Come Slamare Un Pesce?

Rilascio dei pesci con gli ami ancora in bocca – Se i pesci sono allamati troppo in profondità per slamarli, di solito non c’è altra alternativa che tagliare via gli ami. Basta tagliare la lenza il più vicino possibile all’occhiello dell’amo e rilasciare il pesce nel modo consueto (vedi sotto).

  1. Si discute molto sulla sopravvivenza o meno di pesci allamati in profondità con ami lasciati in bocca.
  2. Gli ami in acciaio inossidabile non arrugginiscono, quindi i pesci con questo tipo di amo lasciato in bocca hanno meno probabilità di sopravvivere.
  3. Tuttavia, molti ami da pesca oggi sono realizzati con un alto contenuto di carbonio, il che significa che si arrugginiranno se lasciati nella bocca di un pesce.

Mentre alcuni pesci moriranno ovviamente a causa degli ami lasciati in bocca, la maggior parte dei pescatori ora concorda sul fatto che i pesci rilasciati con gli ami ancora in bocca hanno almeno una possibilità di sopravvivenza. Molti pescatori riferiscono di aver catturato pesci con ami arrugginiti e in decomposizione all’interno della bocca da precedenti volte in cui sono stati catturati, il che significa che alcuni pesci rilasciati con gli ami ancora all’interno della bocca continuano a cacciare e nutrirsi in un modo che consente loro di vivere.

Come Slamare un pesce senza slamatore?

Rimuovere un amo che un pesce ha ingoiato. – Il modo in cui gestisci questa situazione dipende da cosa intendi fare con il pesce. Se prevedi di rilasciare il pesce o di mantenerlo in vita per un altro motivo, dovrai fare molta attenzione a non danneggiare ulteriormente il pesce.

  • Se hai intenzione di uccidere il pesce comunque, non devi stare così attento quando lo rimuovi.
  • Se hai intenzione di mangiare il pesce, rimuovi l’amo e l’intestino.
  • È molto importante rimuovere l’amo prima di cucinare e mangiare il pesce.
  • Se si cucina l’amo, lo strato di piombo che ricopre l’amo si scioglierà nel pesce e chiunque mangia il pesce correrà il rischio di avvelenamento da piombo.

Se non riesci a rimuovere l’amo senza uccidere il pescato, taglia il filo il più vicino possibile alla bocca del pesce. Fai scorrere la tua esca sul filo dell’amo in modo che il pesce sia in grado di nutrirsi regolarmente. Quindi, lascia andare il pesce.

Il pesce avrà maggiori possibilità di sopravvivere se lasci l’amo piuttosto che esser dilaniato. Usa un paio di pinze a punta lunga o forbici per raggiungere la bocca del pesce. Questo strumento può darti una presa più precisa sull’amo e rimuove qualsiasi pericolo che il pesce morda il dito. Ruota lentamente il gancio nel modo in cui è arrivato.

Se il pesce non ha i denti aguzzi e l’amo è abbastanza basso, puoi estrarlo con le dita. Prova a usare le pinze per piegare l’amo lontano dal punto di ingresso. Se raddrizzi il’amo, potrebbe essere più facile estrarlo senza danneggiare il pesce. Puoi anche usare una pinza per smussare l’ardiglione.

Come stordire i pesci?

Descrizione – Rapidi, igienici, facili da pulire, sicuri e approvati. Gli elettrostorditori “Fishkill” sono dei dispositivi che permettono di stordire i pesci prima della macellazione in modo rapido e con la minima sofferenza. L’abbattimento è rapido e indolore, nel rispetto dei requisiti di benessere animale e medico veterinario.

I dispositivi sono robusti, sicuri, facili da usare e senza rischi per l’operatore. Sono vivamente consigliabili in tutti gli allevamenti ittici, al momento della raccolta dei pesci dalle gabbie galleggianti nei bis assieme al ghiaccio, nelle aziende di trasformazione, nelle vendite al dettaglio e nelle pesche sportive, perché permettono di macellare il pesce mantenendo intatte la qualità e la freschezza della carne.

I voltaggi di lavoro e la durata della scarica elettrica sono regolabili separatamente, ciò permette di utilizzare i “Fishkill” con qualsiasi specie, senza che le carni vengano minimamente rovinate o ci sia sanguinamento.

A cosa serve lo slamatore?

Lo slamatore è un accessorio indispensabile per tutte le tecniche di pesca sia in mare che in acque interne. Il suo utilizzo è fondamentale quando si usano ami piccoli o si desidera slamare il pesce senza recargli danni.

Come esporre il pesce?

Il banco della pescheria: gestione e sicurezza alimentare

  • essere installati in modo da consentire un’adeguata pulizia delle apparecchiature e dell’area circostante;
    1. ove necessario, le apparecchiature devono essere munite di ogni dispositivo di controllo necessario per garantire gli obiettivi del presente regolamento;
    2. qualora, per impedire la corrosione delle apparecchiature e dei contenitori, sia necessario utilizzare additivi chimici, ciò deve essere fatto secondo le corrette prassi.
    • Sono, quindi, fondamentali i requisiti strutturali, a partire dalla scelta del materiale, propedeutica ad ogni azione di pulizia e manutenzione, fino alle caratteristiche costruttive e alla dotazione di dispositivi di controllo.
    • In molte pescherie tradizionali vengono inserite nel banco direttamente le cassette che contengono i prodotti, che è preferibile rinnovare continuamente.
    • Chi deve attrezzare un nuovo esercizio o modificarne uno esistente dovrà opportunamente orientarsi verso i migliori banchi espositori refrigerati presenti sul mercato.

    Per quanto riguarda le caratteristiche costruttive, le superfici interne del banco non devono presentare soluzioni di continuità, zone difficilmente raggiungibili ed angoli vivi difficili da pulire: condizione purtroppo non sempre rispettata, il che comporta un aggravio di lavoro nell’attuazione delle procedure di sanificazione e talvolta l’impossibilità di eseguire le stesse in maniera completa ed efficace.

    1. Inoltre, eventuali fessure (per esempio, le linee di giunzione tra due pannelli di acciaio nel fondo del banco, se non sigillate) comportano l’infiltrazione di acqua e liquidi organici, spesso in parti non raggiungibili per la pulizia.
    2. Talvolta vengono utilizzati banchi refrigerati senza protezione esterna, nei quali le condizioni di temperatura vengono garantite mediante la formazione di un letto di ghiaccio compattato, la cui fusione è rallentata dall’azione del sottostante impianto refrigerante, sul quale vengono appoggiati i prodotti della pesca.

    In alternativa ai vetri protettivi vengono talvolta installati, anteriormente al banco, dispositivi distanziatori (transenne, funi, nastri), con paletti di sostegno, in modo da evitare l’eccessivo avvicinamento dei clienti che potrebbero contaminare quanto esposto.

    Deve essere posta attenzione, inoltre, alla parte del banco sulla quale gli addetti appoggiano i prodotti per le operazioni di taglio, eviscerazione, decapitazione, ecc. Anche qui le superfici devono essere di materiale lavabile e disinfettabile (acciaio inossidabile, materiale plastico). In esercizi di grandi dimensioni e reparti pescheria di supermercati per dette operazioni sono talvolta installati, accanto al banco espositore, banchi di idoneo materiale, con foro per l’immissione degli scarti che vengono raccolti in un sottostante sacco impermeabile, corredati di lavello dotato, per il lavaggio, di erogatori di acqua a doccia con tubo flessibile.

