Il pesce è un’importante alimento da inserire nella dieta, da consumare almeno due o tre volte alla settimana, perché ricco di proteine ad alto valore biologico, sali minerali, vitamine e grassi poli-insaturi (fra cui gli omega-3), che combattono il colesterolo e fanno bene alla salute delle arterie e quindi alla circolazione.
Lo iodio, il fluoro e il selenio sono dei toccasana per le cellule del cervello e per la memoria. Il pesce è ricco di sali minerali come selenio, fosforo, iodio e fluoro, che sono importanti nella regolazione del sistema circolatorio, nervoso e muscolare. Anche la quantità di vitamine è interessante: in particolare la vitamina A e le vitamine del gruppo B.
Molluschi e crostacei infine, meno ricchi di proteine rispetto al pesce, hanno un discreto contenuto di zinco, magnesio e ferro: quest’ultimo soprattutto presente in cozze, vongole e ostriche. I pesci più magri e digeribili Se ci si vuole mantenere leggeri, i pesci più indicati sono il nasello, l’orata, la razza, il gambero d’acqua dolce e i polpi, che contengono meno dell’1% di grassi.
Seguono sogliola, spigola, trota, palombo, rombo, calamari, seppie, mitili e vongole, con una percentuale di grassi compresa tra l’1 e il 3%. Fra i pesci che invece contengono un maggior quantitativo di grassi (fra il 3 e il 10%) troviamo triglie, salmone, sarde, dentice, tonno e spada. Aringa, anguilla e sgombro sono invece le specie ittiche più ricche di grassi, con una percentuale che supera il 10%.
I pesci più digeribili sono in particolare il nasello, la sogliola, la razza, la spigola, la trota, il dentice, l’orata, il sarago e la cernia. Tra i pesci più saporiti, ma nello stesso tempo meno facilmente digeribili, troviamo invece l’anguilla, il polpo, l’aringa, la seppia, lo sgombro e il calamaro. Il pesce crudo può essere contaminato da diversi microrganismi, come Opisthorchis, Listeria, Escherichia coli, Salmonella, tutti batteri che provocano problemi gastrointestinali (problema relativo non solo al pesce crudo, ma anche ad altri alimenti come carni, latte crudo e derivati).
Raramente, e solo in soggetti particolarmente deboli come bambini e anziani, queste infezioni possono mettere in pericolo la vita. Il rischio maggiore per chi consuma pesce crudo è l’ Anisakis, un parassita intestinale presente in numerosi mammiferi marini (delfini, foche, etc.) ed ospite intermedio, nel suo stadio larvale, di molti pesci tra cui tonno, salmone, sardina, acciuga, merluzzo, nasello e sgombro.
L’anisakis è estremamente diffuso, poiché è presente in più dell’85% delle aringhe, nell’80% delle triglie e nel 70% dei merluzzi. Questi nematodi migrano dalle viscere del pesce alle sue carni se, quando catturato, non viene prontamente eviscerato. Quando l’uomo mangia pesce infetto crudo, non completamente cotto o in salamoia, le larve possono impiantarsi sulla parete dell’apparato gastrointestinale, dallo stomaco fino al colon.
Per difendersi dai succhi gastrici, attaccano le mucose con grande capacità perforante, determinando una parassitosi acuta o cronica. Una circolare del ministero di sanità del 1992, ancora in vigore, obbliga chi somministra pesce crudo o in salamoia (il limone e l’aceto non hanno alcun effetto sul parassita) ad utilizzare pesce congelato o a sottoporre a congelamento preventivo il pesce fresco da somministrare crudo.
Infatti l’Anisakis e le sue larve muoiono se sottoposti ad almeno 60°C di temperatura (cottura), oppure dopo 24 ore a -20°C (abbattimento). Per evitare contaminazioni sono necessari alcuni accorgimenti: assicurarsi sempre che nel ristorante in cui si mangia pesce crudo o marinato questo venga preventivamente sottoposto a trattamento termico adeguato; nel consumo casalingo di pesce crudo, acquistarlo fresco e congelarlo per almeno una settimana nel congelatore a -18°C (il pesce prontamente eviscerato, come il salmone di allevamento, è più sicuro di quello venduto con le viscere); prestare particolare attenzione alle specie più a rischio, come lo sgombro, le sardine, il tonno e il pesce azzurro in genere. L’abbattimento L’abbattimento rapido è il miglior sistema naturale per migliorare e prolungare la shelf-life del pesce e degli alimenti in generale. Se il processo di congelamento viene eseguito rapidamente, si mantengono qualità sensoriali e nutrizionali prossime a quelle dell’alimento fresco.
L’abbattitore, grazie a un potente sistema di refrigerazione con aria a -40°C, consente di raggiungere la temperatura di -20°C al cuore del prodotto in meno di 240 minuti, mantenendo così intatte le qualità organolettiche del cibo. Dopo lo scongelamento del prodotto, eseguito a temperatura controllata di +3°C in frigorifero, non avverranno perdite di liquidi, consistenza e gusto.
Sul tema dell’abbattimento e della sicurezza legata al consumo di pesce crudo, Italia a Tavola ha ornaizzato nell’aprile 2011 un convegno a Milano con alcuni dei più importanti esperti del settore. Articoli correlati: Sicurezza alimentare garantita con le giuste tecniche di conservazione Listeriosi, ‘tallone d’Achille” del settore alimentare Refrigerare, glassare e abbattere Il freddo rapido per la ristorazione Abbattiamoli tutti.
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Che tipo di pesce mangiare per dimagrire?
Perché mangiare pesce aiuta a dimagrire Il pesce è uno degli alimenti maggiormente presenti nei regimi dimagranti. Questo alimento è un ottimo alleato per chi ha necessità di perdere peso. «Le varietà ittiche magre come il merluzzo, la cernia e la spigola hanno un basso contenuto calorico e sono ricchissime di proteine di elevato valore biologico», dice la nutrizionista,
«I pesci grassi come il salmone, il tonno e lo sgombro sono delle fonti eccellenti di Omega 3, grassi salutari che in diversi studi si è visto essere in grado di ridurre i trigliceridi nel sangue, aumentare la sensibilità all’insulina e favorire la riduzione del grasso addominale, soprattutto se associati anche a un regolare esercizio fisico».
Ma i benefici per la dieta sono anche altri. Ecco perché mangiare pesce aiuta a dimagrire. Riduce gli attacchi di fame nervosa «Il pesce contiene aminoacidi essenziali che favoriscono la produzione dei neurotrasmettitori del benessere. Apporta triptofano, precursore dell’ormone serotonina che regola il tono dell’umore e contrasta lo stress», dice la nutrizionista Marianna Tommasone.
Favorisce la sazietà «Il pesce, rispetto alle altre fonti proteiche di provenienza animale, come la carne e i formaggi, ha un ridotto contenuto di colesterolo (a eccezione di crostacei e molluschi) e, in particolare quello “grasso”, è più ricco di acidi grassi polinsaturi (Omega 3), i cosiddetti “grassi buoni” che insieme alle proteine di elevato valore biologico regalano sazietà». Mantiene in salute il metabolismo
«Le proteine, i grassi e alcuni sali minerali di cui è fonte il pesce sono indispensabili per il funzionamento del metabolismo. Lo iodio e il selenio, in particolare, aiutano la tiroide a lavorare al meglio e a produrre ormoni T3 e T4 coinvolti nei processi metabolici».
- Come cucinarlo a dieta «L’ideale è prediligere per il pesce metodi di cottura che limitano l’aggiunta di condimenti grassi.
- Sono da preferire per esempio le cotture al vapore o sottovuoto o al forno.
- Inoltre, occorre evitare i tempi di cottura troppo lunghi che riducono le sue proprietà nutritive e favoriscono la formazione di alcuni composti nocivi per l’organismo, come gli idrocarburi policiclici aromatici e le amine eterocicliche».
Per rendere questo alimento maggiormente alleato della linea conclude l’esperta «l’ideale è abbinarlo nello stesso pasto a delle verdure fresche di stagione, dei cereali in chicchi e condirlo con olio extravergine d’oliva ed erbe o spezie aromatiche, che permettono di insaporirlo e limitare l’aggiunta di sale».
Qual è il pesce più sano da mangiare?
Come scegliere però il pesce migliore per la nostra salute? Quali pesci è invece meglio evitare nella nostra dieta? – Una prima netta distinzione per orientare le scelte alimentari è quella tra pesci magri e pesci più grassi, dunque tra quelli più digeribili ed altri meno digeribili.
Un altro criterio di scelta è l’accumulo di sostanze tossiche, I grandi pesci, in cima alla catena alimentare, tendono ad accumulare nella loro carne inquinanti e metalli pesanti (ad esempio il mercurio), ed è bene per questa ragione limitarne l’uso, soprattutto durante la gravidanza e la crescita. In base a questi criteri ecco una lista dei pesci più adatti per una dieta equilibrata e di quelli che invece è meglio consumare con moderazione.
I sei pesci consigliati sono il merluzzo, la sogliola, il nasello, l’ orata, alici e sardine, Tutti questi pesci hanno un basso contenuto di lipidi (alcuni anche inferiore all’1 per cento) e alte concentrazioni di sostanze benefiche per il nostro organismo: Omega 3, ferro, fosforo e iodio,
Questi pesci possono essere mangiati tutte le volte che lo si desidera. I sei pesci che consigliamo di limitare, soprattutto in gravidanza e durante la crescita, sono il pesce spada e il tonno (per l’accumulo di metalli pesanti nel loro corpo) e i pesci più grassi (con maggior percentuale lipidica nella carne), come il salmone, lo sgombro, l’ aringa e la verdesca,
Questi pesci non devono essere mangiati più di due volte a settimana. Tags:
Quali sono i pesci magri e grassi?
I pesci magri sono, ad esempio, la sogliola, la platessa, il merluzzo, la spigola, il rombo e il persico. Tra i pesci semi grassi troviamo il tonno, il pesce spada, il dentice, la triglia, la sardina e la trota. Pesci grassi sono lo sgombro, il salmone, l’anguilla.
Quanto pesce si può mangiare a dieta?
Pesci Magri – Sono definiti pesci magri quelli che contengono meno del 3% di grassi. I pesci magri hanno un apporto calorico inferiore alle 100 kcal. Sono ideali per il consumo frequente e in porzioni rilevanti, soprattutto nelle diete ipocaloriche, Vengono spesso utilizzati come fonte proteica dagli sportivi e dalle donne incinte.
Risultano altamente digeribili e si conservano meglio (il pesce azzurro è comunque delicato). D’altro canto, hanno un contenuto di omega 3 EPA e DHA inferiore rispetto a quelli grassi e semigrassi; questa non è una verità assoluta e molti pesce azzurri magri contengono più omega 3 di pesci bianchi semi grassi di allevamento.
Discrete le quantità di vitamina D e vitamina A. Ancora una volta l’apporto vitaminico del fegato e delle uova è simile a quello dei pesci grassi. E’ perfettamente contemplato in una dieta equilibrata consumare 3 porzioni di pesce magro alla settimana, in porzioni considerevoli (almeno 150g).
Quanto merluzzo si può mangiare a dieta?
QUANTO MERLUZZO SI PUO MANGIARE? – In una dieta equilibrata, il merluzzo dovrebbe essere consumato una volta alla settimana in una quantità di 1 oppure 3 porzioni alla settimana. La quantità dovrebbe essere di un massimo di 200 g.
Quali sono i pesci con più calorie?
Tra i più ricchi di calorie troviamo la maggior parte dei pesci azzurri, come sardine, sgombro e salmone. Il pesce azzurro è sicuramente molto diffuso in quanto buono, economico e ricco di fosforo, iodio e ferro.
Quali sono i legumi che fanno dimagrire?
Mangiare ogni giorno una porzione di fagioli, piselli, ceci o lenticchie potrebbe aiutare a perdere un po’ di peso. Lo suggerisce uno studio canadese pubblicato sull’ American Journal of Clinical Nutrition, secondo cui mangiare 130 grammi di legumi farebbe perdere 0,34 chili (340 grammi) al d.
- Il lavoro, del St.
- Michael’s Hospital di Toronto, basato su una precedente analisi del Centro Nutrizione clinica dello stesso ospedale, secondo cui chi si nutre spesso di legumi si sente pi sazio di chi segue una dieta controllata (addirittura del 31%) e ha anche il vantaggio di tenere sotto controllo il colesterolo “cattivo”.
Nonostante i noti benefici per la salute, solo il 13% dei canadesi mangia fagioli o simili tutti i giorni e la maggior parte ne mangia meno di una porzione spiega Russell de Souza, primo autore dello studio.
Cosa mangiare al posto della pasta per dimagrire?
Cosa Mangiare al Posto della Pasta? – Esistono diverse alternative alla pasta, che consentono di preparare ogni giorno dei piatti squisiti e veloci. I cereali integrali, come ad esempio il riso venere, il riso rosso e il farro, contengono più proteine rispetto alla pasta, hanno un indice glicemico minore e un potere saziante maggiore.
Questo significa che si possono ridurre le quantità, mangiare meno e alzarsi lo stesso da tavola sazi. Ottimi anche i pseudocereali come la quinoa, l’ amaranto e il bulgur ricchi di fibre, molto utili per il benessere dell’organismo. Un altro piatto che si può sostituire alla pasta tradizionale è la pasta di legumi,
Prodotta al 100% con farina di legumi, questa pasta è senza glutine, ricca di proteine e ferro. La pasta di legumi è perfetta per preparare diverse ricette e davvero buonissima. Esiste anche la pasta di canapa, ricca di proteine grassi omega 3 e 6. Meno conosciuto, ma davvero un ottimo sostituto della pasta, il konjac un tubero che viene impiegato per preparare un tipo di pasta senza glutine, con pochissime calorie e ricca di fibre.
Che tipo di pesce comprare?
I pesci da privilegiare – quale pesce mangiare Cercate di privilegiare i pesci che arrivano da fiumi, laghi e mari vicini, le specie meno note e conosciute ma altrettanto gustose e saporite: spigolette, palamita, zerro, pagello, acciughe, lampuga, sardine, tinche.
Qual è il pesce che ha più calorie?
Pesci con un maggior contenuto di Calorie
Alimento | Quantità di Calorie | |
---|---|---|
Cefalo muggine, cotto | 150 | kcal |
Latterini | 148 | kcal |
Trota | 148 | kcal |
Pesce spada | 144 | kcal |
Cosa mangiare al posto del pesce in una dieta?
Frutta secca, ma non solo – Per fortuna ci sono diversi grassi della serie Omega 3 anche in alimenti di solito più graditi ai bambini: “L’acido alfa-linolenico è per esempio presente in noci e semi di zucca che, a parità di dosi, hanno tra l’altro più Omega 3 del pesce.
Sempre questa preziosa sostanza si trova anche nei piselli e in alcune verdure a foglia larga, come gli spinaci. Altri Omega 3, come Dha ed Epa, sono invece assicurati da pollo e tacchino, a patto che siano di provenienza biologica. E poi c’è l’olio di semi di lino, dal sapore magari poco apprezzato dai più piccoli, ma che contiene 2-2,5 g di Omega 3 per cucchiaino.
Il consiglio generale è quello di alternare fonti vegetali e animali, sapendo che l’apporto giornaliero raccomandato è di 1,5-4,5 g al giorno, a seconda di età e peso”, conclude la nostra nutrizionista. Ti potrebbe interessare: Alimentazione e gravidanza, scegli i grassi Omega 3 COME SOSTITUIRE IL SALMONE? CON LA GIUSTA PORZIONE DI QUESTI 5 CIBI 1) 3 noci sgusciate – 0,93 grammi di Omega 3; 2) 90 grammi di spinaci – 0,31 grammi di Omega 3; 3) 1 tuorlo d’uovo – 0,14 grammi di Omega 3; 4) 80 grammi di tacchino – 0,08 grammi di Omega 3; 5) 60 grammi di piselli – 0,06 grammi di Omega 3.
- Ricordate che 80 grammi di salmone fresco contengono 1,76 grammi di Omega 3.
- IL MENU TIPO.
- Colazione: 1 yogurt bianco con macedonia di frutta fresca e 2 mandorle + pane tostato con marmellate.
- Spuntino: 3 noci.
- Pranzo: 70 grammi di spaghetti conditi con pomodoro, 1/2 cucchiaio di olio a crudo e 1/2 di olio di semi di lino + 1 petto di tacchino al vapore + spinaci ripassati velocemente in padella.
Merenda : 1 coppa di mirtilli rossi. Cena: 1 piatto di crema di piselli con cereali + bietole al vapore + frutta fresca. GUARDA ANCHE LA GALLERIA FOTOGRAFICA: