Pesci piatti e spine – Ecco prima come sfilettare e pulire i pesci piatti e poi come spinare entrambe le tipologie. Rombi o sogliole vogliono che la pelle sia eliminata prima della preparazione dei filetti e della rimozione della lisca centrale. Per il resto il procedimento per ricavare i filetti è esattamente uguale a quello prima descritto.
- Per spinare pesci piatti e tondi consigliamo di usare una pinzetta per gli alimenti.
- Basterà far scorrere i polpastrelli delle dita sulla polpa dei filetti.
- Una volta individuata la lisca afferrarla saldamente con la pinzetta e tirare nel verso opposto a quello della spina.
- Questo serve a non far spezzare le spine dentro il pesce.
Le lische più piccole come ad esempio quelle della alici scompariranno invece direttamente con la, Per sapere invece tutti i trucchi per addensare salse e sughi anche di pesce ecco un altro, : Le migliori tecniche per sfilettare ed eliminare le spine da ogni tipologia di pesce
Come si toglie le spine al pesce?
La sfilettatura dei pesci tondi – Una volta pulito il pesce da interiora, squame, testa e pinne, si può procedere con la sfilettatura. Con l’aiuto del coltello va rimossa la lisca centrale e le pinne laterali, mentre quelle interne vanno ricercate con più attenzione, anche aiutandosi con i polpastrelli.
Come Liscare il pesce?
Come sfilettare il pesce Il pesce è un alimento molto gustoso ed è importante saperlo cucinare bene per poter servire saporiti e ben curati. Ma prima di farlo arrivare in padella, sulla griglia, sulla brace o in forno, è necessario pulirlo bene. Certo, è un’operazione che possiamo richiedere in pescheria, ma da oggi sarete in grado di farlo da soli a casa, tra le pareti della vostra cucina. Prima di procedere alla descrizione di un’operazione così delicata come la sfilettatura, è necessario sapere cosa aspettarsi quando si deve sfilettare uno specifico tipo di pesce. Vi sarà utile sapere, prima di cominciare a incidere, spellare e tagliare, che esistono pesci da cui si potranno ricavare quattro filetti e sono: il rombo, la razza, la platessa, la passera e la sogliola.
Altri pesci come il nasello, il merluzzo, le acciughe, le sardine, le orate, i dentici e le triglie hanno due filetti. Se avete acquistato invece un tipo di pesce come il tonno, il salmone o il pesce spada, ricordatevi che non dovrete sfilettarli, ma ridurli in tranci e, se è il caso, privarli delle spine.
Ma cosa significa sfilettare il pesce? In sostanza consiste nel renderlo perfetto e pronto per la cottura, senza che la carne presenti residui di pelle o risulti non pulita. Qui di seguito troverete la spiegazione su come sfilettare tutti i tipi di pesce, vi serviranno solo pratica e pazienza e con i nostri consigli diventerete bravissimi. La sogliola è un esempio di pesce piatto che, come altri, richiede una particolare precisione nell’operazione di sfilettatura. Cominciamo. Sistemate la sogliola su un tagliere di plastica sistemato, a sua volta, su una spianatoia di legno che lo tenga fermo e gli impedisca di muoversi.
Dotatevi di un coltello e praticate un taglio superficiale in corrispondenza della coda. Aiutandovi con un canovaccio o anche solo con le mani, tirate con decisione la pelle fino alla testa del pesce. Ripetete l’operazione anche dall’altro lato, quindi lavate e asciugate la sogliola con un foglio di carta assorbente o con un canovaccio di lino pulito.
Per sfilettare la sogliola dotatevi di un coltello a lama flessibile. Staccate i fletti inserendo il coltello tra la polpa e la lisca centrale. Partendo dalla testa, sfilettate facendo in modo che il coltello rimanga sempre aderente alla lisca. Una volta ricavati i quattro filetti, potete dedicavi alla ricetta che avete scelto di preparare. Il pesce tondo, il pesce cioè che ha il corpo tondeggiante e gli occhi posti su entrambi i lati della testa come il pagello, la cernia, il branzino, il sarago, la trota, la spigola, lo sgombro, la triglia e l’orata, si puliranno in maniera differente.
- Prendete un’ orata e sistematela su un tagliere posto su una spianatoia di legno per assicurarvi che il pesce non vi scappi dalle mani mentre lo state pulendo e sfilettando.
- Con le forbici da cucina, tagliate la pinna dorsale, tenendola distesa con le dita.
- Tagliate, sempre con le forbici, le pinne laterali e la pinna ventrale e cominciate delicatamente a squamare l’orata con il desquamatore.
Dovete tenere il pesce per la coda e raschiare dal basso verso l’alto. Adesso prendete un coltello da pesce e praticate un’incisione per aprire la pancia in senso longitudinale. Eliminate le viscere. Con un cucchiaio raschiate l’interno del pesce per eliminare eventuali residui di sangue.
Eliminate le branchie tagliandole con il coltello; quindi, tenendo ben fermo il pesce con una mano, incidete il dorso partendo dalla coda fino alla testa. Seguendo la lisca, ripetete l’operazione dall’altro lato, poi rimuovete la lisca stessa. Staccate i filetti dell’orata con le forbici. Con la pinzetta, togliete le lische, tirando nel senso della fibra della carne pressando con l’altra mano.
Un discorso a parte lo merita il rombo, un pesce buonissimo da preparare al forno con un contorno di pomodori, o di, Recidete le pinne del rombo con le forbici da cucina. Eliminate anche la pinna caudale. Incidete il pesce con un coltello partendo dall’attaccatura della testa e tagliate verso l’esterno.
- Infilate le dita nella tasca ottenuta, staccate le interiora ed estraetele delicatamente.
- Aiutandovi con le forbici, eliminate le branchie rosse.
- Con un coltello trinciante, dividete il pesce in tre parti, staccando il corpo dalla testa.
- Ricavate le scaloppe di pesce, dividendo in 2-3 parti il corpo con un coltello.
Adesso siete pronti per cucinarlo! E allora ecco qui di seguito, una ricetta molto facile ma di sicuro successo. Vi serviranno: 1 rombo da 1 kg, 600 g di patate a buccia rossa, 1 limone, 2 scalogni, 2 spicchi d’aglio, 1 rametto di timo, 1 rametto di rosmarino, 1 ciuffo di prezzemolo, 1 cucchiaio di pepe in grani, ½ bicchiere di vino bianco, olio extravergine d’oliva, sale fino, sale grosso.
Pulite il rombo e, dopo aver eliminato la testa, ricavate i tranci con un grosso coltello trinciante. Condite i tranci di pesce con l’olio e una presa di sale grosso. Sbucciate le patate, tagliatele a cubetti e sbollentatele per 4 minuti in acqua leggermente salata. Nel frattempo, mondate anche gli scalogni e tagliateli a pezzettoni.
Sfogliate il timo e scolate le patate. Versate le verdure in una padella con 1 spicchio d’aglio e un filo d’olio. Salate a fuoco vivo per qualche minuto e poi bagnate con il vino bianco. Unite parte delle erbe aromatiche, salate e fate cuocere ancora per 10 minuti a fuoco lento. Utilizzare il desqumatore o levasquame è molto utile e pratico. È un attrezzo di metallo, composto da un’impugnatura comoda, che impedisce alla mano di scivolare, e da una parte dentellata che permette di eliminare molto facilmente e senza nessuna fatica le squame del pesce. Per sfilettare un pesce in modo perfetto è necessario privarlo anche delle lische. Insieme a tutti gli altri strumenti che esistono per procedere alla pulizia del pesce ottimale, esistono delle pinze che servono ad estrarre con precisione le lische dai filetti del pesce appena pulito.
Nel caso in cui non aveste la pinzetta apposita per spinare o, nella fretta di dover portare in tavola la cena, non riusciste a trovarla, vi basterà dotarvi solo di un po’ di pazienza e di un paio di guanti di lattice. Infatti, sfilettare un filetto di pesce e privarlo delle lische senza le pinzette è possibile.
Ecco come. Una volta desquamato e sfilettato il pesce, dopo averlo privato anche della pelle, dovrete indossare i guanti e sistemare i filetti su un tagliere di legno. Con una mano, massaggiate la carne del pesce (fatelo delicatamente per evitare di farvi male) e cercate con attenzione tutte le lische tenendo con indice e pollice la carne del pesce, come se la voleste pizzicare, poi afferrate con le dita dell’altra mano la punta della lisca trovata, serrate con forza ed estraetele delicatamente.
- Procedete esattamente come se aveste una pinza, estraete cioè le lische sempre nel senso della fibra della carne per evitare di rovinare il filetto.
- La bravura nella pulizia del pesce, infatti, sta proprio nel riuscire a ricavare filetti perfetti e a evitare di aggiungere agli scarti parti buone della carne.
