Utilizzare l’aceto bianco – Per eliminare l’intenso odore dell’ammoniaca è possibile utilizzare una soluzione di facile reperibilità in casa; infatti, l’aceto contenendo un’alta percentuale di acido acetico è un rimedio prezioso per la rimozione di molti odori.
- Per ottenere una miscela adeguata, è sufficiente utilizzare in parti eguali acqua ed aceto bianco.
- Per una migliore facilità di impiego, conviene inserire il liquido all’interno di una bottiglia dotata di un erogatore spray, e spruzzarlo nell’area dove precedentemente si è usata l’ammoniaca.
- In alternativa allo spray è possibile versarne qualche goccia su uno straccio, e con lo stesso strofinare la superficie interessata dal cattivo odore.
In questo caso per ottimizzare il risultato conviene optare per due passate una dietro l’altra.4 6
Perché il pesce surgelato puzza di ammoniaca?
Perché è importante consumare il pesce fresco – Il pesce deteriora in fretta a causa della fragile struttura dei suoi tessuti. Subito dopo la morte comincia un irreversibile processo di degradazione durante il quale vengono rilasciati enzimi nocivi per l’uomo.
Già dopo cinque ore dalla morte, diminuisce l’acidità dei tessuti, il che porta alla nascita di microorganismi (specialmente intorno alle branchie). Inoltre, tutte le componenti grasse iniziano a irrancidirsi. Per questo è così importante che il pesce che consumiamo sia fresco (o mangiato appena pescato, o ).
Ora, è possibile che il pesce che stiamo per preparare emani un odore di ammoniaca. Alcuni credono che questo odore sia dovuto ai prodotti utilizzati per ottimizzare la conservazione del pesce, ma così non è. L’odore di ammoniaca è il risultato del processo biologico di deterioramento della carne del pesce.
- La puzza di ammoniaca è tipica dei microorganismi che si formano dopo la morte del pesce.
- Inoltre, non pensiamo che l’odore possa sparire con la cottura perché così non è.
- Anzi, in alcuni casi particolari, come per i, la puzza di ammoniaca si accentuerà durante la cottura.
- Per questo, se il pesce appena acquistato sa di ammoniaca possiamo (dobbiamo) restituirlo subito al pescivendolo, che sarà tenuto a rimborsarci o sostituire il prodotto.
Se non altro, per evitare la brutta pubblicità che potremmo fargli.
Come eliminare l’odore di ammoniaca dal pesce?
Come si toglie l’odore di ammoniaca dal pesce surgelato? – Come si toglie l’odore di ammoniaca dal pesce surgelato? La soluzione ideale è prendere un limone e berlo. Prendete una spugna, cospargetela di succo e pulite la superficie passando la spugna finché non è impregnata di succo. L’odore sarà eliminato se si agisce per qualche minuto.
Perché i crostacei sanno di ammoniaca?
Perché gli scampi sanno di ammoniaca? L’ odore di ammoniaca negli scampi è uno dei segnali a cui prestare attenzione quando si acquistano questi crostacei, perché indica che è iniziato il processo di deterioramento e che non sono più freschissimi, – Pubblicità – Gli scampi sono crostacei decapodi della stessa famiglia dei gamberi, ma si differenziano da questi per la presenza di due lunghe chele frontali; sono protagonisti di molti piatti prelibati, dal risotto, alle linguine, al cocktail di scampi, ma sono ottimi anche gratinati o consumati crudi marinati.
- Contengono vitamine, soprattutto B2 (riboflavina) e PP (niacina), proteine, sali minerali (iodio, magnesio, calcio, ferro e zinco), Omega 3 e 6, ma anche un elevato contenuto di colesterolo, che li rende poco adatti a chi deve seguire un regime alimentare a basso contenuto di grassi.
- I crostacei, e non fanno eccezione gli scampi, contengono una grande quantità di amminoacidi e di enzimi nei tessuti, che in caso di un crostaceo non più fresco, causano mutazioni nell’aspetto e nelle caratteristiche organolettiche,
Queste sono:
l’odore di ammoniaca : causato dalla liberazione di gruppi azotati; l’imbrunimento (o melanosi ): gli scampi, una volta pescati, hanno un carapace ancora rosato che però, col passare del tempo, vira gradualmente al verde-bruno, partendo dalla testa. E’ uno dei segnali che il crostaceo è stato pescato da più tempo; ecco perché spesso crostacei non proprio freschissimi vengono venduti già privati della testa: meglio evitare l’acquisto, in quel caso. la consistenza : più molli sono, meno sono freschi.
Quando i gamberi sanno di ammoniaca?
Conclusioni – In generale i crostacei sono prodotti facilmente deperibili a causa della degradazione enzimatica degli amminoacidi liberi e delle proteine muscolari. A questo si deve l’eventuale odore di ammoniaca; il processo di deperimento dei crostacei può essere arrestato con la cottura o con il congelamento.
Quali alimenti contengono ammoniaca?
Ammoniaca negli alimenti – L’ammoniaca (generalmente in forma di sali di ammonio) si trova negli alimenti come agente lievitante o come regolatore di acidità ma l’ammoniaca trova più ampio impiego nel settore alimentare. L’ammoniaca gassosa è utilizzata in alcune macchine industriali per garantire la pulizia di tutte le componenti metalliche e l’igiene dei cibi che attraversano la filiera.
