I PESCI CHE PUOI PORTARE A TAVOLA
- MUGGINE o CEFALO (Mugil cephalus)
- TONNETTO ALLETTERATO (Euthynnus alletteratus)
- LAMPUGA (Coryphaena hippurus)
- ACCIUGA o ALICE (Engraulis encrasicolus)
- GALLINELLA o CAPPONE (Chelidonichthys lucerna)
- OCCHIATA (Oblada melanura)
- GATTUCCIO (Scyliorhinus canicula)
- SALMONE (Salmo salar)
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Quali pesci a dicembre?
Il calendario del pesce fresco di stagione – Per distinguere quello che può essere pesce d’allevamento da quello fresco appena pescato vediamo cosa si prende mese per mese, da gennaio a dicembre, soffermandoci in particolare sulle specie più consumate, con questo calendario del pesce fresco di stagione.
- Gennaio : è il mese di spigole, triglie, alici, sardine, ricciole, sogliole, calamaretti, naselli, pannocchie, seppie, dentici, ma anche di pesci da zuppa o da “insalata” come cefali e cernie, pesce San Pietro, scorfano e ancora polipi, sgombri e pesce rombo.
- Febbraio : si continuano a pescare tutti i pesci che si prendono in gennaio e in più mazzancolle, ombrine, vongole veraci fino al pregiato tonno rosso (a pinna blu).
Marzo : si prendono il gamberetto rosa, il granchio, la rana pescatrice e ancora naselli, acciughe, pannocchie, sogliole, triglie, dentici, cernie, mazzancolle, saraghi, pesce rombo e pesce di San Pietro, ricciole, seppie, tonno rosso, sgombri, scorfani e vongole veraci.
- Aprile : è il mese di aragoste e scampi, totani e naselli, acciughe, sardine, spigole, dentici, pesce spada, sgombro, tonno, cernie, saraghi, ricciole, sogliole, mazzancolle, gamberetti rosa, granchi, rana pescatrice, pesce San Pietro, seppia e scorfano.
- Maggio : si pescano sardine, acciughe, sogliole, triglie, spigole, naselli, dentici, cefali, tonno, pesce spada, cernie, ricciole, saraghi, rana pescatrice e ancora gamberetti rosa e aragoste, granchi, totani e sgombri.
Giugno : ancora pesce spada, tonno, dentice, nasello, sardine, spigole, orate, ricciole, sogliole, triglie, saraghi, totani, rana pescatrice, granchi e gamberetto rosa, scampi e sgombri. Nei fiumi inizia la stagione del salmone, che durerà fino a settembre.
Luglio : orate, alici, sardine, sogliole, spigole, triglie, pesce sugarello, ricciole, saraghi, gallinella, leccia, mormora, occhiate, cefali, dentici, gamberetti rosa, granchi, lanzardi, totano, nasello, pesce spada, scampi, vongole veraci e tonno. Agosto : nel mese estivo per eccellenza i mari sono popolati da alici, sardine, sogliole, triglie, orate, saraghi, occhiate, naselli, ricciole, pesce spada, dentice, cefalo, tonno rosso e sgombro.
Settembre : si continuano a pescare alici, sardine, saraghi, spigole, ricciole, cefali e dentici, ma è il mese anche di calamari e pesce gattuccio, pannocchie, mazzancolle, gallinelle, ombrine, moscardini, pesce rombo chiodato, seppie, saraghi, tonno rosso, pesce spada, vongole veraci, triglie e sogliole.
- Ottobre : naselli, calamari, acciughe, sardine, seppie, sogliole, triglie, dentici, ricciole, gattucci e gallinelle e ancora cefali, cernie, ombrine, mazzancolle, moscardini, pannocchie, orate, pesce rombo chiodato, pesce spada e tonno.
- Novembre : si pescano calamaretti, acciughe, sardine, seppie, triglie, sogliole, dentici, cefali, cernie, orate, pannocchie, gattucci, naselli, mazzancolle, moscardini, ombrine e vongole veraci.
Dicembre : è il mese di calamari, calamaretti e moscardini, polipi e mazzancolle, sardine, triglie, sogliole, vongole veraci e ancora dentici, cefali, naselli, spigole, pannocchie, saraghi, gattuccio, pesce pagro e pesce rombo, seppie e sgombri, spinarolo e tonno rosso.
Cosa si mangia il giorno della Vigilia di Natale?
Perché si cucina pesce? – La Vigilia di Natale è considerata un giorno di magro : non si mangia carne, bensì pesce. Al contrario di ciò che si può pensare, non si tratta di una tradizione culinaria legata al Vangelo e ai testi sacri. La rinuncia alla carne nella cena del 24 dicembre è soprattutto un’usanza popolare,
- Nel 1917 il Codex Iuris Canonici ha prescritto l’astinenza dalla carne e il digiuno nei giorni della vigilia delle solennità cristiane di Pentecoste, dell’Assunta, di tutti i Santi e del Natale.
- Tuttavia a febbraio 1966 Paolo VI firmò la Costituzione Apostolica Paenitemini con cui furono superate queste indicazioni, e stabilì che il digiuno fosse necessario solo il mercoledì delle Ceneri e il Venerdì Santo, e l’astinenza dalla carne tutti i venerdì dell’anno, ma non più nelle vigilie.
La tradizione del menu della Vigilia di Natale prevede anche che sia fatta una restrizione anche ai cibi particolarmente ricercati e costosi. Ecco perché scegliere il pesce è il modo più conosono per celebrare questa ricorrenza, anche se sappiamo bene che risotti, piatti a base di crostacei, cozze e vongole possono essere molto saporiti.
Quali sono i pesci invernali?
pesce da gustare in inverno Gallery 20 Immagini di Redazione Se fate attenzione a consumare frutta e verdura di stagione, lo stesso discorso dovrebbe valere anche per il pesce. Acquistare il pesce di stagione dimostra che abbiamo a cuore la salute del nostro ambiente e il suo equilibrio, garantisce una **qualità maggiore **di quello che portiamo a tavola e, infine – aspetto da non sottovalutare – è più economico,
Quali sono i pesci da consumare in inverno? Abbiamo una fortuna, viviamo affacciati al mar Mediterraneo, ricchissimo di pesce azzurro come alici, sardine, tonno, sgombro, ricciola, tutte varietà di pesce particolarmente ricche di omega 3 e acidi grassi, che hanno effetti benefici sul funzionamento del cuore e del sistema circolatorio.
Ma se vogliamo compiere una scelta sostenibile e acquistare solo pesce di stagione, in inverno quale dovremmo preferire? Le varietà di pesce da consumare nella stagione fredda sono : acciuga, alice, calamaretto, calamaro, cefalo, dentice, gattuccio, mazzancolla, moscardino, nasello, pagro, panocchia, polpo, rombo, sarago, sardina, scorfano, seppia, sgombro, sogliola, spigola, spinarolo, tonno rosso, triglia, vongola verace.
Che pesce mangiare a gennaio?
Gennaio – Nasello, sardina, sogliola, spigola, triglia, alice, calamaretto, cefalo, cernia, dentice, pannocchia, pesce di San Pietro, polpo, ricciola, rombo, sarago, scorfano, seppia, sgombro.
Cosa si mangia a Natale di tipico?
E il baccalà è protagonista anche nelle tavole della vigilia nel Lazio, dove abbonda anche il fritto misto di verdure e il capitone, A Roma, alla Viglia, non può mancare la minestra di pesce o la pasta e broccoli in brodo di arzilla. Ci sono anche gli spaghetti con le alici, l’anguilla fritta o in carpione e l’insalata di puntarelle,
- E per finire: il torrone e il pampepato, con tanta frutta secca da sgranocchiare.
- A Natale, invece, si fa l’abbacchio al forno con le patate e i cappelletti in brodo, ma anche il bollito o il tacchino.
- In Molise si mangia la zuppa di cardi, il brodetto alla termolese, a base di pesce, e il baccalà arracanato, fatto con mollica di pane, aglio, alloro, origano, uvetta, pinoli e noci, o quello al forno con verza, prezzemolo, mollica, uva passa e noci.
I toscani gustano i crostini di fegatini, ma anche l’arrosto di faraona o di anatra e i fegatelli o il cappone ripieno, Si cuoce anche il bardiccio, una salsiccia di maiale speziata al finocchio. Nelle Marche sono tradizionali i maccheroncini di Campofilone, ma anche i cappelletti in brodo, come pure in Umbria dove talvolta sono ripieni di cappone e piccione.
- Agnello arrosto e bollito di manzo, ma anche le lasagne e le zuppe sono protagonisti in Abruzzo,
- Tipici della zona di Teramo sono i caggionetti, ravioli dolci fritti ripieni di mandorle e purè di castagne.
- Tradizioni del Sud Brodo di cappone, spaghetti alle vongole, friselle, cappone imbottito con insalata di rinforzo e poi struffoli, roccoccò e frutta secca: è la Campania, che si presenta in grande per le feste di Natale.
Per la Vigilia molti mangiano il capitone, la femmina dell’anguilla. Il perché è presto spiegato: essendo molto simile a un serpente, il capitone simboleggerebbe la vittoria degli uomini su Satana, che assunse proprio la forma di questo animale per tentare Eva.
- Pesce, carne e verdure non mancano nemmeno in Basilicata, Calabria e Puglia.
- Nella prima, per le feste si mangia la minestra di scarole, verze e cardi in brodo di tacchino, e poi baccalà lesso e pane con le mandorle.
- Come dolce si preparano le scarpedde, sfoglie di pasta fritte e condite con il miele.
La Calabria sfoggia salumi, dalla pancetta al capicollo, dalla soppressata alla salsiccia, e poi spaghetti con mollica di pane e alici e capretto o pesce stocco accompagnati con broccoli calabresi saltati. Dall’altra parte dello Stivale si fanno invece le cime di rapa e le pettole (o pittule), che sono frittelle di pasta lievitata che si farciscono con pomodori, capperi, origano e alici, ma anche gamberi sgusciati, cime di rapa e ricotta.
Si mangia poi anche l’anguilla arrostita e il baccalà fritto e poi l’agnello al forno con lampascioni, che sono delle cipolline leggermente amare. Infine, i dolci: turdilli o cannaricoli e la pitta ‘mpigliata. In Sardegna si possono assaporare i culurgiones de casu, che sono ravioli ripieni con sugo di pomodoro, e poi gli immancabili malloreddus, gnocchetti di semola al sugo di salsiccia.
Insalata di arance, aringa e cipolla, cardi in pastella, gallina in brodo, pasta con le sarde e beccafico imperano invece in Sicilia, Si fa anche lo sfincione, una pizza tipica a base di cipolla, che si abbina ai cardi in pastella e alla gallina in brodo.
Che pesce si mangia a Capodanno?
Moltissimi sono i piatti ricercati che si possono preparare per la notte di San Silvestro per regalare ad amici e parenti un fine d’anno memorabile: calamari, scampi, gamberi, cozze, vongole; ma anche pesci pregiati come il tonno, il salmone o la trota, passando per antipasti a base di pesce crudo con abbinamenti
Che cosa si mangia a Napoli alla Vigilia di Natale?
Una tipica Vigilia di Natale a Napoli, il menù tradizionale A Napoli ci sono quelli che nel giorno della Vigilia di Natale vanno in giro per la città a scambiarsi gli auguri con gli amici o per acquistare gli ultimi, In una mano i sacchetti dello shopping, nell’altra una pizza a portafoglio o una frittatina di pasta che placherà la fame nell’attesa che arrivi l’ora del mitico cenone.
- A Napoli, poi, ci sono quelli che il 24 dicembre passano l’intera giornata a cucinare per tutta la famiglia, perché il menù della Vigilia di Natale è quello più importante delle Feste e deve essere preparato con cura.
- Cosa si mangia in alla vigilia? La tradizione vuole che il menù sia a base di pesce, mentre la carne sarà protagonista del,
Un’usanza ben radicata nel tempo, considerato che il cuoco e letterato napoletano Ippolito Cavalcanti, duca di Buonvicino, ne parlava già nel suo celebre ” Trattato sulla cucina teorico-pratica ” pubblicato nel 1837. «Per la Vigilia de lo Santo Natale ce vonne vruoccoli zuffritti co l’alice salate, vermicielli co la mollica de pane e vongolelle o pure zuffritti co l’alice salate, anguille fritte, ragoste vollute co la sauza de zuco de limone, e uoglio, cassuola de calamarielli e seccettelle, pasticcio di pesce, arrusto de capitone e struffoli»,
Cosa fare da mangiare alla vigilia?
E la cena della Vigilia sarà unica. Passi.
1 Fatto | ANTIPASTI Alberelli di Natale di pizza |
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5 Fatto | Borragine in pastella croccante |
6 Fatto | Girelle di crépes al salmone e avocado |
7 Fatto | Insalata tiepida di baccalà con patate e olive nere |
8 Fatto | Cozze gratinate gustose |
Cosa si mangia alla vigilia di Natale a Napoli?
Una tipica Vigilia di Natale a Napoli, il menù tradizionale A Napoli ci sono quelli che nel giorno della Vigilia di Natale vanno in giro per la città a scambiarsi gli auguri con gli amici o per acquistare gli ultimi, In una mano i sacchetti dello shopping, nell’altra una pizza a portafoglio o una frittatina di pasta che placherà la fame nell’attesa che arrivi l’ora del mitico cenone.
- A Napoli, poi, ci sono quelli che il 24 dicembre passano l’intera giornata a cucinare per tutta la famiglia, perché il menù della Vigilia di Natale è quello più importante delle Feste e deve essere preparato con cura.
- Cosa si mangia in alla vigilia? La tradizione vuole che il menù sia a base di pesce, mentre la carne sarà protagonista del,
Un’usanza ben radicata nel tempo, considerato che il cuoco e letterato napoletano Ippolito Cavalcanti, duca di Buonvicino, ne parlava già nel suo celebre ” Trattato sulla cucina teorico-pratica ” pubblicato nel 1837. «Per la Vigilia de lo Santo Natale ce vonne vruoccoli zuffritti co l’alice salate, vermicielli co la mollica de pane e vongolelle o pure zuffritti co l’alice salate, anguille fritte, ragoste vollute co la sauza de zuco de limone, e uoglio, cassuola de calamarielli e seccettelle, pasticcio di pesce, arrusto de capitone e struffoli»,