L’aspettativa di vita di questa specie si aggira intorno ai 10 anni.
Quanti pesci pulitori in un acquario?
I PESCI PULITORI: CARATTERISTICHE E ACQUARIO IDEALE Il pesce pulitore, conosciuto anche come pesce spazzino, è uno di quegli animali di cui ben poco si sa e che viene spesso meno lodato rispetto ai suoi simili colorati e tropicali. E’ considerato come una specie di aspiratutto dei fondali, il tuttofare dell’acquario, ma anche lui necessita di particolari attenzioni.
- Conosciamolo più a fondo.
- Che si rispetti deve avere uno o due pesci pulitori il cui compito è quello di mantenere pulito il fondale, liberando la vasca dagli avanzi del cibo somministrato agli altri pesci e dagli altri piccoli organismi.
- Tuttavia, a differenza di quanto si possa pensare, questi non sono in grado di rimuovere tutte le sostanze di rifiuto, come gli escrementi o le foglie fluttuanti, lavoro che invece spetterebbe a noi.
La maggior parte delle persone, inoltre, è convinta che questi pesci siano in grado di nutrirsi da soli e di sopravvivere soltanto grazie a quanto ingerito pulendo la vasca, ma non è così: del resto anche loro sono esseri viventi con delle proprie esigenze e hanno bisogno di un cibo specifico, altrimenti rischiano di ammalarsi.
I pesci spazzini per gli acquari più comuni sono: 1) I ” pulitori di vetro ” ossia quei pesci dotati di bocca a ventosa, che permette loro di attaccarsi alle pietre, agli oggetti e anche ai vetri naturalmente. Gli Ancistrus sono gli esemplari più noti, particolarmente attratti dalle alghe, hanno un corpo piatto da cui spuntano pinne ben sviluppate e una testa grossa decorata da strane escrescenze.2) I ” pulitori di fondo ” sono molto più tranquilli, conducono la maggior parte della loro vita posati sul fondo perlustrando l’acquario senza sosta, come i Corydoras.
Questo esemplare vive in acque con temperature non superiori ai 25-26° ed è un pesce che ama stare con i suoi simili, per cui è essenziale trovargli un amico della stessa specie.
Tutti i pesci pulitori svolgono un ruolo insostituibile per mantenere in perfetta salute l’ecosistema dell’acquario, ma è fondamentale non trascurarli ed assecondare anche le loro esigenze, sia alimentari che relative alla temperatura dell’acqua, cercando di regolarla in base alle loro necessità.
È importantissimo, prima di portarne a casa uno, informarsi su come gestire il suo inserimento nella vasca per prevenire spiacevoli inconvenienti con gli altri inquilini. Per quanto riguarda lo spazio, questi animali con le pinne non sono particolarmente esigenti, ma è importante comunque scegliere un acquario che non sia troppo piccolo: quelli della, per esempio, sono ottimi, perché garantiscono a tutti i pesci ampia libertà di movimento.
Cosa dare da mangiare ai pesci pulitori?
I 4 falsi miti da sfatare sui pesci pulitori – I MEGASTORE DEGLI ANIMALI Pulitori, spazzini, aspiratutto. Sono alcuni dei nomignoli dati ad un gruppo variegato di pesci, a causa di alcuni comportamenti assunti in vasca. Vediamo insieme quali sono i “pesci pulitori” più conosciuti, e sfatiamo i falsi miti che li riguardano.
Ai pesci pulitori non va dato da mangiare, si nutrono da soli.
Primo mito da sfatare. A causa di questa credenza errata, molti dei cosiddetti “pesci pulitori” muoiono prematuramente perché non nutriti a sufficienza. Come qualsiasi altro pesce ha necessità di cibo. Anche se ingeriscono gli avanzi del cibo somministrato agli altri pesci e altri piccoli organismi presenti nel fondale, questi ultimi non bastano al loro sostentamento.
I pesci pulitori sono coprofagi, cioè mangiano gli escrementi.
Niente di più falso. Questi pesci, come detto sopra, ingeriscono avanzi di cibo, alcuni organismi presenti in vasca (placton, alghe), ma non liberano l’acquario né dagli escrementi né da eventuali foglie presenti. Pertanto, se avete tanti pesci, specie se vegetariani, dovrete occuparvi della pulizia del fondo: nessun pesce farà sparire gli escrementi.
Tutti i pesci pulitori sono vegetariani.
Le varietà di pesci pulitori sono davvero tante, anche all’interno della stessa tipologia. Ogni varietà ha esigenze nutrizionali differenti. La loro alimentazione prevede sia vegetali sia altri simili, come alghe, crostacei o lumachine.
I pesci pulitori – ad esempio, quelli con bocca a ventosa – vengono inseriti in acquario esclusivamente come aspiratutto.
I pesci pulitori non sono degli attrezzi. Contribuiscono sì all’equilibrio dell’acquario, insieme ad altre specie, ma come tutti i pesci hanno un ciclo di vita e delle esigenze che vanno rispettate. Avere, dunque, dei pesci pulitori in vasca non ci esonera dalla pulizia dell’acquario.
Quanto vivono i pesci piccoli?