    Tale soluzione risulta funzionale e permette l’applicazione di buone pratiche igieniche. Qualora l’esercizio sia dotato di un laboratorio connesso, nel quale vengano elaborate preparazioni di prodotti della pesca o di molluschi pronte a cuocere o cotte, devono essere predisposti banchi separati o appositi settori del banco, in modo da prevenire le contaminazioni crociate.

    In particolare, se i prodotti cotti devono essere venduti freddi devono essere raffreddati in abbattitore prima di essere inseriti nel banco refrigerato, mentre se devono essere venduti caldi è necessaria per l’esposizione una vetrina riscaldata a oltre 60°C (temperatura inidonea alla moltiplicazione dei microrganismi).

    Per la gestione igienica del banco devono essere predisposte procedure nell’ambito del sistema di autocontrollo, utilizzando eventualmente un manuale nazionale di corretta prassi operativa in materia di igiene e di applicazione del sistema HACCP (Art.8 del Reg.

    CE n.852/2004), predisposto da un’organizzazione di operatori e valutato dalle autorità nazionali. L’accertamento, da parte dell’autorità competente al controllo, del mancato rispetto dei requisiti delle attrezzature, di cattive condizioni igieniche di queste o di mancata protezione dei prodotti da possibili contaminazioni, comporta l’applicazione della sanzione amministrativa pecuniaria prevista dall’Art.6, comma 5, del DLgs n.193/2007, in riferimento all’Art.4 e all’Allegato II del Reg.852/2004, e all’Allegato III del Reg.853/2004: da € 500 a € 3.000 (in misura ridotta: € 1.000).

    Principali attrezzature e utensili Nella tradizionale pescheria sono di solito installate poche attrezzature, appoggiate sul banco di vendita o su banchi accessori adiacenti. Oltre ai frigoriferi e ai piani di lavoro non può mancare, per ovvii motivi commerciali, la bilancia.

    È sufficiente uno dei modelli che si trovano sul mercato, realizzati in acciaio inossidabile e facilmente lavabili; è necessaria la taratura secondo la normativa del settore “metrico” e la “messa in bolla”: la perfetta orizzontalità è elemento necessario per il corretto funzionamento. Talvolta, specialmente negli esercizi che vendono prodotti congelati da frazionare, è necessaria un’elettrosega, che deve essere in acciaio inossidabile e facilmente pulibile: è opportuna un’adeguata frequenza delle operazioni di sanificazione, poiché i residui di alimento che restano sulla lama e all’interno del carter sono un ottimo terreno di coltura per i microrganismi.

    I lavelli, anch’essi di idoneo materiale, con scarichi collegati alla rete fognaria e opportuni sifoni, dovrebbero avere sempre la rubinetteria non azionabile a mano, e quindi azionabili con gli arti inferiori. Gli utensili generalmente impiegati in pescheria sono coltelli, desquamatori, cucchiai (per prelevare prodotti in massa di piccole dimensioni).

    1. Il materiale con il quale generalmente vengono fabbricati è l’acciaio inossidabile, certamente idoneo, anche se possono essere impiegati cucchiai in plastica per alimenti.
    2. I manici dei coltelli sono preferibili in materiale plastico, dato che il legno si presenta assorbente e, a causa dell’usura e del contatto continuo con l’acqua, spesso fessurato, divenendo ricettacolo di sporcizia e microrganismi.

    Per la sanificazione degli utensili, che devono essere innanzitutto lavati con detergente, è opportuno installare uno sterilizzatore, del tipo ad acqua calda o a raggi ultravioletti, o procedere in alternativa mediante bagno in soluzione disinfettante.

    Contenitori e piani di esposizione I prodotti ittici possono essere esposti appoggiandoli direttamente sul fondo del banco refrigerato, oppure, come si è visto, su un letto di ghiaccio. In molte pescherie tradizionali vengono inserite nel banco direttamente le cassette che li contengono, che è preferibile rinnovare continuamente.

    In particolare, le cassette in legno (ormai limitate alla commercializzazione del pesce azzurro) e quelle in polistirolo non sono adatte, da un punto di vista igienico, ad essere riciclate, mentre quelle in plastica, se riutilizzate, devono essere opportunamente lavate e disinfettate.

    • Non sono da considerarsi igienicamente idonei ceste di vimini e simili, contenitori di terracotta e qualsiasi altro contenitore di materiale assorbente o che non sia marchiato “per alimenti”.
    • Adeguati sono i recipienti di vetro, di porcellana, di ceramica idoneamente smaltata, di plastica per alimenti, di acciaio inossidabile, utilizzati in genere per esporre preparazioni gastronomiche pronte al consumo (insalate di mare e altro), prodotti in massa di piccole dimensioni (es.

    bianchetti, rossetti) e prodotti congelati (es. molluschi sgusciati, miscugli spezzettati, ecc.).

    1. I contenitori devono essere integri, poiché le “sbeccature”, oltre ad avere un cattivo effetto estetico e mettere a rischio l’incolumità degli addetti che possono tagliarsi, determinano, nei materiali porosi come la ceramica, assorbenza e difficile pulibilità.
    2. Ghiaccio
    3. Sia in caso di esposizione in banco refrigerato con protezione, con o senza l’ausilio di contenitori, sia in caso di utilizzo del letto di ghiaccio, è opportuno spargere scaglie di ghiaccio sui prodotti, sia per un miglior mantenimento della temperatura che per consentire, grazie alla lenta fusione, una costante idratazione dei prodotti stessi, che mantengono un aspetto fresco e brillante.

    Il ghiaccio deve essere prodotto con acqua potabile, anche se il Regolamento 852/2004 (Allegato II, cap.7, punto 4) consente in alternativa, specificamente per la refrigerazione dei prodotti della pesca interi, l’utilizzo di ghiaccio fabbricato “con acqua pulita”: sta naturalmente alla responsabilità dell’operatore dare le necessarie garanzie per evitare ogni possibile contaminazione.

    1. Il ghiaccio può essere prodotto nella pescheria, utilizzando uno degli appositi macchinari in commercio (ne esistono di diverse tipologie e dimensioni), oppure essere acquistato da produttori in sacchi o contenitori con opportune garanzie documentali circa l’idoneità microbiologica.
    2. Molluschi bivalvi vivi I molluschi devono essere esposti nel banco nelle loro confezioni originali.

    Queste consistono generalmente in una retina plastica chiusa agli estremi mediante fermagli metallici; in qualche caso, in particolare per le ostriche, vengono utilizzati tradizionali cestini in fogli di legno con coperchio dello stesso materiale e nastri plastici di chiusura.

    1. In ogni caso deve essere apposta dal centro di spedizione l’etichetta, che deve accompagnare i molluschi fino alla vendita al dettaglio.
    2. Le confezioni possono, tuttavia, essere aperte per il frazionamento del contenuto: tale operazione può essere effettuata limitatamente alla richiesta dei clienti.
    3. Si veda a tal proposito l’Allegato III, sez.