- Dato che l’ammoniaca è usata per la pulizia di nastri trasportatori e tutti gli altri macchinari che entrano in contatto con gli alimenti, nel prodotto finale si rinvengono tracce di ammoniaca.
- Il livello di ammoniaca in molti alimenti è compreso dai 10 o 100 ppm, si tratta di tracce trascurabili.
- L’ Ammoniaca disciolta in acqua (idrossido di ammonio) è utilizzata in alcuni impianti di trasformazione alimentare (produttori di ghiaccio, latte, imbottigliamento di birra.) per la pulizia delle camere, delle macchine e di altri strumenti.
Anche in questo caso, si possono rilevare tracce -sempre trascurabili- di ammoniaca nel prodotto finale. Alcune carni di selvaggina, così come salumi e formaggi grassi, possono avere livelli di ammoniaca intorno al 1000 ppm. In Germania, l’ ammoniaca alimentare è usata negli alimenti in forma di carbonato d’ammonio mentre nei Paesi nordici (aree baltiche e Olanda) è molto usato il cloruro di ammonio, soprattutto per la produzione del salmiakki (un particolare tipo di liquirizia).
Talvolta l’ammoniaca finisce nei cibi anche quando non dovrebbe. E’ il caso dello scandalo alimentare esploso negli Stati Uniti. Elevati livelli di ammoniaca sono stati rilevati in hamburger, salsicce, würstel e carne macinata. Dopo un’indagine che l’ABC News ha condotto nel marzo del 2012, si è scoperto che il 70 per cento della carne macinata venduta negli States contiene Pink slime a insaputa degli acquirenti.
Il Pink Slime è una “poltiglia rossa”, cioè sostanze ricavate dalla macellazione di tendini, cartilagini e altri scarti di natura animali. Trattandosi di veri e propri scarti, potevano entrare in contatto con le deiezione degli animali durante la macellazione.
Cosa succede se odori ammoniaca?
Se un amico ti bendasse e ti soffiasse addosso l’odore dell’ammoniaca contenuta in una bottiglia, la tua immediata e istintiva reazione sarebbe quella di arretrare immediatamente, come se toccassi una stufa calda. In una scuderia questo odore è usuale, tipico, e per alcuni di noi è quasi un invito a entrare per incontrare il nostro amato Cavallo.
Di fatto, questo dimostra che la risposta all’odore dell’ammoniaca varia a seconda delle situazioni e, non un segreto, per amore dei nostri Cavalli siamo capaci di ignorare pericolose minacce. L’unica domanda da porci, a questo punto, è: l’odore di ammoniaca è una minaccia per noi e per i nostri Cavalli? Spoiler : non dare la colpa all’urina del tuo Cavallo perché è priva di ammoniaca! Non ci credi? La nostra reazione all’odore di ammoniaca è più lieve quando ci troviamo in un ambiente popolato da Cavalli per due semplici ragioni: – non ne siamo sorpresi, anzi diamo per scontata la sua presenza; – associamo questo odore ai meravigliosi sentimenti positivi che i nostri Cavalli ci fanno vivere.
Torniamo al vero problema. I fumi d’ammoniaca sono pericolosi? Diamo un’occhiata più da vicino al gas stesso, cos’è l’ammoniaca? L’ammoniaca (NH3) è un gas caustico riconosciuto dalle istituzioni e nelle pubblicazioni scientifiche, come un ” forte irritante ” anche a piccole dosi e a concentrazioni relativamente basse.
- Il più delle volte, l’ammoniaca irrita tessuti vulnerabili come pelle, occhi, naso, sistema respiratorio e polmoni,
- L’effetto può variare da un disagio reversibile di breve durata, a gravi effetti sulla salute di tipo cronico, irreversibile e, talvolta, letale.
- Quanta ammoniaca è troppa? Il riferimento standard che fissa i limiti di sicurezza per l’esposizione a gas nocivi, inclusa l’ammoniaca, è il livello della linea guida per l’esposizione acuta, o AEGL,
Esistono tre livelli di esposizione AEGL, ciascuno suddiviso in cinque periodi di esposizione: 10 minuti, 30 minuti, un’ora, quattro ore e otto ore. Più forte è l’ammoniaca, più breve è il tempo di esposizione che può causare lesioni irreversibili. Abbiamo misurato i livelli di ammoniaca per sei anni consecutivi in diverse strutture d’alta fascia,
- Ovunque i livelli di ammoniaca all’interno dei box variavano da 80 a 450 ppm (parti per milione) quando misurati entro 30 centimetri dal pavimento del box.
- Le ventole installate nei box e negli altri ambienti non hanno avuto un effetto significativo sui livelli di ammoniaca.
- Anche a un metro e mezzo da terra (all’incirca nella portata del naso umano medio), i livelli di ammoniaca nei box variavano da 10 a 50 ppm,
In sintesi: – i livelli di ammoniaca erano al di sotto della soglia AEGL-1 (massimo 30ppm), considerata non pericolosa, solamente nei corridoi delle strutture ; – in molti box, si sono registrati livelli pari a AEGL-3, quindi, potenzialmente letali.
Tale livello, infatti, è rappresentato da un’esposizione di 390 ppm per otto ore. È quindi stato abbondantemente superato nei tanti box dove abbiamo registrato livelli pari a 450 ppm a 30 centimetri dal suolo. Considera ora che molti Cavalli trascorrono molto più di otto ore nel loro box ogni giorno. Il rischio a lesione agli occhi, alla pelle e alle vie respiratorie è reale! Ciò non significa che ogni Cavallo esposto a questi alti livelli di ammoniaca rischia conseguenze letali ma sicuramente il suo futuro di atleta e, in generale, la sua qualità di vita possono essere gravemente compromessi.
