Pesce Martello Dove Vive?

Pesce Martello Dove Vive
Distribuzione e habitat – Gli squali martello sono diffusi, secondo le specie, nell’ Atlantico e nell’ Indo-Pacifico, dove prediligono acque costiere. Il più grande branco di squali martello, circa trecento esemplari, popola il mare della Colombia nel patrimonio UNESCO dell’ isola Malpelo,

Che cosa mangia il pesce martello?

Biologia Tra le tante specie del regno animale, gli squali, insieme agli scorpioni e ai Nautilus, sono tra gli animali più antichi, tuttora presenti tra mare e terre emerse. Sphyrnidae è la famiglia cui appartengono gli squali martello, rappresentata solo da dieci specie, distribuite praticamente in tutti i mari del mondo caldi e temperati.

  1. Tendenzialmente questi squali sono organismi costieri che si distribuiscono lungo le piattaforme continentali e che, diversamente da molti altri squali, nuotano in aggregazioni anche molto numerose di giorno per poi disperdersi durante la notte.
  2. Sembrerà assurdo ricordarlo ma gli squali martello si riconoscono dalla testa particolarmente espansa lateralmente, con occhi e narici molto periferiche da cui deriva il nome generico di “Martello”.

La larghezza della testa varia dal 23 al 27% della sua lunghezza totale. Gli squali martello si nutrono di pesci, squali di dimensioni più piccole, razze, molluschi cefalopodi e crostacei. La riproduzione è vivipara (con placenta del sacco vitellino) e i piccoli da 13 a 42 esemplari, dopo una gestazione di circa 7 mesi, nascono con dimensioni tra i 46 e 70 cm. Profondità Come detto questi squali sono organismi che difficilmente vengono osservati in mare aperto, ma restando in prossimità delle piattaforme continentali, riescono ad avere una notevole distribuzione verticale che dipende dal loro “momento biologico” e dalla temperatura media del tratto di costa. Curiosità E’ proprio la sua caratteristica più appariscente ad essere la più grave; curiosa. Sul motivo per cui si sia evoluta una testa del genere è stato scritto tantissimo, e forse il mix di tutte le scoperte a darci la risposta su questa forma insolita.

  • Idrodinamicità, elettrosensibilità;, campo olfattivo, campo visivo e alimentazione sono le caratteristiche che hanno indotto questo animale ad avere una testa tanto curiosa quanto fondamentale per accentuare queste peculiarità.
  • La forma a flap, così viene denominata, parrebbe essere un supporto idrodinamico che aiuta l’assetto dell’animale nei suoi movimenti.

Le narici così periferiche, aiutate dal classico movimento sinuoso del pesce, incontrano una porzione maggiore di acqua e quindi “annusano” meglio. Ricordandoci che il famoso settimo senso degli squali, ovvero la possibilità di percepire i campi elettromagnetici è posizionato sul rostro. Avvicinamento e Osservazione Per via delle loro dimensioni, per il fatto che si tratta di un animale dalla particolare fisionomia, dalla poderosa dentatura, per via delle difficoltà ad avvicinarlo alcuni studiosi fanno rientrare gli squali martello nella lista degli animali potenzialmente pericolosi.

Schivi per natura, gli squali martello reagiranno a un avvicinamento troppo rumoroso e invadente con una corretta reazione di difesa dileguandosi e lasciando il subacqueo poco educato solo nel blu in compagnia del suo computer. Una atteggiamento più discreto quasi al limite dell’immobilità, mai frontale e senza rumore potrà invece regalarci un incontro dal raro potere emozionale: trovarsi nel blu con queste creature affascinanti ed eleganti che ci nuotano intorno è qualcosa che tutti sognano e non si scorderà mai.

Quindi, quando vi capiterà di incontrare uno squalo martello è inutile che vi mettiate ad urlare al compagno per avvisarlo ma godetevi in pace questa splendida visione. Fotografare Eccoci finalmente a raccontare come si fotografa il pesce più elegante che si possa incontrare sott’acqua. La fotografia che tutti sogniamo di realizzare. Intanto bisogna avere una buona dose di fortuna per riuscire ad avvicinarci ad una distanza tale per cui ci siano i presupposti per realizzare una bella immagine ma tutto questo può sicuramente accedere se l’approccio con l’animale sarà tranquillo e corretto.

