L’intossicazione da pesci e da molluschi coinvolge una delle numerose tossine che possono causare manifestazioni gastrointestinali, neurologiche o istaminate. L’intossicazione da ciguatera è dovuta al consumo di qualsiasi tra > 400 specie di pesci presenti nelle barriere coralline tropicali della Florida, Indie Occidentali, o Pacifico, dove un dinoflagellato produce una tossina che si accumula nella carne dei pesci erbivori. I pesci carnivori più vecchi e grandi (p. es., cernie, dentice, sgombro reale, barracuda) che sono al vertice della catena alimentare contengono una maggior quantità di tossina. Non esiste alcun procedimento, inclusa la cottura, che protegga dalla tossina, il sapore non ne viene modificato. L’intossicazione può verificarsi dopo aver mangiato pesce fresco o congelato. Non esiste in commercio un test per la ricerca della ciguatossina nel pesce. I sintomi iniziano da 2 a 8 h dopo l’ingestione. Coliche addominali, nausea, vomito, diarrea durano da 6 a 17 h; poi, insorgono prurito, parestesie, cefalea, mialgia, inversione della sensazione di caldo e freddo e dolori al volto. Dopo mesi, insoliti fenomeni di alterata sensibilità e nervosismo possono essere debilitanti. È stata proposta una terapia con mannitolo EV, ma non sono stati dimostrati chiari effetti benefici. L’intossicazione sgombroide è causata dagli alti livelli di istamina presenti nella polpa del pesce e derivati dalla decomposizione batterica dopo la cattura. Specie comunemente colpite sono
Tonno Sgombro reale Bonito (o tombarello) Tonnetto striato Lampuga (o corifena cavallina)
Il pesce può avere un sapore piccante o amaro. Si manifestano dopo pochi minuti dall’ingestione flushing del volto, nausea, vomito, dolore epigastrico e orticaria che si risolvono entro 24 h. I sintomi vengono spesso scambiati con quelli di un’allergia al pesce. A differenza di altre intossicazioni da pesci, questa può essere prevenuta mediante un’appropriata conservazione del pesce dopo la cattura. L’intossicazione da tetrodotossina è solitamente dovuta all’ingestione del pesce palla (fugu), una raffinatezza giapponese, ma un numero > 100 di specie di acqua dolce e salata contengono la tetrodotossina. I primi sintomi comprendono parestesie al volto e agli arti, seguite da aumento della salivazione, nausea, vomito, diarrea e dolore addominale. Potenzialmente si può sviluppare anche una paralisi respiratoria fatale. Il trattamento prevede terapia di supporto con assistenza ventilatoria fino all’escrezione della tossina, che può richiedere giorni. La tossina non viene distrutta mediante la cottura o il congelamento. L’intossicazione paralizzante da molluschi si manifesta nel periodo da giugno a ottobre, specialmente sulle coste del Pacifico e del New England, quando cozze, molluschi, ostriche e cappesante vengono contaminate da un dinoflagellato velenoso responsabile della marea rossa. Questo dinoflagellato produce la neurotossina sassitossina, che è resistente alla cottura. Dopo 5-30 minuti dall’ingestione compaiono parestesie periorali. Poi si manifestano nausea, vomito, crampi addominali, cui segue astenia muscolare. Il trattamento è di supporto. La paralisi respiratoria non trattata può risultare fatale; la guarigione è di solito completa. NOTA: Questa è la Versione per Professionisti. CLICCA QUI CONSULTA LA VERSIONE PER I PAZIENTI Copyright © 2023 Merck & Co., Inc., Rahway, NJ, USA e sue affiliate. Tutti i diritti riservati.
Come capire se il pesce ti ha fatto male?
3 Modi per Capire se il Pesce È Andato a Male Il pesce tende a preservarsi bene nel congelatore o in frigorifero e può essere conservato in entrambi prima di venire consumato. Tuttavia con il tempo andrà a male e mangiarlo può diventare pericoloso per la salute.
- 1 Butta il pesce conservato in frigo due giorni dopo la data di scadenza. Il pesce crudo non dura a lungo in frigorifero e inizia ad andare a male subito dopo la data di scadenza. Cerca la data riportata sulla confezione: se sono passati più di uno o due giorni, buttalo via.
- Se vuoi prolungare la conservazione di un pesce, mettilo nel congelatore.