Da dove arriva tutta questa ammoniaca nel box del tuo Cavallo? Sfatiamo subito un mito: l ‘urina del tuo Cavallo non contiene ammoniaca! La sua, urina, però, contiene un sottoprodotto della sua digestione detto “urea”, assolutamente inodore. L’ammoniaca si forma dalla scomposizione dell’urea a opera di batteri che ne nutriscono.
A complicare questa indagine, interviene un altro fattore: l’urina del tuo Cavallo, se sano, è sterile, non contiene i batteri in questione. Quindi, da dove arrivano questi batteri? Essi sono abbondanti in molti substrati del terreno, Se l’urea è regolarmente disponibile, la loro popolazione, anche se inizialmente piccola, esplode presto e, di conseguenza, il livello di ammoniaca nel box si intensifica esponenzialmente con ogni nuovo “arrivo” di cibo ricco di urea (l’urina del tuo cavallo).
Come evitare la formazione dell’ammoniaca nel box del tuo Cavallo? Facciamo prima qualche calcolo. Il volume tipico di urina che il tuo Cavallo espelle in una singola minzione varia da 1,8 litri a più di 3 litri. Moltiplica questo volume per tutte le volte che il tuo Cavallo urina dentro il box.
- Bene, non esiste lettiera al mondo capace di assorbire questi volumi,
- Non quelle in argilla, non quelle di sabbia, non quelle di ghiaia, non quelle di cemento poroso, non i tappetini in gomma.
- In più: – quando rimuovi la lettiera sporca, puoi dirti certo di aver rimosso il 100% dell’urina presente nel box? – il pavimento sotto la lettiera è poroso e, quindi, può assorbire dell’urina? Il problema, capisci, è piuttosto complesso e per essere risolto occorre una soluzione capace di garantirti: – massima impermeabilità ; – zero vie di fuga per l’urina; – facilità di pulizia; – comodità per il tuo Cavallo.
Nella costruzione dei box è, quindi, fondamentale:
progettare pavimenti non porosi ; utilizzare tappeti di gomma che coprono l’intera superfice e che devono essere ben aderenti alle pareti, in modo da sigillare l’intera area; evitare materassini in piccole sezioni che si incastrano come i pezzi di un puzzle: non possono garantirti l’impermeabilità necessaria.
La soluzione, 13 anni dopo il libro “How To Be The Perfect Horsekeeper”. Nel suo libro, pubblicato nel 2005, Karen E.N. Hayes, Veterinaria e autrice pluripremiata di cinque libri per la cura dei Cavalli e di centinaia di articoli in riviste come Equus e Horse & Rider, ha indicato quelle che, secondo lei, erano i migliori sistemi al mondo : – Lap-N-Lock al primo posto; – ComfortStall al terzo posto.
- A distanza di 13 anni, abbiamo chiesto all’autrice, un vero punto di riferimento per la comunità mondiale degli amanti dei Cavalli, se avesse cambiato la sua opinione.
- Bene, il sistema Lap-N-Lock non ha retto il confronto con il sistema ComfortStall, né per la lotta ai fumi di ammoniaca né per garantire il massimo comfort ai Cavalli.
ComfortStall, dice l’autrice, rimane morbido, simile all’erba, fornisce il miglior supporto allo zoccolo e garantisce il massimo dell’ impermeabilità, della resistenza e della facilità di pulizia. Inoltre, a differenza dei pannelli Lap-N-Lock, ComfortStall è estremamente facile da installare,
A cosa fa male l’ammoniaca?
Che cos’è L’ ammoniaca ( NH 3 ) è un gas incolore tossico, dall’odore pungente caratteristico, solubile in acqua. L’ammoniaca è fondamentale nel ciclo del ricambio chimico del suolo, perché fornisce l’azoto, uno dei tre elementi nutrizionali principali delle piante e degli animali.
- L’80% dell’ammoniaca prodotta dall’uomo è utilizzata come fertilizzante, il resto per la produzione di fibre sintetiche, plastica, esplosivi e prodotti detergenti.
- Vie di esposizione L’ammoniaca è prodotta naturalmente dall’organismo umano, da parte di organi e tessuti o da parte dei batteri che vivono nell’intestino.
L’ammoniaca è un elemento chiave nel metabolismo dei mammiferi. Ha un ruolo essenziale nella regolazione dell’equilibrio acido-base e nella biosintesi di purine, pirimidine, aminoacidi non essenziali. L’esposizione da fonti ambientali è insignificante rispetto alla sintesi endogena.
L’ammoniaca è presente nell’aria (concentrazione nell’aria urbana: 20 µg/m 3 ), soprattutto nelle aree circostanti ad allevamenti animali intensivi. I livelli normalmente presenti nelle acque superficiali e profonde sono di 0,2 mg/L. Acque profonde anaerobiche possono contenerne fino a 3 mg/L, ma in genere l’ammoniaca si trova a livelli inferiori a 0,2 mg/L.
Le acque superficiali possono contenere più di 12 mg/L. L’ammoniaca può essere presente nell’acqua potabile come risultato della disinfezione con cloramine. Effetti sulla salute umana L’ammoniaca è una sostanza corrosiva e i principali effetti tossici sono confinati ai siti di contatto diretto (pelle, occhi, tratti respiratori, bocca).