Con un po’ di buona pratica, potrete riuscirci e sarà anche divertente. Sfilettare il pesce cotto sembra sempre un’impresa da ristorante stellato, ma è più facile di quello che si pensa. Immaginiamo il cameriere che arriva al tavolo, armato di un semplice cucchiaio e forchetta e comincia ad armeggiare con un meraviglioso pesce al forno o alla griglia e ne tira fuori filetti perfetti, dalle carni bianche e sode.
- Un lavoro veloce, di estrema precisione che non lascia sperare di poterci riuscire a casa.
- E invece no, da oggi anche voi, se seguirete i nostri consigli, riuscirete a portare in tavola ai vostri ospiti un pesce pronto e tutto da sfilettare davanti ai loro occhi.
- Ne resteranno ammirati.
- Per pulire e sfilettare un pesce intero cotto dovrete sistemare il pesce in un piatto e portarlo in tavola con un altro piatto vuoto, dove potrete mettere la pelle e le lische, e un terzo piatto dove metterete il pesce da servire.
Per prima cosa, con un coltello incidete delicatamente e senza andare troppo a fondo la pelle del pesce. Posate il coltello da un lato del piatto e aiutandovi con un cucchiaio e una forchetta, sollevate la pelle, cercando di non romperla. Una volta eliminata la pelle, mettetela nel piatto che avete preso per depositare gli scarti e riprendete il coltello; incidete il pesce nel senso della lunghezza fino a toccare la lisca centrale.
- Riprendete in mano cucchiaio e forchetta e cominciate a sollevare i filetti di pesce.
- Trasferiteli nel piatto da portata e, con il coltello, sollevate la lisca centrale sempre partendo dalla coda e arrivando fino alla testa.
- Spostate tutto nel piatto dove avete messo gli altri scarti e trasferite il filetto rimasto nel piatto da portata.
Ed ecco che con poche mosse, con un po’ di precisione e attenzione, anche voi avrete sfilettato il vostro pesce cotto, proprio come nei migliori ristoranti! Se scegliete di preparare un pesce al cartoccio, molto amato anche dai bambini*, questa tecnica di base vi sarà molto utile.
Vi serviranno: 1 orata da 1 kg, 7-8 pomodorini, 2 spicchi d’aglio, 3 foglie di menta, 1 cucchiaio di capperi, 1 cucchiaio di olive taggiasche, olio extravergine d’oliva, sale e pepe. Sciacquate il pesce dopo averlo pulito e mettetelo su un foglio di carta da forno; nella pancia mettete gli spicchi d’aglio sbucciati e le foglie di menta.
Aggiungete i pomodorini tagliati a metà, i capperi, le olive e condite con sale, pepe nero macinato al momento e olio. Chiudete il cartoccio con lo spago e trasferite il pesce in una teglia. Infornatela a 200° per 20 minuti e portate in tavola il pesce dentro il suo cartoccio. Ed ecco, passo per passo e pesce per pesce, tutte le tecniche per pulire gli ingredienti che vi serviranno per preparare una gustosissima frittura di pesce da accompagnare con o un’insalata di stagione. Tra i pesci più adatti per la frittura, ci sono i calamari,
- Sciacquateli sotto l’acqua corrente e asciugateli, sfilate la cartilagine dal corpo del mollusco, tirandola delicatamente.
- Sfilate la testa dei calamari, separando i tentacoli dal corpo.
- Eliminate il dente posto al centro dei tentacoli, schiacciandoli con le dita.
- In ultimo, spellate delicatamente il corpo iniziando dall’estremità più larga.
Questa tecnica di pulizia vale anche per i totani, molto spesso impiegati nella frittura. Gustosissimi, prelibati e irresistibili sono pure i gamberi e anche loro si uniscono alla schiera del pesce per la frittura. Per pulirli, staccate la testa con le mani aiutandovi, se necessario, con un coltello.
- Eliminate quindi il guscio sfilandolo delicatamente dalla polpa con le dita.
- Con uno stuzzicadenti, eliminate il filo nero dell’intestino del crostaceo dall’interno, senza incidere esternamente il dorso.
- Questa tecnica vale anche per le mazzancolle, anche loro perfette per la frittura o per preparare gustosi sughi di pesce.
Sono caratterizzate da una colorazione grigia e hanno dimensioni maggiori rispetto ai gamberi. Il sushi che arriva dalla Cina e dalla Corea per approdare poi in Giappone, nasce come tecnica di conservazione del pesce. Oggi, invece, è diventato un cibo alla moda e molto apprezzato anche dagli occidentali che ormai sono soliti frequentare ristoranti giapponesi e fregiarsi di una conoscenza approfondita dell’ottimo cibo nipponico.
- Oltre a mangiarlo al ristorante, però, molti hanno cominciato a dilettarsi nella preparazione del sushi a casa.
- Se fino ad oggi non ci avevate pensato, potreste considerare di organizzare una cena a base di sushi per i vostri amici interamente preparata con le vostre mani.
- Se vi state chiedendo, però, come sfilettare il pesce per il sushi o per preparare gustose tartare ed essere sicuri di avere un prodotto finito perfetto e degno del più altisonante ristorante, la risposta ve la diamo noi suggerendovi qualche consiglio per sfilettare il pesce e confezionare un sushi a regola d’arte.
I pesci che maggiormente vengono utilizzati nelle ricette di sushi sono il salmone, il tonno e le sarde e oggi vi spiegheremo come pulirli bene. Il salmone : chiedete alla vostra pescheria un trancio di salmone dal peso di circa 400 g, sistematelo su un tagliere e con l’aiuto di una pinza, eliminate tutte le lische e gli eventuali ossi.
Controllate, massaggiando con la mano, che il trancio sia completamente pulito, quindi procedete a tagliarlo. Dovrete ottenere bocconcini di pesce che abbiano 1 centimetro di spessore, che siano larghi 3 cm e lunghi al massimo 5 cm. Abbiate cura di utilizzare un coltello dalla lama lunga, molto ben affilata e rigida per poter procedere in un colpo solo al taglio, che dovrà essere perfetto.
Il tonno : chiedete al vostro pescivendolo di fiducia di tagliare per voi una parte di ventresca dal peso di circa 400 g. Anche nel caso del tonno, il taglio dei bocconcini che accompagneranno il riso dovrà essere fatto di netto con un coltello ben affilato e le dimensioni saranno le stesse dei pezzi di salmone.
- È sempre consigliabile affondare il coltello nel pesce tenendolo obliquo in modo da affettarlo meglio.
- Le sarde : acquistate 300 g di sarde, lavatele sotto l’acqua corrente, sistematele su un tagliere e con le mani estraete le interiora.
- Con un coltello ben affilato, incidete il corpo del pesce ed estraete la spina interna con molta delicatezza.
Eliminate anche la spina dorsale e risciacquate i pesci sotto l’acqua corrente. Per il riso del sushi vi serviranno: 500 g di riso, 150 ml di aceto di riso, 1 cucchiaio di zucchero, 600 ml di acqua, 1 pezzetto di alga kombu, sale. Mettete il riso in una ciotola a e sciacquatelo con l’acqua corrente; lasciatelo in ammollo per circa 15 minuti, scolatelo e mettetelo in un colino.
Trascorsi altri 15 minuti, mettetelo in una pentola, copritelo con l’acqua e aggiungete l’alga kombu; chiudete con il coperchio e lasciate cucinare sul fuoco fino alla bollitura. Affinché l’alga sprigioni meglio il suo aroma, praticate piccoli tagli alle sue estremità con un paio di forbici. Mentre il riso cuoce, in un pentolino fate scaldare l’aceto di riso, aggiungete lo zucchero e un pizzico di sale e spegnete prima che il composto arrivi a bollore.
Quindi spegnete e fate raffreddare. Nel frattempo, quando l’acqua del riso arriva a bollore, proseguite la cottura per 5 minuti, eliminate l’alga, coprite di nuovo con il coperchio e lasciate sul fuoco per altri 10 minuti circa. A fiamma spenta, fate riposare il riso con il coperchio per altri 5 minuti.
Trasferitelo in una ciotola, fatelo raffreddare e copritelo con un canovaccio di lino inumidito. Una volta che avete assemblato il vostro sushi, prima di servirlo è bene che lo lasciate riposare in frigorifero per almeno 2 ore. Per comporre il sushi, prelevate sempre il riso con le mani inumidite con acqua e aceto.
Una curiosità: il riso per preparare un buon sushi anche a casa deve essere tondo e piccolo, molto raffinato, bianco e privo di impurità. Il riso per il sushi deve rilasciare molto amido durante la cottura per poter realizzare bocconcini di riso ben compatti.
