Lavali con acqua e aceto. Oltre a togliere l’odore,si fisserà anche il bagno di colore.
Come si toglie l’odore di ammoniaca dal pesce surgelato?
Utilizzare l’aceto bianco – Per eliminare l’intenso odore dell’ammoniaca è possibile utilizzare una soluzione di facile reperibilità in casa; infatti, l’aceto contenendo un’alta percentuale di acido acetico è un rimedio prezioso per la rimozione di molti odori.
Per ottenere una miscela adeguata, è sufficiente utilizzare in parti eguali acqua ed aceto bianco. Per una migliore facilità di impiego, conviene inserire il liquido all’interno di una bottiglia dotata di un erogatore spray, e spruzzarlo nell’area dove precedentemente si è usata l’ammoniaca. In alternativa allo spray è possibile versarne qualche goccia su uno straccio, e con lo stesso strofinare la superficie interessata dal cattivo odore.
In questo caso per ottimizzare il risultato conviene optare per due passate una dietro l’altra.4 6
Come eliminare il sapore forte del pesce?
Come cucinare il pesce senza cattivi odori – Partiamo anzitutto da un consiglio utile durante le operazioni di cottura del pesce bollito. Se non volete che faccia odore, basta mettere nell’acqua di bollitura qualche foglia di alloro. Durante la cottura il cattivo odore non ci sarà e potrete assaporare il vostro piatto in assoluta serenità.
Come lavare il pesce congelato?
Consigli utili su come scongelare e pulire il pesce intero
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Il pesce surgelato, si sa, è un alimento pratico e versatile che può sostituire quello fresco in qualsiasi ricetta, a patto di scongelarlo nella maniera più adatta, di modo che non disperda durante la procedura, sapore, consistenza e sostanze nutritive, ma soprattutto non subisca nessuna alterazione batterica.
Per decongelarlo in maniera sicura, il metodo più semplice è quello di riporlo in frigorifero durante la notte che precede la cottura. Assicurarsi che la temperatura non sia superiore ai 4 gradi; in questo modo il pesce resterà costantemente esposto al freddo, dunque integro, pur scongelandosi completamente. Nel caso in cui il tempo scarseggi, e si avesse la necessità di cucinarlo immediatamente, meglio non farsi tentare dall’idea di lasciarlo sghiacciare a temperatura ambiente, poiché è una tecnica poco igienica. Infatti, mentre le carni interne sono ancora congelate, le porzioni esterne potrebbero iniziare già a deperire. In questa evenienza, si potrà procedere immergendo il pesce in acqua fredda, sia esso ancora nella propria confezione di vendita, oppure riposto preventivamente all’interno di un sacchetto di plastica ben sigillato, per evitare che si bagni. Per verificare che le carni siano completamente scongelate, basterà premervi sopra un dito. Un’altra valida alternativa, a patto di usarla bene, è rappresentata dall’utilizzo del microonde tramite la funzione ” defrost “. Bisognerà riporre il pesce in un contenitore apposito e scongelarlo per diversi minuti, controllandolo di frequente. Fermare il processo quando le carni seppur ancora ghiacciate, risultino malleabili. Se invece, si trattasse di pesce di piccole dimensioni, tagliato a dadini o in filetti, si potrà cuocerlo ancora congelato, senza passaggi intermedi; in tal modo si ha la certezza che non ne sia alterato alcun nutriente. L’unica accortezza da osservare, una volta tolto il pesce dal freezer, è che venga r isciacquato con acqua fredda corrente e, in seguito, asciugato bene con carta assorbente da cucina. Questo step è fondamentale per sbarazzarsi dei cristalli di ghiaccio e di altri residui accumulati durante la fase di surgelazione.
A questo punto il pesce sarà pronto per essere trasformato in una deliziosa preparazione alla griglia, al cartoccio, al forno o al vapore e perché no, in zuppe o stufati. La peculiarità del pesce congelato risiede, infatti, proprio nell’estrema praticità e semplicità del suo utilizzo perché non prevede, a differenza di quello fresco, difficoltose manovre di pulizia ed eviscerazione,
Perché il pesce surgelato puzza?
Perché è importante consumare il pesce fresco – Il pesce deteriora in fretta a causa della fragile struttura dei suoi tessuti. Subito dopo la morte comincia un irreversibile processo di degradazione durante il quale vengono rilasciati enzimi nocivi per l’uomo.
Già dopo cinque ore dalla morte, diminuisce l’acidità dei tessuti, il che porta alla nascita di microorganismi (specialmente intorno alle branchie). Inoltre, tutte le componenti grasse iniziano a irrancidirsi. Per questo è così importante che il pesce che consumiamo sia fresco (o mangiato appena pescato, o ).
Ora, è possibile che il pesce che stiamo per preparare emani un odore di ammoniaca. Alcuni credono che questo odore sia dovuto ai prodotti utilizzati per ottimizzare la conservazione del pesce, ma così non è. L’odore di ammoniaca è il risultato del processo biologico di deterioramento della carne del pesce.
- La puzza di ammoniaca è tipica dei microorganismi che si formano dopo la morte del pesce.
- Inoltre, non pensiamo che l’odore possa sparire con la cottura perché così non è.
- Anzi, in alcuni casi particolari, come per i, la puzza di ammoniaca si accentuerà durante la cottura.
- Per questo, se il pesce appena acquistato sa di ammoniaca possiamo (dobbiamo) restituirlo subito al pescivendolo, che sarà tenuto a rimborsarci o sostituire il prodotto.
Se non altro, per evitare la brutta pubblicità che potremmo fargli.
Perché il pesce fa puzza?
L’odore intenso di cui il pesce, soprattutto di mare, si impregna dopo la cattura deriva dalla trimetilammina, un composto organico altamente volatile contenente azoto. Questa molecola si forma per l’azione di microrganismi presenti su pelle e squame, che col passare del tempo degradano le cellule.
Per averne abbastanza da dar fastidio bastano anche meno dei fatidici tre giorni. Antidoti. Per limitare l’impatto sgradevole di queste molecole, la gastronomia ha da sempre fatto uso di preparazioni a base di sostanze acide. Come la lessatura del pesce in court bouillon, un brodo ristretto preparato con acqua salata, sedano, carota, cipolla e vino, aceto o succo di limone; oppure la cottura in umido al pomodoro, tipica della tradizione mediterranea, le preparazioni in carpione o più semplicemente il limone come condimento.
Infatti, la trimetilammina diventa solubile in presenza di acidi, perdendo la volatilità che la fa giungere fino ai nostri recettori olfattivi. Fotogallery 30 trucchi per conservare il cibo più a lungo Per far maturare più velocemente i pomodori conservateli con la frutta: l’etilene accelererà il processo. Quelli già giunti a maturazione andrebbero lasciati a temperatura ambiente, lontani da fonti di calore dirette, col picciolo rivolto verso l’alto (meglio se ancora uniti in un grappolo). Le banane fanno parte dei cosiddetti “frutti climaterici”: frutti, cioè, che continuano a maturare anche dopo essere stati staccati dalla pianta e che nella fase finale della maturazione aumentano la produzione di etilene. In un’ora un chilo di banane lasciato a una temperatura di 15 °C produce 5 microlitri di etilene, e ne bastano pochi microgrammi per accelerare il processo di annerimento dei frutti. Un foglio di carta da cucina o un tovagliolo di carta (da sostituire ogni tanto) assorbiranno l’umidità dell’insalata aiutando a conservarla più a lungo. In ogni caso, una volta acquistata toglietela dal sacchetto di plastica e riponetela, insieme alla carta assorbente, in un’insalatiera o in una busta di carta: la plastica fa aumentare la condensa. Foto: © Photo by planningqueen, Flickr Adv Le fragole? Ecco un consiglio per evitare di buttarne in pattumiera interi cestini. Preparate in un’insalatiera una soluzione con 10 parti d’acqua e una di aceto bianco o di mele. Tuffateci le fragole, mescolate qualche volta, scolate e risciacquate. L’aceto eliminerà batteri e muffe, e la frutta durerà quasi due settimane (senza sapere di aceto, poiché la soluzione è molto diluita). Messe in un paio di vecchi collant (puliti!) e appese in un luogo asciutto, fresco e buio, come un armadio o una soffitta, le cipolle dureranno fino a 8 mesi. Inseritele una a una nelle “gambe” delle calze, e separate un ortaggio dall’altro con un nodo. In ogni caso, tenete le cipolle della dispensa lontano dalle patate: i gas prodotti dalle prime fanno germogliare le patate più velocemente. Potrete riunirle in cottura, magari all’interno di una frittata. Foto: © Photo by mrhayata, Flickr Adv Suggerimento: conservare le patate accanto alle mele, rimarrano più a lungo senza germogli (fino a 2 mesi). Su questo punto, però, non tutti sono d’accordo: alcuni esperimenti scientifici hanno dimostrato che l’etilene, un gas inodore prodotto dalle mele durante il processo di maturazione, fa germogliare le patate più velocemente. Foto: © Photo by McBeth Per mantenere gli asparagi freschi e croccanti più a lungo vanno tenuti come i fiori: tagliate di un centimetro i gambi, e riponete l’intero “mazzo” in un vaso pieno d’acqua fresca. Così come sono potete metterli in frigorifero, magari coperti da una busta di plastica. Lo stesso metodo di conservazione si può sfruttare anche per mantenere fresche le piante aromatiche in foglia – come basilico, prezzemolo, coriandolo ed erba cipollina – appena acquistate. A meno che non decidiate di coltivarle direttamente in vaso, sul balcone. Foto: © Photo by Bernie, Flickr Adv L’aglio. In genere se ne usa poco per volta, e conservato per settimane in frigo rischia di germogliare. Per farlo durare più a lungo, gli esperti consigliano di tenerlo al riparo dalla luce in un luogo fresco e asciutto, che abbia una temperatura intorno ai 10 °C (per esempio, in una cantina). Le aromatiche dalla foglia più “carnosa”, come il timo, possono essere appese ed essiccate al sole in estate, per poi essere sgranate e conservate in barattoli di vetro durante il resto dell’anno. Foto: © Photo by cookbookman17, Flickr Disponeteli sempre in bella vista nella parte centrale del frigorifero. Sarà più facile ricordarsi che, prima di aprire qualcosa di nuovo, occorre finire quelli. Si stima che per ogni consumatore di Europa e Nord America finiscano in pattumiera, ogni anno, dai 95 ai 115 chili di cibo, Così come la carne, il pesce deve essere riposto nella parte più fredda del frigo (in genere il comparto più basso). Dopo averlo eviscerato e lavato, sistematelo negli appositi sacchetti da frigorifero e consumatelo entro 24 ore. Altrimenti, meglio congelarlo. Foto: © Photo by Alizée VAUQUELIN, Flickr Tenete da parte i barattoli delle conserve sott’olio e delle marmellate: saranno un ottimo contenitore per gli avanzi, molto più adatti alla conservazione rispetto alle classiche vaschette di plastica: il vetro, a differenza della plastica, è un materiale non poroso e tende a non assorbire odori e colori dei cibi. Foto: © Photo by Chiot’s Run, Flickr Interi e freschi i porri marciscono in fretta. Ma se li tagliate e li mettete in una bottiglia di plastica da mezzo litro, potrete facilmente congelarli, e utilizzarne nelle giuste quantità ogni volta che vi servono. Foto: © Photo by ammanteufel, Flickr Adv I broccoli andrebbero consumati entro pochi giorni dall’acquisto, perché sono ortaggi che “respirano” – cioè consumano ossigeno e zuccheri per produrre nutrienti utili alle proprie cellule – molto velocemente. Per prolungare la loro vita, può essere utile avvolgerli in un foglio di alluminio, o in una pellicola che li isoli dall’atmosfera, limitando il contatto con l’ossigeno e rallentando di fatto la respirazione. Cercate di comprarli a piccole dosi, mano a mano che vi servono, evitando scorte eccessive che ammuffiranno facilmente. Avvolgeteli nella carta oleata di confezionamento, separati per tipo, e riponeteli nella parte del frigo più adatta a prevenire essicazione, eccesso di calore o di freddo. Una volta aperta la confezione, il parmigiano va conservato in frigo a una temperatura di 4-8 °C, possibilmente al riparo da cibi particolarmente odorosi (la parte grassa del formaggio tenderà ad assorbire gli odori). Lo si può lasciare avvolto in una pellicola per alimenti, controllando che il frigo non sia eccessivamente ventilato e mantenga il giusto grado di umidità, ma per una conservazione migliore sono più indicati la carta o la stoffa. Se state per congelare le erbe aromatiche, potete optare per una soluzione molto pratica (che farà storcere il naso ad alcuni “puristi” della cucina): inserite ciuffetti di basilico, prezzemolo o altre aromatiche in foglia in un dito o due di olio, e congelate. Ricaverete pratici “cubetti” da utilizzare per condire al momento qualunque piatto. Foto: © Photo by maizers, Flickr Tenute in freezer, le radici di zenzero saranno più facili da grattuggiare e pelare al momento opportuno, perché meno fibrose di quando lo zenzero è fresco. Unico inconveniente: una volta congelate, saranno difficili da tagliare. Se dovete farlo, meglio dividerle in pezzi prima di riporle in congelatore. Foto: © Photo by jimlightfoot26, Flickr Il classico sacchetto di plastica farebbe inumidire eccessivamente i funghi che ammuffirebbero. Conservateli in una busta di carta, riposti in frigorifero o in un altro luogo fresco e asciutto. I funghi hanno zero calorie? E perché quelli velenosi hanno colori vivaci? Foto: © Photo by gorgeoux, Flickr Adv Il pane fresco andrà conservato in un sacchetto di carta, o all’aria (al massimo coperto da un panno pulito): in ogni caso, a una temperatura di circa 20 °C, e in un luogo asciutto. I sacchetti di plastica sono adatti al pane in cassetta, che contiene conservanti e difficilmente ammuffisce.
Mentre il pane cotto in forno, tenuto direttamente nella plastica o in frigorifero, tenderà a diventare gommoso e ad ammuffire più facilmente. Meglio, se lo si vuole conservare per due o tre giorni, avvolgerlo prima in un sacchetto di carta (che ne assorbirà l’umidità) e poi nella plastica, che lo terrà al riparo dall’aria.
Oppure, lo si può congelare, dopo averlo tagliato a fette e aver rimosso tutta l’aria dai sacchetti da freezer. Quando è nato il pane? Da dove viene il lievito usato per prepararlo? Perché dopo poche ore diventa secco? Foto: © Photo by M. Martin Vicente, Flickr Una mela ammaccata contagerà le altre più facilmente, poiché l’etilene viene prodotto in grandi quantità quando un frutto è sottoposto a stress e traumi (come una botta): consumatela per prima, dopo aver rimosso la parte scurita e ossidata.10 consigli per non far marcire frutta e verdura Foto: © Photo by mbeo, Flickr Conserva il latte nella parte intermedia del frigo e non nell’anta laterale, dove rischia di prendere calore ogni volta che apri lo sportello. Foto: © Photo by adamkempa, Flickr Adv Un buon modo per utilizzare la frutta secca, e non lasciarla abbandonata per ere geologiche in qualche anta della dispensa, è arrostirla nel forno non appena comprata, lasciarla raffreddare e stiparla in barattoli. Sarà così pronta all’uso ogni volta che vorrete utilizzarla in qualche ricetta. Foto: © Photo by Rex Roof, Flickr La temperatura ideale di conservazione delle uova in frigorifero è di 4-5 °C, pertanto meglio evitare di tenerle nella porta del frigo, dove alloggia l’apposito contenitore, e riporle nel ripiano più alto, dove staranno più al fresco. Conservatele nel contenitore d’acquisto, e non a contatto con altri cibi per scongiurare il rischio di contaminazione degli alimenti con il batterio della salmonella, che si può annidare sul guscio. I tappi e le estremità superiori delle bottiglie di plastica possono essere riutilizzati per chiudere i sacchetti per alimenti in modo ermetico. Foto: © Photo via salubriousexclamation.com Adv Cerca di tenere il tuo frigo ordinato: nei cassetti in basso, riponi frutta e verdura; nei ripiani più bassi, quelli più freddi, puoi tenere carne e pesce, e prodotti deperibili come i salumi o i formaggi freschi. Nello spazio più in alto puoi tenere formaggi stagionati e cibi cotti, e le bibite nello sportello.
- Evita di tenere il frigo troppo pieno: l’aria fredda non riuscirebbe a circolare e ciò potrebbe compromettere la conservazione del cibo.
- Inoltre, faresti fatica ad accorgerti di ciò che hai e rischieresti di far scadere gli alimenti.
- Tieni i cibi cotti separati da quelli crudi, per evitare contaminazioni batteriche; e cerca di non sostare a lungo davanti al frigorifero aperto.
Foto: © Photo by Bitch Cakes, Flickr Si possono congelare carne e pesce freschi, frutta e verdura (a patto che non si tratti di ortaggi troppo acquosi come pomodori, insalata, cetrioli, banane o pesche, o – ancora – di patate), cibi cotti, sughi, pane. Una volta scongelato, è bene non ricongelare, per scongiurare contaminazioni batteriche e perdita di sostanze nutrienti, Ricordati di pulire il frigo regolarmente (va benissimo una miscela, atossica e disinfettante, di acqua e aceto, o acqua e bicarbonato), e asciugalo con attenzione dopo il lavaggio: il cibo resisterà più a lungo. Assicurati che non si formi ghiaccio alle pareti, ed effettua regolarmente le operazioni di sbrinatura.
Perché il pesce puzza di ammoniaca?
Odore del pesce –
Il cattivo odore del pesce marino non più fresco è causato da un composto chimico chiamato TMA (trimetilammina), che si genera dal rispettivo ossido ( TMAO ) accumulato nei tessuti.Il pesce di acqua dolce non accumula l’ossido di TMA ma lo espelle all’esterno: il cattivo odore sembra sia causato da un derivato dell’amminoacido lisina, la piperidina,Anche altri composti derivati dalla degradazione delle proteine, delle sostanze azotate, del lattato e dei grassi, tutte sostanze che nel pesce sono attaccabili più facilmente rispetto alla carne degli animali terrestri, concorrono alla formazione del cattivo odore.
I pesci cartilaginei come palombo e smeriglio contengono una notevole quantità di urea nel sangue, che viene trasformata in ammoniaca e anidride carbonica. Questi pesci, anche freschi, emanano un tenue odore di ammoniaca, che aumenta con l’invecchiare.
Il whiskey lega la propria presenza nel mondo contemporaneo non solo al proprio gusto ma anche alla mistica che gli aleggia intorno. Le meduse in cucina: una novità per noi Occidentali, entrate a far parte dell’elenco dei “novel foods”, ma una tradizione in Asia. Il fitoplancton marino: l’alimento del futuro, il cibo che più sta destando curiosità tra i grandi chef.
La dieta per le gengive infiammate consiste in cibi e nutrienti che possono prevenire e rallentare l’infiammazione, bisogna inoltre evitare alcuni alimenti. Caffè espresso: la preparazione del classico caffè italiano con la macchina da caffè espresso : Freschezza del pesce
Perché il pesce surgelato sa di ammoniaca?
L’odore di ammoniaca che hai sentito non è dovuto all’uso di questa sostanza per la conservazione del pesce, ma allo sviluppo di composti maleodoranti che si formano in modo naturale quando il pesce fresco si deteriora o quando quello surgelato viene conservato in modo scorretto.
Cosa succede se cucino il pesce congelato?
3. Mai cuocerlo direttamente – Se mettete a cuocere un pesce quando è ancora congelato, lo sbalzo di temperatura potrebbe creare, come già detto, delle proliferazioni batteriche che metterebbero a rischio chi lo mangia. Non solo: anche nel caso in cui la fortuna vi aiuti, il vostro pesce perderà le proprie caratteristiche nutritive, oltre che consistenza e sapore : insomma vi ritroverete a mangiare un pesce bollito, molliccio e senza nessun sapore.
Come insaporire il pesce surgelato?
Come insaporire il pesce con erbe aromatiche e spezie – Sword Surgelati – Produzione e Distribuzione Surgelati
- Sai che basta un tocco di profumate erbe aromatiche o spezie per insaporire il pesce ed esaltare il gusto anche dei piatti più semplici?
- Facili da trovare e usare, rispettano l’equilibrio dei sapori e trasformano ricette easy in piatti da leccarsi i baffi!
- Ecco qualche gustoso suggerimento.
- Erbe aromatiche o spezie per il pesce: differenze
La regola d’oro per preparare un buon piatto di pesce e azzeccare la cottura e creare accostamenti delicati che contribuiscano ad esaltare il sapore del mare. Le erbe aromatiche e le spezie sono differenti fra di loro: le seconde derivano da una lavorazione più lunga di parti specifiche di una pianta – ad esempio i semi o i fiori e dalla loro essiccazione.
- La conservazione e l’essiccazione delle piante per ricavare le spezie può avere metodi differenti che sprigionano poi profumi e sapori caratterizzanti.
- Le erbe aromatiche, invece – come il rosmarino, l’origano o il timo – vengono ottenute con le foglie delle piante e possono essere utilizzate fresche anche senza il processo di essiccazione che avviene quando vogliamo conservarle.
Sono diverse le spezie e le erbe che se usate nel modo corretto esaltano il sapore di piatti a base di pesce. Poco importa se hai optato per il o fresco, purché sia di qualità! Puoi seguire i suggerimenti di, e prova gli, buoni come i freschi! E vediamo adesso come insaporirli Erbe e spezie sul pesce in cucina, secondo tradizione Il prezzemolo, in generale, è sicuramente il re delle piante aromatiche che accompagnano il pesce.
- Nelle diverse ricette della tradizione culinaria italiana troviamo il prezzemolo in piatti di mare con: pomodorini, fresche insalate, zuppette e crudi.
- A crudo o in cottura, il prezzemolo sul pesce garantisce sempre un buquet di aromi equilibrati.
- Ma non è l’unico.
- Rosmarino, salvia e basilico ad esempio, tipiche del mediterraneo sono perfette per quelle ricette che prevedono la cottura del pesce alla griglia o al forno.
Ideali inserite all’interno del pesce o per preparare una salsina con olio e limone da servire in tavola.
- Lo stesso vale per il mix di prezzemolo e peperoncino, perfetto per esaltare il sapore di vongole e cozze.
- A ogni piatto di pesce il suo abbinamento di profumi e sapori
- Quando non è il prezzemolo a insaporire i piatti di pesce, su quali erbe aromatiche o spezie puntare?
- Ecco qualche spunto più creativo e originale per combinare piante aromatiche o spezie ai tuoi piatti di mare.
- Erbe aromatiche da abbinare al pesce:
- L’origano è sicuramente una delle piante aromatiche dal profumo più riconoscibile e tradizionale, il suo aroma è ideale con tonno in umido, pesce spada arrosto e sgombro.
- La menta, verde e profumata, è perfetta quando accompagna insieme al limone il pesce spada o polpettine di merluzzo.
- Il finocchietto selvatico con la sua delicatezza regala freschezza a sapori forti come alici e sarde.
- Lo zenzero, invece, una radice molto utilizzate in oriente crea abbinamenti gustosi con carpacci e pesce servito crudo come tonno o salmone. Anche l’aneto si sposa con il salmone in particolar modo nella sua versione affumicata.
Spezie da abbinare al pesce:
- Se vuoi regalare ai tuoi piatti di pesce la giusta croccantezza ti consigliano i semi di sesamo, ottimi sopra il salmone, branzino o gambero crudo o in aggiunta alla tua classica panatura.
- Il pepe invece altro protagonista indispensabile della cottura alla griglia, provalo nelle sue varianti rosa, verde, rosso, nero.
- Infine il curry e la curcuma per donare quel tocco di orientale, molto utilizzato per zuppe e abbinamenti particolari come quello con il riso e le verdure.
Come vedi gli abbinamenti da creare sono tantissimi e tutti molto semplici. Con erbe aromatiche e spezie puoi insaporire il pesce e trasformare piatti semplici e veloci in esplosioni di gusto. Non ti resta che provare! Al prossimo appuntamento con l’informazione firmata Sword, il brand dei surgelati buoni come i freschi.
Quale pesce puzza di più?
I 10 cibi più puzzolenti del mondo: ecco perché (ad alcuni) piacciono Un esemplare di durian, il frutto «dal profumo infernale e dal sapore paradisiaco», di recente è stato venduto in Indonesia alla cifra record di 1.000 $. Più di tre volte il salario mensile nazionale medio dell’arcipelago.
Il fatto è che da quando la pregiata varietà J-Queen – realizzata da uno studente incrociando due diverse varietà indonesiane – è arrivata sugli scaffali dei negozi, sia i locali che i turisti hanno fatto a gara per averla. Considerata una prelibatezza in gran parte del sud-est asiatico, la reputazione puzzolente del durian è nota nel mondo.
Ma la domanda è: perché amiamo gli alimenti dai profumi sgradevoli? Getty Images Una risposta arriva ora dalla scienza, che chiama in causa l’ « odore all’indietro »: il fenomeno si verificherebbe quando il cervello collega l’alimento pungente al gusto confortante che allo stesso tempo si accinge sperimentare.
Il fattore confort è così prepotente che l’odore passerebbe in secondo piano. James Wong, uno degli autori di Food-Delicious Science del canale PBS, ha approfondito il concetto parlando dei formaggi stagionati : «Le molecole aromatiche dello zolfo, maleodorante, stimolano una combinazione unica di recettori per aiutarci a identificare l’odore», ha dichiarato.
«Ma quando poi mangi il formaggio, succede qualcosa di magico: i composti aromatici vengono rilasciati nella bocca e si diffondono nella parte posteriore del naso. Ma stranamente il cervello li percepisce molto diverso da quello se ha avvertito solo attraverso l’olfatto» Lo stesso meccanismo dovrebbe accadere con gli altri cibi più puzzolenti del mondo (anche se a volte le cose vanno diversamente).
Ecco la top list. HÁKARL : Lo chef Anthony Bourdain lo definì «la cosa peggiore, più disgustosa e terribile da degustare», mentre il collega Gordon Ramsay sarebbe addirittura corso in bagno dopo l’assaggio. Si tratta dell’Hákarl, la carne fermentata di squalo della Groenlandia, che emette un forte odore di ammoniaca.
La fermentazione per settimane, seguita da mesi di stagionatura all’aperto, riduce i livelli mortali di tossine del pesce, rendendo il suo gusto irresistibile per i fan. Getty Images STINKY TOFU : La cagliata di soia fermentata può avere un odore inquietante, ma ha comunque una base di estimatori convinti.
La leggenda narra che fu scoperto da un venditore cinese che lasciò distrattamente un po’ di tofu in un barattolo di terracotta, per ritrovarlo (verdastro) qualche settimana dopo. Quando lo assaggiò, gli piacque e decise di condividerlo. Oggi viene venduto come una prelibatezza cinese in tutta l’ Asia, di solito nei mercati notturni o nelle bancarelle lungo la strada a causa del suo odore aggressivo.
I venditori sono noti per custodire le proprie ricette segrete con zelo. A volte, il tofu può persino essere marinato in una salamoia di latte fermentato, carne, verdure e frutti di mare. Getty Images UOVO MILLENARIO : è un vero uovo (di pollo, di anatra, di quaglia) che viene sepolto in profondità in una pasta di argilla e sale (con acqua di tè, cenere e lime), poi arrotolato in scafi di riso e lasciato a riposare per tre-cinque anni.
- Quando viene finalmente dissotterrato, l’uovo è colorato e semi-gelatinoso, con un odore pungente di solfuro di idrogeno.
- I suoi fan vanno in estasi.
- Gatty Images NATTŌ : appiccicoso, viscido, puzzolente.
- Qualcuno dice che il Nattō, a base di semi di soia fermentati, odora di indumenti sudati, ma nonostante questo i giapponesi amano gustarlo insieme a zuppa di miso, pesce o riso.
Realizzato da soia intera inzuppata con i batteri «bacillus», il nattō viene fatto fermentare per mesi prima che il potente piatto per la salute sia pronto per essere consumato. Getty Images JATOBA’: Il frutto dell’albero delle locuste dell’India occidentale – o «frutto puzzolente» – habaccelli tozzi che imitano la forma delle dita dei piedi umani.
- Originario di gran parte dei Caraibi, dell’ America centrale e del Sud America, la polpa del frutto ha una bocca cremosa e ricca.
- La sua dolcezza lo rende anche un ingrediente ideale per la cottura, la miscelazione o come base per frullati.
- I giamaicani ne mescolano la polpa con acqua, zucchero e spezie per creare una bevanda carica di gusto.
I panettieri brasiliani usano la sua polvere essiccata per preparare la broinha, una pasticceria tipo biscotto. Si dice che il frutto sia un potente afrodisiaco e che sia utile per la di digestione. Getty Images HONGEO : quando la carne del pesce di razza viene fermentata, l’acido urico nella sua pelle si intensifica in ammoniaca.
- Questo processo chimico rilascia un fetore nauseabondo che indugia su vestiti, pelle e capelli per giorni.
- Ma nella Corea del Sud, per gli appassionati di hongeo le bistecche di pesce puzzolente sono come manna dal cielo.
- Getty Images FAGIOLI STINK : esposti con orgoglio nelle bancarelle di cibo dei supermercati asiatici, sono tra i preferiti di molti in tutta l’ Asia sud-orientale,
Mentre le ricette possono variare tra l’ Indonesia, la Malesia e la Thailandia, le fave sono solitamente saltate in padella con pasta di curry o guarnite con aglio, peperoncino e pasta di gamberetti per creare un contorno saporito. Nei mercati di Bangkok, i fagioli sono solitamente cucinati con riso e serviti caldi dalla padella.
Ma il loro odore forte e l’aspetto rustico fanno sì che difficilmente vengano serviti con l’aperitivo. Pare tuttavia che curino di tutto, dal diabete alla depressione, e siano un rimedio efficace contro la sbornia. Getty Images SURSTRÖMMING: il pesce viene pescato nel Mar Baltico poco prima che sia pronto per deporre le uova.
Viene poi fatto fermentare per mesi nei suoi stessi batteri, con la dose necessaria di sale per evitare che marcisca. Questo metodo attentamente calibrato produce acidi rancidi ed è un metodo di conservazione del pesce tradizionale che esiste da migliaia di anni.
Cosa succede se si mangia il pesce andato a male?
L’intossicazione da pesci e da molluschi coinvolge una delle numerose tossine che possono causare manifestazioni gastrointestinali, neurologiche o istaminate. L’intossicazione da ciguatera è dovuta al consumo di qualsiasi tra > 400 specie di pesci presenti nelle barriere coralline tropicali della Florida, Indie Occidentali, o Pacifico, dove un dinoflagellato produce una tossina che si accumula nella carne dei pesci erbivori. I pesci carnivori più vecchi e grandi (p. es., cernie, dentice, sgombro reale, barracuda) che sono al vertice della catena alimentare contengono una maggior quantità di tossina. Non esiste alcun procedimento, inclusa la cottura, che protegga dalla tossina, il sapore non ne viene modificato. L’intossicazione può verificarsi dopo aver mangiato pesce fresco o congelato. Non esiste in commercio un test per la ricerca della ciguatossina nel pesce. I sintomi iniziano da 2 a 8 h dopo l’ingestione. Coliche addominali, nausea, vomito, diarrea durano da 6 a 17 h; poi, insorgono prurito, parestesie, cefalea, mialgia, inversione della sensazione di caldo e freddo e dolori al volto. Dopo mesi, insoliti fenomeni di alterata sensibilità e nervosismo possono essere debilitanti. È stata proposta una terapia con mannitolo EV, ma non sono stati dimostrati chiari effetti benefici. L’intossicazione sgombroide è causata dagli alti livelli di istamina presenti nella polpa del pesce e derivati dalla decomposizione batterica dopo la cattura. Specie comunemente colpite sono
Tonno Sgombro reale Bonito (o tombarello) Tonnetto striato Lampuga (o corifena cavallina)
Il pesce può avere un sapore piccante o amaro. Si manifestano dopo pochi minuti dall’ingestione flushing del volto, nausea, vomito, dolore epigastrico e orticaria che si risolvono entro 24 h. I sintomi vengono spesso scambiati con quelli di un’allergia al pesce. A differenza di altre intossicazioni da pesci, questa può essere prevenuta mediante un’appropriata conservazione del pesce dopo la cattura. L’intossicazione da tetrodotossina è solitamente dovuta all’ingestione del pesce palla (fugu), una raffinatezza giapponese, ma un numero > 100 di specie di acqua dolce e salata contengono la tetrodotossina. I primi sintomi comprendono parestesie al volto e agli arti, seguite da aumento della salivazione, nausea, vomito, diarrea e dolore addominale. Potenzialmente si può sviluppare anche una paralisi respiratoria fatale. Il trattamento prevede terapia di supporto con assistenza ventilatoria fino all’escrezione della tossina, che può richiedere giorni. La tossina non viene distrutta mediante la cottura o il congelamento. L’intossicazione paralizzante da molluschi si manifesta nel periodo da giugno a ottobre, specialmente sulle coste del Pacifico e del New England, quando cozze, molluschi, ostriche e cappesante vengono contaminate da un dinoflagellato velenoso responsabile della marea rossa. Questo dinoflagellato produce la neurotossina sassitossina, che è resistente alla cottura. Dopo 5-30 minuti dall’ingestione compaiono parestesie periorali. Poi si manifestano nausea, vomito, crampi addominali, cui segue astenia muscolare. Il trattamento è di supporto. La paralisi respiratoria non trattata può risultare fatale; la guarigione è di solito completa. NOTA: Questa è la Versione per Professionisti. CLICCA QUI CONSULTA LA VERSIONE PER I PAZIENTI Copyright © 2023 Merck & Co., Inc., Rahway, NJ, USA e sue affiliate. Tutti i diritti riservati.
Cosa fare se il pesce puzza?
3 Modi per Capire se il Pesce È Andato a Male Il pesce tende a preservarsi bene nel congelatore o in frigorifero e può essere conservato in entrambi prima di venire consumato. Tuttavia con il tempo andrà a male e mangiarlo può diventare pericoloso per la salute.
- 1 Butta il pesce conservato in frigo due giorni dopo la data di scadenza. Il pesce crudo non dura a lungo in frigorifero e inizia ad andare a male subito dopo la data di scadenza. Cerca la data riportata sulla confezione: se sono passati più di uno o due giorni, buttalo via.
- Se vuoi prolungare la conservazione di un pesce, mettilo nel congelatore.
- Se il pesce ha una data di scadenza nella forma “Entro e non oltre”, non conservarlo oltre quella data. Le date di scadenza di quel tipo indicano che il pesce inizierà a marcire se non viene mangiato entro i limiti consigliati.
- 2 Tieni il pesce cotto in frigo per 5-6 giorni oltre la data di scadenza. Se hai acquistato un pesce già cotto o l’hai cucinato tu, puoi conservarlo più a lungo di quello crudo se lo metti in frigorifero in un contenitore ermetico. Tuttavia, dovrai buttarlo dopo 5-6 giorni.
- Se sai già che non riuscirai a mangiare il pesce cotto prima che vada a male, mettilo nel congelatore per conservarlo più a lungo.
- Se hai intenzione di buttare via la confezione originale del pesce una volta cotto, annota la data di scadenza, in modo da non rischiare di dimenticarla.
- Puoi scrivere la data di scadenza su un post-it da attaccare al contenitore in cui conservi il pesce. In alternativa, scrivi la data su un blocco note che terrai accanto al frigorifero.
- 3 Conserva il pesce congelato per 6-9 mesi oltre la data di scadenza. Che sia crudo o cotto, il pesce congelato dura molto più a lungo di quello conservato in frigo. L’unica eccezione a questa regola è il salmone affumicato. Persino nel congelatore, il salmone si conserva solamente per 3-6 mesi.
- Puoi sempre congelare il salmone, anche se l’hai comprato crudo o l’hai cotto tu. Per farlo, avvolgi i tranci nella pellicola di plastica oppure mettili in un sacchetto di plastica a chiusura ermetica.
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- 1 Tocca il pesce crudo e senti se ha una patina viscida. Quando il pesce invecchia e inizia ad andare a male, la superficie esterna diventa più umida e con il tempo sviluppa un sottile strato viscido. Questo è un segno inequivocabile che il pesce sta andando a male. Quando sarà del tutto marcio, la patina sulla carne diventerà densa e scivolosa al tatto.
- Butta il pesce fresco appena noti la comparsa di questa patina viscida.
- Il pesce cotto non svilupperà questa patina, neppure quando va a male.
- 2 Senti se il pesce ha un odore pungente. Tutti i pesci, crudi o cotti, hanno lo stesso odore caratteristico. Tuttavia quelli conservati in frigo che stanno andando a male hanno un odore più pronunciato. Con il tempo l’intenso odore di pesce si trasforma nel puzzo rancido della carne marcia.
- Man mano che il pesce va a male, il suo odore pungente diventa sempre più intenso. È meglio buttarlo appena ha un cattivo odore.
- 3 Nota se il pesce crudo ha un colore lattiginoso. La carne del pesce di solito è di colore rosa chiaro o bianca, con un rivestimento liquido sottile e trasparente. Quando il pesce fresco o conservato in frigo inizia ad andare a male, la carne assumerà un colore lucido e lattiginoso. Le parti lattiginose possono poi diventare blu o grigie.
- Se hai già cotto il pesce, non diventerà lattiginoso. Questo segnale vale solo per il pesce crudo.
- 4 Nota la presenza di bruciature da freddo. Se hai conservato il pesce nel congelatore per più di 9 mesi può iniziare a mostrare questi segni. Cerca parti ghiacciate cristallizzate che si sono formate sulla superficie del pesce e nota tutte le zone decolorate. Butta tutti i cibi che presentano queste bruciature.
- Il cibo in queste condizioni è tecnicamente commestibile e non ti farà stare male. Tuttavia, il pesce perde quasi tutto il proprio sapore e assume una consistenza granulosa quando resta troppo tempo nel congelatore.
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- 1 Nota se le linee bianche nella carne sono scomparse. Il salmone, contrariamente a molti altri tipi di pesce, è noto per le sottili linee bianche che separano gli strati della carne. Queste linee indicano che il pesce è ancora fresco e commestibile; se non le noti più, o se sono diventate grigie, probabilmente il salmone è andato a male.
- 2 Tocca il salmone per controllare se è sodo. Il salmone fresco e commestibile è sodo al tatto. Se il trancio che hai conservato in frigorifero è diventato spugnoso o inaspettatamente morbido, probabilmente è andato a male.
- Le linee bianche tra gli strati del salmone indicano la sua consistenza, oltre alla freschezza. Quando sono sparite, la carne sarà quasi certamente spugnosa.
- 3 Ispeziona il salmone alla ricerca di parti decolorate. Contrariamente agli altri tipi di pesce, parti del salmone perdono il proprio colore quando inizia ad andare a male. Osserva la superficie della carne. Se noti macchie di colore diverso dal rosa classico, probabilmente il pesce sta marcendo.
- Le decolorazioni più comuni sono di colore scuro. Tuttavia il salmone andato a male può presentare anche piccole macchie biancastre.
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- Il pesce in scatola dura per anni. Il tonno, le acciughe o le sardine in scatola possono essere conservati per 2-5 anni oltre la data di scadenza indicata sulla confezione. Oltre quel limite, però, è meglio buttare il pesce in scatola.
- Se il pesce in scatola ha una data di scadenza del tipo “entro e non oltre”, dovresti consumarlo prima della data indicata.
- Dato che il salmone va a male molto più velocemente degli altri tipi di pesce in scatola, non dovresti conservarlo nella dispensa per più di 6-9 mesi.
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Quando hai dubbi, butta via il pesce che sospetti possa essere andato a male. Non vale la pena di rischiare un’intossicazione alimentare.
Pubblicità Co-redatto da: Staff di wikiHow – Redazione Questo articolo è stato scritto in collaborazione con il nostro team di editor e ricercatori esperti che ne hanno approvato accuratezza ed esaustività. Il di wikiHow controlla con cura il lavoro dello staff di redattori per assicurarsi che ogni articolo incontri i nostri standard di qualità.
Come mandare via la puzza di pesce dal frigo?
La patata è un metodo efficace – Se, una volta terminata l’operazione di pulizia, l’odore dovesse persistere è necessario agire sulle griglie, le quali sono più difficili da pulire rispetto alle pareti e non riescano a perdere completamente l’odore: in questo caso, occorre lavarle con uno sgrassatore liquido.