- Se il pesce ha una data di scadenza nella forma “Entro e non oltre”, non conservarlo oltre quella data. Le date di scadenza di quel tipo indicano che il pesce inizierà a marcire se non viene mangiato entro i limiti consigliati.
- 2 Tieni il pesce cotto in frigo per 5-6 giorni oltre la data di scadenza. Se hai acquistato un pesce già cotto o l’hai cucinato tu, puoi conservarlo più a lungo di quello crudo se lo metti in frigorifero in un contenitore ermetico. Tuttavia, dovrai buttarlo dopo 5-6 giorni.
- Se sai già che non riuscirai a mangiare il pesce cotto prima che vada a male, mettilo nel congelatore per conservarlo più a lungo.
- Se hai intenzione di buttare via la confezione originale del pesce una volta cotto, annota la data di scadenza, in modo da non rischiare di dimenticarla.
- Puoi scrivere la data di scadenza su un post-it da attaccare al contenitore in cui conservi il pesce. In alternativa, scrivi la data su un blocco note che terrai accanto al frigorifero.
- 3 Conserva il pesce congelato per 6-9 mesi oltre la data di scadenza. Che sia crudo o cotto, il pesce congelato dura molto più a lungo di quello conservato in frigo. L’unica eccezione a questa regola è il salmone affumicato. Persino nel congelatore, il salmone si conserva solamente per 3-6 mesi.
- Puoi sempre congelare il salmone, anche se l’hai comprato crudo o l’hai cotto tu. Per farlo, avvolgi i tranci nella pellicola di plastica oppure mettili in un sacchetto di plastica a chiusura ermetica.
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- 1 Tocca il pesce crudo e senti se ha una patina viscida. Quando il pesce invecchia e inizia ad andare a male, la superficie esterna diventa più umida e con il tempo sviluppa un sottile strato viscido. Questo è un segno inequivocabile che il pesce sta andando a male. Quando sarà del tutto marcio, la patina sulla carne diventerà densa e scivolosa al tatto.
- Butta il pesce fresco appena noti la comparsa di questa patina viscida.
- Il pesce cotto non svilupperà questa patina, neppure quando va a male.
- 2 Senti se il pesce ha un odore pungente. Tutti i pesci, crudi o cotti, hanno lo stesso odore caratteristico. Tuttavia quelli conservati in frigo che stanno andando a male hanno un odore più pronunciato. Con il tempo l’intenso odore di pesce si trasforma nel puzzo rancido della carne marcia.
- Man mano che il pesce va a male, il suo odore pungente diventa sempre più intenso. È meglio buttarlo appena ha un cattivo odore.
- 3 Nota se il pesce crudo ha un colore lattiginoso. La carne del pesce di solito è di colore rosa chiaro o bianca, con un rivestimento liquido sottile e trasparente. Quando il pesce fresco o conservato in frigo inizia ad andare a male, la carne assumerà un colore lucido e lattiginoso. Le parti lattiginose possono poi diventare blu o grigie.
- Se hai già cotto il pesce, non diventerà lattiginoso. Questo segnale vale solo per il pesce crudo.
- 4 Nota la presenza di bruciature da freddo. Se hai conservato il pesce nel congelatore per più di 9 mesi può iniziare a mostrare questi segni. Cerca parti ghiacciate cristallizzate che si sono formate sulla superficie del pesce e nota tutte le zone decolorate. Butta tutti i cibi che presentano queste bruciature.
- Il cibo in queste condizioni è tecnicamente commestibile e non ti farà stare male. Tuttavia, il pesce perde quasi tutto il proprio sapore e assume una consistenza granulosa quando resta troppo tempo nel congelatore.
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- 1 Nota se le linee bianche nella carne sono scomparse. Il salmone, contrariamente a molti altri tipi di pesce, è noto per le sottili linee bianche che separano gli strati della carne. Queste linee indicano che il pesce è ancora fresco e commestibile; se non le noti più, o se sono diventate grigie, probabilmente il salmone è andato a male.
- 2 Tocca il salmone per controllare se è sodo. Il salmone fresco e commestibile è sodo al tatto. Se il trancio che hai conservato in frigorifero è diventato spugnoso o inaspettatamente morbido, probabilmente è andato a male.
- Le linee bianche tra gli strati del salmone indicano la sua consistenza, oltre alla freschezza. Quando sono sparite, la carne sarà quasi certamente spugnosa.
- 3 Ispeziona il salmone alla ricerca di parti decolorate. Contrariamente agli altri tipi di pesce, parti del salmone perdono il proprio colore quando inizia ad andare a male. Osserva la superficie della carne. Se noti macchie di colore diverso dal rosa classico, probabilmente il pesce sta marcendo.
- Le decolorazioni più comuni sono di colore scuro. Tuttavia il salmone andato a male può presentare anche piccole macchie biancastre.
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- Il pesce in scatola dura per anni. Il tonno, le acciughe o le sardine in scatola possono essere conservati per 2-5 anni oltre la data di scadenza indicata sulla confezione. Oltre quel limite, però, è meglio buttare il pesce in scatola.
- Se il pesce in scatola ha una data di scadenza del tipo “entro e non oltre”, dovresti consumarlo prima della data indicata.
- Dato che il salmone va a male molto più velocemente degli altri tipi di pesce in scatola, non dovresti conservarlo nella dispensa per più di 6-9 mesi.
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Quando hai dubbi, butta via il pesce che sospetti possa essere andato a male. Non vale la pena di rischiare un’intossicazione alimentare.
Pubblicità Co-redatto da: Staff di wikiHow – Redazione Questo articolo è stato scritto in collaborazione con il nostro team di editor e ricercatori esperti che ne hanno approvato accuratezza ed esaustività. Il di wikiHow controlla con cura il lavoro dello staff di redattori per assicurarsi che ogni articolo incontri i nostri standard di qualità.
Cosa fare dopo intossicazione da pesce?
Rimedi e cura – Nella maggior parte dei casi l’unico trattamento necessario per la maggior parte delle intossicazioni alimentari è la somministrazione di liquidi e di elettroliti per sostituire quelli persi e prevenire così la disidratazione. L’uso di eventuali farmaci da banco per bloccare la diarrea va sempre attentamente valutato con il medico, in alcuni casi può essere preferibile lasciar sfogare il sintomo per favorire l’eliminazione dell’agente responsabile dell’infezione; assolutamente controindicato in caso di sangue nelle feci.
Come si capisce se si ha un intossicazione alimentare?
Quali sono i sintomi associati all’intossicazione alimentare? – I sintomi dell’ intossicazione alimentare variano a seconda della sostanza ingerita e del quantitativo. Possono manifestarsi disturbi di tipo gastrointestinale (come vomito, dissenteria, dolori addominali ), ma anche secchezza a livello della bocca, difficoltà a comunicare, visione doppia, difficoltà a deglutire, tachicardia o problemi cutanei (rossore, orticaria ).
Come riconoscere un’intossicazione da pesce?
L’intossicazione da pesci e da molluschi coinvolge una delle numerose tossine che possono causare manifestazioni gastrointestinali, neurologiche o istaminate. L’intossicazione da ciguatera è dovuta al consumo di qualsiasi tra > 400 specie di pesci presenti nelle barriere coralline tropicali della Florida, Indie Occidentali, o Pacifico, dove un dinoflagellato produce una tossina che si accumula nella carne dei pesci erbivori. I pesci carnivori più vecchi e grandi (p. es., cernie, dentice, sgombro reale, barracuda) che sono al vertice della catena alimentare contengono una maggior quantità di tossina. Non esiste alcun procedimento, inclusa la cottura, che protegga dalla tossina, il sapore non ne viene modificato. L’intossicazione può verificarsi dopo aver mangiato pesce fresco o congelato. Non esiste in commercio un test per la ricerca della ciguatossina nel pesce. I sintomi iniziano da 2 a 8 h dopo l’ingestione. Coliche addominali, nausea, vomito, diarrea durano da 6 a 17 h; poi, insorgono prurito, parestesie, cefalea, mialgia, inversione della sensazione di caldo e freddo e dolori al volto. Dopo mesi, insoliti fenomeni di alterata sensibilità e nervosismo possono essere debilitanti. È stata proposta una terapia con mannitolo EV, ma non sono stati dimostrati chiari effetti benefici. L’intossicazione sgombroide è causata dagli alti livelli di istamina presenti nella polpa del pesce e derivati dalla decomposizione batterica dopo la cattura. Specie comunemente colpite sono
Tonno Sgombro reale Bonito (o tombarello) Tonnetto striato Lampuga (o corifena cavallina)
Il pesce può avere un sapore piccante o amaro. Si manifestano dopo pochi minuti dall’ingestione flushing del volto, nausea, vomito, dolore epigastrico e orticaria che si risolvono entro 24 h. I sintomi vengono spesso scambiati con quelli di un’allergia al pesce. A differenza di altre intossicazioni da pesci, questa può essere prevenuta mediante un’appropriata conservazione del pesce dopo la cattura. L’intossicazione da tetrodotossina è solitamente dovuta all’ingestione del pesce palla (fugu), una raffinatezza giapponese, ma un numero > 100 di specie di acqua dolce e salata contengono la tetrodotossina. I primi sintomi comprendono parestesie al volto e agli arti, seguite da aumento della salivazione, nausea, vomito, diarrea e dolore addominale. Potenzialmente si può sviluppare anche una paralisi respiratoria fatale. Il trattamento prevede terapia di supporto con assistenza ventilatoria fino all’escrezione della tossina, che può richiedere giorni. La tossina non viene distrutta mediante la cottura o il congelamento. L’intossicazione paralizzante da molluschi si manifesta nel periodo da giugno a ottobre, specialmente sulle coste del Pacifico e del New England, quando cozze, molluschi, ostriche e cappesante vengono contaminate da un dinoflagellato velenoso responsabile della marea rossa. Questo dinoflagellato produce la neurotossina sassitossina, che è resistente alla cottura. Dopo 5-30 minuti dall’ingestione compaiono parestesie periorali. Poi si manifestano nausea, vomito, crampi addominali, cui segue astenia muscolare. Il trattamento è di supporto. La paralisi respiratoria non trattata può risultare fatale; la guarigione è di solito completa. NOTA: Questa è la Versione per Professionisti. CLICCA QUI CONSULTA LA VERSIONE PER I PAZIENTI Copyright © 2023 Merck & Co., Inc., Rahway, NJ, USA e sue affiliate. Tutti i diritti riservati.
Come si chiama l’intossicazione da pesce?
Ma se abbiamo mangiato pesce, ci sono pochi dubbi: abbiamo la sindrome sgombroide. Infatti, invece di nausea e mal di pancia, questa particolare intossicazione alimentare dà mal di testa e prurito. A provocare questa reazione è l’ingestione di una sostanza che chiama istamina.
A cosa porta l intossicazione alimentare?
Quali sintomi possono essere associati all’intossicazione alimentare? – All’ intossicazione alimentare si associano vari sintomi, più o meno intensi a seconda della natura dell’intossicazione stessa. I più frequenti sono: vomito, dolori intestinali, dissenteria, tachicardia, bocca secca, visione doppia, difficoltà a deglutire, difficoltà a comunicare, sudorazione e cefalea improvvisa,
Cosa fare se si ha la sindrome sgombroide?
«Il trattamento contro la sindrome sgombroide prevede l’utilizzo di liquidi e antistaminici, sia anti H1 sia anti H2 (sono i nomi deile molecole contro l’intossicazione da istamina). Ai primi sintomi strani – descritti sopra – rivolgersi subito al Pronto Soccorso che somministrerà la terapia d’urgenza adatta.
Quando il pesce pizzica?
Come evitarla – La molecola dell’istamina si crea nel pesce in un solo modo: grazie ai batteri. Dunque, se il pesce è stato lasciato a temperatura ambiente per molto tempo, i batteri hanno avuto modo di proliferare metabolizzando la proteina dell’istidina già presente e trasformandola in istamina. A dosi piuttosto alte si sente perché fa pizzicare la lingua. Dunque, se mangiamo del pesce in scatola e sentiamo che la nostra lingua pizzica, smettiamo immediatamente di mangiarlo e buttiamolo. Lì dentro c’è di sicuro dell’istamina, allergia che una volta ingerita darebbe la reazione allergica, che noi dobbiamo evitare in ogni modo possibile.
Che cos’è la sindrome sgombroide?
Ma se abbiamo mangiato pesce, ci sono pochi dubbi: abbiamo la sindrome sgombroide. Infatti, invece di nausea e mal di pancia, questa particolare intossicazione alimentare dà mal di testa e prurito. A provocare questa reazione è l’ingestione di una sostanza che chiama istamina.