiente di ossigeno, ma i batteri utili (Nitrosomonas e Nitrobacter) scarseggiano.
- Se in questa prima fase si introducono dei pesci, allora i loro rifiuti non possono essere trasformati in nitrati.
- La trasformazione delle sostanze organiche si ferma alla prima fase (produzione di ammonio) o alla seconda, cioè alla formazione di nitriti.
- Ben presto questi sali minerali si accumulano nell’acqua: entrambi diventano un veleno mortale per i pesci.In acquario non è possibile chiudere completamente il ciclo ed è necessario rimuovere i composti che si accumulano con dei cambi parziali di acqua.I nitrati, come anche l’ammonio, entro certi limiti non costituiscono alcun pericolo per i nostri pesci, ma il loro accumulo deve essere evitato mediante il cambio parziale dell’acqua o attraverso speciali filtri (per esempio il Sera Bio-Denitrator)In natura la nitrificazione avviene nei terreni non troppo compatti, dove l’acqua di percolazione o imbibizione penetra in profondità trasportando ossigeno alle colonie batteriche.I batteri del genere Nitrosomonas e Nitrobacter potranno così ossidare i composti azotati da cui traggono energia per i loro processi metabolici.
Esistono molte altre specie di batteri ossidanti che usano come substrato alimentare composti diversi da quelli azotati, come ad esempio i solfo-batteri.I nitrati rappresentano l’ultimo grado di ossidazione dell’azoto: oltre questo prodotto il filtro biologico, popolato da flora batterica aerobica, non può andare.I nitrati non sono particolarmente tossici, ma rappresentano uno dei principali composti minerali azotati alla base del metabolismo vegetale.Le piante superiori che ospitiamo in acquario ne consumano una piccola parte; un eccesso di nitrati porta all’eutrofizzazione, cioè a un eccesso di nutrienti: il risultato è lo sviluppo di alghe inferiori che hanno un ritmo di accrescimento maggiore delle piante superiori. Ogni popolazione (batterica, vegetale o animale) cresce in proporzione alle risorse trofiche (disponibilità di cibo). Cosìcome non ci possono essere più predatori di quanto una popolazione di prede ne possa sfamare senza estinguersi, così non ci possono essere più batteri di quanti composti organici ne possa mantenere.
- In altre parole è inutile avere un filtro enorme rispetto all’acquario poiché i batteri aerobi non avrebbero abbastanza cibo per moltiplicarsi e colonizzarlo.
- Quindi nel nostro acquario avremo un equilibrio dinamico tra batteri e cataboliti (rifiuti organici) prodotti dai pesci.
- A complicare però le cose è la cinetica delle reazioni ossidative avviate dai due principali ceppi batterici presenti nel filtro: il Nitrosomonas si moltiplica con una velocità superiore a quella del Nitrobacter e quindi in fase di maturazione delfiltro (ma anche dopo l’uso di un medicinale, una pulizia radicale del materiale filtrante, un generoso cambio d’acqua a valori non controllati) il primo ceppo produrrà più nitriti di quanti il secondo ne possa trasformare in nitrati.
L’accumulo di nitriti provoca un avvelenamento ematico: il gruppo NO2 e terribilmente simile (dal punto di vista elettrochimico)all’ossigeno O2 legandosi all’emoglobina del sangue al suo posto; il risultato è la morte da soffocamento.Se spegniamo il filtro per alcune ore, i batteri non hanno più il flusso di acqua che porta loro ossigeno e cataboliti da ossidare: sono esseri viventi molto semplici, estremamente specializzati e molto evoluti (i batteri in genere sono stati tra i primi a colonizzare il nostro pianeta) e quindi corrono ai ripari producendo polimeri organici, scarsamente solubili in acqua, che tendono ad accumularsi in prossimità della parete cellulare.Questa struttura a strati gelatinosi prende il nome di capsula ponendoli in uno stato di attesa che permette loro di sopravvivere anche per lunghissimi periodi in uno stato di quiescenza, purché non vengano attaccati da altri microrganismi (batteriofagi, funghi, protozoi, ecc.) per cibarsene.Quando riavviamo la pompa, l’acqua riprende a circolare, i batteri si riattivano, ma in quelle ore di inattività i cataboliti prodotti dai pesci e non trasformati dai batteri si sono accumulati e quindi la popolazione non è più dimensionata al nuovo carico organico.
- Il Nitrivec è una coltura purificata (per evitarne la distruzione da parte degli agenti prima menzionati) di batteri in cui lo stato di quiescenza è indotto in laboratorio con tecniche di avanguardia che ne permettono una attività al risveglio superiore al 95%.
- Qui di seguito alcune combinazioni possibili tra i valori di ammonio/ammoniaca, nitriti e nitrati e come interpretare tali risultati.
I | II | III | IV | |
Ammonio / Ammoniaca | Assente | Presente | Assente | Assente |
Nitriti | Assenti | Assenti | Presenti | Assenti |
Nitrati | Assenti | Assenti | Assenti | Presenti |
Risposte possibili | Acquario appena allestito Acquario con molte piante | Acquario in maturazione | Acquario in maturazione | Situaz. normale |
table>
V VI VII VIII Ammonio / Ammoniaca Presente Assente Assente Assente Nitriti Presenti Presenti Assenti Eccesso Nitrati Presenti Presenti Eccesso Presenti Risposte possibili Filtro troppo piccolo Filtro troppo piccolo Acquario trascurato Acquario con poche piante Acquario con troppi pesci Incidente di percorsotable>
Valore Spiegazione Situazione normale valori normalmente presenti in acquari con allestimenti “non particolari” Filtro troppo piccolo o materiale filtrante insufficiente o non adatto Acquario appena allestito senza pesci ma con piante Acquario in maturazione con pesci e piante Acquario trascurato scarsa manutenzione, cambi d’acqua sporadici Incidente di percorso pompa ferma, pesce deceduto, filtro scollato, ecc. Acquario con molte piante acquario ricco di piante o con piante a crescita veloce Acquario con poche piante acquario con più pesci che piante o piante a crescita lenta Acquario con troppi pesci troppi pesci e/o troppo mangimeMi muoiono tutti i pesci in acquario perche?
Quanto dormono i pesci in acquario?
Quando dormono i pesci – Un altro dubbio che potrebbe sorgere quando cerchiamo di capire come dormono i pesci, è quando dormono i pesci. I pesci, come altri esseri viventi, possono essere animali notturni, diurni o crepuscolari, e dipendendo dalla loro natura, dormiranno in un momento della giornata o in un altro.
- La tilapia del Mozambico ( Oreochromis mossambicus ), è un animale diurno, per esempio, e dorme durante la notte, avvicinandosi ai fondali marini, abbassando la propria frequenza respiratoria e immobilizzando gli occhi.
- Al contrario, il pesce gatto nebuloso ( Ameiurus melas), è un animale notturno e passa il giorno in alcun rifugio con le proprie pinne rilassate.
Non reagisce a stimoli sonori e ha un polso e una respirazione molto lenti. La tinca (Tinca tinca) è un altro pesce notturno. Questo animale dorme durante il giorno giacendo sul fondale per periodi di 20 minuti. In generale, i pesci non dormono durante lunghi periodi di tempo, i casi che sono stati studiati sono durati pochi minuti.