    VII, cap. VI, del Reg.853/2004, che impone l’integrità della confezione fino all’esposizione per la vendita. I molluschi devono essere esposti nel banco senza pregiudicarne le condizioni di vitalità, conservandoli ad adeguata temperatura: generalmente i centri di spedizione indicano in etichetta il valore massimo di +6°C, retaggio di vecchia normativa ormai abrogata ma ancora considerato adeguato, che deve essere rispettato nella fase di vendita al dettaglio.

    1. Allo scopo di ridurre il rischio di contaminazioni, per i molluschi deve essere utilizzato un banco separato, o una distinta sezione del banco, in modo da evitare il contatto con i prodotti della pesca sfusi e con i liquidi da questi percolanti.
    2. La stessa acqua fuoriuscita dalle valve deve essere allontanata in modo da evitarne il ristagno, impedendo che i molluschi possano rimanervi anche parzialmente immersi.
    See also:  Pesce Rosso Incinta Come Si Capisce?

    Ciò detto, si può concludere affermando che il banco o la sezione di banco in cui vengono esposti i molluschi deve avere un’adeguata pendenza e un sistema di scarico, oltre ad essere dotato sul fondo di griglie in materiale idoneo al contatto con gli alimenti.

    • L’argomento, che si presta a diverse interpretazioni, dovrebbe comunque essere opportunamente trattato in sede regolamentare.
    • Le violazioni relative alle norme di cui sopra sono soggette alla sanzione già vista per il mancato rispetto dei requisiti.
    • Etichettatura dei prodotti freschi, congelati e decongelati

    I prodotti per la pesca non preconfezionati esposti per la vendita devono essere etichettati con cartellini apposti nello scomparto del banco o sul contenitore in cui sono inseriti, rispettando le disposizioni dell’Art.16 del DLgs n.109/1992 che obbliga all’indicazione della denominazione, dell’elenco degli ingredienti e, “se necessario”, delle modalità di conservazione.

    • Secondo molti non sarebbe necessario indicare tali modalità, essendo i prodotti della pesca universalmente riconosciuti come deperibili e da mantenere, anche nella conservazione domestica, in stato di refrigerazione.
    • Tuttavia, facendo certamente cosa utile e mettendosi al riparo da eventuali interpretazioni sfavorevoli degli organi di controllo, può essere apposto nel banco o in sua vicinanza un unico cartello con l’indicazione, per esempio: “I prodotti della pesca freschi devono essere conservati a temperatura vicina a 0°C”,

    Per quanto riguarda l’elenco degli ingredienti, questo deve essere obbligatoriamente indicato sui prodotti che contengono più di un ingrediente, essendo naturalmente inutile negli altri casi. Tra gli ingredienti devono essere dichiarati gli additivi, come, per esempio, i solfiti talvolta impiegati nei crostacei.

    • denominazione in lingua italiana secondo l’elenco ufficiale di cui al DM citato, modificato in ultimo dal DM 31/01/2008;
    • metodo di produzione, vale a dire se il prodotto è “pescato” o “allevato”;
    • luogo di produzione, consistente in una delle zone di mare indicate nel Reg.2065 o nel nome dello Stato se trattasi di prodotto pescato in acque interne o allevato.

    Per i miscugli di più specie devono essere riportate le indicazioni relative a tutte le specie presenti, e non solamente diciture come “misto”, “frittura” o “zuppa”. A queste indicazioni deve aggiungersi l’indicazione dello stato fisico del prodotto o del trattamento al quale lo stesso è stato sottoposto, qualora la sua omissione possa creare confusione nell’acquirente.

    Ciò è fondamentale per i prodotti decongelati, che non devono essere confusi con i prodotti freschi e per i quali la nota ministeriale n.10026-P-DGSAN del 2 agosto 2007 raccomanda l’utilizzo di banchi o settori separati e l’apposizione di indicazioni come per esempio “pesce decongelato, da consumarsi entro le 24 ore e da non ricongelare”.

    Per i prodotti congelati deve essere indicata anche la percentuale di glassatura, relativa all’acqua aggiunta per motivi tecnologici all’atto del congelamento. La glassatura, infatti, secondo l’Art.16 del DLgs n.109/1992, costituisce tara. Le etichette devono essere ben leggibili, senza confuse abbreviazioni, ed esposte in corrispondenza del prodotto, in modo inequivocabile, anziché disordinatamente nel banco, come talvolta avviene.

    1. Per questo è utile utilizzare contenitori o scomparti del banco per le diverse specie, evitando confusione e promiscuità.
    2. Prodotti preconfezionati I prodotti preconfezionati esposti per la vendita nel banco della pescheria devono essere adeguatamente separati dai prodotti sfusi, sia per prevenire contaminazioni, sia per evitare l’imbrattamento delle confezioni e delle etichette che possono risultare illeggibili.

    Tali prodotti devono essere sottoposti a controllo per le seguenti criticità:

    • integrità delle confezioni;
    • rispetto della temperatura di conservazione, se indicata sull’etichetta;
    • scadenza.

    Una confezione integra garantisce, insieme ad adeguate condizioni termiche, la protezione igienica degli alimenti e la loro conservazione. Devono quindi essere prontamente eliminate dalla commercializzazione, e non accettate in fase di fornitura, le confezioni aperte, rotte o che abbiano perduto le caratteristiche del sottovuoto.

    • La temperatura di conservazione deve essere gestita nell’ambito del sistema di autocontrollo, con procedure basate sul sistema HACCP (Art.5 del Regolamento 852/2004), rispettando i valori previsti dalla normativa per determinati prodotti e/o riportati sull’etichetta dal produttore.
    • Per quanto riguarda la scadenza è utile fare una precisazione a scopo di chiarezza.

    Si può parlare di “data di scadenza” solamente qualora in etichetta compaia la dicitura “da consumarsi entro il” seguita dalla data. Si tratta dei prodotti alimentari definiti “rapidamente deperibili” dall’Art.10 bis del DLgs n.109/1992. È vietato vendere prodotti scaduti dal giorno successivo a quello di scadenza: in caso di violazione è applicabile la sanzione amministrativa pecuniaria da € 1.600 a € 9.500 (in misura ridotta € 3.166), con sequestro amministrativo cautelare della merce (Art.13 Legge n.689/1981).

    Diverso è il caso del “termine minimo di conservazione”, espresso con la frase “da consumarsi preferibilmente entro il” seguita dalla data. Il t.m.c. è definito dall’Art.10 del DLgs n.109/1992 come “la data fino alla quale il prodotto alimentare conserva le sue proprietà specifiche in adeguate condizioni di conservazione” (es.: caratteristiche organolettiche o nutrizionali), e non vige nessun divieto di vendita trascorso tale termine.

    Tuttavia, l’operatore corretto da un punto di vista commerciale toglie dalla vendita anche le confezioni che riportino una data di t.m.c. superata. Temperatura di conservazione L’Art.4, paragrafo 3, del Reg. (CE) n.852/2004 prescrive, tra i requisiti specifici obbligatori per tutte le attività del settore alimentare, alla lettera c) il “rispetto dei requisiti in materia di controllo delle temperature degli alimenti”, e alla lettera d) il “mantenimento della catena del freddo”,

    • prodotti della pesca freschi e decongelati sfusi: temperatura vicina a quella del ghiaccio in fusione (vicina a 0°C);
    • prodotti della pesca congelati e surgelati: –18°C:
    • molluschi bivalvi vivi: temperatura che non pregiudichi la vitalità (o valore limite indicato in etichetta);
    • prodotti preconfezionati: temperatura indicata in etichetta;
    • prodotti trasformati cotti da vendersi caldi: oltre +60°C.

    La gestione delle temperature deve essere effettuata nell’ambito delle procedure basate sul sistema HACCP (autocontrollo) di cui all’Art.5 del Reg. (CE) n.852/2004: la fase di esposizione per la vendita è un classico CCP (punto critico di controllo), nel quale occorre applicare le misure di prevenzione, la sorveglianza e le azioni correttive in caso di superamento dei limiti critici.

    La temperatura deve essere misurata mediante termometro idoneo e tarato: i moderni banchi frigoriferi sono generalmente dotati di adeguati dispositivi incorporati e facilmente leggibili, che devono essere periodicamente sottoposti a verifica. Il banco dei prodotti surgelati deve essere dotato di un termometro che possa essere letto dall’esterno, come previsto dal DLgs n.110/1992.

    Conclusioni La gestione del banco della pescheria richiede una grande consapevolezza da parte degli operatori, condizione necessaria per affrontare e gestire le numerose problematiche connesse. Solo un’adeguata formazione di tutti gli addetti può consentire un elevato grado di garanzia della sicurezza dei prodotti ittici, per loro natura facilmente deperibili, perseguendo gli obiettivi della prevenzione delle malattie ad origine alimentare e della trasparenza commerciale.

    1. Peraltro, una corretta gestione delle criticità dell’attività dà modo all’operatore di non incorrere nei provvedimenti sanzionatori che le autorità competenti per la vigilanza adottano per le irregolarità riscontrate.
    2. Marco Cappelli
    3. Tecnico della Prevenzione
    4. ASL n.5 – La Spezia
    5. Riferimenti normativi
    1. Regolamento (CE) n.852/2004 del Parlamento europeo e del Consiglio del 29 aprile 2004 sull’igiene dei prodotti alimentari (rettifica in GUUE n. L 226 del 25/06/2004).
    2. Regolamento (CE) n.853/2004 del Parlamento europeo e del Consiglio del 29 aprile 2004 che stabilisce norme specifiche in materia di igiene per gli alimenti di origine animale (rettifica in GUUE n. L 226 del 25/06/2004).
    3. Decreto Legislativo 6 novembre 2007, n.193 – Attuazione della Direttiva 2004/41/CE relativa ai controllo in materia di sicurezza alimentare e applicazione dei regolamenti comunitari nel medesimo settore (GURI n.261 del 09/11/2007 – SO n.228).
    4. Decreto Legislativo 27 gennaio 1992, n.109 – Attuazione delle Direttive 89/395/CEE e 89/396/CEE concernenti l’etichettatura, la presentazione e la pubblicità dei prodotti alimentari (SOGURI n.39 del 17/02/1992); modificato dai Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri 6 febbraio 1996, n.175 (GURI n.76 del 30/03/1996) e 28 luglio 1998 n.311 (GURI n.218 del 18/09/1997), dal Decreto Legislativo 25 febbraio 2000, n.68 (GURI n.72 del 27/03/2000) e dal Decreto Legislativo 23 giugno 2003, n.181 (GURI n.167 del 21/07/2003).
    5. Regolamento (CE) n.104/2000 del Consiglio del 17 dicembre 1999 relativo all’organizzazione comune dei mercati del settore dei prodotti della pesca e dell’acquacoltura (GUCE L 17 del 21/01/2000).
    6. Regolamento (CE) n.2065/2001 della Commissione del 22 ottobre 2001, che stabilisce le modalità d’applicazione del Regolamento (CE) n.104/2000 del Consiglio per quanto concerne l’informazione dei consumatori nel settore dei prodotti della pesca e dell’acquacoltura (GUCE L 278 del 23/10/2001).
    7. Decreto del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali 27 marzo 2002 – Etichettatura dei prodotti ittici e sistema di controllo (GURI n.84 del 10/04/2002).
    8. Decreto del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali 31 gennaio 2008 – Denominazione in lingua italiana delle specie ittiche di interesse commerciale (GURI n.45 del 22/02/2008).
    9. Legge n.689 del 24/11/1981 – Modifiche al sistema penale (SOGURI n.329 del 30/11/1981) e successive modificazioni.
    10. Nota del Ministero della Salute, Dipartimento per la Sanità Pubblica Veterinaria, la Nutrizione e la Sicurezza degli Alimenti, Direzione Generale della Sicurezza degli Alimenti e della Nutrizione, Ufficio III, n.10026-P-DGSAN del 02/08/2007 – Indicazioni in materia di conservazione dei prodotti ittici per la loro vendita al dettaglio congelati e/o decongelati,
    11. Decreto Legislativo 27 gennaio 1992, n.110 – Attuazione della Direttiva 89/108/CEE in materia di alimenti surgelati destinati all’alimentazione umana (GURI n.39 del 17/02/1992, SO n.31).
    “Pesce Doc”, Zaia: teniamo alta la guardia
    «Voglio ringraziare la Guardia costiera per i successi riportati, dimostrazione che il nostro sistema di controlli funziona anche sul fronte pesca e mercato ittico. Dobbiamo tenere alta la soglia di attenzione, perché la nostra politica della tolleranza zero sta dando i risultati sperati e i consumatori vogliono avere la certezza di acquistare pesce sicuro e di qualità. Continueremo su questa strada, per sanare ogni situazione sviluppatasi fuori dall’alveo della legalità, per garantire il lavoro degli operatori onesti e la massima sicurezza alimentare ai cittadini». Il ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e forestali Luca Zaia ha commentato con queste parole l’operazione “pesce Doc”, condotta dalla Guardia costiera in tutta Italia e conclusasi lo scorso novembre. Sotto il coordinamento del Centro nazionale controllo pesca del Comando generale, i nuclei ispettivi della Guardia costiera presenti su tutto il territorio, hanno verificato il rispetto delle normative nazionali ed europee in materia di cattura, produzione, commercializzazione e consumo dei prodotti della pesca. L’operazione mirava essenzialmente a bloccare l’importazione e la commercializzazione di prodotti ittici sprovvisti di documentazione sulla loro provenienza o commercializzati illecitamente come prodotti tipici del Mediterraneo o come prodotti freschi. «Un giro di vite contro le frodi e a tutela dei consumatori — ha detto l’ammiraglio Raimondo Pollastrini, comandante generale del Corpo — necessario per interrompere commerci poco leciti, vere e proprie truffe nei confronti di chi cerca nei prodotti ittici acquistati qualità e caratteristiche garantite. Proprio per questo la massima attenzione è stata posta verso il pescato importato dal mercato asiatico particolarmente soggetto a sofisticazioni». Con l’operazione “pesce Doc” è stata controllata l’intera filiera della pesca: pescherecci, punti di sbarco, grossisti, mercati ittici, punti vendita nei supermercati, pescherie e ristoranti. In 5 giorni sono stati impegnati 2.000 tra ufficiali, sottufficiali e marinai; i controlli effettuati sono stati 8.488. Particolare attenzione è stata posta verso i siti di commercializzazione: 954 sono state le verifiche in mercati ittici, grossisti e supermercati e 1.259 quelle nei ristoranti, per un totale di 2.172 multe effettuate ed un milione di euro di sanzioni. Sequestrate 21 tonnellate di pescato, delle quali sei in pessimo stato di conservazione e comunque inadatte al consumo.
    Fonte: Ismea,

    Il banco della pescheria: gestione e sicurezza alimentare

    In che periodo si pesca il boccalone?

    Pesca al boccalone: quando è preferibile insidiarlo – Il periodo ideale per la pesca al black bass va dalla primavera fino all’inizio dell’autunno, quando il boccalone è più attivo, vorace e facilmente individuabile nei fondali poco profondi. Con l’arrivo del freddo, invece, questa preda tende a rintanarsi in luoghi riparati nella fascia di termoclino, cioè quello strato d’acqua che si trova subito al di sotto della superficie del mare, dove la temperatura risulta costante, mentre il suo metabolismo rallenta.

    Come evitare i pesci piccoli?

    Esca grande, pesce grosso – Il binomio tra esca grande e pesce di taglia è abbastanza noto, tuttavia possiamo prendere alcuni accorgimenti per migliorare la nostra azione di pesca. Sicuramente per quanto riguarda i vermi che usiamo in spiaggia possiamo subito optare per inneschi di arenicola, americano o Koreana interi, senza dividere il boccone come facciamo abitualmente.

    • Probabilmente però questo accorgimento non basterà per eliminare i piccoli pesci.
    • Una soluzione che abbiamo sperimentato con successo è quella di realizzare “inneschi combo”, come li abbiamo definiti: ovvero unire a un sostanzioso boccone di arenicola, Koreana o Americano un bel bibi.
    • Questo verme è conosciuto come una delle esche più selettive che ci sono in circolazione e in situazione di minutaglia diffusa può darci veramente una mano.
    See also:  Cosa Abbinare Alla Frittura Di Pesce?

    Normalmente si fa il cosiddetto innesco del “bibi con la coda”: ovvero un grosso bibi che termina con una coda di arenicola o americano. Una soluzione gradita dalle grandi orate e non solo, ma tuttavia anche questa non sempre ha risolto il problema dei piccoli pesci.

    Dove si trova il Boccalone?

    Black Bass – Il black bass detto anche boccalone o pe­rsico trota è una sp­ecie originaria dell­’america settentrion­ale, poi estesa anche in tutta l’america. In europa è stata introdotta alla fine del 1800, dove si è riprodotta in molti paesi dell’europa meridionale mentre si è estinta nella mag­gior parte di quella settentrionale.

    Come attirare i pesci di notte?

    Montature per la pesca in mare: lenza 1 – Osserviamo la prima tipologia di lenza che consiglio per le situazioni appena descritte. In bobina è d’uopo uno 0,18, galleggiante con starlight da 3 grammi, corona composta da 10 pallini, girella a barilotto, terminale di 1,5 metri dello 0,12 (possibilmente fluorocarbon) ed un amo del 18 a gambo corto, con bigattini a bandiera,

    1. Nella costruzione della montatura teniamo presente che l’apertura dei pallini dovrà essere inversa agli standard, per evitare la minutaglia : chiusa verso la girella, aperta man mano che si prosegue verso il galleggiante.
    2. I pallini dovranno seguire una logica ad hoc, con un peso minore alla base per poi crescere.

    Spesso capita che in porto sia vietata la pesca, oppure che ci siano imbarcazioni o ostacoli che impediscano la nostra passione ed attività. Spostandoci sulla scogliera esterna avremo a disposizione una valida palestra dove sfidare la allenarci, a patto di modificare le nostre montature e lo stile di trattenuta.

    • I momenti migliori per la pesca sono il tramonto e l’alba : solitamente a notte fonda il pesce staziona in porto, mentre al cambio di luce è impegnato nella ricerca di cibo nel sottocosta, ed è in questa circostanza che andremo a stuzzicarlo.
    • Ci sono teorie che suggeriscono i cambi di marea, un’ora prima e un’ora dopo, vale quindi la pena di provarle tutte.

    Saremo pronti anche ad una pesca di continuo movimento, con gilet sulle spalle, poca minuteria addosso, guadino e piccola sacca. Trasportare troppo materiale si rivelerebbe superfluo, d’impaccio e limiterebbe il raggio d’azione. Stabilita la postazione, rimarremo fermi facendo attenzione a non provocare rumori che potrebbero far sospettare i pesci,

    Improvvise vibrazioni, infatti, causano la fuga perché è avvertita la nostra presenza. Tentiamo qualche lancio, stabilendo come tempo massimo il quarto d’ora. Poi spostiamoci per una decina di metri e ritentiamo. Evitiamo di pasturare pesantemente, conta la costanza di una manciata di bigattini ad ogni tentativo piuttosto che non la copiosità.

    L’esca più indicata per la pesca in notturna è il gambero vivo, il verme coreano o, per i palati fini, la “boghetta”, Il gambero è un’esca veramente pratica ed universale, oltre ad essere economica. Va sempre innescato dalla coda, mai dalla testa, per non compromettere la vitalità.

    Anche il coreano è ottimo. Va innescato delicatamente dalla testa, mantenuto a penzoloni, come per imitare una “cieca” (ovvero l’anguillina). La boga invece rappresenta un’alternativa al crostaceo ed è molto selettiva, Va pescata qualche ora prima, conservata in un secchio dotato di ossigenatore e poi innescata per il dorso con un amo a gambo corto, del 6/8, meglio se ad occhiello, per garantire il massimo del movimento all’esca.

    È indicata per le grosse spigole, di almeno 3/4 chili di taglia, perchè capaci di aggredire un pescetto. Come Slamare Un Pesce Come Slamare Un Pesce

    Che donna piace a un uomo pesci?

    Come conquistare un uomo Pesci: le caratteristiche del suo segno – L’elemento naturale del Pesci è l’Acqua, simbolo dell’istinto e delle emozioni. I dodici segni zodiacali possono avere come elemento naturale il Fuoco ( Ariete, Leone, Sagittario ), la Terra (Toro, Vergine, Capricorno ), l’Aria (Gemelli, Bilancia, Acquario) e l’Acqua (Scorpione, Cancro, Pesci).

    Il Pesci è un segno Mobile, come i Gemelli, la Vergine e il Sagittario. Sono segni Fissi il Toro, il Leone, lo Scorpione e l’Acquario; sono segni Cardinali l’Ariete, il Cancro, la Bilancia e il Capricorno. Gli uomini nati sotto il segno dei Pesci sono sentimentali e vulnerabili nel campo amoroso. Ma l’amore da solo non gli basta.

