Perche Si Mangia Pesce Il Venerdi?

Perche Si Mangia Pesce Il Venerdi
La regola dell’astinenza dalle carni in origine – L’astinenza dalle carni risale ai tempi molto antichi. In passato si rispettava più giorni alla settimana e poi si è ridotta al venerdì, scelto per via del venerdì di Passione. Con la Riforma protestante diventò il tratto distintivo tra cattolici e riformati.

L’astinenza dalle carni e dai suoi derivati, uova e latticini, si praticava sia perché si riteneva che il suo consumo stimolasse le passioni e quindi lo scopo era ed è tuttora la liberazione da esse, sia per un motivo di natura penitenziale, San Tommaso d’Aquino scriveva nel suo Somma teologica che la carne e suoi derivati sono alimenti che piacciono maggiormente e danno un maggiore nutrimento al nostro corpo.

Il pesce, invece, era considerato il cibo dei poveri e quindi il suo consumo era ammesso. Il Codice di diritto canonico del 1917 prescriveva l’astinenza dalle carni a partire dai 7 anni di età in tutti i venerdì dell’anno e anche il digiuno nei venerdì e nei sabati di Quaresima, nelle Quattro Tempora e nelle vigilie delle feste di Pentecoste, dell’Assunzione di Maria Vergine, di Ognissanti e di Natale.

Che pesce mangiare il Venerdì Santo?

Pesce e tradizione: cosa si mangia venerdì santo – Quando ci si domanda cosa si mangia venerdì santo, quindi, la risposta è molto semplice. Il pesce preferito è quello azzurro. Su tutte spiccano le alici e le sardine, ma sono diffusi anche gli sgombri.

L’importante è che sia un pesce magro visto che il precetto per il venerdì santo è chiaro: si tratta di un giorno di penitenza e occorre darsi una regolata anche a tavola. Al bando quindi tutte quelle ricette troppo elaborate, rinunciate all’accompagnamento di un vino prezioso. Il menu del venerdì santo dovrà essere fatto seguendo la tradizione del posto.

Allora in Sicilia non mancherà la, in Veneto lo stesso pesce sarà fatto in saor con cipolla, mentre nelle Marche a tavola arriveranno vongole e ceci. Dalla Puglia arriva un altro piatto a base di pesce per il venerdì santo: fagioli e cozze. Ma di ricette messe a disposizione dalla tradizione culinaria italiana per questa giornata ce ne sono tante: dalle zuppe di pesce, alle alici scottadito, dalle seppie con i piselli alle uova soda con il tonno.

Che si mangia alla vigilia?

Perché si cucina pesce la cena della vigilia? – La Vigilia di Natale è considerata un giorno di magro in cui non si mangia la carne ma bensì il pesce, un’usanza che fonda le sue radici su una tradizione popolare che poi con il tempo è diventata una tradizione più di carattere religioso. La tradizione del menù della vigilia prevede anche che siano fatte delle restrizioni sui cibi troppo costosi.

Che pesce mangiare di sera?

Pesci come nasello, merluzzo o triglia sono privi di grassi e quindi molto semplici da digerire.4. Verdure. A cena si possono mangiare verdure a volontà, soprattutto quelle a foglia verde, come insalata e spinaci.

Perché a Napoli il Giovedì Santo si mangiano le cozze?

Perché il Giovedì Santo a Napoli si mangia la zuppa di cozze 14 apr 2022 – 08:00 Amatissimo piatto della tradizione partenopea, la zuppa di cozze è la protagonista della Settimana Santa in Campania. O perlomeno del Giovedì Santo, quando la maggior parte delle famiglie è solita servirla in tavola.

Ma quali sono le sue origini? Si racconta che la tradizione della zuppa di cozze al Giovedì Santo sia cominciata con Ferdinando I di Borbone, Amante del pesce, tanto che chiedeva alla servitù di cucinare quanto lui stesso pescato a Posillipo, una sera chiese che gli venisse preparato un piatto di cozze pregiate.

Quel piatto, ricco e gustoso, fu battezzato ” Cozzeche dint’a Cannola “. Tuttavia, il frate domenicano Gregorio Maria Rocco lo rimproverò per via delle sue lussuriose abitudini alimentari, e gli strappò una promessa: almeno durante la Settimana Santa, Federico I di Borbone avrebbe dovuto limitare i suoi peccati di gola.