Dovremo immediatamente trovare l’assetto migliore in modo da non perdere tempo e concentrarci sull’unica cosa importante: realizzare una bella fotografia. Se dovessimo trovarci nel mezzo di un branco il primo trucco è quello di non continuare a voltarci alla ricerca del pesce ma rimanere immobili in attesa che sia lui ad avvicinarci incuriosito dalla nostra presenza.

Questo è il momento perfetto dato che è il pesce che ha deciso di venire a curiosare e noi siamo oggetto del suo interesse. A quel punto con movimenti impercettibili effettuati unicamente con la respirazione, attenderemo il momento propizio per fare il primo scatto e poi un secondo e così via in base a quanto tempo il pesce ci nuoterà intorno.

Facciamo un passo indietro e parliamo dell’obiettivo corretto da usare: questa sarà una decisione davvero impegnativa dato che non sapremo mai prima cosa ci attende sott’acqua. E’ chiaro che dobbiamo rischiare e il rischio ha il suo prezzo. Personalmente monterei un grandangolo medio che ci possa garantire di riprendere il grosso pesce a diverse distanze con discrete possibilità di successo.

Per quanto riguarda l’uso del flash dovremo valutare noi quando sarà il caso di usarlo e quando no. Ovviamente dipenderà molto dalla distanza tra noi e il pesce. Il flash avrà senso utilizzarlo solo se ci troveremo ad una distanza tale per cui il colpo di luce abbia effetto sul soggetto, in caso contrario attenzione perchè il suo effetto sarà negativo dato che farà risaltare la sospensione presente nel blu.

Gli squali martello normalmente li potremo incontrare ad una profondità che varia dai 25 metri ai 40 metri, questo significa che la quantità di luce esterna disponibile sarà davvero ridotta ma fondamentale quindi, oltre ai mille pensieri e all’emozione di questa splendida visione non dimentichiamo di sfruttare al massimo quel poco di luce che avremo a disposizione affinchè ci aiuti ad illuminare il soggetto.

Andare troppo fondi convinti di fotografare meglio gli squali martello non ha nessun senso dato che più scendiamo e meno luce avremo a disposizione. Testo di biologia curato da Emilio Mancuso (I.S.M. Istituto per gli Studi sul Mare)

Quanto è grande il pesce martello?

I pesci martello Già nel II secolo d.C. il poeta greco Oppiano paragonava il pesce martello al leone quale temibile belva. Nel 1554 il celeberrimo naturalista francese Guillaume Rondelet scriveva, a proposito del pesce martello comune, che un incontro con questo animale era considerato di cattivo auspicio per i naviganti.

Era inevitabile che il pesce martello, a causa della straordinaria foggia del suo capo, si vedesse attribuite dall’uomo una serie di curiose leggende. Malgrado i pesci martello, in virtù della forma caratteristica della loro testa e dell’ampia diffusione geografica, siano da lunghissimo tempo universalmente noti presso le diverse popolazioni umane, solo nel corso del secolo scorso, ed in particolare degli ultimi cinquant’anni, si è cominciato a conoscere qualcosa circa la biologia ed etologia di questi straordinari pesci.

I pesci martello sono pesci cartilaginei, e più precisamente degli squali. Tali animali costituiscono la famiglia Sphyrnidae, che include 9 specie, ossia il pesce martello alato ( Eusphyra blochii ), il pesce martello minore ( Sphyrna corona ), il pesce martello smerlato ( Sphyrna lewini ), il pesce martello dalla testa a pala ( Sphyrna media ), il pesce martello maggiore ( Sphyrna mokarran ), il pesce martello dalla testa a berretto ( Sphyrna tiburo ), il pesce martello dorato ( Sphyrna tudes ), il pesce martello comune ( Sphyrna zygaena ) ed il pesce martello dalla testa quadra ( Sphyrna sp.).