L’ammoniaca ha un effetto tossico nel caso in cui la sua assunzione superi la capacità di smaltimento. Effetti tossici sono osservati solo in caso di esposizioni superiori a 200 mg/Kg di peso corporeo: alterazione dell’equilibrio acido-base, ridotta tolleranza al glucosio, riduzione della sensibilità all’insulina a livello tessutale.
Studi su animali di laboratorio hanno evidenziato che l’esposizione acuta a dosi elevate di sali di ammonio causa edema polmonare, acidosi, danno ai reni e al sistema nervoso centrale. Documenti rilevanti Agency for Toxic Substances and Disease Registry (ATSDR).
- Toxicological profile for ammonia, 2004 World Health Organization.
- Ammonia in drinking-water.
- Background document for development of WHO Guidelines for drinking-water quality, 2003.
- Selezione articoli di particolare interesse Behera SN, Sharma M, Aneja VP, Balasubramanian R.
- Ammonia in the atmosphere: a review on emission sources, atmospheric chemistry and deposition on terrestrial bodies,
Environ Sci Pollut Res Int.2013 Aug 28
Come riconoscere intossicazione da pesce?
L’intossicazione da pesci e da molluschi coinvolge una delle numerose tossine che possono causare manifestazioni gastrointestinali, neurologiche o istaminate. L’intossicazione da ciguatera è dovuta al consumo di qualsiasi tra > 400 specie di pesci presenti nelle barriere coralline tropicali della Florida, Indie Occidentali, o Pacifico, dove un dinoflagellato produce una tossina che si accumula nella carne dei pesci erbivori. I pesci carnivori più vecchi e grandi (p. es., cernie, dentice, sgombro reale, barracuda) che sono al vertice della catena alimentare contengono una maggior quantità di tossina. Non esiste alcun procedimento, inclusa la cottura, che protegga dalla tossina, il sapore non ne viene modificato. L’intossicazione può verificarsi dopo aver mangiato pesce fresco o congelato. Non esiste in commercio un test per la ricerca della ciguatossina nel pesce. I sintomi iniziano da 2 a 8 h dopo l’ingestione. Coliche addominali, nausea, vomito, diarrea durano da 6 a 17 h; poi, insorgono prurito, parestesie, cefalea, mialgia, inversione della sensazione di caldo e freddo e dolori al volto. Dopo mesi, insoliti fenomeni di alterata sensibilità e nervosismo possono essere debilitanti. È stata proposta una terapia con mannitolo EV, ma non sono stati dimostrati chiari effetti benefici. L’intossicazione sgombroide è causata dagli alti livelli di istamina presenti nella polpa del pesce e derivati dalla decomposizione batterica dopo la cattura. Specie comunemente colpite sono
Tonno Sgombro reale Bonito (o tombarello) Tonnetto striato Lampuga (o corifena cavallina)
Il pesce può avere un sapore piccante o amaro. Si manifestano dopo pochi minuti dall’ingestione flushing del volto, nausea, vomito, dolore epigastrico e orticaria che si risolvono entro 24 h. I sintomi vengono spesso scambiati con quelli di un’allergia al pesce. A differenza di altre intossicazioni da pesci, questa può essere prevenuta mediante un’appropriata conservazione del pesce dopo la cattura. L’intossicazione da tetrodotossina è solitamente dovuta all’ingestione del pesce palla (fugu), una raffinatezza giapponese, ma un numero > 100 di specie di acqua dolce e salata contengono la tetrodotossina. I primi sintomi comprendono parestesie al volto e agli arti, seguite da aumento della salivazione, nausea, vomito, diarrea e dolore addominale. Potenzialmente si può sviluppare anche una paralisi respiratoria fatale. Il trattamento prevede terapia di supporto con assistenza ventilatoria fino all’escrezione della tossina, che può richiedere giorni. La tossina non viene distrutta mediante la cottura o il congelamento. L’intossicazione paralizzante da molluschi si manifesta nel periodo da giugno a ottobre, specialmente sulle coste del Pacifico e del New England, quando cozze, molluschi, ostriche e cappesante vengono contaminate da un dinoflagellato velenoso responsabile della marea rossa. Questo dinoflagellato produce la neurotossina sassitossina, che è resistente alla cottura. Dopo 5-30 minuti dall’ingestione compaiono parestesie periorali. Poi si manifestano nausea, vomito, crampi addominali, cui segue astenia muscolare. Il trattamento è di supporto. La paralisi respiratoria non trattata può risultare fatale; la guarigione è di solito completa. NOTA: Questa è la Versione per Professionisti. CLICCA QUI CONSULTA LA VERSIONE PER I PAZIENTI Copyright © 2023 Merck & Co., Inc., Rahway, NJ, USA e sue affiliate. Tutti i diritti riservati.
Qual è il pesce più contaminato?
Pesce al mercurio? Ecco quale ne contiene di più. La lista (clamorosa) È un alimento consigliato da tutti gli specialisti in una dieta equilibrata e sana. Eppure studi recenti hanno dimostrato che quasi tutti i tipi hanno tracce di mercurio, alcuni di loro con percentuali preoccupantii: si tratta del pesce, e l’effetto principale che si può subire di questo alimento contaminato è l’ alterazione del sistema neurologico,
Per questo motivo, l’ Agenzia per la protezione dell’ambiente (EPA) raccomanda che soprattutto le donne in età fertile, le donne in gravidanza, le donne che allattano e i bambini piccoli evitino di mangiare le specie marine più soggette a questa contaminazione. I nutrizionisti, in particolare, raccomandano di evitare di mangiare pesci predatori di grandi dimensioni, che contengono più mercurio.
Inoltre, si consiglia di dare la preferenza alle specie che si trovano più in basso nella catena alimentare. Ma sarebbe uno dei tipi più amati dagli italiani il pesce più contaminato di mercurio: nessuno se lo aspetterebbe, ma si tratta del pesce spada, proprio perché è un predatore che si nutre di grandi quantità di pesce al giorno.
Quando i crostacei sanno di ammoniaca?
Conclusioni – In generale i crostacei sono prodotti facilmente deperibili a causa della degradazione enzimatica degli amminoacidi liberi e delle proteine muscolari. A questo si deve l’eventuale odore di ammoniaca; il processo di deperimento dei crostacei può essere arrestato con la cottura o con il congelamento.
Cosa significa quando il pesce puzza?
L’odore intenso di cui il pesce, soprattutto di mare, si impregna dopo la cattura deriva dalla trimetilammina, un composto organico altamente volatile contenente azoto. Questa molecola si forma per l’azione di microrganismi presenti su pelle e squame, che col passare del tempo degradano le cellule.
Per averne abbastanza da dar fastidio bastano anche meno dei fatidici tre giorni. Antidoti. Per limitare l’impatto sgradevole di queste molecole, la gastronomia ha da sempre fatto uso di preparazioni a base di sostanze acide. Come la lessatura del pesce in court bouillon, un brodo ristretto preparato con acqua salata, sedano, carota, cipolla e vino, aceto o succo di limone; oppure la cottura in umido al pomodoro, tipica della tradizione mediterranea, le preparazioni in carpione o più semplicemente il limone come condimento.
Infatti, la trimetilammina diventa solubile in presenza di acidi, perdendo la volatilità che la fa giungere fino ai nostri recettori olfattivi. Fotogallery 30 trucchi per conservare il cibo più a lungo Per far maturare più velocemente i pomodori conservateli con la frutta: l’etilene accelererà il processo. Quelli già giunti a maturazione andrebbero lasciati a temperatura ambiente, lontani da fonti di calore dirette, col picciolo rivolto verso l’alto (meglio se ancora uniti in un grappolo). Le banane fanno parte dei cosiddetti “frutti climaterici”: frutti, cioè, che continuano a maturare anche dopo essere stati staccati dalla pianta e che nella fase finale della maturazione aumentano la produzione di etilene. In un’ora un chilo di banane lasciato a una temperatura di 15 °C produce 5 microlitri di etilene, e ne bastano pochi microgrammi per accelerare il processo di annerimento dei frutti. Un foglio di carta da cucina o un tovagliolo di carta (da sostituire ogni tanto) assorbiranno l’umidità dell’insalata aiutando a conservarla più a lungo. In ogni caso, una volta acquistata toglietela dal sacchetto di plastica e riponetela, insieme alla carta assorbente, in un’insalatiera o in una busta di carta: la plastica fa aumentare la condensa. Foto: © Photo by planningqueen, Flickr Adv Le fragole? Ecco un consiglio per evitare di buttarne in pattumiera interi cestini. Preparate in un’insalatiera una soluzione con 10 parti d’acqua e una di aceto bianco o di mele. Tuffateci le fragole, mescolate qualche volta, scolate e risciacquate. L’aceto eliminerà batteri e muffe, e la frutta durerà quasi due settimane (senza sapere di aceto, poiché la soluzione è molto diluita). Messe in un paio di vecchi collant (puliti!) e appese in un luogo asciutto, fresco e buio, come un armadio o una soffitta, le cipolle dureranno fino a 8 mesi. Inseritele una a una nelle “gambe” delle calze, e separate un ortaggio dall’altro con un nodo. In ogni caso, tenete le cipolle della dispensa lontano dalle patate: i gas prodotti dalle prime fanno germogliare le patate più velocemente. Potrete riunirle in cottura, magari all’interno di una frittata. Foto: © Photo by mrhayata, Flickr Adv Suggerimento: conservare le patate accanto alle mele, rimarrano più a lungo senza germogli (fino a 2 mesi). Su questo punto, però, non tutti sono d’accordo: alcuni esperimenti scientifici hanno dimostrato che l’etilene, un gas inodore prodotto dalle mele durante il processo di maturazione, fa germogliare le patate più velocemente. Foto: © Photo by McBeth Per mantenere gli asparagi freschi e croccanti più a lungo vanno tenuti come i fiori: tagliate di un centimetro i gambi, e riponete l’intero “mazzo” in un vaso pieno d’acqua fresca. Così come sono potete metterli in frigorifero, magari coperti da una busta di plastica. Lo stesso metodo di conservazione si può sfruttare anche per mantenere fresche le piante aromatiche in foglia – come basilico, prezzemolo, coriandolo ed erba cipollina – appena acquistate. A meno che non decidiate di coltivarle direttamente in vaso, sul balcone. Foto: © Photo by Bernie, Flickr Adv L’aglio. In genere se ne usa poco per volta, e conservato per settimane in frigo rischia di germogliare. Per farlo durare più a lungo, gli esperti consigliano di tenerlo al riparo dalla luce in un luogo fresco e asciutto, che abbia una temperatura intorno ai 10 °C (per esempio, in una cantina). Le aromatiche dalla foglia più “carnosa”, come il timo, possono essere appese ed essiccate al sole in estate, per poi essere sgranate e conservate in barattoli di vetro durante il resto dell’anno. Foto: © Photo by cookbookman17, Flickr Disponeteli sempre in bella vista nella parte centrale del frigorifero. Sarà più facile ricordarsi che, prima di aprire qualcosa di nuovo, occorre finire quelli. Si stima che per ogni consumatore di Europa e Nord America finiscano in pattumiera, ogni anno, dai 95 ai 115 chili di cibo, Così come la carne, il pesce deve essere riposto nella parte più fredda del frigo (in genere il comparto più basso). Dopo averlo eviscerato e lavato, sistematelo negli appositi sacchetti da frigorifero e consumatelo entro 24 ore. Altrimenti, meglio congelarlo. Foto: © Photo by Alizée VAUQUELIN, Flickr Tenete da parte i barattoli delle conserve sott’olio e delle marmellate: saranno un ottimo contenitore per gli avanzi, molto più adatti alla conservazione rispetto alle classiche vaschette di plastica: il vetro, a differenza della plastica, è un materiale non poroso e tende a non assorbire odori e colori dei cibi. Foto: © Photo by Chiot’s Run, Flickr Interi e freschi i porri marciscono in fretta. Ma se li tagliate e li mettete in una bottiglia di plastica da mezzo litro, potrete facilmente congelarli, e utilizzarne nelle giuste quantità ogni volta che vi servono. Foto: © Photo by ammanteufel, Flickr Adv I broccoli andrebbero consumati entro pochi giorni dall’acquisto, perché sono ortaggi che “respirano” – cioè consumano ossigeno e zuccheri per produrre nutrienti utili alle proprie cellule – molto velocemente. Per prolungare la loro vita, può essere utile avvolgerli in un foglio di alluminio, o in una pellicola che li isoli dall’atmosfera, limitando il contatto con l’ossigeno e rallentando di fatto la respirazione. Cercate di comprarli a piccole dosi, mano a mano che vi servono, evitando scorte eccessive che ammuffiranno facilmente. Avvolgeteli nella carta oleata di confezionamento, separati per tipo, e riponeteli nella parte del frigo più adatta a prevenire essicazione, eccesso di calore o di freddo. Una volta aperta la confezione, il parmigiano va conservato in frigo a una temperatura di 4-8 °C, possibilmente al riparo da cibi particolarmente odorosi (la parte grassa del formaggio tenderà ad assorbire gli odori). Lo si può lasciare avvolto in una pellicola per alimenti, controllando che il frigo non sia eccessivamente ventilato e mantenga il giusto grado di umidità, ma per una conservazione migliore sono più indicati la carta o la stoffa. Se state per congelare le erbe aromatiche, potete optare per una soluzione molto pratica (che farà storcere il naso ad alcuni “puristi” della cucina): inserite ciuffetti di basilico, prezzemolo o altre aromatiche in foglia in un dito o due di olio, e congelate. Ricaverete pratici “cubetti” da utilizzare per condire al momento qualunque piatto. Foto: © Photo by maizers, Flickr Tenute in freezer, le radici di zenzero saranno più facili da grattuggiare e pelare al momento opportuno, perché meno fibrose di quando lo zenzero è fresco. Unico inconveniente: una volta congelate, saranno difficili da tagliare. Se dovete farlo, meglio dividerle in pezzi prima di riporle in congelatore. Foto: © Photo by jimlightfoot26, Flickr Il classico sacchetto di plastica farebbe inumidire eccessivamente i funghi che ammuffirebbero. Conservateli in una busta di carta, riposti in frigorifero o in un altro luogo fresco e asciutto. I funghi hanno zero calorie? E perché quelli velenosi hanno colori vivaci? Foto: © Photo by gorgeoux, Flickr Adv Il pane fresco andrà conservato in un sacchetto di carta, o all’aria (al massimo coperto da un panno pulito): in ogni caso, a una temperatura di circa 20 °C, e in un luogo asciutto. I sacchetti di plastica sono adatti al pane in cassetta, che contiene conservanti e difficilmente ammuffisce.
- Mentre il pane cotto in forno, tenuto direttamente nella plastica o in frigorifero, tenderà a diventare gommoso e ad ammuffire più facilmente.
- Meglio, se lo si vuole conservare per due o tre giorni, avvolgerlo prima in un sacchetto di carta (che ne assorbirà l’umidità) e poi nella plastica, che lo terrà al riparo dall’aria.
Oppure, lo si può congelare, dopo averlo tagliato a fette e aver rimosso tutta l’aria dai sacchetti da freezer. Quando è nato il pane? Da dove viene il lievito usato per prepararlo? Perché dopo poche ore diventa secco? Foto: © Photo by M. Martin Vicente, Flickr Una mela ammaccata contagerà le altre più facilmente, poiché l’etilene viene prodotto in grandi quantità quando un frutto è sottoposto a stress e traumi (come una botta): consumatela per prima, dopo aver rimosso la parte scurita e ossidata.10 consigli per non far marcire frutta e verdura Foto: © Photo by mbeo, Flickr Conserva il latte nella parte intermedia del frigo e non nell’anta laterale, dove rischia di prendere calore ogni volta che apri lo sportello. Foto: © Photo by adamkempa, Flickr Adv Un buon modo per utilizzare la frutta secca, e non lasciarla abbandonata per ere geologiche in qualche anta della dispensa, è arrostirla nel forno non appena comprata, lasciarla raffreddare e stiparla in barattoli. Sarà così pronta all’uso ogni volta che vorrete utilizzarla in qualche ricetta. Foto: © Photo by Rex Roof, Flickr La temperatura ideale di conservazione delle uova in frigorifero è di 4-5 °C, pertanto meglio evitare di tenerle nella porta del frigo, dove alloggia l’apposito contenitore, e riporle nel ripiano più alto, dove staranno più al fresco. Conservatele nel contenitore d’acquisto, e non a contatto con altri cibi per scongiurare il rischio di contaminazione degli alimenti con il batterio della salmonella, che si può annidare sul guscio. I tappi e le estremità superiori delle bottiglie di plastica possono essere riutilizzati per chiudere i sacchetti per alimenti in modo ermetico. Foto: © Photo via salubriousexclamation.com Adv Cerca di tenere il tuo frigo ordinato: nei cassetti in basso, riponi frutta e verdura; nei ripiani più bassi, quelli più freddi, puoi tenere carne e pesce, e prodotti deperibili come i salumi o i formaggi freschi. Nello spazio più in alto puoi tenere formaggi stagionati e cibi cotti, e le bibite nello sportello.
Evita di tenere il frigo troppo pieno: l’aria fredda non riuscirebbe a circolare e ciò potrebbe compromettere la conservazione del cibo. Inoltre, faresti fatica ad accorgerti di ciò che hai e rischieresti di far scadere gli alimenti. Tieni i cibi cotti separati da quelli crudi, per evitare contaminazioni batteriche; e cerca di non sostare a lungo davanti al frigorifero aperto.
Foto: © Photo by Bitch Cakes, Flickr Si possono congelare carne e pesce freschi, frutta e verdura (a patto che non si tratti di ortaggi troppo acquosi come pomodori, insalata, cetrioli, banane o pesche, o – ancora – di patate), cibi cotti, sughi, pane. Una volta scongelato, è bene non ricongelare, per scongiurare contaminazioni batteriche e perdita di sostanze nutrienti, Ricordati di pulire il frigo regolarmente (va benissimo una miscela, atossica e disinfettante, di acqua e aceto, o acqua e bicarbonato), e asciugalo con attenzione dopo il lavaggio: il cibo resisterà più a lungo. Assicurati che non si formi ghiaccio alle pareti, ed effettua regolarmente le operazioni di sbrinatura.
Perché i crostacei sanno di ammoniaca?
Perché gli scampi sanno di ammoniaca? L’ odore di ammoniaca negli scampi è uno dei segnali a cui prestare attenzione quando si acquistano questi crostacei, perché indica che è iniziato il processo di deterioramento e che non sono più freschissimi, – Pubblicità – Gli scampi sono crostacei decapodi della stessa famiglia dei gamberi, ma si differenziano da questi per la presenza di due lunghe chele frontali; sono protagonisti di molti piatti prelibati, dal risotto, alle linguine, al cocktail di scampi, ma sono ottimi anche gratinati o consumati crudi marinati.
- Contengono vitamine, soprattutto B2 (riboflavina) e PP (niacina), proteine, sali minerali (iodio, magnesio, calcio, ferro e zinco), Omega 3 e 6, ma anche un elevato contenuto di colesterolo, che li rende poco adatti a chi deve seguire un regime alimentare a basso contenuto di grassi.
- I crostacei, e non fanno eccezione gli scampi, contengono una grande quantità di amminoacidi e di enzimi nei tessuti, che in caso di un crostaceo non più fresco, causano mutazioni nell’aspetto e nelle caratteristiche organolettiche,
Queste sono:
l’odore di ammoniaca : causato dalla liberazione di gruppi azotati; l’imbrunimento (o melanosi ): gli scampi, una volta pescati, hanno un carapace ancora rosato che però, col passare del tempo, vira gradualmente al verde-bruno, partendo dalla testa. E’ uno dei segnali che il crostaceo è stato pescato da più tempo; ecco perché spesso crostacei non proprio freschissimi vengono venduti già privati della testa: meglio evitare l’acquisto, in quel caso. la consistenza : più molli sono, meno sono freschi.
Che odore ha il pesce andato a male?
3 Modi per Capire se il Pesce È Andato a Male Il pesce tende a preservarsi bene nel congelatore o in frigorifero e può essere conservato in entrambi prima di venire consumato. Tuttavia con il tempo andrà a male e mangiarlo può diventare pericoloso per la salute.
- 1 Butta il pesce conservato in frigo due giorni dopo la data di scadenza. Il pesce crudo non dura a lungo in frigorifero e inizia ad andare a male subito dopo la data di scadenza. Cerca la data riportata sulla confezione: se sono passati più di uno o due giorni, buttalo via.
- Se vuoi prolungare la conservazione di un pesce, mettilo nel congelatore.
- Se il pesce ha una data di scadenza nella forma “Entro e non oltre”, non conservarlo oltre quella data. Le date di scadenza di quel tipo indicano che il pesce inizierà a marcire se non viene mangiato entro i limiti consigliati.
- 2 Tieni il pesce cotto in frigo per 5-6 giorni oltre la data di scadenza. Se hai acquistato un pesce già cotto o l’hai cucinato tu, puoi conservarlo più a lungo di quello crudo se lo metti in frigorifero in un contenitore ermetico. Tuttavia, dovrai buttarlo dopo 5-6 giorni.