Prima di cominciare a sfilettare o a pulire il pesce, assicuratevi di avere a disposizione tutti gli utensili necessari per ottenere un buon risultato. Se non disponete di un desquamatore, dotatevi di un coltello affilato ma assicuratevi che la lama sia molto rigida.Quando togliete le lische con la pinza, abbiate sempre cura di tirare nel senso della fibra della carne per evitare di rovinare il filetto del pesce.Se siete amanti del pesce, crudo o cotto che sia, e lo cucinate spesso, vi elenchiamo una lista di strumenti indispensabili per cucinare tutti i tipi di pesce. Una capiente padella antiaderente vi servirà per cucinare in tranquillità il vostro pesce ed evitare che si possa attaccare al fondo di cottura. Se volete dedicarvi ad una gustosa frittura, dotatevi di un cestello che vi garantirà una frittura uniforme e croccante. Cercate di eliminare le lische sempre con una pinzetta professionale che vi agevolerà nell’operazione. E se siete amanti delle ostriche, non potete non avere in casa un coltello per ostriche; ricordatevi che aprirle non è molto semplice per via della loro superficie a scaglie. Un coltello dalla lama lunga e sottile, uno dalla lama flessibile e grandi forbici con una comoda impugnatura, poi, non possono mancare tra i vostri strumenti da cucina, insieme ad una pinza per crostacei. Infine, se cucinate spesso il pesce, per vostra comodità, acquistate anche un levasquame.
: Come sfilettare il pesce
Come Squamare il pesce facilmente?
Se siete abituati a farvi pulire gli acquisti in pescheria, questo articolo probabilmente non fa per voi. Ma se amate pescare, pulire il pesce da soli o se semplicemente non volete più rischiare una forchettata di orata e squame, allora è importante saper eseguire una squamatura corretta.
Si tratta di una delle prime e fondamentali operazioni per la pulizia del pesce, ma è spesso sottovalutata, forse perché non tutti i pesci hanno le squame, o perché non tutte le cotture la richiedono : la squamatura in effetti è controindicata per la cottura alla griglia, e inutile per quella al sale.
Per molte altre preparazioni è però un passaggio essenziale: non farla a dovere comporta disagi a tavola o in cucina, dove potreste passare le settimane successive a staccare squame dai pensili e dalle pareti. Ecco alcuni accorgimenti fondamentali, passo dopo passo,
-
Partite dagli utensili adatti : l’ideale è uno squamapesce, Ne esistono di diverse forme e materiali, ma l’essenziale è che abbia una lama poco affilata (spesso è seghettata), per far presa sulle squame ma non danneggiare la pelle, e un serbatoio che raccolga le squame evitando che si disperdano, leggere, coriacee e trasparenti, per tutta la stanza.
-
Alcuni ritengono però lo squamapesce un attrezzo superfluo, e preferiscono l’uso di un normale cucchiaio da tavola, Questo eviterà sicuramente di incidere la pelle e raccoglierà parte delle squame rimosse. L’assenza di seghettatura e di qualsiasi lama rende però il compito un po’ più complicato.
-
La costa del coltello è infine uno strumento rustico, ma senza dubbio alla portata di chiunque. Tenete la parte affilata della lama verso l’alto e usate quindi la costa per rimuovere le squame, che si poseranno sul pesce, sul tagliere, su di voi e sulla cucina, richiedendo un’accurata pulizia.
-
Limitate i danni squamando il pesce direttamente dentro il lavello, o avvolgendo pesce e mani in un ampio sacchetto di plastica trasparente.
-
Una volta scelto il vostro utensile, prendete il pesce appena acquistato o pescato e preparatelo per una squamatura a regola d’arte. È utile che il pesce sia ancora intero : il volume delle viscere all’interno vi aiuterà a non incidere la pelle per errore.
-
Sciacquate il pesce sotto l’acqua corrente e tagliate le pinne con le forbici, per non rischiare di pungervi o tagliarvi.
-
Tenetelo quindi ben fermo su un tagliere e fate scorrere lo squamapesce, il cucchiaio o il coltello dalla coda verso la testa, facendo una leggera pressione e ripetendo più volte il movimento. Fate attenzione a non tralasciare le zone verso la coda, le pinne e la testa.
-
Quando ritenete di aver staccato tutte le squame, sciacquate di nuovo il pesce sotto l’acqua corrente e fate un’ulteriore verifica. Se trovate ancora squame ben salde al loro posto, ripetete la squamatura.
- IMMAGINE
- Huffington Post
- HowToBasics
- The Field
- Bluemoon Fish
Come pulire il pesce fresco?
Come pulire il pesce Il pesce è un alimento gustoso che si presta a moltissime ricette. Per prepararlo bene in casa, però, bisogna saperlo pulire. Oggi leggerete consigli utili su come procedere in questa delicata operazione e su come portare in tavola tutto il profumo del mare con piatti di pesce perfetti come al ristorante. Se vi piace il pesce e proponete spesso ricette a base di questo prezioso ingrediente alla vostra famiglia o ai vostri amici, imparare a pulirlo per voi è fondamentale. Esistono tecniche precise per ottenere un ottimo risultato, spesso garantito anche dall’uso di appositi strumenti che vi aiuteranno nell’impresa e vi faciliteranno molto il lavoro.
Pulire il pesce richiede tempo, ma se avete la passione par la cucina e sapete essere abbastanza precisi, lo troverete anche divertente. Sia che si tratti di merluzzo, branzino, orata, sarago, e così via, la cottura del pesce arriva solo dopo un lavoro preciso e indispensabile. Eliminazione delle pinne e delle interiora e squamatura sono solo alcuni dei passaggi preliminari che anticipano l’arrivo del pesce nel forno o sui fornelli.
È vero che si tratta di una procedura lunga in cui sarà inevitabile sporcare il vostro piano di lavoro, ma è un procedimento che vi permetterà di cuocere il pesce alla perfezione e ottenere un risultato eccellente. Sistemate il pesce su un tagliere ed eliminate, per prima cosa, le pinne partendo da quelle dorsali che vi chiederanno una maggiore attenzione perché sono ben attaccate alla carne e difficili da eliminare.
Una volta eliminate le pinne, facendo in modo da non strappare le carni, passate alle interiora del pesce: nel caso di un pesce di taglia grossa, la sventratura avviene attraverso un’apertura che si trova sotto le branchie. Diversamente, se il pesce è di dimensioni medie o piccole, sarà sufficiente procedere con un’incisione del ventre.
Queste sono operazioni che devono necessariamente essere svolte con gli appositi attrezzi: immancabili le forbici, il coltello a lama flessibile, lo squamatore, i coltelli per aprire alcuni frutti di mare come le ostriche, un coltello dalla lama lunga e affilata. Vediamo adesso come pulire i pesci con le squame. In questo caso più che in altri, avere gli strumenti necessari alla giusta pulizia del pesce e dotarsi anche di guanti, vi permetterà di fare un lavoro in tranquillità, senza correre il rischio di farvi male.
- Esistono pesci, infatti, come lo scorfano, dotati di pinne molto appuntite le cui punture possono anche essere davvero dolorose.
- Per prima cosa, dovrete procedere con l’eliminazione di tutte le pinne.
- I pesci con squame sono dotati di pinne caudali, anali, dorsali, pettorali e ventrali.
- Utilizzate, per questa procedura, un paio di forbici da cucina molto resistenti e di acciaio inossidabile.
Cominciate asportando le pinne dorsali e partite dalla coda, andando verso la testa e mai il contrario. Una volta eliminate per bene le pinne, girate il pesce ed eliminate anche la pinna anale, per continuare con quelle ventrali e pettorali. Spuntate la pinna caudale, che altro non è che la coda, e procedete con un taglio dritto.
- È arrivato il momento di squamare il pesce: procedete dalla coda verso la testa per facilitare l’operazione, con un coltello apposito che andrà utilizzato dalla parte della costa e non della lama per non rischiare di incidere erroneamente la pelle.
- A questo punto, procedete con l’eliminazione delle branchie.
In commercio, troverete facilmente un attrezzo, lo squamatore che, grazie ad un piccolo serbatoio incorporato, vi renderà facile l’eliminazione e la raccolta delle squame, o scaglie, che potranno, in un secondo momento, essere buttate via senza sporcare eccessivamente il piano di lavoro.
- Facciamo ora una piccola distinzione sulla pulizia dei pesci grandi e piccoli.
- Nel caso di un pesce grosso, cominciate ed eliminate le interiora attraverso un opercolo che si trova sotto la testa.
- Con le mani, afferrate gli intestini e tirateli delicatamente, esercitando una lieve pressione con le mani.