Quanto vivono i pesci nell’acquario? – Come abbiamo detto, quanto vivono i pesci nell’acquario dipende non solo dalla specie, ma anche dalle cure che ricevono dal loro padrone. Affinché possiate farvene un’idea, i pesci in cattività possono vivere da alcune ore fino a 10 o 15 anni.
I pesciolini che vengono venduti nei negozi specializzati sono molto giovani: hanno solo due o tre mesi di vita. Questa prima fase della loro vita è fondamentale, perché l’animale si trova nel suo pieno sviluppo. Grazie a un’alimentazione eccellente, un ambiente ampio e un contesto positivo, un pesce può crescere forte e sano, con un conseguente effetto positivo sulla sua speranza di vita.
Se, al contrario, si trova in un ambiente negativo e riceve una dieta sbilanciata, è possibile che muoia nel giro di pochi giorni od ore. Dobbiamo ricordare anche la differenza che esiste tra un acquario e una vaschetta. In generale, i pesci che vivono in piccole vaschette non superano, di solito, i due o tre anni di vita. Anche se non si tratta di una vera e propria regola, i pesci più grandi e robusti sono anche più resistenti, e di conseguenza possono godere di una maggiore longevità, rispetto alle specie più piccole e delicate.
Quanto diventa grande un pesce pulitore?
Pesce Pulitore Hypostomus –
- L’ Hypostomus plecostomus appartiene alla famiglia dei Loricaridi, ama muoversi soprattutto di notte ed è longevo e molto robusto.
- Questo bellissimo pesce può raggiungere anche una lunghezza di 29 cm, ama la temperatura dell’acqua compresa tra 20° e 28° e necessita di un habitat decisamente grande che abbia rifugi e nascondigli (vi consigliamo di mantenere sempre pulito l’acquario in quanto produce moltissimi escrementi).
Come dormono i pesci pulitori?
Quanto dormono i pesci? – Quanto il pesce dorme dipende davvero dal suo ambiente e dal tipo di specie. Alcuni p referiscono concedersi sonnellini brevi e molto frequenti, sia durante il giorno sia nel corso della notte, altri dormono solo di notte e altri sono diurni (i predatori approfittano del buio per cacciare).
- Alcune specie di pesci smettono addirittura di dormire in determinati periodi della loro vita, come quando si prendono cura dei loro piccoli o quando stanno migrando.
- Comunque è stato appurato che i pesci che vivono all’interno dell’acquario tendono a sincronizzare il proprio bioritmo con gli orari di accensione e spegnimento della luce della vasca e, in generale, della famiglia che li accudisce.
Quindi potreste abituare il vostro pesce a dormire di notte, spegnendo la luce dell’acquario prima di andare a dormire. Accendendola e spegnendo alla stessa ora, il pesce seguirà lo stesso ritmo del sonno. : COME DORMONO I PESCI NELL’ACQUARIO?
Quante volte mangiano i pesci pulitori?
Come somministrare il mangime ai pesci e a cosa fare attenzione –
E veniamo ad un’altra delle questioni più importanti quando parliamo di pesci d’acquario: come si da il mangime ai pesci? Anche se si sceglie il mangime migliore in assoluto per quella specie, sbagliare a somministrare potrebbe essere letale per i pesci perché semplicemente potrebbero non riuscire a mangiarlo.Il mangime dei pesci di solito è un estruso, ovvero un chicco piccolo con tante piccole bolle d’aria dentro che gli permette di galleggiare per qualche minuto, prima d’impregnarsi d’acqua e iniziare a cadere verso il basso, fino al fondale.Per prima cosa, il mangime quando si da va distribuito su tutta la superficie dell’acquario, o della vasca, e non solo in un punto; visto che i pesci hanno una gerarchia, altrimenti solo quelli più aggressivi mangerebbero e quelli più deboli morirebbero di fame; distribuire su tutta la superficie significa permettere a tutti i pesci di mangiare.
La somministrazione del mangime non andrebbe fatta una volta al giorno, ma due o tre volte, perché in questo modo si da la stessa quantità di mangime ma siamo sicuri che i pesci lo sfruttino in maniera migliore: i pesci (a parte i casi particolari come quelli di fondale, che mangiano i detriti) mangiano dalla superficie dell’acqua, e mangiano solo per quei due o tre minuti in cui il mangime rimane su.
- Quando va sul fondale non lo cercano più, e quello va in putrefazione e inquina l’acqua.
- Dividendo la quantità di mangime giornaliero in tre volte, siamo sicuri che i pesci lo mangino e che non vada sprecato, per cui saremo sicuri che ogni pesce abbia ricevuto la quantità necessaria per la sua sopravvivenza.
Una cosa molto importante è la conservazione degli alimenti; chiaramente vanno conservati in base alla loro natura (se sono congelati vanno tenuti in congelatore), ma per il cibo secco bisogna dare un’occhiata anche alla scadenza, non tanto perché siano mangimi che vanno incontro a una degradazione (quelli secchi, intendo) quanto perché perdono, con il passare del tempo, le loro proprietà nutritive e in particolare le vitamine.
- Per questo motivo (e per il motivo che abbiamo detto prima, di ruotare diversi tipi di mangime per non far insorgere carenze alimentari nei pesci) consiglio di prendere sempre confezioni piccole, che si esauriscano nel giro di poche settimane, non chili di mangime che durano qualche anno.
- Infine, ultimo consiglio ma molto importante, facciamo sempre attenzione alla fibra vegetale.
Nei mangimi di solito ce n’è poca, perché si da per scontato che i pesci bruchino, proprio come fanno gli animali terrestri; non lo fanno con l’erba ma con le alghe, ma comunque il principio è lo stesso: assumere fibra. Per questo motivo, va bene pulire l’acquario (che non diventi una palude), ma cerchiamo di lasciare qualche residuo di alga, perché i pesci la mangiano volentieri, e questo aiuta a garantire la regolarità intestinale; togliendola tutta e magari fornendo un mangime povero di fibra (non è raro!) il pesce potrebbe avere un problema grave come la costipazione.
Quanti pesci pulitori in 30 litri?
Poecilidi in piccoli acquari di 30 litri? – Alcune specie di poecilidi, come i guppy selvatici, gli endler ed altre tipologie non si possono considerare esigenti di grandi spazi. Sono vivaci, ma nuotano per brevi tratti e, personale opinione, lo fanno male: specialmente le varietà commerciali molto selezionate presentano talvolta pinnaggi ingombranti e rendono inefficiente il sistema locomotore. Acquario con poecilidi di Ornella Sirigu Se li si mantiene in un acquario meno perfetto per la riproduzione, vivono benissimo e forse più a lungo, semplicemente nascono e diventano adulti meno nuovi pesci: temperatura più bassa o sensibili alternanza stagionale, cibo più leggero e vegetazione poco folta aiutano per raggiungere lo scopo.
Maturazione acquario Acquario biotopo
Perché il pesce pulitore si nasconde?
Molte volte, in gruppi Facebook come il nostro, ci vengono poste domande da varie persone sui loro pesci che si nascondono perennemente, Tutto ciò è indubbiamente fonte di delusione, specialmente per chi ama avere in casa propria un vero e proprio spaccato di natura.
Solitamente c’è sempre una motivazione sul perché i pesci si comportano in tale maniera. Come ogni altro animale, i pesci si nascondono quando si sentono in pericolo, sono spaventati o si trovano in una situazione di disagio con l’ambiente in cui vivono. La cosa più importante da fare in queste situazioni è scoprirne la causa.
Ecco alcune possibili motivazioni.
Qual è l’animale più longevo del mondo?
L’animale più longevo del pianeta, ad esempio, è lo squalo della Groenlandia. Vive in media 400 anni, ma li può superare, visto che nel 2019 è stato trovato un esemplare che pare abbia 512 anni. La Vongola artica invece può arrivare a 400 anni.
Quali pesci puliscono l’acquario?
Corydoras, il pesce pulitore | VIRIDEA Skip to content Un intero mondo dedicato alla natura, al giardino, alla casa e agli animali, che cambia al mutare delle stagioni e si tinge dei colori più diversi. Il genere Corydoras comprende numerosissime specie, tutti pesci di acqua dolce, originari dell’America del Sud, e preziosissimi aiuti per mantenere pulito il fondo dei nostri acquari, tanto da aver merittato il soprannome di pesce pulitore. I Corydoras sono infatti provvisti di baffetti o bargigli come il pesce gatto o le triglie in mare, che essi impiegano continuamente per smuovere la ghiaietta e nutrirsi dei detriti di cibo in tal modo smossi dal fondale.
- La specie forse più impiegata in acquariologia è C.
- Aeneus dal corpo grande fino a 7-8 cm quando adulto, dalla livrea grigia argentata con sfumature più nerastre.
- I Corydoras vivono in gruppi e non abbandonano mai il fondo delle vasche se non per rapidi guizzi di breve durata a metà altezza.
- Il carattere di pesce da fondale emerge anche dalla sua anatomia, infatti il corpo è appiattito nella sua parte ventrale, invece il dorso si presenta abbastanza arcuato.
Sulla superficie del corpo sono presenti placche cornee protettive e le pinne pettorali sono rigide e robuste permettendo una sorta di deambulazione del Corydoras sui fondali. La bocca, appunto munita di baffetti, è rivolta verso il basso, piccola e sporgente come una sorta di ventosa per potersi attaccare ai sassi e ai tronchi del fondo degli acquari.
- I Corydoras rispettano comunque le piante dell’acquario, non ne distruggono le foglie e non strappano le loro radici.
- Vivendo in profondità si accontentano di una minima percentuale di ossigeno.
- Il pesce pulitore predilige le acque a pH neutro o appena alcalino e mal sopporta tracce di sale o gli acidi.
La temperatura ottimale oscilla tra 20 e 28°C. Scopri con quali pesci d’acqua dolce si trova bene nell’acquario! Dott. Marco Gentile Medico Veterinario Albo 1622 Torino × Questo sito web utilizza i cookie per migliorare la tua esperienza di navigazione.
Come si accoppia il pesce pulitore?
Ancistrus Quali sono le origini dell’ Ancistrus ? Oggi il pesce comunemente venduto nei negozi come Ancistrus è classificabile col nome di Ancistrus sp(3). Il nome non definito della specie deriva dal fatto che il pesce comunemente diffuso in acquariofilia è probabilmente derivato da una serie di ibridazioni poco controllate operate nei primi anni della sua introduzione in ambito acquariofilo tra specie diverse, tra le quali probabilmente si annoverano Ancistrus dolichopterus e Ancistrus temmincki.
