Ristoranti di pesce : Lago di Como
- Locanda Capolago.441 recensioniOra chiuso.
- La Stufata Trattoria Italiana.213 recensioniOggi chiuso.
- Ristorante La Baia® 1.338 recensioniOra chiuso.
- Ristorante Il Giardinetto.666 recensioniOra chiuso.
- Quatar Pass.396 recensioniOra chiuso.
- Ristorante Lo Storico.
- Mamaioa Bistrot.
- La Breva.
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Cosa si mangia di Tipico a Como?
I piatti della cucina tradizionale comasca – La cucina lariana offre piatti legati al suo territorio, lago e montagne. Immancabile la polenta gialla, o mischiata a quella di grano saraceno, servita per accompagnare carne, pesce o formaggi. Dal lago arrivano i misultitt (gli agoni pescati, essiccati al sole e pressati con il sale nelle cosiddette missolte di legno), le alborelle, il lavarello, il pesce persico (spesso servito con il risotto), la trota salmonata, il luccio e il cavedano.
Tra i numerosi formaggi, da citare la semuda, lo zincarlin e il triangolo del Lario; di buona qualità sono anche le produzioni di burro e latte, salumi, affettati e miele (acacia, tiglio e castagno). Da ricordare anche l’olio extravergine Dop Laghi Lombardi-Lario e il mondo del vino che con il Consorzio Igt Terre Lariane offre vini bianchi e rossi.
Tra i dolci tipici del territorio comasco si annoverano la miascia, il braschin, i nocciolini di Canzo, il pan mataloch, il masigott, la resta, il pan meìno, la cutizza, i tortelli di San Giuseppe. Per un elenco di tutti i luoghi in città dove si può gustare la tradizione culinaria comasca, i prodotti di lago e di terra, o per trovare un ristorante o una pizzeria in città clicca qui,
Qual è la parte migliore del Lago di Como?
3. Il ramo nobile – Un magnifico scorcio di Villa del Balbianello, la villa più bella del Lago di Como Passato Brienno, un borgo medievale un po’ dimenticato, comincia quella che secondo me è la parte più bella del Lago di Como ; il ramo nobile che si stende sulla sponda comasca verso la Svizzera e va da Argegno fino a Tremezzo,
Se Argegno è un paese orgoglioso e elitario che ha un occhio volto verso la Valle d’Intelvi alle sue spalle, gli altri sono uno dietro all’altro e si possono visitare con la Greenway del Lago di Como, una passeggiata di 10 km che è il modo migliore di goderseli; da Colonno in poi avrai viste magnifiche, chiese romaniche e splendidi lungolaghi, semplice bellezza unita a ville meravigliose (come Villa Carlotta e Villa del Balbianello, la più bella del Lago di Como).
Da non perdere Ossuccio, Lenno e Tremezzo. Una menzione a parte merita l’Isola Comacina – l’unica del Lago – che ha resti archeologici di un glorioso passato e una chiesetta sulla cima; qui avvengono i fuochi di San Giovanni, la festa più importante del Lago! lago di como ville
Che pesce c’è nel Lago di Como?
Un nome “del posto” – Missoltino, questo il nome del pesce di lago tipico di Como. In comasco: misultin. Fanno parte della famiglia degli agoni e rappresentano, da sempre, una tipicità della cucina lariana. I piatti a base di questo pesce hanno origini antiche e popolari.
Dove andare a mangiare Como Co?
Ristoranti Pizzerie Trattorie Osterie in centro storico
NOME | TIPOLOGIA | INDIRIZZO |
---|---|---|
Babi Como | Bistrot e ristorante | Piazza Perretta 10 |
Bistrot Muralto | Cucina italiana | via Francesco Muralto 14 |
Da Elsa Ristorante | Pesce di mare | Via Carcano 11 |
Degusteria | Cucina italiana | Via Vitani 40/a |
A cosa fa bene il pesce persico?
Quali sono i possibili benefici del pesce persico? – Il pesce persico apporta proteine di quantità elevata. Apporta inoltre acidi grassi insaturi, capaci di influire in modo positivo sulla nostra salute. Dal punto di vista nutrizionale è una buona fonte di vitamine e minerali che agiscono sul buon funzionamento del metabolismo e delle difese antiossidanti,
Perché si batte sotto il piatto del risotto?
10 regole per impiattare come uno chef stellato Come dice il proverbio ‘anche l’occhio vuole la sua parte’: niente di più vero soprattutto in cucina. Sì, perché anche la ricetta più raffinata e gustosa se non è impiattata bene rischia di perdere appeal,
- E quella dell’impiattamento è una vera e propria arte basata su tecnica, sensibilità estetica ed esperienza.
- Per questo ha chiesto allo chef stellato Luigi Taglienti del ristorante di stilare il decalogo dell’impiattamento perfetto: una guida preziosa che chiunque può mettere in pratica per stupire i propri ospiti con piatti di sicuro impatto,
Ecco le 10 regole :
- L’ ingrediente principale deve essere posto nella parte centrale del piatto,
- Le guarniture si possono aggiungere solo se sono commestibili,
- Se usi un piatto bianco con decori, questi devono esaltare le nuances degli ingredienti.
- C’è un piatto per ogni preparazione, Per esempio, zuppe e creme si servono nella tazza da consommé, il risotto nel piatto piano, gli spaghetto in quello fondo.
- Gli ingredienti si devono disporre nel piatto in modo equilibrato ed armonioso,
- Servi una pietanza calda ? Ricordati di scaldare prima il piatto,
- Per esaltare la preparazione di un piatto accompagnato da salse, aggiungi queste ultime in un secondo momento, direttamente a tavola,
- Gioca con texture e consistenze diverse (per esempio morbido/croccante).
- Per distribuire uniformemente il risotto nel piatto batti quest’ultimo su una superficie piana o con il palmo della mano.
- Gli spaghetti si impiattano a nido arrotolandoli in un mestolo prima di posarli sul piatto.
Queste regole non hanno solo un significato estetico ma anche funzionale, Infatti, ad esempio, gli spaghetti arrotolati a nido si mantengono caldi più a lungo, così come disporre i vari ingredienti in un determinato ordine nel piatto invita i commensali a gustarli in un preciso percorso di degustazione,
- Ora che hai imparato tutti i trucchi per impiattare al meglio puoi cimentarti con due ricette gourmet ma ripetibili a casa che lo chef Taglienti ha pensato in abbinamento perfetto con la Birra Moretti Ricetta Originale.
- POLLO DI BRESSE ALLE ALGHE MARINE, SPUGNOLE RIPIENE, GRANSEOLA AL CERFOGLIO, SALSA ALBUFERA (p er 4 persone)
- Cosa occorre:
- Per il pollo:
- 2 polli di Bresse
- 200 g di lattuga di mare
- 200 g di zampa di granseola a tranci
Per le spugnole ripiene:
- 6 spugnole fresche di media dimensione
- 40 g di polpa di granseola
- 60 g di paté di fegatini
- q.b. di concassé di erbe aromatiche (aneto, coriandolo, dragoncello)
Per la salsa:
- 1 l di brodo di pollo
- 1 l di panna
- 400 ml di acqua di tartufo nero
- 60 g di fegato grasso
- 4 scalogni
- Polvere di caffè
- Polvere di capperi
Come si fa:
- Ricava dai polli 4 petti e 4 cosce, priva i petti di pelle e parti grasse e le cosce della sovracoscia.
- Stendi sul piano di lavoro un foglio di pellicola trasparente e appoggiavi sopra uno strato sottile di lattuga di mare delle dimensioni del petto. Posa il petto sulle alghe e aiutandoti con la pellicola avvolgilo come fosse una caramella.
- Cuoci in forno a vapore per 20 minuti a una temperatura di 65° C.
- Fai arrostire le cosce a fuoco vivo finché saranno dorate e completa la cottura in forno per 5 minuti a 190° C.
- In una ciotola lavora il paté di fegatini finché sarà morbido e aggiungi la polpa della granseola che avrai prima saltato in padella.
- Aggiungi il concassé di erbe aromatiche, sale e pepe.
- Con una tasca da pasticceria farcisci le spugnole e cuocile in forno per 2 minuti a 180° C.
- Fai ridurre dell’80% il brodo di pollo e l’acqua di tartufo, aggiungi la panna con la polvere di capperi e fai ridurre ancora fino a ottenere 400 gr di salsa.
- Emulsiona il tutto con il fegato grasso precedentemente cotto e il caffè.
- Passa allo chinoise.
Finitura e presentazione Prendi un piatto piano e adagiavi il petto, la coscia, le spugnole e i tranci di granseola. Quindi servi con salsa ben calda a parte.
- RISO ALLA MILANESE CON LACRIMA DI MIDOLLO ALLA BRACE (per 4 persone)
- Cosa occorre:
- Per il riso:
- 280 gr di riso Carnaroli
- 50 gr di buon burro fresco
- 20 gr di Parmigiano Reggiano 16 mesi
- 1 gr di polvere di pepe bianco di Penja
- 1 lt di buon fondo bianco di pollo
- 0,3 gr di pistilli di zafferano
Per la lacrima di midollo:
100 g di midollo di stinco di vitello privato di tutte le parti sanguinolente contenenti all’interno della fibra.
Come si fa:
- Fai tostare i chicchi di riso in una casseruola di media dimensione con un filo di olio ben caldo.
- Fai sfumare con una parte di fondo bianco dove sono stati messi in infusione i pistilli di zafferano e portare a cottura.
- Aggiungi fondo bianco ogni qual volta la preparazione lo renda necessario.
- A cottura ultimata sposta la casseruola dal fuoco e manteca con burro, Parmigiano e pepe bianco di Penja.
- Dividi il midollo dall’osso e frulla finché otterrai una crema montata di un bel colore avorio.
Finitura e presentazione Versa il riso mantecato in un piatto piano usando una tasca da pasticceria, adagia la crema di midollo al centro del riso e con l’ausilio di un cannello stempera il midollo fino a renderlo liquido. Termina con un filo di buon succo di vitello. : 10 regole per impiattare come uno chef stellato
Che proprietà ha il pesce persico?
Possibili benefici e controindicazioni – Il pesce persico è una buona fonte di proteine di qualità elevata ; inoltre apporta acidi grassi insaturi, alleati della salute. Tuttavia, è anche una fonte di grassi saturi e colesterolo, nemici della salute di cuore e arterie, il cui consumo dovrebbe essere limitato.
Dal punto di vista nutrizionale si tratta anche di una fonte di minerali e vitamine alleati del buon funzionamento del metabolismo e delle difese antiossidanti dell’organismo. Inoltre è una fonte di micronutrienti importanti per la salute delle ossa e dei denti. Disclaimer Le informazioni riportate rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico.
Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.
Qual è il cibo più consumato al mondo?
Il riso, presente con centinaia di varietà nella dieta quotidiana dei popoli di ogni continente, è il cibo più consumato al mondo. L’uso culinario di tale pianta erbacea ( Oryza sativa ), una graminacea, è attestato per la prima volta in Asia, dove era consumata già 10.000 anni fa e dove è ancora oggi l’alimento base per miliardi di persone.
Alimento nutriente e digeribile. Dopodiché, attraverso la Grecia, il riso si diffuse anche in Europa, facendosi apprezzare per le proprietà nutritive e la facile digeribilità. L’adattabilità a territori e temperature disparate ne ha quindi assicurato il successo in ogni angolo del mondo. Oltre al riso (e ai cereali), tra i cibi cotti più diffusi spiccano pasta e pizza, specialità italiane riproposte – e a volte discutibilmente rielaborate – dalle cucine dei cinque continenti.
Cibi italiani. E se a mangiare più pasta di tutti siamo noi italiani (con una media di quasi 30 kg annui a testa), la pizza va invece per la maggiore negli Stati Uniti, dove se ne sfornano quasi 900 milioni l’anno (13 kg a testa, contro gli 8 kg scarsi degli italiani). Quando è nata. La pizza moderna, come la conosciamo oggi, è nata a Napoli. Ne parla anche Alexandre Dumas padre nel suo Corricolo (1835). Nel 1889 Raffaele Esposito e sua moglie Rosa Brandi, titolari di una pizzeria a via Sant’Anna di Palazzo, per fare omaggio alla Regina Margherita, moglie di Re Umberto I, prepararono un pizza tricolore a base di pomodoro, basilico e mozzarella. La pizza e Google. A metà degli anni 90, prima di creare Google, Sergey Brin mise in piedi un servizio che permetteva di ordinare la pizza via internet sfruttando il fax dei ristoranti. Fu un grande fallimento che, come ha raccontato lui stesso, gli insegnò che le persone non sempre rispettano le decisioni prese. Ma se avesse funzionato, forse oggi non avremmo Google. Foto: © Corbis La stampante 3D per fare la pizza. La Anjan Contractor di Austin, Texas, ha ricevuto 125,000 dollari dalla NASA per sviluppare il prototipo di una stampante 3D in grado di stampare una pizza, miscelando alcuni alimenti in polvere e l’acqua. Se funzionerà, verrà data in dotazione agli astronauti impegnati nelle lunghe missioni spaziali. La pizza più cara. Ordinare una pizza e pagare con i bitcoin? Lo ha fatto nel 2009 il programmatore Laszlo Hanyecz, che ha pagato per due pizze a domicilio 10mila bitcoin. Che oggi equivalgono a più di 126 milioni di euro. Foto: © Corbis La pizza e gli americani. Sbaglia chi crede che gli americani abbiano scoperto la pizza molti anni dopo noi italiani. Anzi, forse alcuni l’hanno conosciuta persino prima. La prima pizzeria di New York ha infatti aperto i battenti nel 1905, da un’idea dell’emigrante Gennaro Lombardi. La pizza gelata. Fino a un paio di anni fa la pizzeria Airport Pizza nella città di Nome, in Alaska, spediva le pizze con l’aereo ai villaggi vicini, sprovvisti di pizzeria. Per ottimizzare i viaggi, erano necessarie almeno 30 ordinazioni (a 10 dollari l’una). Adv Il teorema della pizza. Come tagliare una margherita senza far torto a nessuno? È un dilemma che affligge molti divoratori di pizza di tutto il mondo (ma meno in Italia, dove la pizza non si divide). Semplice, basterebbe tagliarla passando dal centro. Ma non sempre è possibile, perché il centro è difficilmente calcolabile. La prima pizza via web. Nel 1994 una pizzeria della catena Pizza Hut a Santa Cruz in California aprì un sito web dove era possibile ordinare la pizza online, creando di fatto il primo esempio di e-commerce al mondo. Foto: © corbis I più veloci. A giugno 2014 a Las Vegas si è tenuta la gara dei pizzaioli più veloci: ha vinto l’inglese Pali Grewal, che è stato in grado di impastare e infornare 3 pizze in 32 secondi e 28 cengtesimi. Adv Che cos’è l’effetto pizza. In sociologia si parla di effetto pizza quando un fenomeno locale ha successo prima all’estero che nel paese d’origine, dove torna da protagonista in un secondo momento. Il primo a parlarne fu nel 1970 l’antropologo Agehananda Bharati per spiegare come la popolarità dello yoga e delle discipline orientali in occidente avesse contribuito a farle conoscere anche in patria. La pizza light. A PizzaUp, simposio tecnico sulla pizza che si è tenuto nel 2013 a Padova, sono state presentate varie ricette, supportate da ricerche universitarie, per togliere alla pizza il 30% di calorie, senza modificarne il sapore. Il segreto sarebbe nella farina, non più di grano, ma di cereali e legumi, più equilibrati e salutari dal punto di vista nutrizionale.