Se all’interno, lungo la lisca, vi accorgete che ci sono ancora residui di sangue, prendete un cucchiaino ed eliminateli. A questo punto, sarà necessario sciacquare subito il pesce sotto l’acqua corrente facendo entrare l’acqua attraverso l’opercolo. Nel caso di pesci piccoli, la sventratura avviene attraverso il ventre: praticate una piccola incisione in corrispondenza dell’orifizio anale e tagliate delicatamente verso la testa. Il pesce azzurro è un pesce privo di squame. Ce ne sono tanti nei nostri mari e sono tutti buonissimi da cucinare e portare in tavola tra i secondi di mare. Proprio perché non presenta squame è davvero semplice e veloce da pulire e inoltre, dopo l’operazione di pulizia, il vostro piano di lavoro risulterà sicuramente meno sporco rispetto a quando pulirete un pesce grosso con le squame.
Con un paio di forbici, praticate un’incisione partendo dall’apertura anale del pesce e tagliate l’addome, arrivando fino alla testa. Eliminate le viscere e passate subito il pesce sotto l’acqua corrente fredda. Operazione conclusa. Adesso potrete sfilettare il pesce con un coltello dalla lama flessibile, incidendo fino alla testa, arrivando alla lisca.
Per staccarlo, fate correre la lama tra la lisca e il filetto, eliminate le lische con l’apposita pinzetta e i vostri filetti sono pronti. Il pesce per la frittura richiede un procedimento a parte, una preparazione più attenta, da eseguire con estrema cura proprio come la frittura, che deve risultare perfetta, e necessita di una pulizia altrettanto perfetta della materia prima che deve essere appena comprata.
Quando in tavola arriva una frittura di pesce, il giubilo è sempre generale. Bastano contorni di saporite insalate, verdure al forno o patate al forno e il quadro è completo. Cominciamo dai gamberi, Fritti con il loro stesso carapace, hanno una carne tenera e morbida che assicura una frittura squisita.
Per prima cosa, per procedere a una corretta pulizia dei gamberi, dovete staccare la testa con un coltellino dalla lama affilata. Se preferite friggere i gamberi senza guscio, dovrete, una volta staccata la testa, estrarre delicatamente la polpa, lasciando intero il carapace.
Ricordatevi sempre di sfilare, con l’aiuto di una pinzetta o di uno stuzzicadenti, il filo nero dell’intestino. Tipici di un’abbondante e gustosa frittura di pesce, ci sono poi i calamari e i totani, Per pulirli bene, dovrete, per prima cosa, sciacquarli sotto l’acqua corrente e tamponarli delicatamente con un panno da cucina o con la carta assorbente.
Metteteli su un tagliere e tirate delicatamente la cartilagine dal corpo. Sfilate la testa e con un coltellino separate i tentacoli dal corpo. Eliminate anche il dente posto al centro dei tentacoli, esercitando una leggera pressione con le dita. Infine, iniziando dall’estremità più larga del corpo, eliminate la pelle. Un sughetto irresistibile, un profumo intenso e un’irrinunciabile scarpetta: ecco cosa aspettarsi da una buona zuppa di pesce che arriva in tavola in una casseruola di terracotta. Anche stavolta, però, la pulizia della materia prima è fondamentale. Nella zuppa di pesce ci sono pesci con le squame, la cui pulizia abbiamo spiegato nei paragrafi precedenti, pesci azzurri, gamberi e calamari che ormai per voi non hanno più segreti.
- La zuppa di pesce, però, è piena di tante altre specie gustose che contribuiscono a rendere unico questo piatto.
- Vediamo insieme quali sono e come pulirle.
- Aggiungete alla lista della spesa per la vostra zuppa di pesce il polpo,
- Una volta arrivati a casa, sciacquatelo sotto acqua fredda, mettetelo su un piano di lavoro ed estraete le interiora dalla sacca, lavandola accuratamente all’interno.
Incidete il sacchetto all’altezza degli occhi ed eliminateli con le dita. Scavate con le dita o con un coltellino per estrarre il becco del polpo, quindi strofinate con il sale grosso sia la testa, che i tentacoli e rimuovete qualche possibile residuo di sabbia e la patina che lo ricopre.
- E se nel sacchetto della spesa avrete messo anche i granchi, cuoceteli in abbondante acqua salata per 8 minuti; scolateli e fateli raffreddare a temperatura ambiente.
- Su un piano di lavoro, sistemateli con il dorso verso il basso e staccate le zampe e le chele.
- Estraete la polpa dalla chele con uno spiedino di legno, quindi, con un coltello, aprite il guscio ed estraete la polpa tenendola da parte per aggiungerla alla zuppa.
Eliminate i polmoni, le viscere e le cartilagini del granchio e utilizzate il carapace per preparare un brodo di pesce. Se nella zuppa inserite anche le seppie, ricordatevi di procedere alla loro pulizia indossando i guanti. Le seppie, infatti, sono caratterizzate da quel liquido nero che, se macchia la pelle, viene via difficilmente.
Eliminate la cartilagine inserendo le dita nel corpo del mollusco; sfilate delicatamente l’osso tirandolo con le mani senza romperlo. Separate le sacche contenenti il nero e tenetele da parte in una ciotola. Eliminate la pelle tirandola delicatamente cominciando dall’estremità più larga del corpo. Con la loro carne prelibata, anche gli scampi si aggiungono a una succulenta e corroborante zuppa di pesce.
Separate la testa dal corpo del crostaceo e sfilate subito il filo nero dell’intestino, tirandolo delicatamente con le mani o con uno stuzzicadenti. Schiacciate lateralmente il dorso dei crostacei e rompetelo piano; con le mani, aprite il guscio divaricando il carapace. Il sushi è ormai parte integrante anche della nostra alimentazione e mai come in questo caso la pulizia del pesce è alla base di un risultato eccellente. Sempre ottimo se mangiato al ristorante, il sushi si può cucinare anche a casa. I pesci utilizzati per preparare un gustoso sushi sono il tonno, il salmone, il pesce spada e le sarde; ecco come pulirli per poter realizzare ottimi piatti.
Il tonno deve essere impiegato in tranci, possibilmente provenienti dalla ventresca. Con un coltello ben affilato, procedete al taglio del trancio in tanti piccoli bocconcini, tutti uguali di dimensione. Se avete osservato il tonno nei piatti di sushi dei ristoranti, avrete notato che il taglio è sempre obliquo: procedete anche voi tagliando i pezzi di tonno che vi servono affondando il coltello in maniera obliqua e con un taglio deciso.
Procedete alla stessa maniera con il pesce spada, Anche nel caso del salmone, dovrete lavorare i tranci. Una volta sistemato un trancio di salmone su un piano di lavoro, procedete al controllo delle lische, indossate un guanto di lattice e massaggiate il trancio per individuare le spine; con una pinzetta, estraetele delicatamente, seguendo sempre il verso della polpa per evitare di strapparla.
Procedete dunque al taglio dei bocconcini di salmone, anch’essi tutti della stessa dimensione, e fatelo sempre con un coltello dalla lama lunga e affilata per ottenere un taglio perfetto e senza strappi. Prima della pulizia, le sarde, invece, dovranno essere sciacquate abbondantemente sotto un getto di acqua corrente fredda.
Una volta lavate e asciugate, mettetele su un piano di lavoro e incidete, con un coltello affilato, il corpo del pesce: estraete delicatamente le interiora, la spina interna e la spina dorsale. Risciacquatele sotto l’acqua e utilizzatele per la ricetta. Pulire il pesce al tavolo è quasi un’arte. Un pesce intero, cotto al forno o al cartoccio che arriva in tavola deve necessariamente essere pulito bene per fare bella figura con gli ospiti e per servire nei piatti filetti buoni e anche belli da vedere.
- Per pulire un pesce cotto a tavola, allora, dovrete avere a vostra disposizione un piatto capiente e vuoto in cui metterete la pelle e le lische e un piatto da portata, più elegante, o che sia adatto alla tavola, dove metterete i filetti di pesce puliti.
- Dotatevi anche di un coltello adatto, di una forchetta e di un cucchiaio che vi aiuteranno anche per una perfetta sfilettatura.
Per prima cosa, dovete spellare il pesce: con il coltello, incidete, senza andare troppo a fondo, la pelle del pesce. Posate il coltello da un lato del piatto e, aiutandovi con il cucchiaio e con la forchetta, sollevate delicatamente la pelle, cercando di non romperla.
- Trasferitela nel piatto che avete preso per depositare gli scarti e, con il coltello, incidete il pesce nel senso della lunghezza fino a toccare la lisca centrale.
- Con il cucchiaio e la forchetta, cominciate a sollevare delicatamente e con maestria i filetti di pesce.
- Sistemateli nel piatto da portata e, con il coltello, sollevate la lisca centrale.