- E’ per questo motivo che questo pesce viene spesso chiamato, non del tutto correttamente, Ancistrus dolichopterus o Ancistrus temmincki.
- Le sue caratteristiche sono comunque molto affini a quelle delle due specie da cui ha probabilmente tratto origine.
- L’Ancistrus dolichopterus è diffuso nella parte alta e media bacino del Rio delle Amazzoni, e nei bacini del Rio Negro, nella parte terminale del Trombetas, nei bacini del Tefé, Madeira e Tapajós.
Esistono altri tipi di Ancistrus ? Esistono molte specie di Ancistrus e moltissime specie di loricaridi simili per morfologia e comportamento agli Ancistrus, anche se la maggior parte di esse è poco diffusa in ambito acquariofilo. E’ un buon pulitore? L’Ancistrus è uno dei pesci d’acquario che hanno tratto la loro popolarità dall’abitudine di attaccarsi ai vetri e agli oggetti con la loro bocca raschiando via le alghe.
- Purtroppo questa caratteristica, che ha reso questo pesce noto come “pulitore”, “pulivetro” o “mangiaalghe” ha portato molte persone a credere che per avere un acquario splendente basta comprare un paio di questi pesci e buttarceli dentro.
- In realtà, come ogni animale, l’Ancistrus ha delle esigenze specifiche che non possono essere trascurate se si vuole che viva bene e a lungo.
Il nutrimento di alghe in acquario può rappresentare solo una parte minimale della sua dieta, e va ricordato che comunque sia non tutte le specie di alghe sono gradite a questi pesci. Quanto tempo vive un Ancistrus ? L’aspettativa di vita di questa specie si aggira intorno ai 10 anni.
- Quanti di questi pesci posso tenere nel mio acquario da x litri? Gli Ancistrus, come la maggior parte dei pesci appartenenti alla famiglia dei loricaridi, conducono vita solitaria e hanno una territorialità piuttosto spiccata.
- Da giovani possono convivere tranquillamente nelle vasche di accrescimento degli allevamenti o dai negozianti, ma man mano che raggiungono la maturità sessuale diventano insofferenti nei confronti dei conspecifici e possono farsi seriamente male litigando tra loro.
Quindi è bene tenere non più di una coppia (maschio e femmina) di questi pesci in acquari dalla capienza di almeno 60-70 litri. In alternativa, si potrebbe allevare un gruppetto di 5 o 6 giovani per selezionarne in seguito una coppia cedendo poi tutti gli altri.
- Questo consente di scegliere i soggetti migliori.
- In ogni caso in un acquario di dimensioni casalinghe sconsiglierei la convivenza di più di un maschio e una femmina.
- Possono davvero farsi del male litigando tra loro? Non solo farsi del male.
- Possono addirittura uccidersi durante una lite territoriale.
Questi pesci sono dotati di spine ad uncino retrattili che in condizioni normali non si vedono perché sono nascoste nella zona delle branchie. Quando però un pesce vuole fare del male ad un suo simile o quando semplicemente si sente minacciato estrae le spine usandole come arma.
Durante una lite solitamente i due pesci si affiancano cercando di punzecchiarsi a vicenda. Nei casi peggiori è possibile che la lotta degeneri ed uno dei due soccomba per un colpo ben assestato nella pancia. In questo si notano due Ancistrus subadulti in un tipico atteggiamento ostile: in questi casi è importante che i litiganti non espongano mai agli attacchi dell’avversario la loro parte più vulnerabile, ovvero la pancia.
Potrei allevare un solo Ancistrus nel mio acquario? Certamente. Si tratta di un pesce burbero e poco socievole che anche in natura ama la vita solitaria. Vivere da solo in acquario non è fonte di stress per lui, anche se la presenza di un compagno di sesso opposto gli sarebbe probabilmente più gradita.
- L’importante è che vanga allevato in un acquario di almeno 40-50 litri, con pochi altri pesci e caratteristiche ambientali adatte.
- Pare che non arrivando alla riproduzione pesci allevati in questo modo si sviluppino maggiormente, arrivando a raggiungere una dimensione maggiore rispetto a quelli messi in grado di riprodursi.
Come si riconosce il sesso degli Ancistrus ? Gli Ancistrus mostrano il dimorfismo sessuale, cioè le caratteristiche che differenziano i maschi dalle femmine, a partire dalla lunghezza di circa 5-6cm, ovvero a circa 6-8 mesi di vita. Al maschio spuntano delle escrescenze carnose molli simili a baffoni su tutto il muso, che col tempo possono ramificarsi e che hanno la funzione di stimolare la deposizione delle uova da parte della femmina.
- La femmina non sviluppa le escrescenze come il maschio, anche se in alcuni casi possono essere accennate attorno al bordo superiore della bocca, soprattutto con l’avanzare dell’età dell’esemplare.
- Un indicatore altrettanto evidente del sesso dell’ancistrus è l’aspetto setoloso del primo raggio delle pinne pettorali, che arriva ad apparire leggermente peloso negli esemplari maschi.
Anche questa caratteristica può essere presente, in maniera meno evidente, anche nelle femmine. E’ possibile far riprodurre questi pesci in acquario? Sì. Ottenere la riproduzione degli Ancistrus non è difficile se si allestisce l’acquario in maniera adeguata.
- La riproduzione avviene all’interno di cavità strette, quindi è bene predisporre degli oggetti che possano fare da tana, in modo che i pesci possano scegliere quale utilizzare come nido.
- A questo scopo vanno bene anforette, gusci di noci di cocco spezzati a metà con una fessura che consenta ai pesci di accedervi a mò di igloo o oggetti simili.
Gli Ancistrus tendono a riutilizzare sempre la stessa tana per le riproduzioni. Come avviene la riproduzione? L’accoppiamento è piuttosto rude: il maschio spinge la femmina nella tana per farla deporre. Una volta deposto feconda le uova e la femmina termina il suo ruolo e abbandona il nido.
- Da quel momento invece il maschio rimarrà nella tana per la maggior parte del tempo accudendo le uova e ventilandole con le sue pinne per mantenerle pulite ed evitare che ammuffiscano.
- Uscirà solo per brevi escursioni alla ricerca di cibo.
- Dopo alcuni giorni le uova si schiuderanno divenendo larve, che resteranno attaccate alla parete dove sono state deposte fino al completo assorbimento del sacco vitellino.
A quel punto i piccoli pesci saranno avannotti indipendenti in grado di muoversi e cibarsi da soli, ed usciranno dalla tana, dopo 15-20 giorni dalla deposizione. Usciti tutti gli avannotti anche il maschio abbandonerà la custodia della tana tornando alla sua vita normale.
- Nell’immagine a fianco si vede un maschio di Ancistrus intento ad accudire le uova.
- In questo caso la deposizione è avvenuta sui vetri dell’acquario, ma solitamente, se presenti, gli Ancistrus prediligono luoghi più protetti come l’interno di anfore o altre cavità strette, dove la fecondazione e la difesa delle uova da eventuali predatori possa essere più efficace.
Si vedono chiaramente i tuorli gialli all’interno dei gusci trasparenti. Le dimensioni di ogni singolo uovo sono di circa 2.5mm e ad ogni deposizione vengono rilasciate circa 150 uova. La numerosità può variare in relazione all’età della femmina e a fattori ambientali.
- Appena deposte le uova, queste vengono fecondate dal maschio e così ha inizio lo sviluppo dell’embrione al loro interno.
- La foto a fianco ritrae uova al secondo giorno dopo la deposizione.
- Il tasso di schiusa delle uova è generalmente molto elevato, e dipende in parte dall’esperienza della coppia nelle cure parentali e dalle condizioni ambientali dell’acquario.
In acqua dura la percentuale di uova che ammuffiscono è superiore. La foto accanto ritrae il momento della schiusa. In questo caso la deposizione è avvenuta sul vetro dell’acquario esponendo le larve alla predazione o alla fuga e non consentendo una cura del tutto efficace da parte del maschio, tuttavia è interessante notare lo sviluppo degli embrioni all’interno delle uova, in cui traspaiono chiaramente i puntini neri che saranno gli occhi dei futuri avannotti.
- Si possono vedere anche delle larve già uscite dal guscio che conservano sotto il corpo ancora trasparente il sacco vitellino di color giallo intenso.
- Questo ha la funzione di nutrirle nei primi giorni di vita, in modo da consentire loro di svilupparsi a sufficienza fino a quando saranno avannotti abbastanza grandi e sviluppati da muoversi da soli in cerca del cibo.
Ad assorbimento avvenuto del sacco vitellino i piccoli avannotti misurano circa 13-14mm di lunghezza e presentano già una colorazione simile a quella degli adulti e una mobilità completa. Che rapporti ci sono tra la coppia di Ancistrus ? La scarsa propensione ai rapporti sociali di questo pesce si nota anche nella vita di coppia.
Maschio e femmina non hanno alcun legame evidente al di fuori del momento della deposizione. Solo durante questo momento il maschio spinge la femmina all’interno della tana che ha deciso di utilizzare come nido per stimolarla alla deposizione delle uova. Come dovrei nutrire il mio Ancistrus ? Gli Ancistrus sono onnivori ma hanno comunque bisogno di una buona parte di cibo vegetale nella loro dieta.
Un’alimentazione corretta dovrebbe essere basata sulla somministrazione di pastiglie affondanti per pesci da fondo, che solitamente contengono sia sostanze di origine animale che vegetale. Esistono anche pastiglie a base completamente vegetale, che sono comunque adatte alla loro alimentazione.
- Sarebbe opportuno sostituire questo cibo di base con alimenti naturali un paio di volte alla settimana, come foglie di insalata o rondelle di zucchina bollite, senza esagerare con le quantità.
- E’ bene sottolineare che l’Ancistrus è un pesce notturno.
- Per rispettare maggiormente le sue abitudini naturali sarebbe bene fornire il cibo dopo lo spegnimento delle luci.
In ogni caso è disposto a cibarsi senza problemi anche di giorno. L’ Ancistrus riesce a vedere al buio? Occhio di Ancistrus al buio Occhio di Ancistrus alla luce Questi pesci posseggono capacità visive piuttosto rare nel mondo ittico. Sono in grado di adattare la loro vista a condizioni di illuminazione molto varie.
In particolare, a differenza della maggior parte dei pesci, hanno la capacità di adattare le dimensioni delle loro pupille in base alle condizioni di luminosità, e possiedono un lembo estensibile simile ad un paraocchi che protegge la loro vista da un eccesso di illuminazione, garantendo loro sia di un’ottima vista notturna che una buona vista diurna.
La figura accanto schematizza il lembo estensibile in condizioni di buio e di luce. Ho notato che su molti siti si danno indicazioni differenti per quanto riguarda l’allevamento degli Ancistrus, Io li allevo a 28 gradi, faccio bene? Qual è il valore di durezza e ph ottimale per loro?” Se vuoi sapere degli Ancistrus per come li allevo io e per la mia esperienza ti direi che le temperature indicate sono sicuramente troppo alte.
- I miei sopra i 27-28 gradi cessano di riprodursi.
- Tenerli sempre a quelle temperature è ovviamente una forzatura.
- Per quanto riguarda la durezza dirò forse un’eresia, ma in realtà sono abbastanza tolleranti e a meno di non metterli in acque molto dure si adattano bene.
- I miei, per esempio stanno a ph 7.5 circa e si riproducono normalmente e praticamente senza perdite L’importante è non sottoporli a forti stress termici o osmotici quando vengono immessi in acquario, cercando di essere il più graduali possibili nell’ambientamento Come faccio a essere sicuro che il pesce che prenderò è un Ancistrus ? Capita a volte di imbattersi in negozianti poco competenti riguardo ai pesci appartenenti alla famiglia dei loricaridi.
Molti pesci di questa famiglia che si trovano comunemente in commercio si somigliano tra loro quando sono giovani e una persona poco esperta potrebbe trovarsi a comperare al posto di un Ancistrus un pesce che magari in qualche mese diventa lungo 30cm, creando evidenti problemi in acquario.
- Solitamente in commercio i loricaridi più diffusi e somiglianti agli Ancistrus sono i Liposarcus, gli Hypostomus e i Pterygoplichthys gibbiceps.
- Queste due specie hanno la caratteristica di crescere molto e di non essere assolutamente adatti all’allevamento in un comune acquario domestico.
- Ancistrus La coda ha un profilo pressochè rettilineo ed è bordata di bianco alle estremità.
Anche la pinna dorsale può essere bordata di bianco. Il colore di fondo del pesce è grigio molto scuro sul quale sono presenti macchie irregolari di color grigio chiaro. In periodi di stress il colore di fondo si può schiarire in certe zone del corpo confondendosi con quello delle macchie più chiare.
Il soggetto rappresentato in questa foto è un esemplare maschio giovane che non ha ancora raggiunto la piena maturità sessuale. Si notano infatti intorno alla bocca i primi accenni delle protuberanze carnose che caratterizzano la specie. Oltre alla specie naturale sono diffuse in commercio alcune varietà selezionate che derivano da essa.
Esiste una selezione a pinne lunghe (dette anche pinne a velo ) e una selezione albina di questi pesci. Entrambe non esistono in natura e sono frutto di selezioni a scopo ornamentale operate dagli uomini. La varietà albina è morfologicamente uguale a quella naturale, ma è caratterizzata da una totale assenza di pigmentazione che conferisce al pesce un colore biancastro.
Anche gli occhi mancano di pigmentazione e l’iride è rossa. Questa varietà è particolarmente sensibile alla luce eccessiva. La varietà albina si può accoppiare con la specie originaria generando una prole composta totalmente da pesci di colore nero ma portatori del carattere recessivo dell’albinismo. La varietà con pinne a velo presenta invece tutte le pinne del corpo particolarmente allungate.
Questo, che da alcuni può essere considerato un elemento esteticamente interessante, in realtà rende i movimenti del pesce meno agili e, date le sue abitudini comportamentali, espone l’animale a frequenti ferimenti alle pinne, con un aumento del rischio di infezioni.
In natura sarebbe una caratteristica fortemente debilitante. Nella foto a fianco si vede una coppia adulta di una selezione albina con pinne a velo. Hypostomus punctatus La coda ha un profilo ricurvo, tipicamente a forma di mezzaluna. Il corpo appare più slanciato rispetto a quello di un Ancistrus e il colore è nettamente diverso.
Nell’Hypostomus punctatus la livrea è marrone chiaro con macchie irregolari dai contorni poco netti di color marrone più scuro. Il pattern è il medesimo sia sul corpo sia sulle pinne e sulla coda. L’esemplare rappresentato in foto è giovane ed è lungo solo qualche cm.
Pterygoplichthys gibbiceps Uno dei principali segni distintivi di questa specie è la pinna dorsale molto alta e arrotondata. Il corpo ha un colore grigio scuro con la presenza di una reticolatura di color giallognolo-arancione
Il pesce rappresentato nella foto, al pari di quelli sopra, è un esemplare giovane delle dimensioni tipiche in cui questi pesci vengono venduti. Sebbene sia piuttosto diffuso in commercio è inadatto ad essere allevato in un acquario domestico, perchè può raggiungere la lunghezza di mezzo metro. : Ancistrus
Come capire se il pesce è buono?
COME RICONOSCERE IL PESCE FRESCO DA QUELLO CONGELATO – Per difendersi, ecco 10 cose da controllare per smascherare il pesce decongelato che qualcuno prova a vendere come fresco.
- Il pesce decongelato si riconosce per gli occhi infossati e spenti. Il pesce fresco ha in generale occhi convessi, con pupilla nera brillante, pelle di colore vivo e lucente.
- Il pesce decongelato ha la pupilla velata.
- Il pesce fresco è rigido, quello decongelato diventa elastico. Quando si tocca la sua carne, non devono rimanere impronte.
- Le branchie del pesce congelato sono di colore marroncino o giallognole. Le branche del pesce fresco sono di colore rosso vivo, e sul corpo compare un muco trasparente, non giallognolo.
- Il pesce congelato talvolta presenta danni alle pinne.
- Ogni pesce, fresco o congelato, si distingue per specifiche caratteristiche potete trovare consultando questa guida preparata dall’Istituto Zooprofilattico di Torino.
- Il tonno fresco, per esempio, è di colore bordeaux. L’orata fresca ha un occhio vivo e trasparente, con la pupilla nera. Lo scampo fresco ha un colore rosato.
- Anche per i pesci esistono delle etichettature che devono essere a disposizione del consumatore. Devono riportare sia il nome in latino della specie sia quello commerciale, lo stato fisico del prodotto (fresco o decongelato), la zona di cattura (Atlantico, Mediterraneo, Oceano Indiano, etc.) il metodo di produzione (pescato o allevato), gli attrezzi con i quali è stato pescato, gli eventuali additivi. E ovviamente il prezzo al chilo.
- Ricordate che anche il pesce, come qualsiasi prodotto in natura, ha la sua stagionalità. Assecondatela e non forzatela. Per esempio: lo sgombro si trova da gennaio a marzo, il cefalo in aprile e maggio, la sardina da luglio a novembre, il merlano a dicembre. E così via.
- In generale, per evitare che qualcuno provi ad ingannarvi, cercate di non cambiare fornitore di pesce e di andare da chi si è comportato in modo corretto.
- La colonna vertebrale si deve spezzare invece di staccarsi, e interamente. Inoltre non deve presentare alcuna colorazione.
Cosa succede se i pesci non mangiano per un giorno?
L’alimentazione per i pesci e ovviamente importantissima, ma non possono certo procurarsi il cibo da soli. Bisognerà necessariamente acquistare dei mangimi industriali. Per molti acquariofili dare da mangiare ai pesci è il momento più divertente nella gestione dei pesci.
- La frenesia che cattura i pesci nel momento della nutrizione è tale da rendere l’acquario una giostra elettrizzante di colori.
- Alcuni allevatori, in particolare di pesci rossi, arrivando a “addomesticare” i propri pesci a tal punto che quest’ultimi salgono in superficie a prendere il cibo direttamente dalla mano dell’acquariofilo.
Sinceramente è una pratica che non ci piace molto; secondo noi l’acquario è -e deve restare- un angolo “di natura selvaggia” della nostra casa. Natura addomesticata, certo, ma comunque nei limiti del possibile più veritiera possibile, anche negli atteggiamenti dei pesci.
Molte case produttrici di mangimi raccomandano di distribuire il cibo almeno due o tre volte al giorno, sinceramente è troppo. Una volta al giorno è più che sufficiente. L’industria fa il suo lavoro, vende, ed è quindi normale che ci invitino a consumare più del necessario. Il nostro consiglio è di nutrire i pesci una volta al giorno e una volta a settimana saltare la dose (nutrirli, quindi 6 giorni su 7 questo non farà altro che bene ai vostri pesci).
I pesci possono vivere anche due settimane senza nutrirsi, quindi non abbiate paura, non moriranno di fame. Se partite per le vacanze e non sapete come fare a nutrirli leggete questa guida, ma anche in questo caso non abbiate paura, sarà difficile farli morire di fame! In ogni caso scegliete un buon prodotto, eccone alcuni che abbiamo selezionato per voi e ricordate che è buona norma nutrire con parsimonia i pesci, un’alimentazione abbondante porterà certamente alla morte dei pesci.
Quanti pesci pulitori in 30 litri?
Poecilidi in piccoli acquari di 30 litri? – Alcune specie di poecilidi, come i guppy selvatici, gli endler ed altre tipologie non si possono considerare esigenti di grandi spazi. Sono vivaci, ma nuotano per brevi tratti e, personale opinione, lo fanno male: specialmente le varietà commerciali molto selezionate presentano talvolta pinnaggi ingombranti e rendono inefficiente il sistema locomotore. Acquario con poecilidi di Ornella Sirigu Se li si mantiene in un acquario meno perfetto per la riproduzione, vivono benissimo e forse più a lungo, semplicemente nascono e diventano adulti meno nuovi pesci: temperatura più bassa o sensibili alternanza stagionale, cibo più leggero e vegetazione poco folta aiutano per raggiungere lo scopo.
Maturazione acquario Acquario biotopo
Quali pesci puliscono l’acquario?
Corydoras, il pesce pulitore | VIRIDEA Skip to content Un intero mondo dedicato alla natura, al giardino, alla casa e agli animali, che cambia al mutare delle stagioni e si tinge dei colori più diversi. Il genere Corydoras comprende numerosissime specie, tutti pesci di acqua dolce, originari dell’America del Sud, e preziosissimi aiuti per mantenere pulito il fondo dei nostri acquari, tanto da aver merittato il soprannome di pesce pulitore. I Corydoras sono infatti provvisti di baffetti o bargigli come il pesce gatto o le triglie in mare, che essi impiegano continuamente per smuovere la ghiaietta e nutrirsi dei detriti di cibo in tal modo smossi dal fondale.
- La specie forse più impiegata in acquariologia è C.
- Aeneus dal corpo grande fino a 7-8 cm quando adulto, dalla livrea grigia argentata con sfumature più nerastre.
- I Corydoras vivono in gruppi e non abbandonano mai il fondo delle vasche se non per rapidi guizzi di breve durata a metà altezza.
- Il carattere di pesce da fondale emerge anche dalla sua anatomia, infatti il corpo è appiattito nella sua parte ventrale, invece il dorso si presenta abbastanza arcuato.
Sulla superficie del corpo sono presenti placche cornee protettive e le pinne pettorali sono rigide e robuste permettendo una sorta di deambulazione del Corydoras sui fondali. La bocca, appunto munita di baffetti, è rivolta verso il basso, piccola e sporgente come una sorta di ventosa per potersi attaccare ai sassi e ai tronchi del fondo degli acquari.
I Corydoras rispettano comunque le piante dell’acquario, non ne distruggono le foglie e non strappano le loro radici. Vivendo in profondità si accontentano di una minima percentuale di ossigeno. Il pesce pulitore predilige le acque a pH neutro o appena alcalino e mal sopporta tracce di sale o gli acidi.
La temperatura ottimale oscilla tra 20 e 28°C. Scopri con quali pesci d’acqua dolce si trova bene nell’acquario! Dott. Marco Gentile Medico Veterinario Albo 1622 Torino × Questo sito web utilizza i cookie per migliorare la tua esperienza di navigazione.
Dove mettere i pesci quando si pulisce l’acquario?
Come fare la pulizia dell’acquario – Prima di iniziare la pulizia, ti consigliamo di staccare la spina del termostato, del filtro e di altri apparecchi a cui è collegato l’acquario, in modo da evitare pericoli legati a corto circuiti. La pulizia dell’acquario è divisa essenzialmente in tre fasi : pulizia dell’acqua, dei vetri e del filtro.
- Ecco come procedere.
- L’acquario non deve essere svuotato completamente: lascia un po’ della vecchia acqua, per non compromettere l’ecosistema presente all’interno.
- Se hai deciso di operare una pulizia profonda, trasferisci i tuoi pesci usando un coppo e mettili temporaneamente dentro un altro contenitore con un po’ della loro acqua.
In questo modo potrai pulire il tuo acquario senza danni per gli animali. Sostituisci un po’ d’acqua alla volta e prima di versare quella di ricambio, ricorda di controllare che sia della temperatura adatta, Questo punto è fondamentale per la salute del pesce.
Infatti, questo animale non regola da solo la sua temperatura corporea: una temperatura bassa può rallentare il suo metabolismo, mentre una troppo alta lo aumenta, caricando il pesce di stress. Una temperatura sbagliata dell’acquario può essere letale per il pesce. Il consiglio è quello di osservare la e mettere nell’acquario pesci con le stesse esigenze.
L’acqua di ricambio non va versata direttamente dal lavandino, ma mischiata preventivamente con un, un agente capace di ristabilire la flora batterica eliminando il cloro e metalli pesanti dall’acqua. Se invece usi acqua demineralizzata non hai bisogno di mischiarla con altri prodotti, quindi puoi versarla direttamente dentro l’acquario.
- Ora pensiamo alla ghiaia che generalmente è posizionata sul fondo, puoi raccoglierla e pulirla dentro una pentola con acqua a temperatura ambiente, poi riporla sulla superficie.
- Tuttavia, esiste un apposito strumento per pulire l’acqua e il fondo, il sifone aspira rifiuti,
- Ora dedicati ai vetri, ma non usare saponi e detersivi, potrebbero intossicare i pesci.
Ti consigliamo di passare un panno umido internamente, ma esistono anche delle spugne magnetiche che eliminano la sporcizia dall’esterno. Infine, è necessario pulire il filtro, Esistono due tipi di filtri, interni ed esterni, i secondi sono più pratici perché si possono pulire senza cambiare l’acqua dell’acquario.
- Togli dal filtro tutti i suoi elementi aggiuntivi, come la serpentina di gomma e il carbone attivo che andrà sostituito con uno nuovo.
- Sciacqua i tubini di gomma e falli bollire.
- Lava poi il filtro con acido citrico, mi raccomando, non usare saponi.
- Dopo la pulizia ricomponi il filtro e collegalo all’acquario.
Alcuni filtri sono costituiti da una lana filtrante, che andrà sostituita ad ogni pulizia.