  • Quest’ultima è però ritenuta specie valida solo da alcuni autori e, se effettivamente esistente, deve considerarsi rarissima.
  • Tre sono le specie di pesci martello sino ad oggi registrate in acque italiane: il pesce martello comune, il pesce martello maggiore e il pesce martello dorato; le ultime due vi sono però presenti solo eccezionalmente, mentre la presenza dei pesci martello comuni è andata drammaticamente diminuendo d’entità nel corso del tempo.
  • I pesci martello si possono rinvenire in acque da tropicali a temperate, e sono ampiamente distribuiti in tutti i mari.
  • Alcune specie talora si avvicinano notevolmente alla riva, giungendo in acque bassissime.
  • Alcune specie mostrano una preferenza per determinati ambienti, così ad esempio il pesce martello maggiore predilige le barriere e gli atolli corallini, il pesce martello dalla testa a berretto i bassi fondali sabbiosi e fangosi, le barriere coralline, le baie, gli stretti e gli estuari, mentre il pesce martello dorato i fondali fangosi.
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In casi eccezionali, il pesce martello maggiore ed il pesce martello dorato possono risalire il corso dei fiumi. L’habitat è anche correlato all’età; i neonati di pesce martello smerlato, di pesce martello comune e di pesce martello dorato si rinvengono in acque basse sotto costa, ma crescendo si spostano via via in acque più fonde.

Vediamo come appare la morfologia generale di questi pesci cartilaginei. La parte anteriore della testa è fortemente depressa in senso dorso-ventrale ed allargata sui lati a formare due ampie espansioni, sorrette da importanti modificazioni allungate dello scheletro. Visto dorsalmente o ventralmente il capo ha quindi una particolare forma a “martello”.

La forma del martello subisce un certo cambiamento con l’età, in quanto negli esemplari giovani è maggiormente arcuato e in alcuni casi più lungo. Il pesce martello alato è la specie che presenta il martello più sviluppato in proporzione alle sue dimensioni, misurando all’incirca quanto metà della lunghezza del corpo.

  1. Il peduncolo caudale è massiccio, e presenta dei pozzetti precaudali sulle facce superiore e inferiore, volti ad accrescere l’idrodinamicità.
  2. Le forma delle pinne è un utile carattere nella diagnosi delle varie specie; in generale comunque possiamo dire che la prima pinna dorsale è molto sviluppata, la seconda dorsale è molto più piccola, le pettorali sono relativamente brevi, l’anale ha la base allungata, le pelviche hanno medie dimensioni e la pinna caudale presenta il lobo superiore molto più lungo dell’inferiore, che è comunque ben sviluppato.
  3. La dentatura è piuttosto notevole: i denti sono disposti su più file, assai numerosi, di medie dimensioni, aventi un’unica cuspide che, a seconda della specie, può essere più o meno eretta o obliqua e presentare i bordi lisci o anche finemente seghettati.

Il colore del corpo è uniforme, biancastro nelle parti inferiori e grigio, grigio-marrone e, nell’unico caso del pesce martello dorato, giallastro arancione, nelle parti superiori. Macchie scure agli apici delle pinne sono presenti in alcune specie, ma talora si tratta di caratteri variabili con l’età dell’individuo.

La specie più grande è il pesce martello maggiore, che raggiunge almeno i 6 metri e secondo alcune testimonianze gli 8 metri, mentre la più piccola è il pesce martello minore che non supera i 92 cm di lunghezza. Le funzioni dell’originale forma della testa dei pesci martello sono attualmente almeno in parte conosciute.

Appare ora evidente che tale struttura debba avere multipli utilizzi, in parte connessi al nuoto ed in parte alle modalità di caccia e alimentazione. Vediamo quindi come il martello possa essere utile nel nuoto. Poiché negli squali il lobo superiore della pinna caudale è più sviluppato dell’inferiore, quando questi pesci nuotano la parte anteriore del corpo riceve una spinta verso il basso che è quindi necessario controbilanciare affinché non vadano a fondo; il bilanciamento è realizzato in parte dalla testa, che è ampia e depressa dorso-ventralmente, e in parte dalle pinne pettorali, che sono ben sviluppate e hanno disposizione quasi orizzontale.

  1. Questo vale, a livello generale, per ogni squalo.
  2. La forma del pesce martello è quindi un caso estremo di questa regola, poiché il martello ha forma simile a quella delle ali di un areoplano: ampissimo, con una superficie inferiore appiattita ed una superiore bombata.
  3. Si è osservato che i pesci martello sono assai rapidi ed agili, a conferma del fatto che la funzione di tale organo nel nuoto debba essere rilevante.

Il martello è però utilissimo anche per varie funzioni correlate alla percezione sensoriale dell’ambiente in cui lo squalo vive. Così, una funzione di primaria importanza è legata all’olfatto. Come abbiamo visto le narici sono poste agli estremi delle espansioni del martello e prolungate in un solco che, in definitiva, ne aumenta la superficie, permettendo di incanalarvi più efficacemente l’acqua e le particelle che questa trasporta in soluzione.

Quando lo squalo segue una scia odorosa che lo conduce verso la preda, il movimento oscillatorio del capo e la disposizione delle narici risultano utili per individuare la pista e non perderla. Più le narici sono distanziate, più il meccanismo è funzionale. Quindi il pesce martello risulta particolarmente avvantaggiato in questo senso; non meraviglia quindi il fatto che sia stato riportato che i pesci martello sono i primi squali a sopraggiungere laddove del sangue o delle interiora di pesci vengono buttate in mare.

Anche gli occhi risultano eccezionalmente distanziati, posti come sono alle estremità laterali del martello. Di conseguenza questi squali possono contare su di una vista maggiormente stereoscopica. Come gli altri pesci, anche i pesci martello sono provvisti della linea laterale, un canale posto sotto la pelle, che corre lungo tutto il corpo dell’animale dalla testa alla coda e serve ad avvertire le più piccole vibrazioni dell’acqua e avvertire i movimenti delle prede.

Poiché la linea laterale raggiunge anche la testa dello squalo, appare logico che un’altra utilità della maggiore estensione del capo del pesce martello debba essere di avere uno spazio più ampio a disposizione del sistema della linea laterale affinché questo risulti più esteso e di conseguenza più funzionale.

La testa degli squali è ricca di pori, gli sbocchi delle ampolle del Lorenzini, organi di elettro-recezione. Gli animali emettono deboli campi elettrici, e avvertendoli il predatore individua con maggiore facilità il suo cibo. Tra l’altro le ampolle del Lorenzini permettono allo squalo di avvertire il campo magnetico terrestre, e quindi di orientarsi.

  1. Gli sbocchi delle ampolle del Lorenzini sono più abbondanti nella parte inferiore del muso dello squalo: nel pesce martello sono distribuiti ampiamente sulla superficie inferiore del martello, dando loro una potenzialità maggiore nell’utilizzo di questo senso rispetto alle altre specie di squali.
  2. L’osservazione delle modalità di caccia dei pesci martello, ha portato a scoprire che quando un pesce martello cerca delle prede nascoste sotto la sabbia tiene la testa raso-terra, individuando il punto in cui l’animale è celato grazie al campo elettrico generato da questo.

Una volta individuata la preda, il pesce martello fa uso del capo come di una pala per sollevare la sabbia e smuovere l’animale nascosto. I trigoni e le razze sono tra le prede preferite dei pesci martello, e poiché solitamente si mimetizzano rimanendo nascosti sotto la sabbia del fondo marino, il martello è uno strumento perfetto per individuarli.

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Il martello è poi usato anche per colpire la preda, immobilizzandola contro il fondo marino mentre il predatore la divora. I pesci martello predano soprattutto su di uno spettro di pesci ossei assai ampio, su diverse specie di pesci cartilaginei, su molluschi e crostacei. Il pesce martello maggiore predilige i trigoni; è curioso notare che questo squalo appare del tutto indifferente al fatto che questi raiformi siano dotati di aculei veleniferi.

Talora sono stati trovati pesci martello maggiori che recavano spine di trigone conficcate nella bocca: un esemplare catturato al largo della Florida aveva addirittura 96 spine nella cavità orale. I pesci martello si nutrono frequentemente anche di altri squali e talora anche di altri pesci martello.

  • Tra i nemici dei pesci martello annoveriamo in primo luogo l’uomo e in secondo luogo gli stessi squali.
  • Sono inoltre noti un paio di casi in cui dei pesci martello sono stati attaccati da orche ( Orcinus orca ).
  • I pesci martello si riproducono per fecondazione interna.
  • Quando giunge il momento dell’accoppiamento, il pesce martello maschio corteggia la femmina afferrandola con la bocca e procurandole di conseguenza evidenti ferite superficiali, note come “morsi d’amore”.

Quindi il maschio inserisce uno dei due pterigopodi (gli organi copulatori) nella cloaca della femmina e la feconda. Lo sviluppo embrionale è particolarmente evoluto, essendo di tipo viviparo placentale. Di conseguenza le uova vengono trattenute negli ovidotti materni fino al raggiungimento del completo sviluppo dell’embrione, e questo riceve il nutrimento dalla madre attraverso una placenta che si forma dalla fusione del sacco vitellino del piccolo con la parete dell’ovidotto.

Alla nascita il martello del neonato è flessibile: ciò permette il passaggio del piccolo squalo attraverso la cloaca della madre al momento del parto. Il numero di piccoli per figliata varia a seconda della specie, da un minimo di 2 ad un massimo di 42. Si è visto che in alcune fasi del loro ciclo vitale, principalmente in relazione alla riproduzione, almeno alcune specie di pesci martello possono segregare sessualmente: le femmine ed i maschi si separano momentaneamente e si collocano in zone differenti.

Nel periodo del parto e nelle prime fasi dello sviluppo dei neonati questo comportamento è fondamentale per evitare che i maschi della medesima specie possano predare i piccoli. Sino a questo momento la segregazione sessuale nei pesci martello è stata descritta nel pesce martello smerlato e nel pesce martello dalla testa a berretto.

Almeno alcune specie di pesci martello conducono una vita sociale avanzata. Immensi banchi di pesci martello sono stati osservati in varie parti del globo. Ogni banco può essere formato da centinaia di esemplari. Nel Mare di Cortez, nell’area del monte sottomarino El Bajo Espiritu Santo, durante le ore diurne i pesci martello smerlati stabiliscono una precisa organizzazione sociale all’interno del banco, comunicando attraverso una multiforme serie di movimenti del corpo.

Sebbene nei banchi siano presenti individui di entrambi i sessi e di diversa taglia, sono più numerose le femmine giovani di circa 170 centimetri di lunghezza: comunicando grazie al loro linguaggio queste stabiliscono le loro posizioni, di maggiore o minore rilievo, al centro dell’assembramento.

Alla sera i banchi si rompono e gli squali vanno a cercare le loro prede nei tratti di mare posti tra i monti sottomarini. I pesci martello smerlati ritornano nei pressi del loro monte solo ore dopo, quando si avvicina l’alba. I pesci martello smerlati formano banchi in molti mari e, a seconda del luogo, composizione relativa e struttura dei gruppi sono differenti.

La ragione per cui questi squali formano dei banchi così cospicui non è nota. In alcuni casi o aree particolari appaiono ipotizzabili fini riproduttivi, migratori o di protezione dei piccoli, ma solitamente la composizione del banco non è compatibile con queste spiegazioni, cosicché il mistero permane.

Altre specie che formano grandi banchi sono il pesce martello dalla testa a berretto, il pesce martello comune e il pesce martello dorato. I pesci martello sono, in linea di massima, da considerarsi animali potenzialmente pericolosi e da trattarsi con grande cautela. Detto questo, possiamo però affermare che, in linea di massima, si tratta di animali assai poco aggressivi, per lo meno in situazioni ove non siano presenti particolari stimoli e quando l’essere umano non li provochi.

I pesci martello smerlati, i più comuni, malgrado le loro dimensioni ragguardevoli, si mostrano quasi sempre timorosi in presenza di esseri umani, e quando sono radunati in banco non si lasciano avvicinare da presso dai subacquei. Anche i grandi pesci martello maggiori, in alcune occasioni assai temibili, hanno spesso avvicinato subacquei senza che si sia verificato alcun incidente; per lo più lo squalo si limita ad osservare l’uomo, talora girandogli attorno, e infine si allontana.

I pesci martello sono stati tenuti assai raramente negli acquari. Poiché si tratta di squali di dimensioni medio-grandi e il loro aspetto incuriosisce il pubblico, gli acquari hanno fatto numerosi tentativi di tenerli in cattività. I pesci martello sono però tra le specie più difficili da tenere in acquario.

Spesso gli esemplari muoiono subito, mentre in altri casi mostrano momentaneamente di tollerare la reclusione, ma in seguito muoiono nel giro di pochi mesi. Quasi tutte le specie di pesci martello sono pescate frequentemente ove presenti, specialmente nell’area tropicale.

  1. Vengono catturati con molti differenti attrezzi da pesca: reti da posta, palangari, reti derivanti, reti a strascico, reti a circuizione, lenze a mano e arpioni.
  2. Così come è accaduto per la maggior parte di grosse specie di squali, anche i pesci martello sono stati duramente colpiti dalla pesca diretta, dal by – catch, dalle catture delle loro prede e dal degrado ambientale.

In Italia le catture di pesci martello sono attualmente di modestissima entità, essendo divenute via via sempre più rare nel tempo. Fino ad alcuni anni fa venivano pescati con frequenza esemplari di pesce martello comune nelle acque della Sicilia, ma il numero di tali catture è oggi ridottissimo.

La carne di questi pesci viene frequentemente utilizzata per il consumo umano e commerciata fresca, congelata, essiccata salata e affumicata. Il fegato viene utilizzato per l’alto contenuto vitaminico. In passato, in particolare tra il 1930 e il 1940 il fegato di questi animali è stato la base di uno specifico commercio in Messico e Stati Uniti; questo si è poi di colpo rarefatto quando si cominciò a produrre la vitamina A per via sintetica.

Gli scarti della lavorazione vengono utilizzati come mangime per pesce. La pelle viene talora utilizzata per la preparazione di un particolare cuoio: per tale utilizzo è particolarmente apprezzato il pesce martello smerlato, ma viene usato anche il pesce martello maggiore.

  • I denti e le mascelle, sono occasionalmente commerciate come oggetti ornamentali.
  • L’abitudine di radunarsi in banchi propria di alcune specie di tale gruppo rende particolarmente vulnerabili alla pesca questi animali.
  • Come sempre, la conservazione di una data specie dipende da una serie di presupposti relativi alla salvaguardia ambientale che, per lo meno in Europa, siamo ben lontani dal raggiungere.
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E nulla di positivo si prospetta ancora per il futuro prossimo.

  • Alessandro De Maddalena
  • Curatore della Banca Dati
  • Italiana Squalo Bianco
  • Membro del Gruppo Mediterraneo
  • di Ricerca sugli Squali
  • Bibliografia

— De Maddalena A. – 2001. Squali delle acque italiane. Guida sintetica al riconoscimento, Ireco, Formello, 72 pp. — De Maddalena A. – 2003. Datemi un martello, Aqua, Marzo 2003: 30-38. — Ellis R. – 1983. The book of sharks, Rev. ed. Robert Hale, London, 256 pp.

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  • Les Editions du Pacifique, Papeete.
  • Limley A.P., Butler S.B., Nelson D.R.
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Perché si chiama pesce martello?

Descrizione – Testa di Sphyrna lewini Sphyrna mokarran Sphyrna tiburo Sphyrna tudes Le 9 specie di squali martello hanno una protuberanza ai lati della testa a forma di martello, Gli occhi dello squalo sono all’estremità dell’estensione e quindi gli permettono una vista a 360 gradi. Per lungo tempo si è pensato che lo scopo della testa fosse di agire come un’ala, dando maggiore manovrabilità all’animale e permettendogli di compiere veloci svolte senza perdere stabilità, anche se sembra che questa capacità sia assicurata piuttosto dalle vertebre.

Questa ipotesi sembra al momento essere stata scartata, mentre sembra invece che la testa schiacciata e ampia migliori la capacità di localizzazione elettrica; l’intera struttura è infatti ricca di ampolle di Lorenzini, che permettono all’animale di orientarsi per mezzo del campo magnetico terrestre e di individuare campi elettrici emessi da altri organismi viventi: il muso a martello conferisce allo squalo una maggiore superficie, incrementando di 10 volte la sua capacità di ricezione rispetto a quella degli squali dalla testa affusolata, consentendo loro di captare segnali elettrici deboli fino a un mezzo milionesimo di volt,

Nonostante le ipotesi, la natura e l’utilità della testa a martello dello squalo rimane tutt’oggi un mistero irrisolto per biologi e zoologi di tutto il mondo. Le dimensioni delle 10 specie tuttora conosciute possono variare parecchio: un Eusphyra blochii adulto può misurare fino ai 186 cm di lunghezza, mentre lo Sphyrna mokarran (lo squalo martello maggiore) può superare i 4 metri di lunghezza e i 350 kg di peso.

Cosa fa il pesce martello?

Il martello dello squalo Il martello dello squalo La larga testa dello squalo martello serve per cacciare meglio. Ma come?

Uno squalo martello si aggira nelle acque alla ricerca di prede, di cui può percepire i campi elettrici.

La strana forma della testa dello squalo martello ha forse una spiegazione. Si sapeva che in un modo o nell’altro poteva essere utile per cacciare, ma non si erano ancora trovate grosse differenze tra questo e altri squali. Secondo alcuni ricercatori dell’università delle Hawaii, i grossi squali usano la testa “allargata” in due modi diversi.

Lo hanno fatto ingannando alcuni squali (13 giovani squali martello e 12 squali della sabbia) con strutture fatti di fili elettrici che si muovevano sul fondo di una piscina (molti Condroitti, il gruppo cui appartengono gli squali, sono infatti capaci di percepire i campi elettrici).Gli squali martello, grazie appunto alla testa più ampia, erano in grado di fare una scansione più veloce di una vasta area del fondo, e capire prima e meglio dove fossero le finte prede.

Inoltre la struttura della testa agiva anche come una specie di alettone per migliorare l’agilità nel nuoto degli squali. Il prossimo passo sarà lavorare con squali adulti, per vedere se la strana testa assume con l’età altre funzioni. (Notizia aggiornata al 21 novembre 2002) 13 novembre 2002 : Il martello dello squalo

Dove si trova squalo martello?

Dove si trovano gli squali martello? – Lo squalo martello si trova in tutto il mondo, soprattutto nelle acque più calde lungo le coste. A differenza della maggior parte degli squali, però, alcune specie di squali martello nuotano in banchi piuttosto che da soli.

Alcuni di questi banchi di squali martello si trovano vicino all’isola di Malpelo, in, Forse uno dei fatti più bizzarri sui pesci martello riguarda uno squalo bonnethead in cattività presso un acquario di Omaha, Nebraska. La popolazione di squali bonnet dell’acquario era formata da tutte femmine e nel 2001 una di loro ha avuto un parto vergine, cioè una nascita senza il contributo di un maschio.

I test hanno confermato che il nuovo squalo non aveva alcun DNA paterno e questo è stato il primo caso di parto senza fecondazione osservato negli squali. : Squalo martello uno degli squali più bizzarri I Esquire

Qual è il pesce d’acqua dolce più grande del mondo?

Lo storione beluga Huso huso è il pesce d’acqua dolce più grande del mondo, più grande del pesce gatto gigante del Mekong Pangasianodon gigas ! In effetti, si pensa che sia il più grande pesce d’acqua dolce che sia mai vissuto. È una specie anadroma originaria dei bacini del Caspio e del Mar Nero, ma ora è in pericolo di estinzione a causa degli impatti antropici, dell’inquinamento e della pesca eccessiva. Uno storione Beluga record fu catturato nell’estuario del Volga nel 1827 e pesava 1.571 kg! Lo storione Beluga può vivere per oltre un secolo (età accertata, 118 anni), alcuni individui potrebbero essere stati generati in habitat ora bloccati dalle dighe costruite da Stalin sul Volga e dalle dighe Iron Gates (1972-1985) sul Danubio.

  1. Lo storione Beluga intraprende un’importante migrazione riproduttiva (Migrazione anadroma) a monte per deporre le uova.
  2. Entra nei fiumi in primavera e in autunno.
  3. La deposizione delle uova varia da 0,36 a 7,7 milioni di uova, tuttavia le femmine maturano tardi (intorno ai 18 anni) e depongono le uova solo una volta ogni 5-7 anni.

in primavera e meno frequentemente in autunno. Il numero di uova per femmina può essere assai elevato, fino a 7,7 milioni. Ogni femmina produce una quantità di uova pari a circa il 10% del proprio peso. Il numero delle uova è di 30-35000 unità per kg. L’habitat riproduttivo è nel corso principale di grandi fiumi profondi con forte corrente e su substrato di pietra o ghiaia. Pesce Martello Dove Vive fiume Ural Il fiume Ural in Kazakistan è ora l’unico fiume che sfocia nel Mar Caspio che non ha una diga che blocchi la migrazione di questo grande pesce

Come si chiama il pesce che ti da la scossa?

St 2020/21 5 min Le torpedini hanno forma appiattita e sono dotate di due organi elettrici situati ai lati della testa, che possono produrre scariche fino a 220 volts ed arrivare ad 1 ampere. La scarica elettrica non è mortale per gli esseri umani, ma può provocare forte dolore. Vai al titolo