Partite sempre dalla coda e arrivate fino alla testa. Mettetela sul piatto degli scarti e sistemate il filetto ricavato nel piatto da portata insieme all’altro. Questa tecnica è indicata per pulire in tavola pesci sotto sale e pesci al cartoccio che arrivano con una presentazione scenografica molto invitante e grazie a cui potrete ottenere un grande successo anche con i bambini*. La pulizia a libro dei pesci è una tecnica facile e veloce da eseguire se si dispone dei giusti strumenti ed è adatta ai pesci di piccole dimensioni. Per prima cosa, con un coltello molto ben affilato, dovrete eliminare la testa; quindi, con lo stesso coltello, dovrete praticare una leggera incisione lungo il ventre per poter estrarre le interiora ed eliminare la lisca centrale. La ricetta del pesce al sale si prepara con pesci grandi e carnosi: orata, branzino, spigola e dentice sono sicuramente i più indicati ad essere ricoperti da questa montagna bianca che, in forno, cuoce la carne anche senza l’aggiunta di altri ingredienti.
Vi suggeriamo una ricetta facile e veloce per realizzare un pesce in crosta di sale che imparerete anche a pulire a regola d’arte. Vi serviranno: 1 branzino da 1 kg; 2 kg di sale grosso; 200 g di pomodorini; 1 spicchio d’aglio; 1 peperoncino piccante; 2 foglie di salvia; 1 rametto di rosmarino; 1 cucchiaino di foglioline di timo; 4 foglie di basilico; 1 limone; olio extravergine d’oliva; sale.
Tagliate i pomodorini a dadini; riducete il peperoncino a rondelle e mettete tutto in una ciotola. Su un tagliere, preparate un trito di aglio e basilico, aggiungete circa 4 cucchiai di olio, il succo del limone filtrato ed emulsionate fino ad ottenere una salsa.
Mettete il sale in una grossa ciotola e aggiungete salvia, timo e rosmarino tritati in un mixer. Sistemate uno strato di sale aromatizzato in una capiente pirofila e sistematevi il branzino. Coprite il pesce con il resto del sale e cuocetelo in forno caldo a 200° per 30 minuti. Portatelo in tavola con la crosta ed equipaggiatevi con un cucchiaio, un coltello, una forchetta e due piatti capienti separati.
Rompete delicatamente il sale con il cucchiaio e, man mano che lo rompete, mettetelo in uno dei due piatti. Lasciate lo strato inferiore del sale e procedete alla pulizia del pesce. Sollevate la pelle con il coltello e, aiutandovi con la forchetta, esportatela delicatamente; con il cucchiaio e la forchetta, separate i filetti e metteteli nel piatto da portata.
- Eliminate, aiutandovi con il coltello e il cucchiaio, la lisca centrale e prelevate con il cucchiaio il secondo filetto.
- Aggiungetelo al primo e provvedete subito ad eliminare quante più lische possibile.
- Irrorate il pesce con la salsa precedentemente preparata e servite.
- Se non volete preparare la salsina, potete condire il pesce al sale con un filo d’olio e accompagnarlo con un buon contorno di o con carciofi alla griglia.
Tra i consigli che servono per ottenere un pesce perfettamente pulito, sicuramente c’è quello di fare una lista degli strumenti che avete a disposizione in cucina e verificare che siano in ottimo stato e adatti a tutti i tipi di pesce. Se vi manca qualcosa, correte a rifornirvi per essere sicuri di poter sempre pulire e sfilettare i vostri pesci preferiti.
- Un’altra cosa da acquistare per poter pulire in comodità il pesce è una spianatoia di plastica o di silicone, facile da pulire anche con un foglio di carta assorbente leggermente inumidito.
- Questi materiali vi permetteranno di eliminare facilmente sia il sangue del pesce pulito, sia tutti gli scarti.
Infine, ricordate sempre di scegliere del buon pesce e di farvi consigliare dal vostro pescivendolo di fiducia. : Come pulire il pesce
Come fare scendere spina?
Offrite al bambino un pezzo di pane con della mollica inzuppato nel latte caldo. Spessp aiuta a eliminare le spine incastrate in gola. Date da bere al bambino acqua tiepida leggermente salata che facilita la discesa nell’esofago delle spine di pesce.
Qual è il pesce che non ha spine?
Pesci senza spine: tutte le varietà più pregiate e gustose Pesci senza spine: tutte le varietà più pregiate e gustose Guarda il video Pesci senza spine: tutte le varietà più pregiate e gustose Non c’è nulla di più fastidioso che assaporare un buon piatto di pesce e dover fare attenzione ad evitare le sue insidiose spine. Ovviare a questo compito “fastidioso”? Si può, basta seguire i nostri consigli!
Sapevi che esistono tantissime tipologie di pesci senza spine, dalla carne tenera e da sapore prelibato? Sono i cosiddetti pesci piatti, dagli ottimi valori nutrizionali e più sicuri da servire se a tavola soprattutto ci sono dei bambini. Li si può facilmente riconoscere dalla caratteristica forma piatta, che gli permette di nuotare lungo i fondali marini, e dal colore “mimetico” che li fa sfuggire agilmente ai predatori.
La carne dei pesci piatti si presenta bianca all’aspetto ed è così tenera da sciogliersi in bocca. La struttura delle loro spine è invece molto compatta, motivo per cui le generali operazioni di pulizia non richiedono grossi sforzi,
Ma quali sono i pesci senza spine ? Tra le varietà più saporite, troviamo sicuramente la sogliola, ottima durante lo svezzamento dei neonati e apprezzata anche dai bambini, perché priva di spine e del classico sapore “di pesce”. Ottima cotta al vapore, in guazzetto o con il limone.
- Platessa e Limanda invece sono simili alla sogliola, ma molto meno costose.
- In tavola fanno comunque bella figura per via del sapore delicato ma facile da esaltare con preparazioni che prevedono infarinatura, gratinatura o cottura al cartoccio.
- Rombo e Rana pescatrice infine rientrano tra le varietà di pesci senza spine dal costo sicuramente più elevato e quindi meno accessibile.
La loro è una carne squisita, soda e dal sapore aromatico. Il modo migliore per esaltarle? Con preparazioni al forno o alla griglia e condimenti semplici a base di olio, limone e sale. Il pesce è un alimento preziosissimo per la salute di grandi e piccini perché ricco di proteine nobili, vitamine, sali minerali, grassi poli-insaturi come gli omega-3.
Quante spine ha l’orata?
Il branzino – Il branzino (il cui nome scientifico è dicentrarcus labrax) è un pesce della famiglia delle Moronidae, detto anche spigola nel sud perché vive nel Mar Mediterraneo, nel Mar Nero, nel Mar Adriatico e nell’oceano Atlantico Orientale. Come l’orata predilige le zone costiere, i fondali sabbiosi, le lagune e le foci di fiumi ed è caratterizzato da un corpo affusolato e leggermente schiacciato, da una testa massiccia e da una bocca piena di piccoli denti.
Cosa succede se non squamare il pesce?
1. Non squamarlo (ma anche sì) – Io procedo per prima cosa alla pulizia esterna del pesce, per poi addentrarmi nel magico modo che racchiude la sua pancia. Ecco allora come agire appena estratto il vostro bell’esemplare dalla busta del pescivendolo (sempre che non abbiate fatto fare tutto a lui).
- Tocca poi alle squame, da raschiare con la lama liscia di un coltello non troppo affilato (per esempio, un coltello da tavola) o con l’apposito squamapesce, passati dalla coda verso la testa.
- Posto che nessun utensile, per quanto si bulli di essere performante, vi eviterà di veder schizzare squame in ogni dove, se lavorate sul fondo del lavello, rivestito da carta di giornale, dovreste riuscire a limitare, per lo meno, l’intasamento dello scarico a opera delle odiose scagliette.
- Durante questa operazione, siate efficaci ma gentili, usando l’attrezzo scelto con mano leggera, per non stracciare la pelle.
Forse non sarebbe necessario ricordarlo, ma lo faccio lo stesso: non squamate mai il pesce che volete cucinare al sale. In questo caso, infatti, le scaglie fanno da barriera ed evitano che la polpa assorba troppa sapidità. Per inciso, sapete che la regola vale anche per la griglia, dove le squame proteggono dal calore eccessivo.
Cosa si scarta quando si mangia il pesce?
L’anisakis è un pericoloso parassita che può essere contenuto nel sushi, tartare e carpacci. Ecco i consigli dell’esperto (e continuando a mangiare) – Carpacci, tartare o sushi. Dei 25 chili all’anno pro-capite di pesce consumato in Italia (dati Coldiretti), buona parte ormai la mangiamo cruda : perché così il pesce è più gustoso, è più facile e veloce da preparare anche in casa, e sì – ammettiamolo – è anche di moda.
- Niente di male: il pesce crudo fa bene,
- Mangiato così rimane inalterato il suo patrimonio nutritivo: un toccasana per cuore e cervello perché è un concentrato di vitamine A e D, minerali, Omega 3.
- Il fatto, però, è che può essere anche pieno di anisakis.
- ANISAKIS: COSA SEI? A guardarlo sembra il cugino timido di un lombrico : sottile, bianco, lungo dagli uno ai tre centimetri, sta sempre arrotolato su se stesso.
Eppure nella famiglia dei vermi è quello che ha il potere più devastante, È il parassita che si annida frequentemente nell’intestino di tantissime specie di pesci (cominciando da quelle che preferiamo crude come le alici, branzino, tonno e salmone) e da lì può passare direttamente nel nostro stomaco.
- Gli effetti sono potenzialmente molto gravi : diarrea, vomito, febbre che, nei casi più complicati, si risolvono solo dopo un intervento chirurgico.
- LEGGENDA O REALTÀ? Un rischio tutt’altro che remoto: in Italia il primo caso è stato accertato nel ’96 a Bari, e da allora è stato un crescendo.
- Un’invasione di anisakis? È colpa della bassa qualità del pesce che ci vendono? «No, di chi lo prepara.
La probabilità di incappare nell’anisakis è molto più diffusa semplicemente perché il consumo di pesce crudo è in ascesa. Ma il pericolo si annienta facilmente: non solo con la completa cottura, ma anche se la materia prima viene pretrattata correttamente», chiarisce Davide Valsecchi : scrittore ( Che Pesci pigliare, per Vallardi ), proprietario di una pescheria ad Alessandria e divulgatore, è una presenza fissa anche in programmi televisivi dove spiega i modi migliori per mangiar pesce valorizzandone il gusto, senza correre rischi.
- « Non è il caso perciò di fare allarmismi: basta seguire regole semplici ma molto efficaci per essere sicuri, sia a casa che fuori», prosegue Valsecchi.
- Perché sì, la legge obbliga pescherie e ristoratori a seguire precise tecniche di abbattimento per annientare il parassita, ma è sempre meglio stare all’erta.
CONSIGLIO Prima di consumare pesce crudo assicurati che sia stato sottoposto al procedimento d’abbattimento, l’unico che garantisce l’eliminazione dei parassiti. I batteri nocivi possono essere presenti in vari alimenti come la verdura, la carne, il pesce, i mitili, il latte e tutto ciò che mangiamo e che viene in contatto con l’uomo, l’acqua e l’atmosfera inquinata.
Listeria, Escherichia coli, Salmonella, batteri che provocano problemi gastrointestinali e altri come il Virus dell’epatite A batteri come il Vibrio Cholerae che provoca il colera.
Mitili L’attenzione all’igiene dei prodotti del mare si è soprattutto focalizzata sui mitili come cozze e vongole a causa dei molti casi di epatite A e alcuni di colera avvenuti negli anni sessanta e settanta, dovuti all’inquinamento delle acque di alcune zone della costa italiana.
I mitili si nutrono filtrando l’acqua marina e per questo possono assorbire anche microorganismi patogeni per l’uomo; oggi però i mitili sono allevati in aree marine controllate dalla sorveglianza veterinaria e dalle ASL, e il prodotto che arriva nei mercati ha un’etichetta che ne garantisce provenienza e idoneità.
Nonostante ciò vi sono microorganismi che possono sfuggire ai controlli di rito e per questo si consiglia di cuocere sempre tutti i mitili fino a che il loro guscio non si apre, scartando invece quelli che restano chiusi dopo la cottura. Sul modo di debellare eventuali patogeni sono nate leggende metropolitane come quella che il limone, spruzzato sul pesce, “disinfetta”; il limone non è un disinfettante e non è certo in grado di debellare batteri o patogeni quali i colibatteri o i virus dell’epatite, così come non mette al riparo da questi problemi neanche tenere qualche giorno le cozze sotto l’acqua corrente.
È risaputo che mangiare pesce crudo comporta sicuramente maggiori rischi di intossicazioni e infezioni causate da batteri patogeni o infestazioni da parte di parassiti, ciò nonostante in molti, quando consumano pesce crudo, incrociano le dita e si affidano sostanzialmente al caso. Attenzione alla sicurezza igienica del pesce Il rischio maggiore per chi consuma pesce crudo è il parassita dal nome esotico le cui larve si distruggono se il pesce è ben cotto, esteriormente e internamente (qualche minuto a più di 60°C), e permangono invece in quello crudo anche se congelato o surgelato.
Si chiama Anisakis simplex, è un nematode (verme) con un ciclo biologico che prevede il passaggio dalla fase di uova alla fase larvale fino a quella adulta, in ambiente marino. Normalmente è presente come parassita dell’intestino in numerosi mammiferi marini ma nel suo stadio larvale può essere ospite intermedio di molti pesci tra cui tonno, salmone, sardina, acciuga, merluzzo, nasello, sgombro e altri.
Questi nematodi, se presenti nel pesce catturato, migrano velocemente dalle viscere del pesce alle sue carni, è per questo che bisogna eviscerarlo subito. Quando l’uomo mangia pesce infetto crudo, le larve dell’Anisakis possono impiantarsi sulla parete dell’apparato gastrointestinale, dallo stomaco fino al colon, determinando una parassitosi acuta o cronica,
La parassitosi acuta insorge già dopo poche ore dall’ingestione di pesce crudo e si manifesta con intenso dolore addominale, nausea e vomito. Le forme croniche sono diverse, possono mimare svariate malattie infiammatorie e ulcerose del tratto intestinale oppure coinvolgere altri organi come fegato, milza, pancreas, vasi ematici e cuore.
- Il parassita può provocare anche reazioni allergiche fino allo shock anafilattico, a causa della sensibilizzazione alle proteine antigeniche termoresistenti del nematode.
- La cura dell’Anisakis richiede molto spesso l’intervento chirurgico, per asportare la parte dell’intestino invasa dai vermi, visto che possono resistere ai trattamenti utilizzati per altri parassiti.
Per questo sono state emanate circolari ministeriali che obbligano chi vende o serve in tavola pesce crudo o in salamoia (sale, limone, olio e aceto non hanno alcun effetto sul parassita) ad effettuare la procedura d’abbattimento preventivo del pesce destinato al consumo a crudo.
Non bisogna confondere il pesce congelato o surgelato con quello abbattuto; consumare pesce congelato (portato a temperature di circa -5/10 °C lentamente) o surgelato (portato velocemente a temperature di -18 °C) non assicura l’eliminazione del parassita come l’abbattimento. Oltre al pesce crudo va ricordato che la larva può essere presente anche nel pesce affumicato se prima del trattamento non è stato abbattuto.
Abbattitore È uno strumento (contenitore tipo freezer) che consente di portare l’alimento a temperature tra i -20 e – 40°C molto velocemente, il pesce deve restare a queste temperature per un tempo variabile dalle poche ore fino a più giorni a seconda dello strumento e della temperatura.
Solo con questa procedura si distruggono le larve. I pericoli maggiori provengono dai ristoranti che non osservano la normativa europea del 2004 che obbliga l’abbattimento a tutti gli esercizi che vendono o servono pesce crudo. Può succedere che alcuni ristoranti non seguano queste regole pertanto è fondamentale che al momento dell’ordinazione si chieda se il pesce è stato abbattuto e in caso di risposte incerte si eviti di ordinarlo.
Le preparazioni di pesce crudo fatte in casa debbono seguire ovviamente le stesse procedure. Se si mangia pesce crudo d’abitudine ci si può dotare di abbattitori casalinghi che si trovano in commercio, oppure: Chiedere al pescivendolo di abbattere il pesce prima di consegnarvelo, attenzione però che, come detto, il procedimento non è immediato quindi il pesce va ordinato prima per dar modo al pescivendolo di effettuare il trattamento.
acquistarlo fresco con queste caratteristiche: occhio convesso e vivido, branchie con sangue rosso vivo, colore brillante metallico, corpo rigido;l’odore deve essere invitante e tenue, di mare e alghe marine, se nel punto vendita c’è un forte odore di pesce meglio non acquistare;deve essere consumato entro poche ore o c onservato in modo corretto perché non cada in putrefazione.
Tra un pesce di dubbia freschezza e un pesce surgelato è meglio scegliere il secondo, che potrà avere un gusto differente dal fresco, ma ha le stesse proprietà nutritive.
Come si fa a vedere se il pesce è cotto?
Come si cucina il pesce: metodi più utilizzati – Il pesce è molto più tenero della carne e, di conseguenza, i suoi tempi di cottura sono inferiori. Per il resto non vi sono molte differenze e, per rendere le vostre ricette particolarmente gustose, ci sono vari metodi per preparare questo alimento, a seconda delle dimensioni, del tipo e del piatto che si vuole creare.
- In genere possiamo distinguere fra cottura alla griglia, al vapore, in crosta, al cartoccio, nei liquidi, arrosto, saltato e fritto.
- Per ognuna di esse vi sono degli accorgimenti per ottenere ottimi risultati e piatti da veri chef.
- Cucinare un pesce intero di medie-grandi dimensioni, come orate, spigole, cernie può creare dei problemi circa il metodo da usare, la temperatura ed il tempo di cottura.
In genere, quando vengono messi al forno (parliamo di pesci fra i 500 ed i 700 gr) bisogna impostare una temperatura di 200° e lasciarli per circa 25 minuti, trascorso questo tempo è il caso di controllare se le branchie siano passate da rosa a marroni e, sollevando il ventre, che la carne sia diventata opaca.
- Infatti non c’è nulla di peggio che trovare la vostra cernia o la vostra orata con la parte attaccata alla lisca ancora rosata.
- Se il pesce è di maggiori dimensioni, oltre a praticare una incisione sul corpo, è necessario abbassare la temperatura del forno di una ventina di gradi ma aumentare il tempo di cottura fino a 35/40 minuti in modo da assicurare un risultato perfetto.
Potete anche calcolare un tempo di cottura in questo modo: 10 minuti ogni 2,5/3 cm di spessore del vostro pesce. Il metodo descritto in genere viene usato principalmente per alcuni tipi di pesce come la coda di rospo, il salmone, l’orata, il pesce spada o il tonno.
Quando va pulito il pesce?
Prevedi di pulire il pesce entro un’ora da quando lo hai pescato. Il pesce si deteriora rapidamente dopo il decesso, ed è quindi importante che tu pianifichi di pulirlo il più presto possibile.
Cosa succede se una spina non esce?
Il rischio di infezione – Se non viene estratta, la spina può causare un’infezione. Questa condizione si manifesta con dolore e la zona colpita si presenta gonfia, rossa e calda, Può anche aversi una fuoriuscita di, Se la spina è arrivata più in profondità con il tempo può formarsi un granuloma da corpo estraneo, una sorta di pallina dura e dolente sotto pelle, che può essere rimossa con un piccolo intervento chirurgico,
45.000 pazienti ricoverati
: Spina o scheggia nella pelle, come riconoscere un’infezione?
Come togliere una spina con bicarbonato?
Bicarbonato – Il bicarbonato si rivela utile anche in questo caso. Creiamo una pasta unendo acqua e bicarbonato e mettiamola sulla zona in cui si trova la spina o la scheggia. Copriamo il tutto con un cerotto in modo che la pasta possa fare effetto e lasciamolo così per un paio d’ore. Una volta rimosso il, sarà più semplice rimuovere il corpo estraneo.
Come togliere una spina senza Pinza?
Come Togliere una Spina: 14 Passaggi (con Immagini) Fare lavori di giardinaggio senza guanti o camminare a piedi nudi in un bosco può metterti in una situazione difficile. La buona notizia è che se ti entra una spina nella pelle, ci sono un’infinità di rimedi casalinghi che puoi usare per toglierla, da preparare un impasto col bicarbonato di sodio a usare la colla per il disegno, fino all’aceto.
- 1 Pulisci bene con acqua e sapone. Prima di provare qualsiasi metodo per estrarre la spina, è importante detergere la zona in cui è entrata nella pelle. Usa un sapone delicato e lava con acqua tiepida prima di iniziare l’operazione di rimozione.
- Non strofinare l’area altrimenti potresti spingere la spina ancora più in profondità.
- Asciuga tamponando con un panno pulito.
- 2 Non cercare di spremerla fuori. Potresti essere tentato di stuzzicare e premere la zona intorno alla spina per farla uscire. Tuttavia rischi di spingerla ancora più in profondità o di romperla in pezzetti, ritrovandoti con un problema di più difficile soluzione. Non pungolarla e prova dei metodi migliori per toglierla.
- 3 Osservala da vicino. Controlla l’angolo e la profondità della spina per capire come estrarla. Ci sono diversi metodi, in base all’angolazione e alla profondità. Controlla quanto è vicina alla superficie e se uno strato di pelle vi è cresciuto sopra.
- Se la punta finale è all’esterno, potresti riuscire a toglierla con una pinzetta o del nastro adesivo.
- Se è profondamente radicata, sarà necessario scavare un po’ per estrarla.
- Se è coperta da un nuovo strato di pelle, potrebbe essere necessario usare un ago o un rasoio.
- 4 Sappi quando è necessario farti visitare da un medico. Se la spina è nella pelle da un paio di giorni e noti segni di infezione, consulta un medico per toglierla. In questo caso è opportuno che non cerchi di toglierla tu stesso, dal momento che potresti ferirti ulteriormente. Il medico sarà in grado di rimuoverla in modo sicuro e di medicare la ferita per curare l’infezione.
- Se fuoriesce pus o sangue, vai dal medico.
- Se provi prurito, la zona è rossa e gonfia, vai dal medico.
Pubblicità
- 1 Prova con le pinzette. Questo è il metodo più semplice e più rapido se una parte della spina è rimasta all’esterno. Assicurati che le pinzette siano pulite, afferrale in modo deciso e chiudi le punte intorno alla parte superiore della spina, quindi estraila tirando nella direzione opposta a come è entrata nella pelle.
- Assicurati di riuscire ad afferrare bene la spina con le pinzette, in modo da estrarla completamente. Se temi di non riuscirvi, valuta di usare un metodo diverso.
- Non graffiare troppo la pelle con le pinzette se la spina è entrata in profondità, perché potresti danneggiare l’area. Usa piuttosto un altro metodo.
- 2 Usa del nastro. Un altro ottimo modo per estrarre la spina, se una parte della punta fuoriesce, è quello di usare un pezzo di nastro adesivo. È sufficiente metterne un pezzetto sopra la zona. Premi leggermente sopra la punta della spina, quindi solleva il nastro.
- Non spingere troppo forte, altrimenti rischi che la spina entri più in profondità nella pelle.
- Dello scotch o nastro da imbianchino vanno bene, ma evita dei prodotti che potrebbero lasciare residui e peggiorare le cose.
- 3 Usa un balsamo drenante. Se la punta della spina è sotto la cute, usa una pomata drenante per cercare di estrarla sufficientemente da esporre la punta. Quando la punta è esposta, puoi togliere la spina con le pinzette. Questa tecnica richiede un po’ più di tempo delle altre, ma è efficace se non è ancora cresciuta nuova pelle sopra il punto di ingresso.
- Metti dell’ittiolo sull’area e poi coprila con un cerotto. Puoi anche usare un po’ di sali di Epsom.
- Lascia agire tutta la notte. Al mattino, togli il cerotto e risciacqua. Estrai la spina prendendola dalla punta con una pinzetta.
- 4 Usa il bicarbonato di sodio. Se non hai l’ittiolo a portata di mano, anche questo metodo è efficace. Crea un impasto denso con acqua e bicarbonato di sodio e applicalo sulla zona. Metti sopra un cerotto e lascialo tutta la notte. Al mattino, togli il cerotto e risciacqua. L’impasto permette di drenare un po’ la spina in modo da poterla togliere con una pinzetta.
- 5 Prova una patata cruda. Il contenuto della patata cruda agisce nello stesso modo di un unguento drenante, stimolando la spina a salire sulla superficie della pelle. Apri una patata fresca cruda e tagliane una piccola fetta. Appoggiala sopra l’area interessata e tienila in posizione con un cerotto. Lasciala agire per tutta la notte. Al mattino, togli il cerotto e risciacqua, quindi estrai la spina con una pinzetta.
- 6 Prendi l’aceto. Metti dell’aceto bianco in una ciotola e bagna l’area. Dopo circa 20 minuti la spina dovrebbe emergere un po’, abbastanza per riuscire a estrarla dalla punta. Questo è un buon metodo per le dita delle mani o dei piedi che possono essere immerse in una piccola ciotola.
- 7 Usa la colla vinilica bianca. Metti un po’ di questa colla sulla zona e lasciala asciugare. Asciugandosi attira l’umidità dal dito, stimolando la spina a muoversi verso la superficie. Quando rimuoverai la colla secca, uscirà anche la spina.
- Non usare nessun altro tipo di colla. Colle super potenti tipo l’attak potrebbero rendere più difficile l’estrazione.
- Questo metodo funziona meglio quando la spina è già vicina alla superficie.
Pubblicità
- 1 Usa un ago per estrarla. Se la spina è appena sotto un sottile strato di morbida pelle che ha cominciato a formarsi, questo metodo funziona bene. Tuttavia è importante seguire la giusta tecnica, in modo da non introdurre batteri e rischiare un’infezione. Ecco come fare.
- Assicurati che l’area in cui la spina è entrata sia pulita e asciutta.
- Sterilizza un ago da cucito con alcol denaturato.
- Premi l’ago sulla punta della spina e allenta delicatamente il nuovo strato di pelle che sta crescendo muovendo l’ago sotto la pelle. Smuovi la pelle intorno alla spina.
- Quando noti che la spina è sufficientemente esposta, puoi estrarla con una pinzetta.
- Pulisci l’area con acqua calda e sapone. Metti un cerotto, se necessario.
- 2 Usa un rasoio se la spina è sotto uno strato spesso di pelle. Le spine profondamente radicate nella pelle spessa e callosa possono essere tolte con un rasoio. Usa questo metodo solo sui talloni o in altre aree callose, non dove la pelle è più sottile, dal momento che potresti facilmente tagliarti in profondità. Se vuoi seguire questo metodo, presta la massima attenzione quando maneggi il rasoio.
- Assicurati che l’area in cui è entrata la spina sia pulita e asciutta.
- Sterilizza il rasoio con alcol denaturato.
- Con molta attenzione fai un taglio sopra la spina per esporla. Nella pelle callosa, questo non dovrebbe provocare sanguinamento.
- Usa le pinzette per rimuovere la spina esposta.
- Pulisci l’area e metti una fasciatura, se necessario.
- 3 Vai dal medico. Se la spina è penetrata troppo in profondità per rimuoverla da solo, o se è vicina a una zona delicata come un occhio, recati dal medico per ottenere un’estrazione rapida e pulita. Il medico ha la giusta strumentazione per rimuovere la spina facilmente con un basso rischio di infezione. Pubblicità
- Solitamente le spine sono facili da togliere rispetto alle schegge, che possono provocare più dolore.
- Quando fai giardinaggio indossa guanti spessi per prevenire punture e spine.
- Sii molto attento.
Pubblicità
Fai attenzione a non rompere la spina in pezzi più piccoli.
Pubblicità wikiHow è una “wiki”; questo significa che molti dei nostri articoli sono il risultato della collaborazione di più autori. Per creare questo articolo, autori volontari hanno collaborato apportando nel tempo delle modifiche per migliorarlo. Questo articolo è stato visualizzato 207 007 volte Categorie: Questa pagina è stata letta 207 007 volte.
Quale pesce ha più spine?
Quante spine ha l’orata? – Aqua De Mâ L’ orata, così come il branzino, è definito ” pesce tondo ” ed è caratterizzato da una forma allungata e affusolata, dal principale utilizzo della pinna dorsale durante il nuoto e da tanti piccoli denti all’interno della bocca.
Se vi state domandando se l’orata ha le spine, la risposta è si, il pesce tondo ha generalmente molte spine, soprattutto se paragonato ad un pesce piatto come la rana pescatrice o la sogliola. Prima di cucinare il pesce tondo, è richiesta quindi molta attenzione nel pulirlo e sfilettarlo, soprattutto quando lo si voglia servire ai bambini, i quali potrebbero trovarsi in difficoltà nel togliere le lische.
Vediamo insieme il procedimento, per cui vi serviranno solo un coltello e delle normali forbici da cucina.
Perché il pesce ha le spine?
Il pesce è un alimento molto salutare e ricco di nutrienti, ragion per cui dovrebbe essere consumato con regolarità (i nutrizionisti consigliano di consumarlo tre volte alla settimana). Però ha un difetto: le spine! La spina nel fianco Inutile negarlo: sono molto fastidiose, perché vanno tolte una per una (e alcuni pesci ne hanno tante), per non parlare di quando accidentalmente se ne ingoia una che rimane ferma in gola.
Alcune persone, anche se amano il sapore del pesce, ne consumano poco proprio perché il problema delle spine fa passare la voglia di mangiarlo! Vi siete mai chiesti perché i pesci hanno le spine? Sembrerà un domanda scontata e banale La risposta è altrettanto semplice: le spine (o lische) non sono altro che le ossa dei pesci.
L’insieme della spine forma la struttura ossea del pesce: per i pesci le spine rappresentano quello che lo scheletro è per il corpo umano. Svolgono quindi un ruolo molto importante, non sono un semplice “accessorio”: sostengono le branchie e i muscoli.
- In pratica, senza di loro i pesci non riuscirebbero a muoversi nell’acqua, né a respirare correttamente.
- I pesci con meno spine Per fortuna non tutti i pesci sono ricchi di spine: alcuni tipi ne hanno poche e molto facili da togliere.
- Si tratta dei cosiddetti pesci piatti: grazie alla loro forma piatta, riescono a nuotare in orizzontale, proprio a ridosso del fondale marino.
Questi pesci hanno anche poco tessuto muscolare, in quanto non devono nuotare, né faticare molto per procurarsi da mangiare o per sfuggire ai predatori: la parte superiore del loro corpo ha infatti un colore scuro, grazie al quale riescono a mimetizzarsi molto bene con il fondale marino.
Come togliere le spine nel merluzzo?
Procedimento –
Provvediamo innanzitutto a pulire il pesce quindi con le forbici eliminiamo le pinne, e con uno squamapesce o con un semplice coltellino eliminiamo le squame. Poiché il merluzzo è un pesce molto delicato bisogna fare attenzione e lavorare con delicatezza, cercando di esercitare poca pressione per non rovinare le carni particolarmente fragili. La stessa operazione può essere fatta sotto un filo d’acqua in modo che le squame cadano direttamente nel lavello.
In seguito apriamo l’addome praticando un taglio verticale che va dall’orifizio anale fino a sotto la testa, con le dita afferriamo le viscere e le eliminiamo, e poi solleviamo gli opercoli che ricoprono le branche ed eliminiamo anche queste. Infine risciacquiamo bene il merluzzo eliminando ogni traccia di sangue e residui di interiora o squame.
Per sfilettare il merluzzo, eliminiamo prima la testa e poi con un coltellino a lama flessibile pratichiamo un’incisione sul dorso, appena al di sopra della lisca centrale, e tagliamo le carni lavorando il più possibile vicino alla lisca in modo da recuperare più carne e non rovinare il filetto, e continuiamo fino ad arrivare alla coda e staccare completamente il primo filetto.
Procediamo allo stesso modo per l’altra parte di filetto ed eliminiamo completamente la lisca. Infine, sempre con il coltello, pariamo i filetti di merluzzo ed eliminiamo eventuali lische rimaste. Per eliminare le lische vicine alla testa si può utilizzare una pinzetta, oppure sempre con il coltello, si possono eliminare tutte insieme praticando un’incisione a “V” che le circoscriva.
In base alle preparazioni è possibile utilizzare i filetti direttamente con la pelle oppure completamente spellati. Per spellarli pratichiamo una piccola incisione vicino alla coda che ci consenta di trattenere il pesce, e con la lama leggermente inclinata verso il basso procediamo in avanti in modo da separare il filetto dalla pelle stessa. Se si utilizzano i filetti con la pelle è consigliabile praticare delle piccole incisioni per evitare che durante la cottura la pelle possa ritirarsi e deformare i filetti.
Come si tolgono le spine al baccalà?
Dosi per 4 persone Difficoltà Media Il baccalà è l’alimento costituito da due tipologie diverse di merluzzo, che viene salato e stagionato per la conservazione. Si differenzia dallo stoccafisso perchè quest’ultimo viene essiccato al posto della staginatura Quando si compra il baccalà in pescheria solitamente viene venduto già desquamato, ammollato e dissalato in acqua per tante ore.
Questo lungo procedimento dura diversi giorni, nella quale viene cambiata spesso l’acqua e serve per reidratare perfettamente il pesce. Subendo questo processo per la conservazione, il baccalà diventa un pesce molto saporito e salato, per questo va aggiustato di sale solamente a metà o a fine cottura,
Il baccalà è uno tra i pesci più economici, non ha scarti a parte la pelle e può essere cucinato in tantissimi modi: sia in padella, che al forno, o fritto. Ingredienti
1 trancio da 700 g di baccalà già ammollato
Preparazione Lavate sotto l’acqua corrente il baccalà, asciugatelo leggermente con un foglio assorbente di carta da cucina e posizionatelo sul tagliere. Se cucinerete il baccalà in padella a trancetti come qui lasciate la pelle e togliete solo le spine, qualora ve ne siano. Altrimenti, per togliere la pelle posizionate la parte più stretta della coda verso la vostra mano senza coltello. Afferrate saldamente (nel mio caso con la sinistra) la pelle e infilate la lama liscia e lunga del coltello fra la pelle e il bianco del baccalà (che rimarrà sopra, la pelle invece è rivolta verso il tagliere). In base a come cucinerete il baccalà, tagliatelo a pezzi, a tocchetti o a cubetti. “In Romagna è tradizione mangiare il baccalà per la vigilia di Natale e di Pasqua, squisito cucinato alla vicentina, in padella o in umido con le patate !” Ricetta contenuta nelle categorie: