Pesce palla velenoso – Abbiamo già specificato che il pesce palla è velenoso, in quanto contiene la tetrodotossina, Le quantità presenti in un solo esemplare potrebbero uccidere fino a 30 persone,
Perché è pericoloso il pesce palla?
Sintomi dell’Intossicazione – Il veleno del pesce palla è un liquido contenente una tossina estremamente pericolosa e potenzialmente mortale. Si tratta di una neurotossina, ovvero di un elemento che interferisce con la conduzione nervosa di chi lo assorbe.
Per la precisione, viene definita tetradotossina (TTX); chimicamente, risulta idrosolubile (solubile in acqua) e termostabile (resistente al calore), il che significa che, anche facendo bollire il pesce palla, se la tossina ha contaminato le carni, queste rimangono non eduli e potenzialmente mortali.
Non è ancora ben chiaro come avvenga la produzione di TTX nei visceri (soprattutto fegato, uova, intestino ) e nella pelle del pesce palla, ma si è ipotizzato che possa essere il frutto del metabolismo batterico di microorganismi appartenenti ai Generi Vibrio spp.
- E Pseudomonas spp.
- D’altro canto, risulta invece parecchio nitida la sua tossicità ; questa neurotossina ha dimostrato un potenziale addirittura 1.200 volte superiore rispetto al cianuro di potassio ed agisce paralizzando in muscoli respiratori ed il cuore fino al decesso. NB,
- Il pesce palla non è l’unico organismo contenente TTX, sono coinvolti anche molluschi e crostacei come: Jania spp, Astropecten spp., Veremolpa scabra, Charonia sauilae, Rapana venosa, Demania toxica, Yongeichthys criniger e Hapalochlaena maculosa,
Ciò lascerebbe dedurre che l’ipotesi della contaminazione batterica possa essere attendibile, ulteriormente supportata dai bassissimi livelli di tossina presenti nei pesci palla allevati. Tuttavia, rimane il beneficio del dubbio, necessario a tenere alti i livelli di guardia.
- I sintomi dell’avvelenamento da pesce palla sono piuttosto simili a quelli di altre intossicazioni da biotossine marine e consistono in ottundimento, paralisi, vomito, diarrea, convulsioni e blocco cardio -respiratorio.
- Ad ogni modo, il potenziale tossico varia in base alla Specie in oggetto, alla localizzazione geografica, al sesso e alla stagione.
Poiché alcune tracce del veleno sono presenti anche nella carne, una normativa comunitaria, ovvero il regolamento CE n.853/2004, vieta la vendita e la commercializzazione di pesci palla (qualsiasi esemplare della famiglia Tetraodontidae) in tutta la UE, dove invece esiste un controllo sanitario per i prodotti ittici importati da paesi comunitari.
ATTENZIONE PERÒ! Dal canale di Suez (in Egitto, che mette in comunicazione il Mar Rosso col Bacino del Mediterraneo) avviene continuamente la migrazione di Specie alloctone, tra le quali alcune appartenenti alla famiglia dei pesci palla. L’ente responsabile del loro riconoscimento è quello veterinario supportato dall’ASL che, grazie alle segnalazioni, ha documentato varie catture simili (dal 2003 in poi) nelle regioni: Lazio, Campania, Sardegna, Sicilia e Puglia.
L’esclusione di questi pesci dal commercio nazionale (dagli anni ’80) ha azzerato i casi di intossicazione in Italia. Purtroppo, è avvenuto anche qualche tentativo di frode alimentare molto pericoloso; questo ha previsto l’utilizzo di pesci palla in sostituzione alla ben nota rana pescatrice (o coda di rospo) ma, fortunatamente, il tentativo è stato sventato dagli enti competenti.
Dove si trova la tossina del pesce palla?
La concentrazione di tossina all’interno del pesce palla varia a seconda dei vari compartimenti. Le zone più contaminate sono rappresentate soprattutto da organi interni come il fegato, le ovaie e l’intestino. Anche nella pelle vi è una discreta quantità di TTX, mentre nella carne non è praticamente presente.
Come uccide il pesce palla?
Il veleno del pesce palla – La maggior parte dei pesci palla è tossica. Si tratta, infatti, di una delle specie marine più velenose a causa di una tossina presente nelle interiora dell’animale, la tetrodotossina, che paralizza i muscoli portando rapidamente alla morte per asfissia.
- La vittima, nonostante rimanga completamente paralizzata, può essere cosciente fino a poco prima della morte.
- Questa potente neurotossina è utilizzata dall’animale esclusivamente come meccanismo di difesa e viene sintetizzata non dal pesce stesso, ma da alcune specie batteriche contenute nei crostacei e nei molluschi di cui si nutre.
È presente soprattutto nel fegato e nelle gonadi e la sua concentrazione può differire da esemplare a esemplare, sebbene risulti maggiore nel periodo della deposizione delle uova.
Quale il pesce più velenoso del mondo?
Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.
Come leggere il tassobox Pesce pietra | |
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Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Sottoregno | Eumetazoa Bilateria |
Phylum | Chordata |
Subphylum | Vertebrata |
Superclasse | Gnathostomata |
Classe | Actinopterygii |
Infraclasse | Teleostei |
Ordine | Scorpaeniformes |
Sottordine | Scorpaenoidei |
Famiglia | Synanceiidae |
Sottofamiglia | Synanceiinae |
Genere | Synanceia |
Specie | S. verrucosa |
Nomenclatura binomiale | |
Synanceia verrucosa Bloch & Schneider, 1801 |
Synanceia verrucosa, conosciuto comunemente come Pesce pietra, è un pesce d’acqua salata appartenente alla famiglia Synanceiidae, È il pesce più velenoso al mondo e può risultare letale per l’uomo.
Cosa succede se tocchi un pesce palla?
Quale parte del pesce palla è velenosa – Stiamo parlando di una neurotossina concentrata nella cistifellea, nel fegato, nelle ovaie e nella pelle del pesce. Questo veleno è talmente forte da riuscire a paralizzare tutti i muscoli attraverso il blocco della trasmissione degli impulsi nervosi.
Consumato in grandi quantità, rischia di portare alla morte per asfissia. Tuttavia negli ultimi anni questa neurotossina è stata oggetto di numerosi studi che hanno riscontrato alcuni effetti terapeutici per la cura dell’aritmia cardiaca, Inoltre sembra che possa fungere da analgesico per alcune forme di tumori.
Una volta ingerito, uno dei primi sintomi che deve subito far allarmare è l’ intorpidimento della lingua, insieme a vomito, diarrea, convulsioni e successiva paralisi.
Che succede se tocchi un pesce palla?
E’ un segno di maturita del frutto! Se è un corallo di fuoco (Millepora dichotoma) una brutta ustione con scarsa tendenza alla guarigione, se tocchi altri coralli e ti vedono ti becchi una multa specie se sei all’interno di un parco marino. C’e’ un pesce che cammina, ma si potrebbe dire che cammina sulle ‘mani’.
Qual è il veleno più potente del mondo?
1.la tossina botulinica, prodotta da batteri anaerobici, è la sostanza più tossica conosciuta. Ci sono diverse tossine botuliniche, il tipo A è il più potente. Causano paralisi muscolare. Questa stessa proprietà paralizzante è fondamentale per l’uso clinico della tossina botulinica in cosmetici Botox.
Che gusto ha il cianuro?
Il veleno a base di cianuro provoca il gusto acre delle mandorle amare e dei noccioli di altri frutti delle rosacee. L’amigdalina reagisce con gli enzimi dell’intestino e in quantità sufficienti il suo consumo può essere letale.
Che sapore ha il pesce palla?
Il micidiale fugu 河豚, il pesce palla, attira più gli audaci che i buongustai. In realtà ha un gusto piuttosto insipido, ma riscuote notevole successo grazie alla sua consistenza delicata. La carne di questo pesce contiene la tetrodossina (si trova precisamente nella bile), un veleno chiaro, insapore e inodore, tredici volte più potente dell’arsenico.
- Una varietà di fugu ne contiene una quantità sufficiente a uccidere 33 persone.
- Benchè il pericolo di avvelenamento da fugu sia trascurabile, alcuni giapponesi scherzano sul fatto che occorrerebbe lasciare che sia qualcun altro ad assaggiare il primo boccone: se dopo cinque minuti riesce ancora a parlare, si può considerare il piatto sicuro.
LEGGI ANCHE: “10 CIBI DISGUSTOSI DA PROVARE IN GIAPPONE” Il famoso attore di teatro kabuki 歌舞伎 Bandō Mitsugorō 坂東三津五郎, nel 1975 si abbandonò a una lunga cena a base di fegato di fugu perché gli piaceva sentire quel formicolio che gli provocava alle labbra e alla lingua. Al formicolio seguirono la totale paralisi degli arti, problemi respiratori e infine, otto ore dopo, la morte.
Non esiste alcun antidoto conosciuto. Per fortuna al giorno d’oggi gli chef di fugu hanno una preparazione estremamente controllata e certificata. Gli aspiranti cuochi che intendono passare ore e ore in cucina a pulire e tagliare il fugu in tranci sottili come fazzoletti per la preparazione di un sashimi, devono sostenere un esame : 20 minuti a sezionare il pesce e separare i pezzi commestibili da quelli non commestibili, contrassegnare quelli tossici con etichette di plastica rosse e quelli commestibili con etichette nere e infine creare una composizione artistica.
La tradizionale bevanda che accompagna un piatto di pesce palla è l’ hirezake 鰭酒, sake caldo con coda di fugu tostata. LEGGI ANCHE: “L’ANGUILLA IN GIAPPONE, SAPORE ED EROTISMO” Questo pesce è una prelibatezza stagionale, da gustarsi in inverno. I ristoranti specializzati, di solito, non servono altre specialità e sono facilmente riconoscibili dall’immagine del pesce palla raffigurato sull’insegna.
Chi è l’animale più velenoso del mondo?
Quale animale è più velenoso? Esistono moltissimi animali velenosi al mondo. Il veleno di alcuni di questi provoca solo qualche piccola irritazione alla pelle, quello di altri può causare danni seri o, talvolta, mortali se gli effetti del veleno non vengono curati in tempo,
Di solito si pensa che gli, E invece. And the winner is E sì, cari focusini, l’animale considerato il più velenoso al mondo non è un serpente, bensì la medusa vespa di mare (Chironex fleckeri). Ha un veleno così potente che può uccidere una persona in meno di un minuto. Come se non bastasse, una sola di queste meduse può avvelenare 60 uomini.
Zitta zitta, ogni anno, fa più vittime del terribile squalo bianco! Per fortuna questa tremendissima creatura vive nei mari australiani e in altre lontanissime regioni dell’Oceao Pacifico meridionale! Niente rischi per i nostri bagni estivi! Grande come una palla da basket, ha 60 tentacoli lunghi fino a 3 m, il che vuol dire che, sommati, fanno ben 180 metri di tentacoli! E poi ha ben 96 occhi, per una visione a 360 gradi tutto intorno a lei! I “pungiglioni” che ricoprono i suoi tentacoli possono penetrare nella pelle umana fino a circa 1 millimetro e iniettare in questo modo il veleno.
Quanto costa un piatto di fugu?
E’ brutto, costoso e abbastanza velenoso da provocare paralisi respiratoria e morte. Nonostante ciò il pesce palla è sempre stato una chicca nei menu giapponesi. Nei ristoranti di Tokyo un sashimi di fugu (nome giapponese per designare il letale pesce) costa circa 120 euro,
Gli chef che lo preparano debbono avere una speciale licenza, sono una corporazione esclusiva specializzata nell’arte del togliere fegato, ovaie e le altre parti del pesce che contengono il veleno. Ora il Comune di Tokyo intende deregolamentare questa situazione, permettendo ai locali di proporre il pesce palla anche se in cucina non c’è uno chef con la licenza,
«L’attuale regolamentazione va contro l’odierno mercato del fugu» sostengono le istituzioni della capitale. «Il sistema della licenza ha creato una sorta di protezionismo per il mercato del fugu a Tokyo, mantenendone i prezzi molto alti» Effettivamente nelle altre parti del Paese la commercializzazione del pesce palla non ha restrizioni, mentre la licenza prevede due anni di “addestramento” per gli chef e costi notevoli. La tossina presente nel pesce palla è la tetradotossina, molto più letale del cianuro. Centinaia di persone negli anni sono morte gustando la soffice carne del fugu. Il picco di decessi è si è registrato dopo la seconda guerra mondiale, quando la carestia spinse i ristoranti a proporlo senza le dovute cautele.
A cosa serve il pesce palla?
Il pesce palla, o fugu se preferite chiamarlo alla giapponese, è una delle prelibatezze di mare più pericolose al mondo: la tetradotossina, una neurotossina contenuta nelle sue carni, è in grado di paralizzare, se non uccidere, un umano adulto. Tanto che le notizie di turisti che hanno mangiato fugu e ci hanno lasciato le penne sono relativamente frequenti in Giappone.
Considerata finora solo un meccanismo di difesa contro i predatori, la produzione di tetradotossina potrebbe avere in realtà un altro sorprendente scopo, scoperto da Masafumi Amano, biologo marino della Kitasato University di Tokyo: uno dei veleni più potenti del mondo è infatti un antistress per chi lo produce.
Amano ha scelto di concentrare le sue attenzioni sul fugu, che è solo una di circa 200 specie di pesce palla al mondo, per un motivo preciso: l’animale non produce direttamente la tetradotossina, ma la accumula nel corpo in seguito all’azione di batteri specializzati che a loro volta arrivano dal cibo; un fugu che cresce in cattività, con una dieta controllata, tende quindi a perdere la sua tossicità: è il motivo per cui si può mangiarlo senza (quasi) problemi.
- Dipende dallo stress.
- Amano ha così nutrito un gruppo di fugu da allevamento con microdosi sempre crescenti di tetradotossina, e ne ha studiato l’influenza sullo sviluppo degli animali.
- Il risultato? I pesci cresciuti con una dieta tossica erano del 6% più lunghi e del 24% più pesanti di quelli “puliti”, ed erano anche meno aggressivi: entrambi i fattori sono influenzati dai livelli di stress dell’animale, e infatti i fugu velenosi avevano nel sangue concentrazioni più elevate di due ormoni legati proprio alla riduzione dello stress (il cortisolo e l’ormone di rilascio della corticotropina).
Considerando che un’altra ricerca ha dimostrato che i fugu privi di tetradotossina compiono scelte più avventate e pericolose, è chiaro che quello che per noi umani è un veleno letale, per i pesci palla è un ingrediente necessario per sopravvivere all’adolescenza. Zanne, aculei, pungiglioni. A ciascuno il suo: la varietà degli organi velenosi è collegata a diverse strategie di attacco o difesa. Alcuni degli animali più letali del pianeta, come le vipere (nella foto) o i ragni, sono letteralmente “armati fino ai denti”: somministrano tossine affondando le zanne direttamente nelle carni della preda.
- Per altre creature (come i ricci di mare) il veleno è un deterrente, per non essere mangiati: una sorta di estremo baluardo di difesa.
- Questi aspettano che sia il predatore ad avvicinarsi, e solo a quel punto lo fanno pentire.
- I pungiglioni velenosi implicano invece un attacco più attivo: sia esso rivolto a una preda, a un rivale o a una minaccia.
Ecco, più da vicino, il ricco arsenale biologico e chimico messo in campo dal mondo animale. Foto: © Shutterstock L’unico mammifero col pungiglione. I maschi di ornitorinco ( Ornithorhynchus anatinus ) presentano sui talloni delle zampe posteriori pungiglioni cavi a forma di sperone, collegati a una ghiandola che secerne una sostanza velenosa. Il veleno somministrato in questo modo sembra essere una forma di difesa, ed è in grado di uccidere un cane. Il veleno che tramuta in zombie. La femmina della vespa gioiello (o vespa smeraldo, Ampulex compressa ) utilizza un organo ovopositore modificato per somministrare un cocktail di neurotossine alle sue vittime, gli scarafaggi. In questo modo l’insetto parassita mette su casa: nell’addome delle vittime, ancora capaci di muoversi ma non più desiderose di fuga, depone le uova. Doppia difesa. Non tutti i ricci di mare sono velenosi, ma quando lo sono non lasciano nulla al caso. Quelli della famiglia delle Diadematidae come il riccio diadema ( Diadema setosum, nella foto) hanno due livelli di spine. Se le più esterne e robuste non dovessero bastare a dissuadere, si arriva a quelle interne, munite di ghiandole velenose. Foto: © Shutterstock Il fiore del male. I ricci fiore (fam. Toxopneustidae ) hanno in serbo per i nemici qualcosa di più micidiale degli aculei: piccole appendici a forma di pinza chiamate pedicellaria, Quando il riccio si sente minacciato il suo corpo si contrae e questi organi si chiudono sul corpo dell’assalitore, iniettandovi un veleno micidiale. Uno sparo nel tallone. Tra le più dolorose punture di insetto c’è quella della formica proiettile (bullet ant, Paraponera clavata ), detta anche “formica 24 ore” per la durata degli effetti del suo morso. Nella scala di Schmidt (dal nome dell’entomologo che l’ha definita), usata per quantificare il dolore delle punture di imenotteri, il morso delle bullet ant raggiunge il livello 4, una sensazione descritta come «puro, intensa, brillante: come camminare sui carboni ardenti con un chiodo di 7 cm nel tallone». A scoppio ritardato. Difficile da vedere, a meno che non passi proprio davanti alla maschera – l’esombrella degli individui adulti è grande poco più di 1 cm – la cubomedusa Carukia barnesi ha una puntura soltanto apparentemente innocua. Sulle prime si avverte un lieve pizzicore, senza il tipico bruciore associato alle creature gelatinose. Mai nome fu più appropriato. Lo scorpione giallo o deathstalker ( Leiurus quinquestriatus ) ha un nome che, in inglese, significa “inseguitore mortale”. In realtà una componente del suo veleno è un’inseguitrice della morte, prende cioè di mira le cellule di alcuni tipi di tumore e si lega ad esse, permettendo agli oncologi di osservare con precisione l’estensione della malattia, e risparmiare le cellule sane. Senza via di scampo. La coda delle pastinache o trigoni (fam. Dasyatidae ) provoca una duplice tipologia di danno. All’inizio taglia come una lama, per il profilo dentellato e per i fendenti che l’animale infligge facendo ondeggiare l’aculeo. In un secondo momento, l’arma velenosa penetra in profondità nelle carni della vittima (e può essere mortale). Anestesia. Per impedire alle prede-banchetto di provare dolore, e nutrirsi così del loro sangue praticamente indisturbate, le sanguisughe iniettano nel loro ospite una piccola quantità di sostanza anestetica. Somministrano anche un anticoagulante, per facilitare il “rifornimento”. Vedi anche: le bizzarre cure mediche del passato, Foto: © Shutterstock Cerbottana. Per somministrare il proprio veleno alcune specie di lumache di mare (fam. Conidae ) si servono di una proboscide retrattile che ospita all’interno una sorta di dente modificato, da sparare sulle prede come fosse un arpione. Alcune specie tropicali del mollusco gasteropode iniettano nei piccoli pesci di cui si nutrono una forma molto potente di insulina, che ne rallenta i movimenti e rende più semplice la cattura. Difficile da mandar giù. Quando si ha un corpo carnoso e appetibile ai pennuti affamati, occorre difendersi. Così le larve di Lonomia obliqua, un bruco velenoso del Sud America, si proteggono con una corazza di spine che si conficcano nella gola degli uccelli loro predatori. Zanne perforatrici. Le zanne dei serpenti elapidi come cobra e mamba sono pensate per resistere a lungo: corte e robuste, servivano un tempo per perforare la dura corazza degli altri rettili di cui queste creature si nutrivano. Oggi la loro dieta è molto più varia e include pesci e uccelli, ma le zanne corte e tozze sono rimaste.
Come si mangia il pesce palla?
Il pesce palla è sicuramente un pesce molto singolare e potremmo dire anche dall’aspetto piuttosto simpatico. La possibilità di divenire una palla è la sua strategia di difesa: questo meccanismo ha la funzione principale di renderlo una preda difficile da azzannare ed è possibile grazie ad una estroflessione dello stomaco, che viene riempito di acqua o di aria – si gonfia in ogni situazione di pericolo, sia in acqua, sia fuori, quando per esempio viene estratto velocemente dall’acqua.
- Contribuisce alla sua difesa dai predatori anche il fatto di essere ricoperto di spine.
- Ma non dobbiamo farci ingannare dal suo aspetto così simpatico e carino.
- Il pesce palla dispone anche di un altro meccanismo di difesa, che è letale: è infatti in grado di rilasciare un veleno mortale, un liquido trasparente contenente una neurotossina, la tetradotossina, che agisce paralizzando i muscoli adibiti alla respirazione ed il cuore.
Questa tossina è idrosolubile e termostabile, ovvero resiste al calore: quindi se il pesce palla non è stato adeguatamente trattato e le sue carni sono contaminate dal veleno, niente può evitarne l’assunzione, neanche la cottura. Infatti, anche se notoriamente pericoloso, il pesce palla è un alimento assai pregiato di alcune tradizioni culinarie, come quella giapponese, in cui la carne del pesce palla viene addirittura consumata cruda, come quella di altri pesci comunemente utilizzati per il sushi.
- In Giappone il pesce palla, o fugu, viene considerato un pesce commestibile.
- Ma prima di poter essere mangiato, deve essere accuratamente pulito con una tecnica specifica che fa sì che il veleno non si diffonda nelle carni.
- Sono pochissimi in realtà gli chef e gli operatori in grado di mettere in pratica questa lavorazione e per farlo devono ottenere una licenza speciale, che prevede una preparazione tecnica lunghissima e un tirocinio pluriennale.
Per la tutela dei consumatori, la legge vieta la messa in commercio di carne di pesce palla non trattata: quindi quello che si trova in commercio nei negozi o che viene servito nei ristoranti è pesce palla ormai sicuro, adeguatamente lavorato da esperti preparatissimi.
Nulla però vieta l’approvvigionamento di pesce palla tramite la pesca dilettantistica: è fra questi consumatori che attualmente le statistiche riportano dei casi di intossicazione e decesso portati dal consumo di fugu. Fortunatamente la casistica è bassissima: il numero di intossicazioni è di molto inferiore a quello delle intossicazioni da funghi, il cui consumo è di gran lunga più comune e diffuso.
Come si mangia il pesce palla? Una volta trattato, il pesce palla viene utilizzato per diverse preparazioni. Quella più famosa e che forse suscita più stupore e curiosità è il sushi: il pesce palla viene tagliato a fettine sottilissime, quasi trasparenti e servito crudo – sashimi di fugu.
Chi mangia il pesce palla?
Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.
Fugu | |
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Pesci palla in vendita al mercato ittico di Tsukiji | |
Origini | |
Luogo d’origine | Giappone |
Dettagli | |
Categoria | secondo piatto |
Il fugu ( 河豚 ?, 鰒 ? o フグ ? ) è un piatto tipico della cucina giapponese, a base di pesce palla, un pesce che possiede all’interno dei propri organi una dose letale di tetrodotossina, consumabile solo a seguito di una preparazione appropriata, tale da rendere inoffensivo il veleno ed impedirgli di contaminare la pietanza.
Quanti anni vive un pesce palla?
Pesce palla: caratteristiche – Il pesce palla così si chiama perché quando percepisce la presenza di un potenziale pericolo si gonfia e assume la forma di una palla, di fatto. Oltre a diventare sferico, è anche pronto per avvelenare il nemico, nemico che può essere anche l’uomo visto che il suo veleno fa effetto anche su di noi.
- Questo animale appartiene alla famiglia dei Tetraodontiti il cui nome deriva dal greco e significa “quattro denti”.
- Non è un modo di dire: questo pesce ha davvero quattro denti anteriori molto aguzzi e sottili, li usa ad esempio per aprire conchiglie di cozze e vongole e nutrirsene.
- Esistono diverse specie di questo pesce dalle caratteristiche diverse ma sono tutte accomunate dalla forma del corpo, molto particolare, tendente all’ovale, e dall’utilizzo della pinna dorsale ed anale per favorire il movimento.
Il pesce palla, a ben vedere, non impiega la coda per nuotare, cosa che praticamente tutti i pesci che conosciamo fanno. Tra le caratteristiche fisiche di questo animale attira l’attenzione anche la fattura delle mascelle che sono particolarmente sporgenti, arrivano ad assomigliare addirittura ad un becco di pappagallo.
- La vita media è di circa 10 anni e non dipende dalle dimensioni del pesce, se ne trovano in giro per il mondo, sia di minuscoli sia di “giganti”, i primi sono lunghi pochi centimetri, gli altri raggiungono anche i 130 centimetri.
- Anche le sembianze non sono identiche, passando da una specie all’altra, e troviamo dei pesci palla con tutto il corpo è ricoperto da piccoli aculei oppure con aculei più radi.
In tutti la pelle risulta molto spessa e ruvida ma può cambiare colore in base al contesto: quando c’è poca luce diventa scura, per mimetizzarsi, e quando la luminosità aumenta si “adatta” alle nuove sfumature.
Come fa a gonfiarsi il pesce palla?
Come fa il pesce palla a gonfiarsi? Il responsabile del rigonfiamento del pesce palla è un diverticolo, una sorta di sacchetto a fondo chiuso situato nello stomaco. In caso di pericolo, questi pesci trasformano la bocca in un’efficace pompa: inghiottono acqua e la spingono sotto pressione nel diverticolo vincendo la resistenza opposta da potenti muscoli che funzionano da valvola.
Dove mangiare pesce palla in Italia?
In Italia c’è solo un ristorante con la licenza per cucinare il pesce palla Il consumo di pesce palla, vista la pericolosità di questa specie, è proibito in Italia dal 1992. Esiste tuttavia un ristorante nel nostro Paese in possesso della licenza per cucinarlo: il ristorante Shiro Porporoya,
- Shiro Poporoya si trova a Milano, in zona Lima e Porta Venezia.
- Aperto nel 1989 da Hirasawa Minorou, chiamato anche Shiro, è stato uno dei primi ristoranti di sushi in Italia.
- Si tratta di un vero e proprio angolo di Giappone tra i grattacieli della città meneghina: la terra del Sol Levante viene omaggiata tanto nella cucina che nell’ambientazione.
Varcato l’uscio del ristorante, i visitatori si ritrovano in un ambiente minimal con elementi in legno scuro, molto simili a quelli che abbondano in terra nipponica. A loro disposizione c’è anche una sala privata, arredata con tatami e sui zaisu, le tipiche sedute a terra con comodo cuscino e schienale.
È presente anche un piccolo negozio alimentare, dove si possono acquistare ingredienti e bevande importati direttamente dal Giappone, A fare la differenza è comunque il menù, che include tutte le specialità della cucina giapponese :, sashimi, chirashizushi, ramen, soba, udon, tenpura e molto altro.
A prepararle, è il Maestro Hirasawa Minoru, chiamato Shiro dagli avventori che lo conoscono. I prodotti sono freschissimi, e vi è un grande cura per la scelta delle materie prime, così come nell’osservare le tecniche di lavorazione e cottura tradizionali giapponesi.
- Nonostante la fama, il rapporto qualità/prezzo da è inoltre molto conveniente.
- Il ristorante si distingue anche per essere l’unico in Italia a possedere la licenza per cucinare il fugu, ovvero il pesce palla,
- Cucinare questo tipo di pesce è proibito dalla legge dal 1992.
- Si tratta infatti di un cibo molto pericoloso: se non estratte correttamente, le ghiandole velenose contenute nel pesce potrebbero rivelarsi un pasto letale.
In altri Paesi è tuttavia permesso portare il fugu in tavola, ma è necessario ottenere una licenza specifica : un aspirante fugu-chef ha bisogno fino a 2-3 anni di apprendistato, dopo i quali dovrà sostenere l’esame stabilito dal Ministero della Salute del Giappone.
Quali sono le parti velenose del pesce palla?
Sono arrivati pesci palla velenosi nel Mediterraneo: quali rischi per i consumatori? Rispondono Tepedino di Eurofishmarket e Ferri di SIMeVeP I pesci palla sono in grado di accumulare una potente neurotossina, termostabile ed idrosolubile, 1200 volte più tossica rispetto al cianuro della presenza nel canale di Sicila di una specie di pesce palla velenosa ha suscitato molto interesse tra i lettori de Il Fatto Alimentare.
- Il problema non va sottovalutato, per questo abbiamo chiesto ai nostri esperti di spiegare quali rischi corrono i consumatori.
- I “pesci palla” chiamati dagli anglosassoni “puffer fish” e in giapponese “fugu”, appartengono alla famiglia dei Tetraodontidae.
- Ne esistono circa 80 specie diffuse nell’Oceano Atlantico, Indiano e Pacifico.
Questi pesci sono in grado di accumulare una potente neurotossina, termostabile ed idrosolubile, denominata tetrodotossina (TTX), 1.200 volte più tossica rispetto al cianuro di potassio, che può portare anche al decesso. In Italia gli unici casi gravi di intossicazione si sono avuti nel 1977, sette a Iesolo e tre a Roma, con tre decessi I sintomi sono legati al blocco del sistema nervoso e portano a: paralisi, vomito, diarrea, convulsioni, blocco cardio-respiratorio.
- Le parti del pesce nelle quali si accumula la tossina sono la pelle e gli organi, soprattutto il fegato, uova e intestino.
- La tossicità della carne invece, presenta una variazione a seconda della specie, localizzazione geografica e stagione.
- Secondo i dati epidemiologici la maggior parte dei casi si verifica in Giappone, soprattutto nei ristoranti e tra i pescatori, dove tra il 1996 e 2006 sono stati notificati in media 50 casi con tre morti all’anno.
In Italia si sono registrati sette casi gravi di intossicazione nel 1977 a Iesolo e tre a Roma, con tre decessi. Un analogo incidente si è verificato a Pavia (tre casi) in seguito al consumo di pesci congelati. La normativa comunitaria (Regolamento CE N.853/2004) vieta la commercializzazione dei pesci palla. Avviso esposto in Grecia per allertare i pescatori sulla presenza dle pesce palla La prima segnalazione è stata nel 2003 da parte di un veterinario dell’ASL di Gaeta, nel 2005 scatta la prima segnalazione di Lagocephalus sceleratus nel Mediterraneo da parte di un biologo della FAO seguita da altri casi in Campania, Puglia, Sicilia e Sardegna.
In realtà su tutti gli esemplari segnalati non sono state condotte indagini analitiche utili a verificare la presenza o meno della neurotossina. Dagli anni ‘80 ad oggi non ci sono più stati casi analoghi segnalati in Italia per intossicazioni. Questi pesci sono facilmente riconoscibili poiché presentano una dentatura a forma di “becco di pappagallo” con 2 denti sopra e due sotto.
Essendo vietata la vendita quando vengono catturati sono rigettati in mare. Se per errore restano nelle cassette, sono facilmente identificate dagli Organi di controllo così come dimostrano le segnalazioni fino ad oggi effettuate dai veterinari competenti (anche se non pubblicizzate). La maggior parte dei casi di tossinfezione da pesce palla si verifica in Giappone dove tra il 1996 e 2006 sono stati notificati in media 50 casi con 3 morti all’anno
Per approfondire gli aspetti legati alla corretta gestione del pericolo rappresentato da questi pesci, ed la (Società Italiana di Medicina Veterinaria Preventiva) intendono promuovere ricerche sulla reale tossicità delle specie che vivono nel Mediterraneo e individuare possibili utilizzi alternativi nel campo farmaceutico. Valentina Tepedino veterinario e direttore di Maurizio Ferri veterinario e membro della SIMeVeP© Riproduzione riservataFoto: Photos.com
Redazione – 15 Novembre 2013 Nella stessa categoria
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Chi è l’animale più velenoso del mondo?
Quale animale è più velenoso? Esistono moltissimi animali velenosi al mondo. Il veleno di alcuni di questi provoca solo qualche piccola irritazione alla pelle, quello di altri può causare danni seri o, talvolta, mortali se gli effetti del veleno non vengono curati in tempo,
Di solito si pensa che gli, E invece. And the winner is E sì, cari focusini, l’animale considerato il più velenoso al mondo non è un serpente, bensì la medusa vespa di mare (Chironex fleckeri). Ha un veleno così potente che può uccidere una persona in meno di un minuto. Come se non bastasse, una sola di queste meduse può avvelenare 60 uomini.
Zitta zitta, ogni anno, fa più vittime del terribile squalo bianco! Per fortuna questa tremendissima creatura vive nei mari australiani e in altre lontanissime regioni dell’Oceao Pacifico meridionale! Niente rischi per i nostri bagni estivi! Grande come una palla da basket, ha 60 tentacoli lunghi fino a 3 m, il che vuol dire che, sommati, fanno ben 180 metri di tentacoli! E poi ha ben 96 occhi, per una visione a 360 gradi tutto intorno a lei! I “pungiglioni” che ricoprono i suoi tentacoli possono penetrare nella pelle umana fino a circa 1 millimetro e iniettare in questo modo il veleno.
Quali sono le parti velenose del pesce palla?
Sono arrivati pesci palla velenosi nel Mediterraneo: quali rischi per i consumatori? Rispondono Tepedino di Eurofishmarket e Ferri di SIMeVeP I pesci palla sono in grado di accumulare una potente neurotossina, termostabile ed idrosolubile, 1200 volte più tossica rispetto al cianuro della presenza nel canale di Sicila di una specie di pesce palla velenosa ha suscitato molto interesse tra i lettori de Il Fatto Alimentare.
- Il problema non va sottovalutato, per questo abbiamo chiesto ai nostri esperti di spiegare quali rischi corrono i consumatori.
- I “pesci palla” chiamati dagli anglosassoni “puffer fish” e in giapponese “fugu”, appartengono alla famiglia dei Tetraodontidae.
- Ne esistono circa 80 specie diffuse nell’Oceano Atlantico, Indiano e Pacifico.
Questi pesci sono in grado di accumulare una potente neurotossina, termostabile ed idrosolubile, denominata tetrodotossina (TTX), 1.200 volte più tossica rispetto al cianuro di potassio, che può portare anche al decesso. In Italia gli unici casi gravi di intossicazione si sono avuti nel 1977, sette a Iesolo e tre a Roma, con tre decessi I sintomi sono legati al blocco del sistema nervoso e portano a: paralisi, vomito, diarrea, convulsioni, blocco cardio-respiratorio.
- Le parti del pesce nelle quali si accumula la tossina sono la pelle e gli organi, soprattutto il fegato, uova e intestino.
- La tossicità della carne invece, presenta una variazione a seconda della specie, localizzazione geografica e stagione.
- Secondo i dati epidemiologici la maggior parte dei casi si verifica in Giappone, soprattutto nei ristoranti e tra i pescatori, dove tra il 1996 e 2006 sono stati notificati in media 50 casi con tre morti all’anno.
In Italia si sono registrati sette casi gravi di intossicazione nel 1977 a Iesolo e tre a Roma, con tre decessi. Un analogo incidente si è verificato a Pavia (tre casi) in seguito al consumo di pesci congelati. La normativa comunitaria (Regolamento CE N.853/2004) vieta la commercializzazione dei pesci palla. Avviso esposto in Grecia per allertare i pescatori sulla presenza dle pesce palla La prima segnalazione è stata nel 2003 da parte di un veterinario dell’ASL di Gaeta, nel 2005 scatta la prima segnalazione di Lagocephalus sceleratus nel Mediterraneo da parte di un biologo della FAO seguita da altri casi in Campania, Puglia, Sicilia e Sardegna.
- In realtà su tutti gli esemplari segnalati non sono state condotte indagini analitiche utili a verificare la presenza o meno della neurotossina.
- Dagli anni ‘80 ad oggi non ci sono più stati casi analoghi segnalati in Italia per intossicazioni.
- Questi pesci sono facilmente riconoscibili poiché presentano una dentatura a forma di “becco di pappagallo” con 2 denti sopra e due sotto.
Essendo vietata la vendita quando vengono catturati sono rigettati in mare. Se per errore restano nelle cassette, sono facilmente identificate dagli Organi di controllo così come dimostrano le segnalazioni fino ad oggi effettuate dai veterinari competenti (anche se non pubblicizzate). La maggior parte dei casi di tossinfezione da pesce palla si verifica in Giappone dove tra il 1996 e 2006 sono stati notificati in media 50 casi con 3 morti all’anno
Per approfondire gli aspetti legati alla corretta gestione del pericolo rappresentato da questi pesci, ed la (Società Italiana di Medicina Veterinaria Preventiva) intendono promuovere ricerche sulla reale tossicità delle specie che vivono nel Mediterraneo e individuare possibili utilizzi alternativi nel campo farmaceutico. Valentina Tepedino veterinario e direttore di Maurizio Ferri veterinario e membro della SIMeVeP© Riproduzione riservataFoto: Photos.com
Redazione – 15 Novembre 2013 Nella stessa categoria
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Quanto costa il fugu?
E’ brutto, costoso e abbastanza velenoso da provocare paralisi respiratoria e morte. Nonostante ciò il pesce palla è sempre stato una chicca nei menu giapponesi. Nei ristoranti di Tokyo un sashimi di fugu (nome giapponese per designare il letale pesce) costa circa 120 euro,
Gli chef che lo preparano debbono avere una speciale licenza, sono una corporazione esclusiva specializzata nell’arte del togliere fegato, ovaie e le altre parti del pesce che contengono il veleno. Ora il Comune di Tokyo intende deregolamentare questa situazione, permettendo ai locali di proporre il pesce palla anche se in cucina non c’è uno chef con la licenza,
«L’attuale regolamentazione va contro l’odierno mercato del fugu» sostengono le istituzioni della capitale. «Il sistema della licenza ha creato una sorta di protezionismo per il mercato del fugu a Tokyo, mantenendone i prezzi molto alti» Effettivamente nelle altre parti del Paese la commercializzazione del pesce palla non ha restrizioni, mentre la licenza prevede due anni di “addestramento” per gli chef e costi notevoli. La tossina presente nel pesce palla è la tetradotossina, molto più letale del cianuro. Centinaia di persone negli anni sono morte gustando la soffice carne del fugu. Il picco di decessi è si è registrato dopo la seconda guerra mondiale, quando la carestia spinse i ristoranti a proporlo senza le dovute cautele.