    Al primo posto mette la fiducia e, se ne nota la mancanza, si allontana rapidamente dal partner. Ha una grande dolcezza, adora i momenti teneri e affettuosi ed è sempre disponibile. Il suo romanticismo può essere un po’ invadente, ma ha soltanto tanto bisogno di dare e ricevere amore.

    Questo maschio è tenero, calmo e tranquillo, non manca di comprensione e non è intollerante con la donna amata, ma queste caratteristiche positive della sua personalità sono di solito accompagnate dalla timidezza, che lo rende insicuro e vulnerabile nei rapporti con l’altro sesso. Il suo animo lo porta a sognare e a vedere la realtà con gli occhi di un bambino.

    Ha necessità che al suo fianco ci sia una donna dotata di razionalità e senso pratico che sappia cavarsela abilmente con le difficoltà della vita. Una volta che si riesce a penetrare il suo mondo interiore e a conquistarlo. è un compagno ideale, rispettoso, generoso, sensibile e innamorato.

    Cosa fa un pesce per sballarsi?

    Il delfino e il pesce palla – Nonostante la loro complessa intelligenza, nessuno si immaginava che i delfini facessero uso di droghe in modo così creativo e consapevole, come svelato da un documentario della BBC “Dolphins: Spy in the pod”. Nelle riprese si vede un piccolo gruppo di cetacei che per “sballarsi” prende di mira un pesce palla, il quale, se infastidito, incamera acqua per gonfiarsi fino a diventare sferico rilasciando nell’ambiente modeste quantità di un veleno assai potente: la tetraodontotossina.

    Come non far attaccare il pesce?

    Barbecue dal sapore di vacanza, di brezza marina, relax non-stop in comagnia, sotto cieli infuocati di sole e di stelle. Le regole da seguire per una grigliata epica le abbiamo recentemente illustrate. Abbiamo parlato in particolare degli spiedini, dei golosi formaaggi e delle ghiotte verdure arrostite sulla grata.

    • Ecco ora qualche dritta in più per quando scegliamo il pesce come cibo principale da dare in pasto alla carbonella.
    • La cottura alla griglia si fonda su un principio di cottura ad alte temperature, in cui la “botta di calore” forma la crosticina che mantiene la polpa morbida e non secca.
    • Dipende molto dal tipo di pesce che scegliamo, ma la maggior parte del pesce è più delicato della carne, dunque i carboni devono essere tendenzialmente meno ardenti di ciò che quest’ultima normalmente esige.

    Detto questo, non bisogna aver paura del calore : la cottura al barbecue prevede comunque un calore forte per tutta la sua durata. Si tratta di una cottura pur primordiale ma affatto semplice, che richiede esperienza e intuito per essere compiuta a puntino.

    • Partiamo dalla pelle del pesce, che è fondamentale per proteggere la carne.
    • Se grigliamo un pesce intero, lo puliamo dalle interiora (ricordando che, dalle uova al fegato, il quinto quarto del mare è gourmet in cucina) e teniamo ovviamente la pelle.
    • Lasciamo anche le squame – a meno che non abbiamo l’esperienza per poter grigliare alla perfezione la pelle squamata e gustarla poi insieme alla polpa.

    Se invece la pelle non c’è (perché stiamo usando un trancio o una scaloppa etc), dobbiamo inventarla! La carne del pesce va in tal caso fatta marinare (per le marinature c’è da sbizzarrirsi con basi&aromi, oli&erbe) oppure per lo meno spennellata di olio (la scelta migliore per chi ama il pescato in purezza).

    1. Dopo di che possiamo creare una corazza infarinandola o impanandola: pan grattato + spezie ed erbe aromatiche, come pepe (magari rosa, in grani), scorza di limone o lime, coriandolo, prezzemolo, rosmarino, aglio, paprica, cumino etc.
    2. Validissima alternativa, per chi mangia la carne, è quella di avvolgere il pezzo di pesce in una fetta di pancetta o lardo.

    Un trucco sorprendente da provare? La maionese, Per le orecchie di qualcuno sarà musica, per altre un suggerimento inascoltabile. Ma eccolo qua: spalmando i vostri filetti di pesce con un velo sottile di maionese, grazie a quest’emulsione non si attaccheranno alla griglia e il sapore sarà molto meno alterato di quanto verrebbe da pensare.

    Anzi: se amate la maionese, mettetela à coté del poisson una volta grigliato! E se, come suggeriamo, volete farla in casa con uova e olio genuini scelti da voi, ecco il segreto affinché venga perfetta! Per non fare attaccare il pesce, è comunque fondamentale appoggiarlo sulla griglia solo una volta che questa è calda,

    Va tenuta molto in conto la distanza della griglia dalle braci. Una buona media può attestarsi sui 10 cm, ma la regola è in realtà contraria a ciò che verrebbe da fare a prima logica. Ossia: più i pezzi sono piccoli e non spessi, più vanno tenuti vicini alla griglia.

    • I pesci più grossi e interi richiedono invece una cottura più lunga.
    • Quindi vanno tenuti più distanti dalla fonte di calore, affinché non brucino all’esterno.
    • I pezzi di pesce vanno spennellati con olio o con la loro marinata anche durante la cottura.
    • Temperatura ed effetti cottura variano a seconda della materia prima usata per la combustione,

    Una combinazione carbonella & legna dà luogo a temperature più alte e dona quel delizioso gustino di affumicato. Se si usa solo la carbonella, il tocco aromatico può essere dato aggiungendo trucioli di legno quale il cedro, il melo, il noce americano, l’abete o l’ontano.

    Tempi di cottura? Dipende certo dalla grandezza del pesce. Meno è spesso, più la cottura sarà breve. A 55° la carne del pesce rimane rosata, mentre all’aumentare della temperatura (fino a circa 80° della cottura alla griglia) via via diventa più bianca. Incidere la pelle del pesce con tagli obliqui velocizza la cottura.

    Se i pesci sono piccoli, non occorre girarli, altrimenti fatelo, ma una sola volta. Un ultimo suggerimento: se siete alle prime armi, scegliete i pesci dalla polpa soda e grassa, come le sarde (devono essere freschissime, rigorosamente di giornata, ma costano quasi niente e sono una delizia impareggiabile al barbecue), lo sgombro oppure il tonno (per ragioni di giustizia ecologica, meglio il bianco o alalunga).

    Quando piove si può pescare?

    Pesca sotto la pioggia In autunno, con l’arrivo dei primi freddi, la voglia di pesca conosce una leggera battuta d’arresto. Tuttavia, negli ultimi anni, grazie all’avvento di attrezzature sempre più sofisticate e comfortevoli ( panchetti, sedie, ombrelloni, tute termiche ), andare a pesca in stagioni rigide non è più un problema, purchè si rispettino le regole basilari della sicurezza,

    In contesti come giornate uggiose e piovose, pescare non presenta particolari rischi per la vita o per la salute. Pescare, invece, durante un temporale, è da evitare, perché i rischi di essere colpiti da fulmini o da inondazioni sono molto alti. Detto questo, parliamo di pesca autunnale e invernale con la pioggia, perché pescare sotto l’acqua che cade dal cielo è possibile, a patto che si impieghino tecniche che risentono il meno possibile dell’ influenza esterna dovuta alla bassa pressione,

    La bolognese è sconsigliata, l’inglese altrettanto. E il ledgering o feeder, che dir si voglia? La risposta è positiva, nel senso che il ledgering è proprio la tecnica adatta per pescare sotto la pioggia e i motivi sono diversi. Vediamoli assieme.

    Come capire quando andare a pescare?

    3 Modi per Trovare il Momento Migliore per Pescare

    1. 1 Valuta l’ora del giorno. I pesci sono animali a sangue freddo, quindi le loro attività sono determinate dalla temperatura dell’acqua in cui vivono. Sono inattivi quando fa freddo, quando invece fa molto caldo si ritirano in acque più profonde per restare al fresco. Poiché questi animali mangiano gli insetti o piccoli pesciolini che si nutrono di insetti, ovviamente sono più attivi quando lo sono le loro prede. Quando l’aria si scalda e si riempie di zanzare, la pesca dovrebbe essere garantita.
    2. 2 Considera la stagione. Come tutti gli animali, i pesci aumentano di numero in particolari periodi dell’anno. Questo varia ovviamente in base alla regione in cui vivi e al tipo di pesce che speri di catturare, ma ci sono delle linee guida generali che dovresti ricordare.
      • Primavera: i pesci abboccano e sputano l’esca durante questa stagione. Avrai più fortuna a primavera inoltrata e nella seconda parte della giornata, quando le temperature sono più alte. I pesci non mangiano molto nelle mattinate primaverili perché ancora non ci sono molti insetti; per tale ragione avrai maggiori probabilità nelle ore serali, durante la “cena” di questi animali. In questo periodo dell’anno i venti spingono le acque superficiali più calde e più ricche di cibo verso la costa, quindi dovresti scegliere questa zona per buttare l’amo.
      • Estate: è un’ottima stagione di pesca fintanto che eviti le ore più calde della giornata. I pesci abboccano di più prima dell’alba e appena dopo il tramonto, quando c’è abbondanza di cibo. A mezzogiorno, quando il sole è allo zenit, i pesci si ritirano in acque più profonde e fredde.
      • Autunno: si tratta di una stagione che offre risultati incostanti, ma quando si riesce a pescare, le catture sono davvero molto buone. I pesci in genere non abboccano al mattino e nel primo pomeriggio. Verso la fine della giornata, però, l’acqua si è scaldata grazie alle ore di sole e gli animali sono portati a mangiare con maggiore frenesia rispetto al solito, a causa dell’avvicinarsi della stagione fredda e della conseguente scarsità di insetti. Il tramonto è un altro buon momento per pescare.
      • Inverno: per ovvie ragioni, è la stagione peggiore per pescare. A meno che tu non sia un appassionato di pesca sul ghiaccio, che è una tecnica completamente diversa, in questo periodo dovresti lasciare la tua attrezzatura a riposo.
    3. 3 Valuta le maree. È meglio pescare mentre salgono o scendono perché causano il movimento in massa delle prede e i pesci che vivono vicino alla costa hanno l’opportunità di mangiare molto. Quando c’è l’alta o bassa marea è più difficile pescare, perché c’è un minor movimento di acqua.
      • Per trovare i momenti di alta e bassa marea della tua zona, basta digitare su Google le parole “tabella delle maree” seguite dal nome della tua località.
      • Se peschi durante l’alta marea, recati in zone con acque poco profonde.
      • Se hai deciso di pescare durante la bassa marea, cerca i banchi di sabbia sommersi vicino alle zone di pantano (un punto di depressione del fondale).

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    1. 1 Osserva i fronti caldi e freddi. Dato che i pesci sono esseri viventi a sangue freddo, le loro azioni sono notevolmente influenzate dalla temperatura dell’acqua. Questo significa che il loro comportamento è abbastanza diverso prima e dopo i fronti freddi e caldi.
      • Molti pesci mangiano di più nelle ore che precedono un fronte di aria fredda e rallentano subito dopo. Per questa ragione, programmare una battuta di pesca dopo un abbassamento delle temperature non è mai una buona idea.
      • I fronti di aria calda scaldano la superficie delle acque aumentando la quantità di cibo a disposizione per i pesci. Questo comportamento è particolarmente evidente nei climi freddi, quando i pesci di solito non mangiano molto, mentre è meno frequente in estate, quando le temperature sono già elevate.
    2. 2 Osserva l’andamento dei venti. Questi spingono la superficie dell’acqua verso la riva e con essa i pesci più piccoli che sono preda di quelli di grossa taglia. Di conseguenza, le giornate ventose sono ottime per la pesca.
      • Se stai pescando da riva in una giornata di questo tipo, lancia in direzione del vento; l’esca si muoverà nella stessa direzione del resto delle prede e avrai maggiori possibilità di attirare i pesci grossi.
      • Se stai pescando da una barca, lancia verso la riva rispettando la direzione del vento.
    3. 3 Controlla le nuvole. Le giornate nuvolose rendono i pesci più audaci. Gli animali infatti tendono a nuotare a una distanza maggiore dalle loro tane quando la giornata non è molto luminosa. Tutto ciò gioca a tuo favore.
    4. 4 Valuta la pioggia. Questa potrebbe essere un alleato o un nemico, in base all’intensità delle precipitazioni. Una pioggerella leggera può esserti di aiuto, soprattutto nei mesi caldi, perché smuove appena la superficie delle acque e i pesci non possono vederti. Inoltre, spinge molti insetti all’interno dello specchio d’acqua creando le condizioni ideali per il pasto degli animali. Le piogge battenti invece rimescolano il fondale lasciando l’acqua fangosa e impedendo ai pesci di cacciare, respirare e nuotare correttamente. Ai pesci non piace uscire dalla tana in una giornata piovosa, proprio come non piace a te; tutto sommato è una cosa positiva, perché le condizioni meteo avverse rendono la pesca anche pericolosa. Pubblicità
    1. 1 Fai attenzione agli insetti. Il livello di attività dei pesci e la loro propensione ad abboccare sono ovviamente direttamente correlati a quelli degli insetti. I pesciolini mangiano gli insetti e i pesci grossi mangiano quelli piccoli. Per questa ragione, la presenza di una nuvola di mosche o zanzare crea delle ottime condizioni di pesca; tuttavia, ricorda di metterti parecchio repellente.
    2. 2 Sfrutta i cicli lunari. La luna controlla le maree, che a loro volta giocano un ruolo fondamentale per determinare le condizioni di pesca ottimali. È piuttosto facile tenere traccia dell’andamento delle maree con la semplice osservazione, ma monitorare le fasi lunari è più efficace. Quando la luna è piena e più vicina alla terra, le battute di pesca sono più proficue. Ci sono molti siti online che riportano i calendari lunari studiati specificatamente per aiutarti a trovare le ore migliori in cui pescare.
    3. 3 Conosci le tue prede. I vari tipi di pesci preferiscono temperature dell’acqua, momenti della giornata e cibi diversi. Se stai cercando di catturare delle razze specifiche, fai qualche ricerca. Se vuoi prendere dei pesci gatto, a prescindere da quando programmi la battuta di pesca, sappi che non catturerai mai nulla se non ti allontani dalle acque poco profonde.
    4. 4 Vai a pesca quando hai tempo. È sempre un’ottima cosa conoscere il momento giusto per andare a pesca e catturare pesci, ma la realtà è che tanta gente lo fa quando ha tempo. Puoi goderti un bel pomeriggio di pesca con qualche birra e un amico senza prendere assolutamente nulla. Per questa ragione, non restare bloccato da continue speculazioni sul momento giusto, altrimenti ti dimenticherai di divertirti. Pubblicità

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    Quando è il periodo delle spigole?

    Qual è il periodo migliore per pescare la spigola? – Pesca alla spigola, una cattura a traina in mare aperto Il periodo dell’anno migliore per pescare la spigola è l’inverno, nei mesi che vanno da novembre fino a febbraio, Infatti in questo periodo le spigole di grosse dimensioni si avvicinano alla costa per la riproduzione,

    1. Il momento migliore è quello di mare in scaduta, ossia quando il mare cambia fisionomia dopo una mareggiata, ma sempre prima di tornare calmo.
    2. In estate invece la spigola ama frequentare le zone con minore profondità, entra molto spesso nei porti dove può addirittura divenire un pesce stanziale.
    3. Ciò accade perché la spigola viene definito un pesce spazzino, poiché si nutre anche di pesci morti o addirittura di carcasse di animali (finanche topi).

    Non è difficile trovarla in acque inquinate con meno di 2 metri di profondità, dove vi è una forte presenza di spazzatura o di cefalotti, di cui la spigola è ghiotta. LEGGI ANCHE: Pesca all’orata: tecniche, esche e montature per la cattura I momenti della giornata più fruttuosi per la pesca sono le ore crepuscolari, con i cambi di luce tra la notte e il giorno.

    • Tramonto e alba sono infatti i momenti migliori per la pesca alla spigola, ma d’estate la si può pescare anche nel primo pomeriggio o in tarda mattinata, mentre le condizioni meteo preferite dagli esperti sono il mare mosso, in scaduta (dopo una mareggiata) oppure quando si avvicina un temporale.
    • Durante le mezze stagioni come primavera e inverno, la spigola predilige le acque più profonde ed è possibile insidiarla a traina a poche centinaia di metri dalla costa,

    Durante invece il suo periodo di riproduzione (da dicembre a marzo) torna in acque basse ricche di poseidonia per riprodursi. In questo periodo le spigole oltre ad essere affamate e molto meno selettive, si radunano in grossi banchi.

    Come si prendono le sogliole?

    Sogliola o sfogio

    Gennaio 24, 2023, Gennaio 24, 2023, Gennaio 24, 2023, Gennaio 24, 2023, Gennaio 24, 2023,

    La sogliola è un pesce di mare che appartiene alla famiglia dei Pleuronectidi e a quella dei soleidi. L’evoluzione della specie ha fatto assumere alla sogliola una permanente posizione sdraiata e i due occhi si sono spostati entrambi sul lato destro rivolto verso l’alto.

    1. Descrizione scientifica: Solea Solea Caratteristiche fisiche La sogliola è un pesce completamente piatto dal corpo ovale molto compresso.
    2. Ha una testa piccola caratterizzata da un muso dalle forme dolci e arrotondate.
    3. La sua colorazione superiore può avere una gamma di sfumature comprese fra il bruno, il grigio e il rossastro con la presenza di macchie più o meno evidenti a seconda delle singole sottospecie.

    La parte inferiore invece ha una tonalità di colore che si avvicina al bianco che la rende perfettamente mimetica. La sogliola che popola il Mediterraneo può avere una lunghezza massima di 20 centimetri mentre quella che vive in Atlantico può raggiungere e superare i 70 centimetri.

    1. Habitat La sogliola vive esclusivamente sui fondali marini sabbiosi o fangosi e può stabilire la sua dimora ad una profondità massima di circa ottanta metri sotto il livello del mare.
    2. È presente sia nel Mar Mediterraneo che nella zona orientale dell’Oceano Atlantico ma può trovare il suo habitat ideale anche in alcune zone temperate dell’Oceano Pacifico.

    L’unico modo per pescare la sogliola è quello che prevede l’utilizzo di ampie reti a strascico. La sogliola che si trova sulle tavole italiane viene pescata sopratutto all’interno dei mari nazionali e in maniera particolare nella zona dell’Adriatico e in tutte le acque che circondano la Sicilia.

    Quella di provenienza estera invece generalmente proviene sia dalle acque territoriali del Senegal che nelle Isole di Capoverde. La pesca di sogliole può essere effettuata senza restrizioni durante tutti i momenti dell’anno solare anche se in inverno se ne pescano quantitativi maggiori. E’ possibile trovare in commercio pesci di questa specie freschi oppure congelati e vengono commercializzati sia già preparati in filetti oppure venduti ancora intatta comprensiva di pelle e interiora.

    Proprietà nutritive La carne della sogliola apporta solamente 83 calorie ogni cento grammi ed è molto indicata per arricchire di importanti principi nutritivi sia la dieta dei bambini che quella degli anziani. Contiene elevati quantitativi di vitamine A e B ed offre una buona dose di proteine utili.

    1. La sogliola ha pochissimi grassi e quelli che contiene appartengono alla categoria degli omega tre quindi sono molto utili per preservare la salute in buono stato.
    2. Si digerisce bene in qualsiasi modo venga cucinata ed è ricca in sali minerali.
    3. Ricette di cucina La sogliola è un pesce molto versatile che si presta bene ad esser cucinato per realizzare diverse tipologie di piatti più o meno elaborati.

    Una delle preparazioni più apprezzate è senza dubbio quella alla mugnaia che si ottiene infarinando i filetti di pesce e rosolandoli poi in padella con qualche fiocchetto di burro, un po’ di succo di limone e prezzemolo fresco tritato. È il pesce di mare ideale per esser cucinato al cartoccio in forno assieme a ortaggi vari come patate, carote tagliate a fette sottili e cipolle oppure può essere semplicemente cotta in acqua bollente e servita assieme ad un condimento a base di olio extravergine d’oliva e limone. : Sogliola o sfogio

    Cosa fare quando un pesce abbocca?

    Il segreto della pesca – Ecco dei semplici trucchetti per fare abboccare tutti i pesci all’amo e un segreto della pesca che in pochi conoscono. Sia i pescatori professionisti che gli amanti della pesca come hobby concorderanno nel fatto che la pesca sia una terapia.

    Pescare è un vero toccasana per il corpo e per la mente. Rilassandosi il corpo rilascia le tossine e sgombera la mente dai pensieri negativi. Quando un pesce abbocca, il livello di adrenalina si alza e ci carica le energie per poter continuare a pescare e a riprovarci. Tra l’altro, stare a contatto così col mare, respirare iodio e aria fresca è un metodo che consigliano i medici per aiutare i polmoni e la respirazione.

    Anche gli psicologi e gli psicoterapeuti concordano nel fatto che la pesca sia terapeutica e apporta tanti benefici psico-fisici. : Ecco dei semplici trucchetti per fare abboccare tutti i pesci all’amo e un segreto della pesca che in pochi conoscono