  • Così, il sovrano ordinò la preparazione di una zuppa di cozze più umile e leggera, con sole cozze, olio di peperone piccante e salsa di pomodoro,
  • Ben presto, quella ricetta nata in tempo quaresimale si diffuse oltre gli ambienti reali.
  • Il popolo cominciò a sostituire le cozze pregiate e costose con cozze a basso costo, e talvolta con le lumache di mare.

Divenne dunque un piatto povero, la zuppa di cozze, da preparare e da servire in tavola durante il Giovedì Santo. Oggi, a Napoli, la zuppa di cozze viene servita tutto l’anno. Ne esistono infinite varianti, che guardano alla tradizione o che la rielaborano.

Ma, se si vuole preparare la tradizionale zuppa di cozze del Giovedì Santo, non bisogna utilizzare altro che cozze, pomodori pelati, aglio, olio d’oliva e salsa forte di peperoni, Il pane biscottato o le friselle completano la preparazione. Non solo zuppa di cozze: la Settimana Santa a Napoli è costellata di tradizioni.

Il Venerdì Santo è giorno di digiuno, o comunque del mangiare leggero, e viene dedicato alla preparazione della, Il sabato, invece, si preparano e tortano. In entrambi i casi si tratta di torte rustiche, la prima preparata con cinque uova sode infornate crude e col guscio, la seconda con tre uova a spicchi nell’impasto. Perche Si Mangia Pesce Il Venerdi Perche Si Mangia Pesce Il Venerdi Perche Si Mangia Pesce Il Venerdi Perche Si Mangia Pesce Il Venerdi Ricette Manca poco alla tanto attesa domenica di Pasqua, attimi indimenticabili da passare in famiglia, tra chiacchiere e buon cibo. Per chi già si è messo all’opera con la preparazione del menù, ecco 10 idee sfiziose per l’antipasto pasquale. Si tratta di ricette semplici e veloci, che non sarà difficile replicare anche a casa, con ingredienti di facile reperibilità come uova, verdure, ma anche salumi e formaggi Il classico della pasticceria americana arriva sulle tavole di Pasqua, in un delizioso antipasto in versione salata. Morbidi, golosi, ma soprattutto monoporzione (e per questo adatti anche al brunch di Pasquetta), i muffin salati possono essere realizzati in tantissime varianti, secondo le migliori verdure di stagione. Da provare quelli con ricotta e asparagi, ma anche con scamorza, zucchine e olive, oppure i più classici con piselli e prosciutto a cubetti Come ben tutti sanno, la celebre torta salata della tradizione ligure è ormai un vero e proprio must have sulle tavole di Pasqua. La Torta Pasqualina è croccante involucro di pasta sfoglia capace di racchiudere tutta la bontà dell’impasto con erbette, uova e formaggio Da realizzare con le proprie “mani in pasta” oppure da acquistare già pronte e friggere o scottare in forno, le olive all’ascolana sono l’antipasto perfetto per ogni festa, anche quella di Pasqua. Il piatto tipico della tradizione marchigiana – dal quale prende per l’appunto il nome – è realizzato con olive ripiene di carne e impanate, poi fritte oppure cotte al forno a seconda del proprio gusto Sky TG24 le breaking news sui principali eventi, Per accettare le notifiche devi dare il consenso.”,”selectBoxes”:,”boxName”:”latestNews”,”message”:”Ricevi le breaking news di Sky TG24″,”analyticsCategory”:”news”}, ],”boxName”:”Spettacolo”,”message”:”Sei appassionato di Spettacolo ? Ricevi le ultime notizie di Cinema, TV, Musica, Moda.”,”analyticsCategory”:”spettacolo”},,,,,,,,,,,,,,,,,,,, ],”boxName”:”myLocalNews”,”showLess”:”Vedi meno regioni”,”title”:”LE MIE LOCAL NEWS”,”message”:”Seleziona una o più regioni dall\u2019elenco e conferma”,”analyticsCategory”:”locali”}]} id=autoPushNotifications> : Perché il Giovedì Santo a Napoli si mangia la zuppa di cozze

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Perché non si mangia carne il Mercoledì delle Ceneri?

Perché non si mangia carne il mercoledi delle ceneri? – Quora. Perché é il primo giorno della Quaresima. Nelle tradizioni cristiane, durante tutta la Quaresima si faceva la penitenza e si praticava l’astinenza, eliminando carne, uova, pesce e latticini (in termini moderni: mangiando vegano).

Quali carni evitare?

La carne da limitare Critica per la salute è invece la carne processata: salumi, salsicce, carni in scatola e altre carni lavorate.

Cosa succede al tuo corpo se non mangi carne?

Addio carne? Attenzione a questi sintomi – Se mancano buone dosi di sulla nostra tavola, l’organismo potrebbe inviarci alcuni campanelli di allarme, Eccoli:

Insoddisfazione alimentare da dieta vegetariana – Può essere una domanda che spesso ci si potrebbe porre: ne vale davvero la pena? È una sindrome che spesso deriva dall’insoddisfazione su ciò che si è appena mangiato, per vari motivi. Per esempio, se non si è grandi fan di frutta e verdura, è molto difficile poter sopportare un’ alimentazione priva di proteine animali ; per bilanciare le assenze di questi alimenti è, dunque, necessario idratare correttamente il corpo e, in tal senso, l’apporto di prodotti vegetali risulta essenziale. Non poterlo fare – o non poterlo fare con il gusto necessario – è decisamente un deterrente che può provocare una forte insoddisfazione, palesata ogni qualvolta ci si alzerà da tavola. Spossatezza, e : ecco i primi sintomi che si paleseranno nel caso in cui vi sia l’eliminazione improvvisa di certi alimenti dalla propria dieta.

Una scelta sbagliata è quella di voler eliminare da un giorno all’altro la carne, il pesce – magari i formaggi e le uova – e fare finta che non sia successo nulla, proseguendo con la precedente alimentazione, priva però di questi alimenti. In realtà, l’eliminazione dalla propria dieta di una determinata categoria di cibo è un evento che può essere traumatico per un organismo abituato a essere nutrito con determinate sostanze.

Nel momento in cui si opta per una scelta drastica – in diversi casi sconvolgente per il corpo, più che per la mente –, converrebbe ascoltare il parere di un esperto nutrizionista, In sostituzione di un determinato alimento è bene che vi sia infatti pronto un ricambio all’altezza: per il proprio gusto, per la propria mente, per il proprio corpo.

Eventuali eccessi nell’eliminazione delle proteine animali, senza le dovute sostituzioni, possono infatti portare abbassamenti drastici del livello del con conseguenze che potrebbero provocare stanchezza, stress e preoccupanti segni di costante calo di energie,

Come detto, si tratta di circostanze evitabili sostituendo degnamente gli alimenti che si decide di non consumare più. Senso di e sono altri due sintomi a cui prestare attenzione qualora vi sia un repentino cambio nella propria dieta, con l’esclusione di alcuni macronutrienti. Anche se si tratta di due sintomi in totale contrapposizione tra loro, rappresentano dei segnali abbastanza palesi del fatto che qualcosa non sta andando per il verso giusto.

Molto spesso, per sostituire la carne si fa ricorso a una quantità più elevata di cibo, per permettere al corpo una corretta assunzione delle proteine. È così che si abbonda di fagioli, verdure, cereali, frutta e cibi che – genericamente – sono assai ricchi di fibre e che quindi, come tali, possono contribuire a far percepire un elevato senso di gonfiore.

Per evitare tali sensazioni, è spesso raccomandato il consumo di abbondanti quantità di acqua, utili a mantenere il corpo, al suo interno, in costante movimento. Da un certo punto di vista, anche il sentirsi sempre affamati è legato a questo “cambio” di proteine: un cibo che ne contiene molte, richiede una maggior quantità di tempo per essere assorbito e, quindi, garantirà una sensazione di sazietà più lunga.

Al contrario, alimenti con meno proteine tendono ad alleggerire il corpo ed a far maggiormente percepire la sensazione di fame: per placarla, è necessario compensare tale mancanza con frutta e verdura, per poter permettere al corpo una maggiore assunzione di massa e di fibra.

Quali sono le carni che fanno male?

SE SI AUMENTANO LE PORZIONI DI CARNE? – Ci sono dati consistenti che mostrano che il consumo di carni rosse (di bovino, maiale, agnello, cavallo) è legato a un più alto rischio di diabete di tipo 2, malattie cardiovascolari, alcune forme di tumore come il tumore del colon -retto e, in generale, al rischio di morte.

  1. Ma cosa succede cambiando abitudini? Cosa succede diminuendo o aumentando le porzioni di carne a tavola ? I ricercatori, un team da università statunitensi e cinesi, hanno cercato gli effetti sulla sulla mortalità in generale.
  2. Così, hanno attinto ai dati di circa 53.500 donne, infermiere arruolate nel grande progetto del Nurses’ Health Study (NHS) e poco meno di 28.000 uomini, operatori sanitari coinvolti nel Health Professionals Follow-up Study (HPFS).
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Hanno raccolto i dati sulle loro abitudini alimentari per otto anni, registrando poi i casi di morte negli otto anni successivi, fra il 1986 e il 2010.

Chi non deve digiunare?

Deroghe: c’è un principio molto chiaro, nessuno deve fare male al proprio corpo. Quindi chi si sente in difficoltà deve interrompere immediatamente il digiuno. Così come non sono tenuti a farlo i bambini, gli anziani, le persone malate, quelle in viaggio, le donne incinte o che allattano.

Quante ore fa bene digiunare?

Digiuno: una ricarica per il corpo, ma attenzione alle modalità! Il digiuno è uno dei temi più caldi nel panorama alimentare di questo periodo e, come spesso succede, non mancano inesattezze e imprecisioni. Cosa di quello che viene detto è reale? E come attuare il digiuno se fa veramente così bene? Prima di tutto cerchiamo di precisare cos’è e cosa comporta nel nostro organismo.

Per digiuno si intende la privazione totale degli alimenti escluso l’apporto idrico. Se osserviamo la natura, le forme di digiuno nel regno animale sono molte, basti pensare ai lunghi periodi di letargo che certi animali raggiungono nelle stagioni più fredde. Non solo la natura ci parla di digiuno, ma anche le usanze dei popoli, che nella storia hanno spesso associato alla purificazione dello spirito all’astinenza da una serie di bisogni, compreso il cibo.

Ma cosa succede al nostro corpo durante il digiuno? È stato verificato che una severa restrizione calorica prolungata per 16 ore porta ad una importante rigenerazione corporea, nella quale l’organismo elimina le tossine e le cellule danneggiate per fare spazio a cellule nuove e sane.

  1. Perché questo abbia effetto senza diventare dannoso o pericoloso, deve seguire delle logiche precise.
  2. Gli esperti hanno verificato che digiunare per 16 ore anche 2 volte alla settimana, dà grandi benefici a livello di salute e longevità.
  3. Per digiuno intermittente si intende l’alternanza di ore nelle quali è possibile mangiare, con ore nelle quali è bene praticare il digiuno.

Lo schema più adatto e convincente è il 16/8in cui si digiuna per 16 ore al giorno e si consumano i pasti nelle 8 ore restanti, il tutto ripetuto un massimo di 2 volte alla settimana.

Fermo restando che è sempre bene consultare il proprio medico prima di procedere con questa dieta, la colazione rimane il pasto più importante della giornata, quindi il digiuno intermittente potrebbe essere organizzato con le seguenti modalità:7:30: colazione abbondante e ricca in carboidrati integrali, frutta di stagione e frutta secca.10:00: spuntino con frutta di stagione o 1 yogurt magro12:30: pranzo in cui si può fare un pasto completo abbinando un primo piatto integrale (ad esempio del riso o della pasta) ad una fonte proteica come della carne magra o del pesce e della verdura di stagione15:30 : spuntino 2 frutti o 2 palline di gelato alla frutta

Da qui, inizia il digiuno e non si consumano più pasti fino alla colazione del giorno successivo (16 ore). Durante queste ore, è importante tenersi idratati con acqua o tisane non zuccherate. Passate le 16 ore di digiuno è possibile tornare ad una dieta normale, con una colazione ricca in carboidrati integrali (per esempio: pane integrale e marmellata oppure cereali integrali e yogurt), spuntino a metà mattina e metà pomeriggio con della frutta di stagione, prediligendo un primo piatto (sempre integrale) a pranzo e un secondo piatto a cena, abbinando verdure di stagione ad ogni pasto.

  • Vi consiglio di fissare dei giorni alla settimana in cui fare il digiuno intermittente, così da renderlo un appuntamento fisso.
  • Non ci sono indicazioni precise sul prediligere certi giorni rispetto ad altri, anche se personalmente penso che tenere il lunedì e il giovedì come giorni fissi possa essere una strategia per il pre/post finesettimana.

Gli studi confermano che il digiuno intermittente praticato per 2 giorni alla settimana, migliora lo stato infiammatorio, ha un impatto positivo su patologie metaboliche come ipertensione, insulino-resistenza, colesterolo alto, obesità. È una pratica che potenzialmente tutti possono seguire ma ci sono delle categorie di persone alle quali non è consigliata, come i bambini, ma anche pazienti debilitati o anziani.

Per quanto riguarda patologie gravi sembra che il digiuno intermittente possa essere di grande aiuto, soprattutto nelle malattie infiammatorie importanti come artrite, fibromialgia, gotta, cistiti ricorrenti, per cintane alcune. In questi casi il mio consiglio è, comunque, quello di recarsi da uno specialista per capire come l’alimentazione possa favorire il benessere.

La vostra Nutrizionista : Digiuno: una ricarica per il corpo, ma attenzione alle modalità!

Quando gli ebrei digiunano?

Gli Ebrei, digiunano nel giorno dell’espiazione, Yom Kippur. Questo digiuno si manifesta nel 10 mese di Tishri, ossia tra settembre e ottobre del nostro calendario. Il motivo di questo digiuno è di espiare i peccati commessi nel corso dell’anno nei confronti di Dio e degli altri uomini.

Perché non si può mangia carne in Quaresima?

Perche Si Mangia Pesce Il Venerdi Probabilmente avrete sentito la leggenda (perché finora non ci sono prove né nomi precisi) per cui un Papa in epoca medievale disse che in Quaresima si doveva mangiare solo pesce per via dei suoi legami con l’industria ittica, per incrementare le vendite.

  • Gesù ha digiunato per 40 giorni ed è morto un venerdì.
  • Per questo, anche se alcuni decidono di non mangiare carne per tutta la Quaresima, il venerdì è il giorno più rispettato e importante; anticamente, in alcuni Paesi cattolici tutti i venerdì dell’anno si consumava solo pesce (secondo i canoni 1250 e 1251 del Codice di Diritto Canonico).
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Va ricordato che questa astinenza dalla carne si fa come penitenza per onorare il sacrificio fatto dal Signore morendo sulla croce per espiare i nostri peccati, e dall’antichità la carne rossa è stata simbolo di opulenza e celebrazione, per cui consumarla durante nel periodo quaresimale non sarebbe conforme al senso di riflessione e umiltà di questo periodo.

San Tommaso d’Aquino spiega nella sua Summa Theologiae che il consumo di carne rossa dà anche più piacere perché è molto più gustosa, e quindi eliminarla sarebbe una dimostrazione di maggior sacrificio. “Ah, allora sono proibite solo le carni rosse”, penseranno alcuni. No, non è accettato neanche il pollo, che è carne bianca.

Ma allora perché il pesce sì? Come ha scritto San Paolo nella sua Prima Lettera ai Corinzi (15, 39), “non ogni carne è uguale; ma altra è la carne degli uomini, altra la carne delle bestie, altra quella degli uccelli, altra quella dei pesci”. Già nella Bibbia si fa una distinzione tra la carne bianca di un uccello e quella di un pesce.

  1. Molti assicurano che questo ha un’origine ebraica, perché nella dieta ebraica si separa il fleishig (carne, inclusi mammiferi e uccelli) dal pareve (alimenti che vanno da ciò che nasce dalla terra, come vegetali e grano, ai pesci).
  2. In questo senso, San Tommaso d’Aquino avverte che anche il pollo produce piacere.

Forse non quanto la carne rossa, ma è sempre un animale “a sangue caldo” e di terra a differenza dei pesci: “Il digiuno è stato istituito dalla Chiesa per porre un freno alla concupiscenza della carne, che cosidera i piaceri del tatto collegati al cibo e al sesso”.

  1. La Chiesa, quindi, ha proibito a quanti digiunano gli alimenti che danno più piacere al palato, e sono anche un grande incentivo alla lussuria.
  2. Tali sono la carne degli animali che riposano sulla terra e quelli che respirano l’aria e i loro prodotti, come il latte di quelli terrestri e le uova degli uccelli.

Perché visto che questi animali sono più simili all’uomo nel corpo, offrono più piacere come alimento”. Nonostante questo, nel corso degli anni la Chiesa ha reso flessibile questa regola. Ad esempio, in alcuni Paesi dell’America Latina i capibara sono permessi dalla Chiesa e vengono trattati come “carne di pesce”, trattandosi di un mammifero semi-acquatico.

  • Lo stesso accade negli Stati Uniti con la carne di lucertola, considerata anch’essa “pesce” dal 2010 secondo l’arcivescovo di New Orleans.
  • E i frutti di mare, i molluschi e i crostacei? Alcuni ecclesiastici credono che le ostriche e le aragoste dovrebbero rimanere fuori dalla lista, visto che pur essendo acquatiche sono associate al lusso, all’estremo piacere e alla lussuria.

Quanto ai derivati animali (come uova, latte e formaggio), ci sono discrepanze anche all’interno della Chiesa. Alcuni li considerano pertinenti perché non sono l’animale in sé, altri suggeriscono che sarebbe preferibile sostituirli. La carne permessa i venerdì di Quaresima (e il Mercoledì delle Ceneri e il Venerdì Santo) è quindi quella che proviene dal mare, dai laghi o dai fiumi, con le dovute eccezioni.

  • Come Gesù ha dato la sua carne e il suo sangue per noi qui sulla Terra, è una dimostrazione di gratitudine astenersi dal mangiare animali terrestri.
  • Detto questo, è ugualmente importante sottolineare che anche se si consuma carne di pesce la sua preparazione dev’essere semplice, visto che l’aspetto fondamentale è l’assenza di piacere.

I malati, i bambini con meno di 14 anni, le persone con problemi mentali, le donne che allattano o gli invitati ai pasti che non possono saltare l’impegno senza offendere o provocare inimicizia con l’altra persona possono non rispettare questa norma. Perche Si Mangia Pesce Il Venerdi

Quando non si mangia carne a Carnevale?

Perché si chiama giovedì grasso? – Partiamo dal primo quesito: “Perché si chiama giovedì grasso”? Il nome deriva dall’antica abitudine di celebrare con ricchi banchetti i giorni che precedono il tempo della Quaresima che per i credenti è un periodo di vigilia e digiuno,

  • Tra le popolazioni contadine un tempo erano in pochi che potevano permettersi di mangiare la carne che veniva consumata solo in occasione speciali e feste particolari.
  • Prima del periodo di digiuno legato alla Quaresima, però, siccome non si sarebbe potuto mangiare carne fino al giorno di Pasqua, si era soliti lasciarsi andare permettendosi qualche piccolo lusso.

Tra carni grasse e dolcetti si festeggiavano i giorni di Carnevale all’insegna del divertimento. In fin dei conti il significato del giovedì grasso e poi anche del martedì grasso è racchiuso dalla parola Carnevale ovvero più o meno “levare la carne”,

  1. Prima dell’inizio della Quaresima occorreva terminare tutta la carne affinché non andasse a male e soprattutto togliersi tutti gli sfizi dando sfogo a qualche peccato di gola prima di affrontare un lungo periodo di religiosa astinenza.
  2. Quando cade il giovedì grasso? Non c’è una data precisa per ogni anno.

Nel 2022, cade oggi, giovedì 24 febbraio, Il motivo? Il periodo di Carnevale è legato alla celebrazione della Pasqua cristiana, che, a sua volta, è una festa mobile nel calendario. Nonostante l’incertezza, però, una volta stabilita la data della Pasqua vengono fissate tre giornate importanti sul calendario.

il giovedì grasso, che dà il via ufficialmente al Carnevale il martedì grasso il mercoledì delle ceneri che fa terminare il Carnevale e sancisce l’inizio della Quaresima

Eco perché il giovedì grasso era considerato, così come avviene ancora oggi, il primo di sei giorni di festeggiamenti uniti ad abbondanti mangiate, In tutta Italia ci sono, per l’occasione, dolci tipici da degustare e piatti prelibati di cui non si può proprio fare a meno.