- Se sai già che non riuscirai a mangiare il pesce cotto prima che vada a male, mettilo nel congelatore per conservarlo più a lungo.
- Se hai intenzione di buttare via la confezione originale del pesce una volta cotto, annota la data di scadenza, in modo da non rischiare di dimenticarla.
- Puoi scrivere la data di scadenza su un post-it da attaccare al contenitore in cui conservi il pesce. In alternativa, scrivi la data su un blocco note che terrai accanto al frigorifero.
- 3 Conserva il pesce congelato per 6-9 mesi oltre la data di scadenza. Che sia crudo o cotto, il pesce congelato dura molto più a lungo di quello conservato in frigo. L’unica eccezione a questa regola è il salmone affumicato. Persino nel congelatore, il salmone si conserva solamente per 3-6 mesi.
- Puoi sempre congelare il salmone, anche se l’hai comprato crudo o l’hai cotto tu. Per farlo, avvolgi i tranci nella pellicola di plastica oppure mettili in un sacchetto di plastica a chiusura ermetica.
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- 1 Tocca il pesce crudo e senti se ha una patina viscida. Quando il pesce invecchia e inizia ad andare a male, la superficie esterna diventa più umida e con il tempo sviluppa un sottile strato viscido. Questo è un segno inequivocabile che il pesce sta andando a male. Quando sarà del tutto marcio, la patina sulla carne diventerà densa e scivolosa al tatto.
- Butta il pesce fresco appena noti la comparsa di questa patina viscida.
- Il pesce cotto non svilupperà questa patina, neppure quando va a male.
- 2 Senti se il pesce ha un odore pungente. Tutti i pesci, crudi o cotti, hanno lo stesso odore caratteristico. Tuttavia quelli conservati in frigo che stanno andando a male hanno un odore più pronunciato. Con il tempo l’intenso odore di pesce si trasforma nel puzzo rancido della carne marcia.
- Man mano che il pesce va a male, il suo odore pungente diventa sempre più intenso. È meglio buttarlo appena ha un cattivo odore.
- 3 Nota se il pesce crudo ha un colore lattiginoso. La carne del pesce di solito è di colore rosa chiaro o bianca, con un rivestimento liquido sottile e trasparente. Quando il pesce fresco o conservato in frigo inizia ad andare a male, la carne assumerà un colore lucido e lattiginoso. Le parti lattiginose possono poi diventare blu o grigie.
- Se hai già cotto il pesce, non diventerà lattiginoso. Questo segnale vale solo per il pesce crudo.
- 4 Nota la presenza di bruciature da freddo. Se hai conservato il pesce nel congelatore per più di 9 mesi può iniziare a mostrare questi segni. Cerca parti ghiacciate cristallizzate che si sono formate sulla superficie del pesce e nota tutte le zone decolorate. Butta tutti i cibi che presentano queste bruciature.
- Il cibo in queste condizioni è tecnicamente commestibile e non ti farà stare male. Tuttavia, il pesce perde quasi tutto il proprio sapore e assume una consistenza granulosa quando resta troppo tempo nel congelatore.
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- 1 Nota se le linee bianche nella carne sono scomparse. Il salmone, contrariamente a molti altri tipi di pesce, è noto per le sottili linee bianche che separano gli strati della carne. Queste linee indicano che il pesce è ancora fresco e commestibile; se non le noti più, o se sono diventate grigie, probabilmente il salmone è andato a male.
- 2 Tocca il salmone per controllare se è sodo. Il salmone fresco e commestibile è sodo al tatto. Se il trancio che hai conservato in frigorifero è diventato spugnoso o inaspettatamente morbido, probabilmente è andato a male.
- Le linee bianche tra gli strati del salmone indicano la sua consistenza, oltre alla freschezza. Quando sono sparite, la carne sarà quasi certamente spugnosa.
- 3 Ispeziona il salmone alla ricerca di parti decolorate. Contrariamente agli altri tipi di pesce, parti del salmone perdono il proprio colore quando inizia ad andare a male. Osserva la superficie della carne. Se noti macchie di colore diverso dal rosa classico, probabilmente il pesce sta marcendo.
- Le decolorazioni più comuni sono di colore scuro. Tuttavia il salmone andato a male può presentare anche piccole macchie biancastre.
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- Il pesce in scatola dura per anni. Il tonno, le acciughe o le sardine in scatola possono essere conservati per 2-5 anni oltre la data di scadenza indicata sulla confezione. Oltre quel limite, però, è meglio buttare il pesce in scatola.
- Se il pesce in scatola ha una data di scadenza del tipo “entro e non oltre”, dovresti consumarlo prima della data indicata.
- Dato che il salmone va a male molto più velocemente degli altri tipi di pesce in scatola, non dovresti conservarlo nella dispensa per più di 6-9 mesi.
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Quando hai dubbi, butta via il pesce che sospetti possa essere andato a male. Non vale la pena di rischiare un’intossicazione alimentare.
Pubblicità Co-redatto da: Staff di wikiHow – Redazione Questo articolo è stato scritto in collaborazione con il nostro team di editor e ricercatori esperti che ne hanno approvato accuratezza ed esaustività. Il di wikiHow controlla con cura il lavoro dello staff di redattori per assicurarsi che ogni articolo incontri i nostri standard di qualità.